LASSU'

Così com’è stato pensato dal governo, il Green pass è “pericoloso”.

A dirlo, non certo un detrattore di Mario Draghi e dei suoi ministri,
ma quell’Andrea Crisanti che soltanto poche settimane fa andava all’attacco dei non vaccinati senza pietà
con frasi del tipo “chi non accetta la somministrazione dovrà pagarsi le cure mediche da solo”.

Oggi, però, anche il virologo non ha potuto fare a meno di criticare il piano dell’esecutivo.


Attraverso le pagine del Fatto Quotidiano, infati, Crisanti ha accusato il governo di mentire:

“Dire che creiamo ambienti sicuri se tutti al loro interno hanno il green pass è una fake news bella e buona.

Il Green pass viene millantato come misura per creare ambienti sicuri ma non ha senso, niente di più falso.

Io non sono contrario all’utilizzo del green pass in senso lato, basta chiamarlo per quello che è.

Non tollero l’ipocrisia del governo su questo.

Se uno Stato vuol fare rispettare la legge deve comminare sanzioni molto chiare ma non può mentire”.



Crisanti si è mostrato molto scettico anche sul raggiungimento della tanto decantata immunità di gregge,
smentendo così le parole del ministro della Salute Roberto Speranza:

“Che l’immunità di gregge fosse impossibile mi era già chiaro da tempo, adesso ne abbiamo la certezza”.


Una posizione simile a quella assunta nei giorni scorsi da un’altra virologa, Maria Rita Gismondo,
che aveva puntato il dito contro il Green pass sostenendo che, così com’è pensato,
non faccia altro che incentivare comportamenti scorretti:

chi ha ricevuto il vaccino si crede immune al Covid

ed è portato a sottovalutare i rischi, e quindi esponendosi al pericolo.
 
Nell’Italia dove ormai il Covid-19 ha la priorità su tutto, come fosse diventata l’unica malattia possibile,

succede anche di leggere notizie come questa, terribile.

Una giovane donna di 45 anni, Jessica Platania, deceduta per le complicazioni successive a un’operazione a causa di una laparocele,

un’ernia che si era formata sulla cicatrice di un precedente intervento.

Dopo essere entrata in lista d’attesa in ben quattro ospedali diversi.



Jessica si era trovata a fare i conti con un bruttissimo incidente avvenuto nel 2017,
dal quale era uscita viva per miracolo ma con gravi ripercussioni.

Come riportato da Repubblica, aveva subito successivamente diverse operazioni,
l’ultima delle quali si sarebbe dovuta svolgere a Napoli nel 2020.


Poi, però, la telefonata: “Ci dispiace ma il reparto Rianimazione è dedicato ai soli pazienti Covid, l’intervento dovrà aspettare”.


A quel punto per Jessica era iniziato un vero e proprio calvario,
alla ricerca di un posto che non era stato trovato, però, nemmeno in Sicilia.

In lista d’attesa in 4 diverse strutture, alla fine la donna è stata finalmente operata quando però,
dopo un anno e mezzo di attesa, la situazione era precipitata.

Il padre ha raccontato a Repubblica:

“Non è morta per le complicanze, ma per le complicanze di una situazione già complicata perché in attesa da un anno e mezzo di una operazione”.

Inutilmente il padre di Jessica aveva già lanciato appelli affinché la figlia venisse operata.
 
Cosa sappiamo del vaccino Pfizer e delle nuove patologie che potrebbero essere collegate alla sua somministrazione?

Mentre in Italia il governo continua a ricattare gli italiani

costringendoli ad accettare gli attuali farmaci anti-Covid senza fare troppe domande,


la commissione di valutazione rischi dell’Ema ha pubblicato un nuovo aggiornamento sulla sicurezza del prodotto,

valutando le numerose segnalazioni di eventi avversi ricevute in queste settimane.

Confermando, ancora una volta, quanto poco conosciamo ancora dei vaccini attualmente sul mercato.


L’Agenzia Europea del Farmaco ha stilato il dossier prendendo in esame

tutti i casi riscontrati a seguito della somministrazione di quello che, oggi, è il vaccino più diffuso al mondo,

con oltre 330 milioni di dosi già utilizzate.

All’interno si valutano i rischi relativi alla possibilità di sviluppo di eritema multiforme,

una reazione allergica che si manifesta con lesioni cutanee di forma circolare che possono anche diffondersi alle mucose di bocca e naso.


