Allego questo commento sul medio-lungo termine (spero non disturbi).
Ciao Claudio
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Mal comune - Cosa lega due personaggi così distanti come Tremonti e Greenspan ? In qualche modo chiunque intuirebbe che un minimo di legame c'è visto che il terreno ove cui si muovono è lo stesso: l'economia. Più incisivamente però la mia domanda vuole come risposta una discussione più articolata. Ciò che lega i due in questo momento quindi, non è solo il terreno di gioco (economia) ma la scommessa sul futuro derivante dalle loro azioni. Parlerò innanzitutto di Greenspan e qui sarò più breve. Il Governatore della Fed, il re dei banchieri nonché principe dei FED Funds, con la sua azione sui tassi ha portato a breve ad una forte crescita dell'economia, che ora da qualche mese a questa parte e con estremo ritardo aggiungo, anche ad una robusta crescita dell'occupazione. Il problema che ora si presenta a Greenspan è esattamente opposto a quello che aveva fino ad un anno e mezzo fa. Come cioè evitare chela corsa dell'economia si traduca in una rovinosa sbandata e fuori uscita di strada. Il Governatore ha in mano i due problemi del deficit USA e della bolla immobiliare. Essi sono un problema perché l'unica arma che ha è quella dei tassi come sappiamo, ed essi vengono manovrati in base all'occorrenza per dare stimolo di crescita e stimolo di raffreddamento. Dico stimolo, perché poi in realtà l'azione di un Governatore è sempre di breve respiro, sono le sue azioni che stimolano psicologicamente e conseguenzialmente l'economia e quindi anche i tassi sul lungo termine. Quest'ultimi però sul mercato, si muovono anche da soli e lo fanno quando il mercato percepisce un pericolo. Il mercato guarda innanzitutto alla stabilità finanziaria, se ne frega se le tasse sono basse o alte o se il Nasdaq sale o scende, detto in parole povere. Questo Greenspan lo sa bene e teme appunto che un aumento dei tassi, inevitabile nel tempo, crei seri problemi alla sostenibilità di un economia, che evidentemente ancora non sta in piedi del tutto autonomamente e che ha tratto il suo maggior sostentamento proprio dal mercato immobiliare, i cui tassi bassi hanno permesso alle famiglie da una parte il gioco della rinegoziazione, utilizzando la differenza dei minor interessi pagati per sostenere i consumi nei moment peggiori della passata recessione ma dall'altra anche di indebitarsi allegramente. Dietro i debiti è bene ricordare che c'è una banca con i crediti che possono divenire sofferenze. Non solo i privati ma anche e sopratutto il pubblico desta forte preoccupazione. L'aumento dei tassi significherà maggior spesa al servizio del debito da parte dell'amministrazione americana. Non è un problema da poco. E mi fermo qui per ora.
Passiamo al ministro Tremonti. il Governo annuncia il taglio delle imposte. Siamo tutti lieti. Intanto però per come si sta articolando la manovra, quello certo è che il governo sta facendo una manovra bis per non sfondare il deficit di fine anno, facendo leva sulle imprese. Ovvero i tagli ai trasferimenti, i quali dal 2005 diverrebbero prestiti a tasso simbolico dello 0.5%. Dal 2005 poi grazie a questo taglio "strutturale" le imposte scenderanno. Prima vorrei fare un'obiezione. Se era così semplice non capisco perché si è aspettato tre anni per fare la riforma fiscale. Tanto valeva dare subito una spallata al sistema (il famoso schiaffo)e vedere che effetto faceva. Magari oggi stavamo magnificamente. Il problema sono due ora. Primo bisogna stare attenti ai tagli alle imprese in corso d'opera, saranno costrette a rivedere tutti i budget e ciò potrebbe creare problemi per gli investimenti in programma. Questo vale tanto più per quelle pubbliche nel mirino come ferrovie e poste. Sopratutto le ferrovie sono i primi appaltatori d'Italia con un programma di opere pubbliche enorme, vedi l'alta velocità, ed alle prese con il rinnovamento di tutto il parco ferroviario. Danno parecchio lavoro. Non vorrei che ci giocassimo l'ultima azienda italiana pubblica, risanata, che ancora investiva in Italia cifre significative e lo stesso vale per le poste. Mi meraviglia cioè il fatto che si sia parlato di tagli agli sprechi. Se per il governo i cantieri dell'Alta Velocità sono degli "sprechi" lo dica subito. Oltretutto le opere pubbliche non era tormentone dell'esecutivo. E' evidente che non sono sprechi. Sono risparmi ? Evidentemente si ma non sono risparmi di spesa pubblica improduttiva. Questa spesa è una spesa pubblica per investimenti, non per comprare carta da fax .... in un ministero qualunque. Non posso quindi che condividere nella stessa misura le preoccupazioni di Sara Bertin, senior analyst della Moody's. Nei mesi che intercorreranno dal decreto che dovrà essere valido a partire dal il 2005 (curiosa prassi istituzionale) ci passano i tassi d'interesse e quindi i crucci che ha Greenspan che ho descritto prima. Nel 2005 è già previsto un rallentamento dell'economia e potrebbe essere maggiore del previsto. Il discorso quindi è che di nuovo sta tutto nella scommessa che le cose vadano per il verso giusto, che l'aumento dei tassi non si traduca nell'afflosciamento della "dopata" economia USA, che ritrovi cioè un strada di crescita autonoma e che il petrolio, altro convitato di pietra, non voli ancora più in alto. Che la situazione in medio oriente si ristabilisca (per la soluzione campa cavallo), quel tanto da raffreddare i prezzi. Che la Cina non sia costretta egualmente a raffreddare troppo la sua crescita ecc.. ecc... C'è tanta di quella carne al fuoco che appunto siamo di fronte a una grossa scommessa. Se va male accade che va male all'economia mondiale. A noi va male due volte perché ci esploderà il deficit ed il debito, mentre le imprese alzeranno bandiera bianca sopratutto al Mezzogiorno, le cui organizzazioni industriali hanno già ha fatto sentire il grido della preoccupazione sulla manovra annunciata. Una seconda volta perché la nostra stentata crescita, se si ferma il resto del mondo subirà un colpo mortale. Questo è lo scenario, quindi c'è solo da incrociare le dita. Se va bene ai due personaggi va bene a tutti, se va male va male solo a noi.
Fabrizio Olivieri