Macroeconomia la situazione (1 Viewer)

roma1965

Nuovo forumer
Non è una gran bella divergenza questa?

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gipa69

collegio dei patafisici
Si quella è interessante... ma potrebbe crescere ancora...
Oggi sto cominciando a monitorare l'interessante divergenza che si sta sviluppando tra l'andamento delle valute. In particolare lo Yen oltre ad aver raggiunto contro dollaro livelli che non si vedevano da cinque anni sta continuando il recupero contro euro che si mostra debole anche contro dollaro. Questa situazione è diversa dal 2004 e si sta sviluppando durante una fase di incertezza dei mercati. Si sviluppa davvero la situazione speculativa che avevo illustrato qualche giorno fa? In quel caso l'outperformance dell'europa sugli US potrebbe proseguire. vedremo....
Nel frattempo ho liquidato le Unipol P. anche se a malincuore perchè il mercato è speculativo e necessita di prudenza operativa e di consolidamento dei guadagni. Guardavo gli indicatori di sentiment extramercati ( più l'AAII, rispetto all'Investor Intelligence) e davvero in poche sedute si è riportato su valori quanto meno neutrali. Questo indica che la positività mostrata da questi indicatori nel corso degli ultimi mesi è davvero condizionata e molto suscettibile di variazione mostrando una reattività alla negatività superiore alla media e non coerente con un top raggiunto. Magari ancora qualche seduta di consolidamento potrebbe essere coerente con un minimo di breve prima di una reazione più importante.
 

Paperino

Forumer attivo
Sì, è vero, Andrea Luchi è sempre stato tremendamente critico verso i mercati azionari. Che abbia ragione o meno, non sono in grado di affermarlo con sicumera; certo è che società che sul mercato italiano dovrebbero sparire e valere pertanto 0 (cifra spesso nominata dallo stesso autore come valore assolutamente giustificabile per i titoli azionari, al contrario delle materie prime che possederebbero sempre un minimo valore intrinseco) sono ancora lì a calcare la scena, malgrado tutto, e non in posizione defilata, ma spesso ben in prima fila. Ma si sa, l'Italia è il paese dove le aziende non devono fallire, ed il gregge, "the herd", paga sempre in prima persona i fasti dei soliti noti (banche, banchieri, governatori, politici, sindacalisti, personaggi eclettici vari, vogliamo magari pensare al povero Tanzi?), e dove appunto se si fallisce lo si fa in bancarotta fraudolenta e dopo aver ottenuto il "nulla osta" dai "salotti buoni", sottraendo ingenti risorse alla comunità, a ciò autorizzati appunto da chi di dovere e da tale ambiente protetti e riciclicati al momento opportuno, per la successiva spartizione del "bottino" e delle poltrone che eventualmente vanno a liberarsi. Il massimo della trasparenza, insomma. :-D

Il fatto è che la "manipolazione" delle masse, ammesso che siano le masse a dirigere i mercati azionari, della cui cosa onestamente dubito un tantino, continua favolosamente, e tale azione fuorviante messa in atto dalle istituzioni finanziarie o governative o da chi ha il potere e l'abilità di farlo fa mantenere ai mercati la rotta "decisa" in tali ambienti. Che la cosa sia possibile per ancora altro tempo, magari illimitatamente, non mi è dato sapere, sigh, ammesso che sia corretta la relativa teoria del "complotto".

I mercati, e l'economia tutta, secondo me si muovono, alla faccia della libertà e del liberismo economico, in un "environment" assolutamente distorto, decisamente controllato, che oserei definire da economia dirigista e pianificata; e pertanto almeno sul breve/medio periodo si deve andare non dove decidono autonomamente i mercati, lasciati liberi di fluttuare, ma si deve mantenere il profilo gradito a chi ha necessità di mantenere determinate condizioni ambientali.

Sul lungo periodo, certo le cose potrebbero non essere controllabili; son curioso di vedere di cosa saranno capaci i "caporioni"; ho solo il fondato timore che sul lungo periodo i beneficiari di tutte le manipolazioni saranno comunque come sempre le solite persone, che avranno tutto il tempo di premunirsi dagli eventuali danni da loro arrecati, a detrimento delle masse ignare e buggerate.

Ubi maior minor cessat.
 

roma1965

Nuovo forumer
Gipa ha scritto:

Si quella è interessante... ma potrebbe crescere ancora...