Dai casi rilevati dagli organismi di farmacovigilanza
non è emersa una relazione di causalità con il vaccino Comirnaty
e per questo l’Ema ha richiesto ulteriori dati e analisi dalle case farmaceutiche che lo producono.

L’Agenzia ha ricevuto anche alcune segnalazioni di glomerulonefrite e di sindrome nefrosica.
Si tratta di quadri clinici che riguardano i minuscoli vasi sanguigni che si trovano nei reni e che filtrano il sangue,
rispettivamente un’infiammazione ai danni dei glomeruli e un’eccessiva presenza di proteine nelle urine.


I casi rilevati dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid sono pochi, e spesso in pazienti con patologie renali pregresse,
ma l’Ema ha comunque disposto ulteriori accertamenti.


Come sottolineato già da molti esperti, ignorati perché non allineati al pensiero unico della dittatura sanitaria,

i farmaci attualmente sul mercato sono ancora in larga parte sconosciuti, soprattutto negli effetti a lungo termine.


Esprimere dubbi, però, non è più consentito nell’Italia di Draghi, dove chi non si vaccina finisce ghettizzato.
 
Il premio Nobel Luc Montagnier è stato ospite di un evento a Firenze organizzato da IppocrateOrg.

Affaritaliani ha ripreso l’intervista al noto scienziato in cui spiega come e perché

questo vaccino anti-Covid provochi più morti rispetto agli altri vaccini.



Dice il premio Nobel:

“Vediamo nei grafici il picco di decessi aumentare nei giorni successivi alla vaccinazione.
E questo è un fenomeno che troviamo generalmente, qualunque sia il Paese, qualunque sia la nazionalità.
Quindi c’è qualcosa che deriva dal vaccino.
Questi vaccini sono prodotti biologici con effetti genetici poiché – in particolare Pfizer e Moderna – contengono RNA,
cioè la molecola stessa che trasporta le informazioni genetiche del virus”.



Spiega ancora Montagnier:

“Possiamo pensare che, poiché questi vaccini hanno frazionato l’RNA in più pezzi,
e che il vaccino contiene principalmente RNA che codifica la proteina di superficie che si legherà
(quella del virus, quella che si attaccherà alle cellule),
possiamo pensare che sia l’espressione di questo RNA nelle proteine
e che o l’espressione è troppo forte o che l’espressione è ‘fuori luogo’,
e la sintesi proteica passa nelle cellule del sistema immunitario”.



Aggiunge Montagnier:

“In questo caso è davvero un’inondazione da questa brutale codifica di una nuova proteina estranea
che innesca reazioni che non sono solo reazioni mediche ma che sono reazioni allo shock.
E quindi è possibile che queste morti sono dovute a una sorta di shock anafilattico
che può essere causato da componenti che non sono proteine ma che accompagnano l’RNA del virus.
Questi componenti sono generalmente realizzati per stabilizzare questo RNA
e aumentare la sua durata di vita nell’organismo.
Ma il fatto è che ci sono reazioni molto forti in certe persone, o dove c’è un terreno particolare o un codice genetico particolare.
E bisogna riconoscere questi incidenti con risultati gravemente pesanti e con una lunga lista di effetti collaterali.
Quindi penso che ci sia un limite che non possiamo accettare.
Questo limite è che c’è ancora una percentuale di morti infinitamente più grande che con le altre vaccinazioni.
È necessario approfondire la causa di questo fenomeno che è, a mio parere, indubbiamente correlato al vaccino stesso”.
 
Poco alla volta la verità salta fuori.

Il capo dell’indagine sull’origine del COVID-19 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

ha ammesso che la Cina ha sostanzialmente dettato alla sua squadra cosa scrivere nel loro rapporto

e ha permesso loro di menzionare la teoria delle fughe di laboratorio,

ma solo a condizione che non consigliassero di proseguire nelle indagini.



Rivelando quella che è una chiara prova di un insabbiamento,

il Washington Post riferisce che il capo dell’OMS danese Ben Embarek ha di fatto ammesso

di credere che il paziente zero sia stato un lavoratore dell’Istituto di virologia di Wuhan,

dove venivano condotti esperimenti sui coronavirus.



