alias333 ha scritto:
generali1984 ha scritto:
Grazie anche da parte mia
Mi sembra che la fase attuale di "calma" sia paragonabile
per estensione ventennale a quella 50/70
non è che voglio portare sfiga , ma per chi gioca in borsa
una inflazione bassa non è che sia estremamente salutare .
Certo che a rigor di logica, la borsa che rappresenta in larga parte immobili, macchine, brevetti, avviamento commerciale-industriale nel medio lungo periodo si rivaluterà certamente di più quando l'inflazione è alta e questi mezzi tendono ad incrementare di molto il loro valore nominale.
Ma se, come più o meno tutti siamo convinti, è solo l'inflazione dichiarata ad essere bassa mentre quella reale è molto più alta, cosa succede?
E' certo che chi crea industrie, lo può fare pagando i beni strumentali rivalutati dell'inflazione reale e non di quella dichiarata e quando si quoterà o chiederà soldi per un aumento di capitale, uno dei parametri da tenere in considerazione sarà certamente il costo per effettuare le predette operazioni.
""Pertanto possiamo considerarci, ai fini dell'inflazione, in un periodo di inflazione media - alta nel recente passato - ...""
E credo sia proprio per questo che la borsa ancora riesce a respirare senza fatica.
Sei d'accordo?
Non sono certo di aver compreso la frase che ho virgolettato
(un pò la cappa di umidità , un pò la non più verde età
![Stick Out Tongue :P :P](https://cdn.jsdelivr.net/joypixels/assets/8.0/png/unicode/64/1f61b.png)
)
Comunque ,per quello che vale, ritengo che i bassi tassi e il tasso d'inflazione
entrambi decisamente modesti rendano allettanti molti titoli azionari
a) interessanti dividendi
b) sostenibilità del debito
la mia visione negativa sulla bassa inflazione era riferita in particolare
alla situazione Giapponese , un prolungato periodo deflattivo ha
falcidiato le quotazioni dei titoli domestici mentre gli export oriented
si sono salvati grazie alla favorevole congiuntura internazionale .
certo il paragone è "tirato" , ma l'ostinazione con la quale il mercato
tiene bassi i corsi delle obbligazioni $ di lungo sembra voler dire che
l'ipotesi deflattiva non è peregrina , in tal senso vanno anche molte
politiche aziendali ai limiti del dumping buon ultima ma non certo
isolata la decisione di Volkswagen di abbassare il prezzo di quasi tutti
i modelli in Cina , c'è in atto una "guerra" sul mantenimento di quote
di produzione che porta i margini delle aziende in concorrenza verso
il basso ( cagion di stato o dumping fa poca differenza ) .
In questo contesto ci sono aziende che offrono rendimenti , sostenibili
nel lungo periodo , di assoluto rilievo
( da Eni , fino alla Unipol priv ante "mifacciolaBNL" )
Le aziende che operano in regime di monopolio , sono invece al riparo
dall'erosione dei margini e per molte ci si può permettere un livello del
debito altrimenti impensabile e/o insostenibile .
In sostanza , per varie aziende i livelli delle quotazioni sono ampiamente
giustificati , mentre per la maggior parte ( larghissima parte ) siamo
a livelli che a mio parere sono assolutamente alti ;
un piccolo parametro per rendersene conto è la schizzofrenica
reazione a QUALUNQUE tipo di dati vengono divulgati ,
quando un titolo come Cisco reagisce a un possibile abbassamento
del 2-3% degli utili con una scrematura del 6% sul titolo , significa
che si sta navigando su una bagnarola in mezzo alla nebbia , con
le orecchie tappate .
In conclusione , si potrebbe dire che la borsa si regge sulla speranza
che il vento che soffia dal Far Est sia un vento perpetuo
e che la congiuntura perpetui se stessa , tutto galleggia sull'enorme
massa di liquidità presente nel sistema , ci sono soldi per tutti i tipi
di impieghi , se i limiti della "fisica" monetarista hanno ancora un senso
questo non può essere per sempre .
L'inflazione reale è più alta , ma non per tutti i consumatori
nè per tutte le aziende , anche questa è una discrepanza che grida
vendetta , forse più dell'espansione monetaria .