LA VITA NON E' TROVARE SE STESSI. LA VITA E' CREARE SE STESSI

Dicevano che è meglio investire sul turismo,coltivazioni in terra e di mare, ergo cozze piuttosto che su una acciaieria che inquina,
vedremo se riusciranno a ricollocare tutti i lavoratori in nuove imprese ecosostenibili o ci metteranno nuove tasse per pagare a tutti un sussidio !
 
D'altra parte, questa è la situazione reale. Su 40.000 abitanti il 30% - TRENTA PER CENTO - lo prende.

Nel paese d'origine di Luigi Di Maio, Pomigliano d'Arco, sono ben 12mila i cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza, ideato proprio dal Movimento 5 Stelle.


Eppure, secondo le testimonianze raccolte dalla Stampa, che ha svelato la vicenda, i percettori del reddito sembrano essere insoddisfatti,
dato che avrebbero voluto lavorare ma, a sei mesi dall'invio della domanda per il denaro, nessuno di loro ha ancora ricevuto offerte di lavoro.

A Pomigliano, inoltre, risiede lo stabilimento Fiat-Alfa Romeo, che per il 2020 l'occupazione di circa 4.500 lavoratori.
Ma, nonostante questo, i cittadini sono ancora senza lavoro.

Così, il primo bilancio statistico sul provvedimento sembra risultare negativo. A settembre, l'Inps aveva accolto circa 960mila domande per il reddito di cittadinanza, su 1.460.463 presentate. Di tutti coloro che hanno ricevuto il denaro, solamente 704mila sarebbero quelli che hanno potrebbero realmente trovare un impego.

Il reddito sembrerebbe essere arrivato in anticipo, rispetto alla creazione di posti di lavoro
e di una riforma adeguata ricolta ai centri per l'impiego.

Inoltre, c'è anche chi avrebbe percepito il reddito senza averne diritto.

Il governatore della Campania De Luca, ha infatti spiegato:
"100mila famiglie non avevano diritto al reddito di cittadinanza, quindi che succede? Ci voleva tanto a capire che se paghi 6 mesi a gente che non ha diritto,
dopo quei soldi non li recuperi neanche se fai un miracolo? È successo quello che avevamo detto, cioè che i controlli li devi fare prima e non dopo".

In alcune occasioni poi il reddito sarebbe servito "a pagare la manovalanza della camorra, a far scansare il lavoro stagionale, ad avere un incentivo a fare il doppio lavoro".
 
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Vi proponiamo la conferenza stampa alla Camera dei Deputati di Giorgia Meloni tenutasi oggi, 4 novembre,
nella quale lei sbugiarda, dati alla mano, il servizio di Report e dei suoi “Esperti”, che alla fine poi tanto esperti non sono, anzi.

Ad esempio quello che sarebbero strumenti politici della meloni, Trash Italiano e la cantante Michielin, che avrebbero i follower in comune con la Meloni.

In realtà nel primo caso solo il 29% segue Giorgia Meloni, nel secondo caso il 34%,
ma il 35% degli stessi fan della cantante segue il PD.

Il PD fa parte del network della Meloni?

Si fa una gran confusione fra Twitter e Facebook.

Poi l’accusa sarebbe basata su numeri superficiali, se analizzando altri casi.

La Meloni condivide il 29% dei follower con Trash italiano ed anche Michielin il 16%,
ma Maria Elena Boschi ha il 30% in comune con Trash italiano e con anche la Michielin il 19%.

La MEB è parte della rete sovranista della Meloni? Questo si che sarebbe un grande scoop.

Poi i dati sui retweet sono completamente falsati.

Al limite quello che avrebbe potuto fare Report sarebbe stata una banale profilatura di marketing dei follower di Giorgia Meloni,
ma neanche ci provano, anche perchè le basi sarebbero sbagliate, come dimostra il caso Boschi.

Poi gli esperti sono estremamente superficiali, oltre ad essersi contrassegnati, in passato,
per aver avuto dei fortissimi preconcetti nei confronti della Meloni stessa.

Non si tratta di esperti, ma semplicemente di personaggi che si ammantano di qualità che non hanno.

Vi invitiamo di sentire la risposta della Meloni al giornalista di Report presente.

Report in trasmissione ha mostrato un software, poi invece pare ne abbia utilizzato uno diverso, oggettivamente ingannando gli spettatori.
 
Si accettano scommesse. Adesso arriverà la cassa depositi e prestiti e ri-avremo la nazionalizzazione
dell'Ilva ......con i compagni di merende.