So, the Washington Post is reporting that the head of the WHO origins investigation team now says they essentially got dictated by the Chinese officials what possibilities could be included in their report on virus origins, and with what conditions. https://t.co/PBPz9h7xrc pic.twitter.com/NlMZ5A3Z9T
— zeynep tufekci (@zeynep) August 12, 2021




Embarek ha osservato che “l’errore umano” alla fine potrebbe aver portato il virus a passare agli esseri umani,
ma che “il sistema politico cinese non consente alle autorità di riconoscerlo”.


Embarek ha commentato che “Qualcuno potrebbe anche voler nascondere qualcosa”.


Quindi si rivela il clamoroso errore di aver lasciato tutta l’indagine nelle mani e sotto il controllo del Partito Comunista Cinese
e dei suoi amici della EcoHelth Alliance, come il famoso Peter Daszak, colui che guidò a Wuhan i finanziamento dell’americano NIH, controllato da Fauci,
per poter studiare le chimere create con i coronavirus.


A quando una seria indagine con anche una bella richiesta di rimborso danni a tutti gli enti che hanno preso parte alla vicenda ?
 
Aspettate che passi la prossima settimana...e poi ridiamo.


Come è andato il primo giorno di green pass obbligatorio?

Male, come prevedibile.

Soprattutto per quei ristoranti che non hanno la possibilità di mettere tavoli all’esterno o comunque possono disporre di spazi limitati.

C’è inoltre il problema delle famiglie con figli a carico minorenne che per ovvi motivi non hanno il certificato verde.

A far notare l’evidente caos generato, dati alla mano, è Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia.


Calo del 25% negli accessi ai ristoranti al chiuso, 1 italiano su 4 ha desistito e come prevedibile
sono state soprattutto le famiglie con minorenni al seguito a rinunciare”, dice Scordamaglia,
analizzando le prime stime sugli ingressi nei ristoranti.

Il confronto è tra i dati del 6 agosto – giorno dell’entrata in vigore del green pass – e quelli di venerdì 30 luglio.


Il presidente di Filiera Italia spiega poi che “i tassi di vaccinazione per i giovani sotto i 18 anni sono ancora bassi,
senza contare che 8 euro ogni 48 ore per per i tamponi sono troppi per buona parte degli italiani
che scelgono di andare in vacanza nonostante redditi più bassi”.

Contrario al certificato verde in sé (a nostro avviso un’assurdità intollerabile), per Scordamaglia quantomeno
“serve gradualità nell’introduzione della nuova norma, continuiamo a pensare che bisogna
esentare subito la fascia d’età 12-18 anni almeno fino a settembre per sostenere la ripresa
e non infliggere una nuova penalità a un settore in difficoltà a cui sin dall’inizio sono stati richiesti i sacrifici maggiori”.


Confesercenti fa notare che l’avvio dell’obbligo di green pass in Italia, obbligatorio per consumare al chiuso in bar e ristoranti
si sta rivelando un disastro, tra malfunzionamenti dell’app deputata a scansionare il certificato,
clienti che fanno resistenza e tavoli che – in questa situazione di incertezza – rimangono vuoti”.
 
Fine del mondo: perché proprio adesso, e proprio a noi?




Il grande dolore non viene nemmeno dal potere, ma dal vicino di casa:

pensa davvero che tu sia una specie di squilibrato, un mitomane, un esibizionista presuntuoso, un originalone.

Non solo non approva il tuo ostinato diniego, di fronte alle imposizioni sempre più surreali e illogiche, soffocanti e dispotiche,
ma prova nei tuoi confronti anche una sorta di sordo risentimento, che potrebbe persino sfociare in ostracismo aperto
non appena il direttore d’orchestra dovesse alzare nuovamente il volume della sirena d’allarme,
facendo correre i topolini a rintanarsi, pieni di paura per la loro sorte (e di veleno, per chi rifiuta di sottomettersi).


C’è chi la chiama “speciazione”: è il bivio evolutivo terminale tra due umanità differenti, diverse nel sentire e nell’agire,
che il Dominio riesce a separare irrimediabilmente, rompendo tutti i ponti del dialogo e della reciproca, amichevole comprensione.


Altra tristezza: insieme alla Francia, l’Italia è l’altro paese europeo che ha imboccato la strada della coercizione violenta.