é comunque un altro elemento che si aggiunge agli ormai numerosi....per poter considerare questo rialzo tutta distribuzione. Quanto all'AAII (a proposito dove lo prendi il grafico) è stato direi sicuramente molto influenzato dall'effetto 1^ settimana di gennaio e quindi in caso di chiusura non negativa di gennnaio potrebbe ricambiare altrettanto rapidamente, concordo con te che mal si conciglia con un top di medio/lungo e che quindi dovremmo aspettarci un ulteriore allungo dai mercati, per ragiungere livelli grafici più tecnici o per aumentare la "confidence" del pubblico,......confidence che invece permane a livelli molto alti da parte degli advisors.
 

ditropan

Forumer storico
smile ha scritto:
ciao , il sig luchi è sempre stato un catastrofista addirittura 2 anni orsono diceva le stesse cose di oggi :-D beh la storia la conosciamo siamo in up dall ottobre del 2003 quello che sarà ...lo scopriremo solo vivendo ....


... vabbè ... pienamente daccordo !!!
D'altronde il Luchi gestisce un suo sito personale con tanto di newsletters e corsi sulle MP tutti a pagamento .... è quindi palese che lui cerchi investitori in questo campo ... e magari dei fruitori dei suoi servizi !!!


Il concetto di fondo che comunque volevo passare era semplicemente il quadro sulla situazione economica USA che non mi pare distorto, senza concentrarci sulle ipotesi catastrofiche lanciate da Andrea Luchi ... tutto quà. :cool: ;)
 

gipa69

collegio dei patafisici
Le reazioni ai cambiamenti

L'aumento del deficit commerciale US su livelli record ha portato ad una breve correzione sui movimenti dei cambi ma non ha portato a quell'immaginabile flessione del dollaro

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Sebbene gli scenari siano molteplici sulle valute (ve ne posto due praticamente opposti)

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un elemento da tenere in considerazione è che il deficit commerciale US da solo non determina i movimenti valutari. Infatti la loro correlazione di lungo è insignificante allo stato attuale ed il loro legame determina reazioni di breve; il deficit commerciale US è uno degli elementi fondanti degli squilibri economici attuali ma rappresenta anche la crescita economica attuale.

Ben più importante negli ultimi anni per il dollaro sono state le scelte di politica monetaria della FED ed il differenziale dei tassi tra le principali curve degli interessi

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Se infatti il deficit delle partite correnti è stato equilibrato dal mercantilismo delle banche centrali asiatiche i tassi reali negativi sono stati un incentivo sia per i consumatori, sia per gli speculatori per sviluppare un operazione di leva del debito al fine di estrarre ulteriore liquidità per i consumi da una parte e per investire sui mercati ad elevato rendimento dall'altro portando gli spread degli obbligazionari speculativi e dei paesi emergenti su livelli simili a quelli del 1999 ed innalzando il livello dei P/E dei mercati azionari emergenti che hanno ora un differenziale rispetto a quelli occidentali sui minimi degli ultimi dieci anni.

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Questa scelta della FED è maturata nel 2001 per evitare a loro dire una situazione economica simile a quella Giapponese degli anni 90 attraverso una politica accomodativa mai vista prima.

Ma gli utlimi commenti dei vari governatori e le minute della FED sembrano mostrare la chiara intenzione della FED di riportare i tassi reali su un valore neutrale per non correre rischi ulteriori di sbilanciamenti incontrollabili; scelta che ha portato Roach, l'economista principe di MS da sempre critico con la FED ad afffermare: "Meglio tardi che mai".

Questo nuovo ed aggressivo atteggiamento è stato consapevolmente scelto principalmente per due ordini di motivi:
1)La necessità di interrompere il flusso speculativo derivante dalla politica accomodativa prima di perderne il controllo
2)Il rallentamento del sostegno al dollaro da parte delle banche centrali asiatiche che potrebbe causare una pesante correzione sui Treasury ed un avvitamento su se stessa della valuta

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Queste scelte hanno innestato una serie di reazioni:
1) Una aspettativa di rialzi dei tassi a breve più sostenuta
2) Un recupero del differenziale dei tassi da parte della curva US
3) Un mini rally del dollaro (che potrebbe proseguire ancora per un pò) soprattutto contro alcune valute.