La pasticciata politica industriale di Di Maio prima ed ora di Patuanelli, sempre M5s,
mettono in grave pericolo sia la sopravvivenza dell’impianto siderurgico ILVA sia 15 mila posti di lavoro.

Come riferito da varie fonti il colosso indiano Mittal, che aveva preso in gestione l’impianto pugliese,
ha deciso di praticare il recesso dal contratto tramite una lettera.

In questa missiva l’azienda indiana spiega che la società si era riservata la possibilità di uscire dall’accordo nel caso di iniziative legislative
che rendessero troppo oneroso il rispetto del contratto stesso e l’implementazione della conversione e gestione dell’impianto.

Nella lettera fra le motivazioni si indica la modifica voluta fortemente da Di Maio e dal M5s,
cioè la cancellazione dello scudo legale per la società e i provvedimenti emessi dal tribunale penale di Taranto
che obbligano i commissari straordinari di ILVA a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019,
termine ritenuto non realistico dagli attuali gestori.

La Mittal, per questo ed anche per altri motivi ambientali, nion ritene più possibile proseguire nel rilancio dell’impianto e si tira indietro.

Ora ci saranno vertici, riunioni, promesse, ricchi premi e cotillons, da parte del MISE, ma la realtà è chiara e ben diversa: HANNO SBAGLIATO TUTTO.

Cercare il primo ipercapitalista di passaggio e regalargli un impianto nella speranza che, preso da un impeto di bontà, lo risani e rilanci è velleitario, nella migliore delle ipotesi.

L’impianto DOVEVA essere risanato, o meglio la politica sull’acciaio italiana DOVEVA essere ripensata,
non regalandola ad un privato, ma come elemento strategico del sistema industriale italiano
.

Il MISE non doveva trattare Taranto come un ferro vecchio, senza idee, senza prospettive, lavandosene le mani,
ma doveva pensare ad una vera strategia industriale e, assumendosene gli oneri, procedere alla riconversione PER IL BENE DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO.

Invece Di Maio prima e e Patuanelli dopo hanno deciso di regalarlo al privato, con la successiva cazzata di renderlo responsabile
per una situazione ambientale ereditata dai precedenti gestori, fra cui lo stato italiano stesso.

Voi cosa avreste fatto al suo posto, se non mandare tutti al diavolo?

Sentiamo il prossimo fallimentare giro di giostra che ci propineranno Conte , Patuanelli, DI Maio e compagnia cantante.

Quando però non c’è prospettiva e cultura politica non ci può essere nessun disegno industriale e questi fatti lo dimostrano in peno.
 
Chi pensava che il cambiamento di guida alla BCE potesse modificare le politiche monetarie
della Banca Centrale rischia di restare profondamente deluso.

I primi discorsi della neopresidente Christine Lagarde presentano una “Draghi 2.0”,che non cambierà la politiche monetarie della Banca Centrale.

“Condividiamo una valuta, ma non condividiamo molto della politica di bilancio ora”
“Quelli che hanno spazi di manovra, quelli che hanno dei surplus di bilancio, per dire la Germania ei Paesi Bassi,
perchè non utilizzano questi surplus per investire in infrastrutture ? Perchè non investono nell’educazione?
Perchè non investono nel’innovazione, permettendo un miglior ribilanciamento?”

Solitamente un governatore della Banca Centrale non fa nomi e cognomi, ma parla per casi generali, ad esempio “Chi ha surplus di bilancio dovrebbe…. “.

Christine Lagarde non si è fatta problemi nel fare nomi e cognomi,mentre Draghi aveva parlato di stati che “Non hanno svolto le politiche necessarie”.

C’è da dubitare che però queste parole possano portare effettivamente ad un cambiamento di politica di bilancio da parte di questi paesi forti.

Christine non si è però limitata a questo ed ha parlato anche dei tassi negativi.

Rispondendo
a chi ritiene che i tassi negativi condurranno alla fine dell’eurozona
ha affermato che senza le politiche attuali ci troveremmo con una crescita minore e più alta disoccupazione.

A quindi terminato affermando che “Dovremmo essere più felici di avere un lavoro che di veder protetti i nostri risparmi
aprendo quindi la strada ad ulteriori ribassi dei tassi se giustificati da un teorico miglioramento dell’occupazione.

Questa politica provocherà un’ulteriore rottura fra gli stati più “Rigoristi” e quelli più morbidi dal punto di vista fiscale e monetario.

Già il board della BCE era spaccato, con i paesi cuore contrari alla politica più espansiva:



Ora il problema è che TUTTI hanno ragione: ha ragione la Germania a voler tutelare i propri risparmiatori,
ma ha ragione anche l’Italia nel richiedere una politica monetaria e fiscale per il rilancio della propria economia.