C’è da piangere, appena ci si mette ad ascoltare medici indipendenti, scienziati e liberi ricercatori:
non una, di tutte le misure imposte a partire dalla primavera 2020, ha mai avuto il minimo significato,
in termini di contenimento di un problema sanitario.


Tutto ha avuto sempre un altro sapore: quello della vessazione, dell’arbitrio autoritario,
e con un’estetica sinistramente affine a quella dei totalitarismi del Novecento.


Tutto vi si è piegato
: la burocrazia sanitaria, la medicina ufficiale, la politica, l’industria, il sistema mediatico, il mondo culturale e quello dello spettacolo.


Pochissime le voci dissonanti, immediatamente bollate come eretiche e colpite senza pietà:

con l’irrisione, la censura, la denuncia e la radiazione, l’esilio, l’esecrazione pubblica.


Chi avrebbe mai potuto pensare, seriamente, anche solo un paio d’anni fa,
che i presunti non-dormienti avrebbero dovuto far ricorso a parafrasi e sinonimi,
sui celebrati social, evitando le parole “Covid” e “vaccino” per non incorrere nell’immediata ghigliottina del censore?


Di fronte a questo, è come se l’intera categoria della politica – la politica democratica occidentale,
larvatamente affacciatasi alla fine del 1700, poi cresciuta nell’800 e infine fiorita nel “secolo breve”,
sia pure con i drammatici contraccolpi delle dittature e delle guerre mondiali –
fosse giunta a uno stadio terminale, alla fine di un ciclo storico, riguardo alla sua reale possibilità di riflettere l’umano, nella sua libera vita sociale.


La devastazione è antropologica:

quando si corre a subire un inoculo di materiale imprecisato,

per obbedire a un ordine che si racconta impartito allo scopo di prevenire un malanno curabilissimo in modo ordinario,

forse siamo arrivati oltre il civile e il consueto, oltre l’orizzonte conosciuto del ragionevole, del plausibile.



Se poi si accetta di subire un simile ricatto per andare in pizzeria o in palestra, o allo stadio, la verità diventa esplosiva:
un conto è sottoporsi a un’angheria inquietante per salvare in modo drammatico il proprio stipendio (all’ospedale, a scuola);
un altro è apprestarsi anche a strisciare a terra, se richiesti, solo per poter continuare a frequentare un bar, una trattoria, con gli amici di sempre.

Il trionfo del Dominio sull’umanità dormiente è totale, apocalittico:

lo testimonia splendidamente la vile improntitudine degli imbecilli,

i mentalmente devastati,

che arrivano ad accusare i renitenti di avere “paura del vaccino”, mostrando così di detestare la loro residua libertà.


Gonfi di livore, indifferenti alle notizie verificabili (e alle morti eccellenti, come quella di Giuseppe De Donno),
i più miseri utilizzano con disinvoltura quella parola nobile, nella storia della medicina,
come se la pozione-Covid fosse davvero un vaccino.


Ma soprattutto: dopo un anno e mezzo di eccellenti terapie domiciliari,

i poveretti preferiscono fingere di credere (o magari credere davvero, sinceramente)

all’obbligatoria necessità di una profilassi di massa, assolutamente fondamentale,

per arginare il terribile contagio di un ipotetico virus (mai isolato in laboratorio)

la cui letalità è stata definita quasi irrisoria dai più eminenti epidemiologi del pianeta,

rigorosamente messi fuori dalla porta (come i luminari della Great Barrington Declaration, pionieri della lotta contro una minaccia ben più temibile, l’Ebola).



E’ durata meno di 24 ore, sul web, l’esposizione del filmato in cui il professor Stefano Scoglio
(candidato nel 2018 al Nobel per la Medicina) spiegava come lo stesso virus Hiv fosse poco più che immaginario,
frutto di un semplice “sequenziamento”, anziché di un “isolamento” biologico vero e proprio.

Scoglio era intervenuto alla trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”,
dopo aver firmato un prezioso contributo nell’esemplare libro-denuncia “Operazione Corona”, edito da Aurora Boreale e curato da Nicola Bizzi e Matt Martini.

In particolare, Martini – chimico farmaceutico, esperto in modellazione cellulare – insiste sul punto:

persino gli Usa, attraverso il Cdc, hanno ammesso che l’ipotetico virus responsabile della sindrome Covid (quella sì, reale)

non è mai stato isolato, in nessuna sede scientifica.