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Tutte queste sono reazioni prevedibili... vi sono però altre reazioni meno logiche o comunque più sottili da comprendere che andiamo ad analizzare:

1) Le aspettative di uno strutturale rialzo dei tassi non sono rilevanti sul mercato soprattutto nella parte a lungo che langue sui livelli pre minute della FED. In particolare i settori più sensibili all'andamento dei tassi (homebuilders e utilities) non sembrano essersi indeboliti troppo in attesa dei futuri rialzi. Questo potrebbe penalizzare i mercati in caso di un rialzo dei tassi improvviso e consistente

2) In queste prime settimane del 2005 il dollaro mostra una certa forza contro euro e valute occidentali ma una certa debolezza verso le valute asiatiche

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Questo atteggiamento dei mercati valutari è sicuramente giustificato dalla buona performance dei mercati azionari asiatici seppure i leading indicatori globali segnalino un calo della crescita economica; un atteggiamento questo esattamente opposto a tutti i cicli rialzisti dell'azionario asiatico nel corso degli anni 90 ma anche dal minore interventismo delle Banche centrali che fa pensare ad un rafforzamento di queste valute grazie ai surplus commerciali.
Vi potrebbe però essere indicato il crescere dei fenomeni speculativi sulla curva dei tassi europei che ha cominciato a divergere da quella US in concomitanza con il minimo dei mercati di Agosto e che ha mostrato che questa avanzava anche la relativa outperformance dei mercati europei.
Sui mercati US i tassi sono al rialzo, sul mercato giapponese c'è il rischio della rivalutazione della moneta mentre sull'area euro i tassi potrebbero rimanere ancora a lungo fermi e relativamente bassi in termini reali e la valuta potrebbe non avere più quei costanti flussi in entrata forniti dalle banche asiatiche che sterilizzavano i dollari in entrata comprando la valuta del loro principale competitor sui mercati americani.
Certamente l'euro non è il dollaro ma un certo sostegno ai mercati (o almeno ad una parte di essi potrebbe darlo comunque).

3) Quando viene interrotto un trend speculativo solitamente tutti i trend correlati ne risentono. Per il momento però molti dei trend in essere sono rimasti attivi mentre sono alcuni hanno corretto con una certa decisione.
Per esempio il rally delle obbligazioni high yield o dell'obbligazionario emergente hanno subito solo un lieve allargamento e non il possibile sell-off che si immaginava. Questo fa pensare come non tutte le posizioni speculative attuali siano state chiuse e solo correzioni più profonde del trend del dollaro o nuove evoluzioni sulla curva dei tassi potrebbero diminuire la propensione al rischio degli operatori.

Come ho detto più volte mi aspetto una ultima gamba rialzista dei mercati magari molto selettiva e speculativa che potrebbe non condurre tutti i mercati su nuovi massimi. L'ipervenduto di breve è abbastanza elevato e le condizioni sono costruttive per una nuova gamba rialzista ma occorre considerare che sui principali indici potrebbero essere a non molti punti dai massimi di questa gamba rialzista. (con sempre un occhio all'oil ed alla sua influenza sui mercati)

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gipa69

collegio dei patafisici
Discutendo con Rino Alfeo parlavo dell'importanza dell'area Euro nella fase attuale e dei motivi speculativi che ne dettano l'importanza (vedere post del 7 gennaio). Il 18 gennaio sicuramente in maniera più professionale il capo economista di MS in europa sostiene concetti assolutamente similari e di notevole importanza (da leggere anche il commento di Roach di questa settimana sui tassi)......
Vi assicuro che questa per me è una grande soddisfazione...... (e non solo dal punto di vista operativo)


Global: Liquidity Springs Eternal

Joachim Fels (London)




How the party might rave on
With the Federal Reserve apparently in the midst of a campaign to normalize interest rates, worries proliferate that higher rates will start to bite and lead to a sell-off in financial assets across the risk spectrum. I too believe that an unhappy outcome is ultimately inevitable. However, there are good reasons to think that the party can rave on for a good while longer. Two reasons are at the top of my list: liquidity and liquidity. First, the party’s host, the Fed, might have second thoughts later this year and decide that it better keep giving the guests food, booze and music to avoid riots. Second, even if the Fed decided to pull the plug and turn off the tap, the guests might simply move next door and find another host to keep the rave going for a while. Prime candidates as new hosts are the ECB and the Bank of Japan. After all, the Fed does not have a monopoly in the provision of global liquidity.

A less aggressive Fed…
The first possibility -- that the Fed might not dare to turn off the tap -- appears to be exactly what markets are pricing in at the moment. As my colleague Amy Falls points out (see “The Enemy is Us” Alpha Strategies 13 January 2005), Eurodollar futures, once adjusted appropriately for the risk premium, price in only about 75 basis of Fed tightening to 3% by mid-year, followed by a stable or even slightly lower implied rate path thereafter. This benign outlook contrasts sharply with what many observers perceived to be a hawkish message from the minutes of the December FOMC meeting released two weeks ago. One reason for the benign market view could be that the market is anticipating a fairly strong negative reaction of the US economy to near-term tightening, which could induce the Fed to stop tightening later this year. Alternatively, the market might agree with my theory that the Fed will be slow in raising rates because it views core inflation still as uncomfortably low and would like to see inflation creeping higher over time to have more of a cushion when the next deflationary shock hits (see my "More Tales of Three Central Banks," EuroTower Insights, 7 January 2005). This would seem to be consistent with the elevated levels of implied inflation expectations in the intermediate part of the US yield curve.