Se tutti hanno ragione ad avere torto è solo lo strumento che impedisce a ciascuno di conseguire il proprio bene. Quindi le strade sono tre:

  • la prosecuzione della repressione fiscale fino alla completa distruzione della coerenza all’interno del Board e la sua implosione.
  • Ricordiamo che il mandato della Lagarde NON deriva da board, ma dall’Unione, quindi è una sorta di “Dittatrice” nel board, come Draghi ha spiegato bene evitando perfino di farlo votare;

  • la rottura dell’eurozona, ed ognuno torna a perseguire le proprie politiche;

  • un profondo e vero cambiamento delle regole che permetta alla BCE di seguire delle politiche personalizzate per singoli paesi,
  • superando l’alibi dell'”Evitare di finanziare il debito pubblico di un paese”.

  • La soluzione più logica.
Comunque la posizione della Lagarde provocherà delle rotture forti all’interno dell’Unione.

Come dice l’ex ministro delle finanze belga, Johan Van Overtveldt, il controllo della BCE è il sogno proibito delle élitè francesi
ed il timore è quello di piegare la banca centrale alle necessità politiche.

Un vero e proprio incubo per i nordici.
 
Sono arrivati in questo momento gli artificieri dei Carabinieri, perché c'è la bombola non esplosa con il timer da disinnescare.

ORE 8.40 - Hanno appena estratto dalle macerie il terzo vigile del fuoco morto nella tragedia di Quargnento.
.

ORE 8.31 - In questo momento i soccorritori sono concentrati in un punto della casa crollata,
perché avrebbero trovato il terzo vigile del fuoco disperso da stanotte.
Sul posto sono arrivati anche il Procuratore capo della Procura di Repubblica di Alessandria, Enrico Cieri - per un primo sopralluogo
che dovrà chiarire che cosa è successo questa notte in via San Francesco 5 - e il prefetto di Alessandria, Antonio Apruzzese.

Ore 7,55 - I vigili del fuoco stanno ancora scavando alla ricerca del disperso. Nell'aria c'è un forte odore di gas.

Ore 7,35 - Si tratterebbe di un incendio doloso. Tra le macerie sono state rinvenute delle bombole con il timer. Una di queste, inesplosa, è stata sequestrata. Sul posto anche gli artificieri.

Ore 7,19 - Spunta anche l'ipotesi dolosa. Sul fatto stanno indagando i carabinieri di Alessandria guidati dal colonnello Michele Lorusso.

Ore 7,18 - Sul posto sta arrivando anche il comandante del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

Ore 7,15 - Un primo boato verso mezzanotte, poi il secondo, devastante verso l'1,30.
Ed è in questo scoppio che hanno perso la vita i vigili del fuoco travolti dalle macerie.
Rosilene abita proprio di fronte al luogo della tragedia. Le esplosioni hanno mandato in frantumi i vetri delle sue finestre.
Lei è in strada con gli occhi velati di lacrime. Anche Rosilene, come altri del paese, ha scavato tra le macerie per soccorrere chi era rimasto intrappolato.
"Sentivamo chiamare e gridare: è stato terribile. Abbiamo visto quei vigili del fuoco entrare e poi..."

Il primo scoppio in una casetta della tenuta proprio di fronte di fronte allo stabile dove poi si è verificata la tragedia.
"Abbiamo chiamato i Vigili del Fuoco che sono arrivati e sono entrati. Dopo circa quaranta minuti la seconda deflagrazione".

Ore 6,45 - Una delle tre vittime sarebbe ancora dispersa. Tre i feriti (due vigile del fuoco e un carabiniere) trasportati negli ospedali di Alessandria e Asti.
Sul luogo anche diverse unità cinofile. Le esplosioni sarebbero state quattro in tutto.

Ore 6 - Sarebbero tre vigili del fuoco le vittime dell'esplosione che questa notte, intorno alle 2, ha fatto crollare un cascinale a Quargnento, in via Francesco d'Assisi 2.
Gli uomini del comando provinciale erano impegnati, secondo le prime ricostruzioni ancora da accertare,
nello spegnimento di un grosso incendio quando una duplice esplosione avrebbe fatto crollare lo stabile intrappolando i tre pompieri e ferendo un altro collega e un carabiniere.
 
Quella sopra è una tragedia, ma capita anche di morire così.

L’architetto ........., accusata di omicidio preterintenzionale, sarà in aula il prossimo 2 dicembre.