Nonostante ciò, una parte dell’informazione – di ogni specie: mainstream, “gatekeeper” e reporter in buona fede –

già sta raccontando del “virus manipolato”, sfuggito al laboratorio di Wuhan o addirittura diffuso intenzionalmente dai perfidi cinesi, con i loro complici occidentali.


Se poi l’inventore del test Pcr raccomanda di non superare i 20-22 “cicli di amplificazione” del campione biologico,

e invece i sanitari sottopongono il tampone anche a 45 “amplificazioni”

(andando così a pescare tracce molecolari di virus antichi, residui di influenze stagionali del passato, contrabbandati per Covid),

ecco che la “pandemia di asintomatici” supera di gran lunga la follia,

entrando in quella che alcuni configurano come una dittatura in piena regola.


Una tirannide che manipola la verità per suscitare allarme e imporre comportamenti normalmente inaccettabili,

puntando a revocare – per sempre – i diritti umani e le libertà a cui la popolazione (occidentale) era abituata.



Vero: davamo per scontati i nostri lussuosi privilegi, frutto in realtà di una precisa “finestra” storica,
quella in cui si affermò – faticosamente e sanguinosamente – il tipo di regime politico chiamato democrazia.

Un sistema che ovviamente non è il paradiso, ma è decisamente meno peggiore di qualsiasi altro possibile regime.


A cosa doveva servire, l’infarto della democrazia?

A pervenire infine al Green New Deal, cioè il Grande Reset imposto in modo fraudolento con l’alibi bugiardo dell’emergenza climatica,

venduta anch’essa come dogma religioso da un clan di scienziati reclutati dall’Onu

e pagati a peso d’oro per fare dichiarazioni a comando.

Dove ci vorrebbero portare, i tagliatori seriali di alberi che dal 2019 hanno raso al suolo i parchi pubblici italiani per impedire alle fronde

– come documentato dal governo britannico – di ostacolare la trasmissione delle onde 5G, la cui innocuità non è ancora stata dimostrata?



Come tutti sanno, un semplice indizio non costituisce una prova; una somma di inidizi, invece, forse sì.
 
Tutto punta verso l’essere umano, o meglio: il corpo umano.

Secondo alcuni teorici, siamo di fronte alla cosiddetta biopolitica:
archiviato il Giuramento di Ippocrate, dopo aver chiesto agli stessi medici di abdicare alla loro missione,
è il nostro organismo – corpo e mente – il vero target della grande operazione in corso,
che manifesta la sua intenzione di violare l’integrità dell’habeas corpus, il più sacro dei diritti della persona.



Niente di nuovissimo, peraltro:
la nostra civiltà proviene da millenni di dispotismo brutale, nudo e crudo.

E i lampi migliori della gloriosa democrazia occidentale novecentesca, di marca anglosassone,
secondo il memoriale di Giacomo Rumor (pubblicato dal figlio, Paolo Rumor, nel libro “L’altra Europa),
provenivano dal cosiddetto “contingente americano”,
che l’esoterista e gollista francese Maurice Schumann faceva discendere anch’esso dalla fantomatica Struttura
che reggerebbe il mondo ininterrottamente, indossando le maschere più svariate (imperi, religioni) da qualcosa come 12.000 anni.


Fantascienza?

Fino a ieri, lo erano anche gli Ufo: oggi invece li sdogana il Pentagono, ribattezzandoli Uap,
mentre il generale israeliano Haim Eshed parla di basi extraterresti e di alleanze spaziali, tra umani e non, nell’ambito di una Federazione Galattica.

E alcuni illustri massoni, improvvisamente loquaci, parlano di storici accordi nel dopoguerra
tra la dirigenza degli Usa e imprecisate entità aliene, per la governance condivisa del pianeta.


Come sperare di raccontarlo, tutto questo, ai poveri ipnotizzati che – in pieno agosto –

vanno ancora in giro, all’aperto, con quella ridicola pezzuola sul volto?


Sono la prova vivente del pieno successo del Dominio:

aveva ragione, l’ipotetico grande regista, nel ritenere che la gran parte dei sudditi avrebbe creduto proprio a tutto.



Come dargli torto, del resto?

Siamo riusciti a credere che un solitario fanatico saudita
abbia potuto mettere in ginocchio gli Stati Uniti agendo da una grotta afghana,
fino a beffare le difese della superpotenza, grazie a un manipolo di pecorai e talebani.

