Più volte ho fatto presente che i flussi di liquidità sui mercati europei non erano certo derivanti dagli investitori individuali i quali hanno ridotto l'esposizione sui fondi azionari nell'ultimo anno non solo in Italia ma anche in buona parte dell'Europa.
Eppure gli indici Europi hanno continuato a sovraperformare ed anzi hanno accelerato la loro overperformance nel corso di quest'anno.
La domanda cruciale per chi vuole seguire questo rialzo è ancora una volta: di chi sono questi soldi?
Già qualche tempo avevo accennato alla questione ma la mia riflessione (che ritengo ancora a tutt'oggi corretta) era più frutto dell'istinto che dell'osservazione e quindi meno convinta del solito.
Nel frattempo anche un report della Gavekal postato qualche giorno fa segnalava il movimento che gli operatori stavano effettuando sui mercati per perpetuare la cascata di liquidità sui mercati correlati.
Questo movimento è ancora una volta riconducibile al carry trade sui tassi ma questa volta la parte del leone sembra essere svolta dalla curva dei tassi europea.
Infatti da Aprile ad oggi c'è da una parte una forte corrispondenza dei movimenti del cross euro/dollaro con l'andamento dei prezzi dei futures obbligazionari europei e dall'altra il legame si estende ai mercati azionari europei con prevalenza dei mercati a più alta crescita e poi a quelli mondiali sempre dedicando più enfasi ai titoli growth.
L'aumento della massa monetaria europea nei primi mesi dell'anno seppure in una situazione economica per niente esplosiva è la ciliegina sulla torta dello scenario.
Ci si indebita in euro a breve e poi si compra la parte a lunga dei tassi per i trade meno speculativi e con il differenziale e parte del debito si comprano i mercati a più alta crescita innanzitutto europei che coprono eventuali ribassi dell'euro e concedono una buona plusvalenza.
Da qua la sovraperformance sostenuta con movimenti ormai parabolici di diversi mercati dell'est europa, la sovraperformance dei titoli growth e dei titoli legati alla crescita economica ed al ciclo.
Ancora una volta quindi sono i rapporti intermarket a darci la visione d'insieme e saranno anche loro a segnalarci particolari situazioni di stress.