... And a globalized monetary policy
The second possibility for how the party could rave on even if the Fed keeps tightening is that the baton could simply be passed to the ECB and/or the Bank of Japan. Outsourcing bubble politics to other central banks is not that difficult -- it is arguably already happening before our eyes. Even though the ECB would reject such a characterization, it has already been forced by the dollar weakness and by the resulting economic stagnation to open the monetary floodgates. Real short-term interest rates in the euro area have been negative since the last 50 bp ECB rate cut in June 2003. The growth rate of the broad monetary aggregate M3 has been above the ECB’s ‘reference value’ of 4.5% for more than three years now, the narrow aggregate M1 has grown at or close to double-digit pace for the better part of the last two years, and mortgage lending has accelerated to 9.9%Y recently. Thus, the ECB has become a major supplier of excess liquidity to exuberant financial markets. Outstanding domestic credit in the euro area (EUR 10.4 trillion) way exceeds that in the US (EUR 7.7 trillion) and the growth rate is accelerating. And nominal short rates are now lower than in the US and likely to remain low for some time, as indicated by President Trichet’s softer tone in the ECB press conference last Thursday (see my ECB Watch: Slightly More Relaxed About the Inflation Outlook, 13 January 2005).

Type-II stagflation
As a combined result of euro appreciation and expansionary monetary policies, the euro area is experiencing what I have called type-II stagflation: the combination of economic stagnation and asset price inflation (as opposed to consumer price inflation). While the ECB only points to rising property prices, I would add near-record-low government bond yields, super-tight credit spreads, and the year-end rally in equities as symptoms of financial froth. Also, the private equity boom sweeping parts of Europe at the moment not only owes to the restructuring imperatives in countries such as Germany, but also to the very favourable financing conditions reflecting liquid bank balance sheets and yield-hungry investors. Last but not least, while the rally in emerging markets certainly has to do with improving economic fundamentals in many of these countries, as our emerging market team keeps emphasizing, there is no denying the influence of easy monetary policies in the US, Europe and elsewhere in this rally.

When the music stops
Willingly or unwillingly, the ECB has become a key player in this global liquidity bubble. Yes, the Fed started it all, but it is not alone to blame. By pushing the euro higher, the invisible hand of the foreign exchange market has brought the ECB into play. By keeping short rates low and recently signaling that they are likely to remain low for longer, and at the same time signaling that it will resist a further strengthening of the euro, the ECB has issued an invitation to speculators everywhere to fund themselves in euros and chase higher return elsewhere. This could keep the global bubble alive for some time to come, even if the Fed continues to normalize interest rates. The problem is, of course, that when the music stops eventually and the bubble bursts, the ECB will not have much room to cut interest rates to fight the potential deflationary consequences. By then, the Fed will be in a more favorable position yet again, because it is now replenishing its arsenal of basis points. And so liquidity, like hope, springs eternal.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Mentre il dollaro continua il suo controtrend rally (al momento è quello... su livelli più bassi sarebbe un inversione di tendenza) e questo indebolisce i mercati azionari US si possono notare alcune tendenze importanti:
1)Mentre l'AAII mostra pessimismo tra i trader individuali così come è successo in tutte le fasi negative del 2004, sintomo di un certo timore degli investitori individuali, L'investor intelligence, cioè il sentiment degli scrittori di newsletter seppur abbia mostrato una correzione risulta ancora su livelli elevati di ottimismo. Questa divergenza è interessante perchè potrebbe indicare che un ulteriore rally potrebbe ancora starci ma anche che il cerino in mano potrebbe restare ad altri operatori nella situazione attuale.

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2) L'andamento del rapporto tra il BKX e lo SPX sta testando un importante area di resistenza che se ceduta, considerando l'importanza del settore potrebbe inguaiare ulteriormente il mercato e segnalare la fine della fase di ripresa ciclica (sia finanziaria che economica).

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Tutti i titoli legati al ciclo stanno infatti mostrando correzioni più accentuate della media... per mostrarlo al meglio vi posto il grafico che confronta l'andamento nell'ultimo anno del DJIA e del DJTA... dopo le dichiarazione di fine dicembre della FED il transportation ha cominciato a sottoperformare.....

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