Siamo riusciti a credere che due piccoli aerei di linea potessero abbattere due mostri d’acciaio come le Torri Gemelle,
per la cui eventuale demolizione controllata era stato reputato (dal Comune di New York)
che l’unica soluzione potesse essere il ricorso a mini-atomiche, da collocare in appositi vani predisposti nelle fondamenta.

Abbiamo anche creduto che potesse essere autentico, tra le macerie di Ground Zero
il ritrovamento “fortunoso” dei passaporti dei misteriosi, feroci attentatori.


Aveva visto giusto Giulietto Chiesa: da quel Rubicone non sarebbe stato facile, tornare indietro.


Convalidando una falsità così mostruosa, avremmo finito per credere a qualsiasi frottola.



E infatti: abbiamo steso il tappeto rosso al signor Mario Monti,
venuto a disastrare l'economia nazionale per produrre crisi e afflizione sociale,
dopo aver creduto che il debito pubblico fosse davvero un dramma,
e che la Bce fosse una specie di forziere con capacità limitate,
da cui la necessità di risparmiare – in modo oculato e parsimonioso, “come un buon padre di famiglia” –
il tesoretto dell’euro-moneta, appannaggio di cosche finanziarie privatissime.

In parallelo, era sorta la prima contro-narrazione,
in Italia splendidamente interpretata da un lottatore come Paolo Barnard,
vero pioniere in una trincea che poi si è affollata di illustri compagni di strada,
dal sociologo Luciano Gallino all’eurocrate pentito Paolo Savona.


E noi dov’eravamo?


Al solito posto, davanti al televisore
: ipnotizzati dalla finta guerriglia tra pseudo-destra e pseudo-sinistra;
un film (comico) aperto dalla Berlusconimachia e proseguito, in un crescendo irresistibile, fino all’epica disfida tra Savini e le Sardine.


E ora eccoci qui, dopo un anno e mezzo, ancora a contare “casi” e “contagi”,

dentro la narrazione del Grande Male che falcia lo zero-virgola della popolazione mondiale e da noi minaccia gli ottantenni,

ma solo a patto che vengano abbandonati per giorni a marcire a casa, da soli, senza cure,

in modo che poi possano davvero arrivare all’ospedale fuori tempo massimo,

alle prese con problemi respiratori e la compromissione funzionale di vari organi.


Eccoci qui, a sputare in faccia a chi non la pensa come noi:

a chiamare “no-vax” i renitenti alla follia,

a definire “negazionisti” i poveretti che si ostinano inutilmente a pretendere spiegazioni.


Siamo maestri, nell’arte della manipolazione spicciola:

arriviamo tranquillamente a insultare i dissidenti e a deridere chi dà voce agli incubi,

chiamando “complottista” chi vede una cospirazione in atto.



Naturalmente ci sono, i visionari:
ma difficilmente continuerebbero a esistere, se dall’alto giungessero informazioni precise, corrette e trasparenti.


Dall’alto invece piovono solo bugie, insieme alle minacce (ogni giorno più inquietanti);

ma noi facciamo finta che i “cospirazionisti” siano dei malati di mente, dei mentecatti in vena di protagonismo,

anche se – cent’anni fa – un personaggio come Rudolf Steiner, per primo, aveva profetizzato l’avvento di “vaccini” specialissimi,

in grado di “separare il corpo dall’anima”, depotenziando l’emotivi
tà.


Il chimico Corrado Malanga la chiama “zombizzazione”,

osservando il dilagare di persone ormai inebetite dalla paura, rassegnate a non pensare più.


Nella sua visione spiritualistica di matrice steineriana, Fausto Carotenuto (già analista d’intelligence)

sostiene che l’attacco in corso sia frutto di apprensione:

come se il Dominio temesse un grande risveglio, e sapesse di avere le ore contate.


Un altro esponente della cultura alternativa italiana, l’alchimista Michele Giovagnoli,

preferisce sforzarsi di guardare al bicchiere mezzo pieno:

un cittadino su tre si sta letteralmente sottraendo alle grottesche imposizioni quotidiane.
 
Questo stesso blog, che ha ormai esaurito la sua missione
(fornire informazioni e analisi non facilmente rintracciabili, dieci anni fa)
ormai ha acquisito la piena consapevolezza della fine di un ciclo,
e la completa inutilità dell’insistere su determinati temi.