Il processo davanti alla Corte d’Assise di Alessandria dovrà chiarire la sua posizione in merito alla morte di ..........,
ex direttore dell’Atc, deceduto l’11 luglio 2016 durante un gioco erotico in una mansarda di via Maggioli, ad Alessandria.

La difesa: è un processo dove non conta tanto la ricostruzione dei fatti ma il rapporto tra la ...................

E stabilire giuridicamente la posizione della donna. L’accusa è affidata al sostituto procuratore Andrea Zito.

Il punto focale è l’attualità.

Il consenso deve essere attuale e sempre revocabile, fino all’ultimo secondo.

L’uomo rimase legato a un palo della mansarda circa tre ore
prima che la donna tornasse, ma era troppo tardi.

Il 2 dicembre verranno ascoltati tre consulenti e quattro testi della difesa.
 
Il governo, mentre copre di tasse e tassette gli italiani, si appresta a correre in soccorso del Fondo Salvastati,
e nel modo più inutile e francamente risibile che possiamo immaginare.

Il governo si prepara a pagare 77 milioni al fondo SalvaStati (ESM European Stability Mechanism)
nel caso versasse presso la Banca d’Italia parte degli 80 miliardi relativi alla nostra partecipazione al fondo salvastati stesso.


L’impegno viene assunto per “Allinearci con Francia e Germania” e “Dimostrare la serietà dei nostri impegni”.

Grazie a questa misura geniale l’Italia si viene ad indebitare al tasso dell’1% per poi versare dei soldi sui conti della BCE
presso la Banca d’Italia dove questi soldi hanno un rendimento negativo dello 0,5%.

Per cui paghiamo 1% per poi versare i soldi alla BCE e pagare ancora lo 0,5%.

Sempre per dimostrare la “Serietà del nostro impegno” quindi l’Italia paga sia gli interessi sul debito, contratto per far fronte agli obblighi ESM,
sia gli interessi per avere questi soldi in mano.

Lo scherzetto quindi ci costa i 77 milioni stanziati a cui bisogna aggiungere il costo del debito.

Senza sbagliare lo ESM in interessi, ci viene a costare sui 320 milioni, tanto per capirci, più di quanto ci si attende di incassare dalla “Sugar tax”.

Questo per allinearci a Francia e Germania che comunque pagavano, e pagano, interessi sul debito minori, anzi negativi.

Questi soldi non serviranno, letteralmente, a nulla.

Non creeranno un posto di lavoro, non pagheranno un debito, non costruiranno una scuola, una strada, non pagheranno una pensione.

Entreranno nelle casse, anzi nei computer, della Banca Centrale Europea, attraverso la Banca d’Italia, e li saranno distrutti.

Però così mostreremo “La serietà del nostro impegno”, con i soldi dei contribuenti.

Bello vero?
 
Manovra 2020. TASSE LOCALI

È previsto un trattamento di favore per coloro che si trovano in difficoltà economica.

In casi simili potranno pagare a rate quanto dovuto, ma solo nel caso in cui l’importo sia superiore ai 100 euro.

Da considerare, inoltre, il limite massimo di 72 rate mensili per gli importi che sfondano la soglia dei 20 mila euro e il minimo di 4.

Se il debitore non dovesse pagare due rate consecutive, perderà ogni beneficio e non potrà più contare sul dilazionamento del debito.

Gli interessi, inoltre, non dovranno essere applicati superando il 2% del tasso legale.

Le misure cautelari scatteranno solo laddove vi sia il mancato accoglimento dell’istanza.

In altre parole, la legge di bilancio riforma la riscossione delle entrati locali.

A partire dal 2020 l’amministrazione pubblica, o l’eventuale soggetto affidatario, dovrà concedere ai debitori che ne faranno richiesta
la possibilità di diluire il pagamento delle somme dovute “fino a un massimo di 72 rate mensili” a patto che il debitore
“dimostri di trovarsi in una situazione di temporanea e obiettiva difficoltà economica”.

Cosa succede se le condizioni del debitore dovessero peggiorare?
In quel caso sarà possibile prorogare il periodo di dilazione solo una volta, e solo con provvedimento dell’ente creditore
“a meno che non sia intervenuta la decadenza dal beneficio per inadempimento”.

È inoltre importante sottolineare come le rate mensili scadano “nell’ultimo giorno di ciascun mese indicato nell’atto di accoglimento dell’istanza di dilazione”.

Gli enti non perdono del tutto il potere di regolamentare “le condizioni e le modalità per concedere il beneficio” ma devono sottostare, in ogni caso, alla nuova legge.
 

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