E’ vano indugiare nella narrazione politologica, visto che da un lato la maggioranza resta sorda a ogni richiamo alla ragione,
e dall’altro la minoranza dispone finalmente di strumenti più adeguati per misurare la realtà.

Tra le convinzioni raggiunte, c’è anche la seguente:

è perfettamente inutile scommettere ancora sulle possibilità di redenzione della politica,
nel momento in cui è irrimediabilmente mutata la stessa antropologia della platea.

Per contro, è proprio la brutalità della crescente coercizione ad accelerare l’evoluzione dell’umanità trainante,
che giustamente diffida di ogni forma associativa convenzionale, partiti e movimenti,
avendo compreso l’essenziale valore della vicinanza tra esseri umani, non più mediata da alcuna struttura,
e la necessità di procedere nell’espressione virtualmente contagiosa di onde benefiche,
di narrazioni parallele orientate non al presente, ma al futuro prossimo.

Il Novecento, severissimo maestro, ha mostrato come può essere facile manipolare milioni di individui,
fino a scatenare le peggiori carneficine (mondiali) dell’era industriale.

Ha anche allevato schiere di avanguardisti coraggiosi, pronti a rischiare la propria vita pur di resistere alla tirannia.


Primo Levi, uno dei massimi scrittori contemporanei, ha spiegato quanto sia sempre invisibile, all’inizio,

il recinto che viene silenziosamente steso, giorno per giorno, allo scopo di intrappolare le vittime senza allarmarle.


Finestra di Overton, o Teoria della Rana Bollita: la differenza, rispetto a ieri, è che oggi il pentolone è planetario.



E vorrà pur dire qualcosa, nei giorni in cui i militari statunitensi pubblicano le prove dei loro incontri ravvicinati con i simpatici Uap.


E noi, qui, nel frattempo che si fa?

Ce ne stiamo quieti, in attesa dell’Alieno Buono che ci verrà a salvare, come l’Extraterrestre della canzone di Finardi?

Ci allineiamo “in fila per tre”, come chiede il governo e come cantava Edoardo Bennato?

Continuiamo a credere a Babbo Natale, cioè al Telegiornale, o seguitiamo a torturarci con le atrocità quotidiane che i medici-coraggio denunciano, da ormai un anno?


Cari amici, viene da dire, io tolgo il disturbo: qui non resto un attimo di più;
perché mi sento soffocare, in questo grappolo di narrazioni e contro-narrazioni.


Quello è davvero il nocciolo della questione:

in base a decisioni prese chissà quando, qualcuno ha stabilito che – dai primi mesi del 2020 – non si dovesse più parlare d’altro.

Il mondo andava semplicemente fermato, rintronato, ipnotizzato, piegato.

Non tutto il mondo, in realtà: l’Occidente. Paesi-continente come la Russia e India, per esempio, non si sono lasciati sottomettere.



Esiste sempre, una quota considerevole di renitenti:
anche se oggi può sembrare difficile accettarlo, la cosiddetta “fine della storia” resta un mito, una suggestione ideologica.

Un caposaldo della strategia militare, in ogni tempo, è questo:
mai accettare di combattere una battaglia nelle modalità indicate dallo sfidante, che ha scelto il giorno e il luogo.

E’ un vantaggio che, per l’aggressore, rappresenta un regalo clamoroso.


La domanda di fondo, però, resta inevasa: perché è capitato proprio a noi, oggi, di vivere l’incubo di una tempesta come questa?
 
Pensavate che gli interventi fossero finiti ? none

Nel pomeriggio, alle 15:20 circa a Vendrogno, attivazione per il mancato rientro di un cercatore di funghi, poi rintracciato.

Alle 19:30 altro mancato rientro a Colico, località Villatico, sempre per un fungaiolo disperso, poi rintracciato.

Pochi minuti dopo, intervento in un alpeggio di Premana: una donna ha avuto un incidente domestico ma,
essendo in una zona impervia, è stata recuperata dalle squadre territoriali e portata all'ambulanza.

In pochi giorni sono già diversi gli interventi che riguardano cercatori di funghi, dovuti anche all'elevata presenza di persone in montagna.
ValsassinaSoccorso4.jpg
 

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