LASSU'

Alla fine del mese scorso il mondo ha visto l’insolito filmato di comandanti talebani
ricevuti calorosamente dal ministro degli esteri cinese Wang Yi nella città cinese di Tianjin.

Quel viaggio includeva il cofondatore del gruppo terroristico islamico, il mullah Abdul Ghani Baradar,
figlio del mullah Omar, in una rara visita ampiamente vista come un tentativo dei jihadisti di ottenere “legittimità” all’estero.


Sembra aver dato i suoi frutti, visto che ora
in un momento i talebani stanno mettendo a segno vittoria e vittoria sul campo
puntano al tanto agognato prezzo di Kabul.

E ora US News and World Report scrive che “la Cina è pronta a riconoscere i talebani come il legittimo sovrano dell’Afghanistan
se riesce a rovesciare il governo appoggiato dall’Occidente a Kabul, ha appreso US News,
una prospettiva che mina la fonte rimanente dell’amministrazione Biden”.



Wang Yi’s new friends. pic.twitter.com/jmlrWc195J
— Aadil Brar (@aadilbrar) July 28, 2021




In teoria Pechino sarebbe per una soluzione concordata fra governo e talebani,
ma i militari hanno avvisato Pechino che la questione si sta avviando al termine e di prepararsi al riconoscimento formale.


La sconfitta degli Usa è talmente imbarazzante che ormai molti chiedono a Biden di intervenire.


In mezzo alla crescente pressione per affrontare la crisi che sta vedendo una rapida evacuazione di emergenza
dall’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul con l’assistenza del Pentagono,
il presidente Biden ha affrontato la gravissima situazione nella tarda giornata di sabato.

La sua prima mossa è stata quella di annunciare un aumento del dispiegamento della sicurezza statunitense a Kabul
per assistere l’evacuazione del personale diplomatico statunitense.


“Ho autorizzato il dispiegamento di circa 5.000 soldati statunitensi per assicurarci
di poter disporre di un prelievo ordinato e sicuro del personale statunitense e di altro personale alleato”,
ha detto mentre riconosceva l’avanzata dei talebani.

Ironia della sorte, negli ultimi mesi si è assistito a un ritiro costante di altrettante truppe – ed ora invece questo ritiro viene ad essere invertito.


BREAKING: President Biden orders 1,000 paratroopers from the 82nd Airborne's alert brigade out of Fort Bragg to reinforce U.S. troops in Kabul. 5,000 U.S. forces will now be on the ground to evacuate Americans from Afghanistan.
— Lucas Tomlinson (@LucasFoxNews) August 14, 2021




Il fatto è che questo cambiamento sembra solo un modo per proseguire l’agonia sino all’undici settembre
e permettere a Biden di dichiarare “Missione conclusa”.


Una vera e propria presa in giro per i militari che si sono impegnati negli ultimi 20 anni.
 
ahahahahah le banane....uuuuuhhhhhhhh il vaccino aaaaaaaaaaaah la storia si ripete.


La United Fruit Company (oggi diventata Chiquita), multinazionale americana operante nel commercio della frutta,
possedeva da decenni importanti piantagioni di banane in Guatemala, stato dell’America centrale.

La UFCO tutelava i propri interessi esercitando una forte influenza sul potere politico locale,
costituito da dittatori militari accondiscendenti che si succedevano uno dopo l’altro.

La situazione andò liscia fino al 1944, quando in Guatemala ci fu una rivoluzione popolare
(militari, insieme a studenti e lavoratori) che spodestò l’ultimo dittatore-fantoccio filoamericano Jorge Ubico.

Nell’anno successivo 1945 ci furono le prime elezioni libere in Guatemala che portarono all’elezione di Juan José Arévalo,
che restò in carica fino al 1951, periodo nel quale vi furono ben 30 tentativi falliti di colpo di stato,
sponsorizzati con ogni probabilità dalla UFCO e dagli altri latifondisti locali,
i quali temevano che il nuovo corso politico portasse alla perdita dei loro privilegi
e della loro azione di sfruttamento dei lavoratori e del territorio guatemalteco.

Nel 1950 vi furono le seconde elezioni libere, che portarono all’affermazione del nuovo presidente socialista Jacobo Árbenz,
ministro della difesa uscente, che iniziò il mandato l’anno successivo, promettendo delle riforme economiche che ponessero fine al latifondismo,
con la diffusione della piccola proprietà agraria e di una vera economia di mercato.
Quindi non un socialismo “comunista”, ma qualcosa di simile a quello che successe in Italia negli anni 1950-1960,
con la redistribuzione delle terre ai contadini, tramite confisca delle terre dei grandi proprietari terrieri.


Ovviamente questo progetto politico andava decisamente contro gli interessi della United Fruit Corporation.



I principali azionisti della United Fruit Corporation erano i due fratelli John Foster Dulles e Allen Welsh Dulles.
La società aveva da tempo sviluppato profondi rapporti di collaborazione con il Partito Repubblicano statunitense,
al punto che in quegli anni, durante la presidenza di Eisenhower, Allen Welsh Dulles ricopriva l’incarico di direttore della CIA,
mentre suo fratello John Foster era diventato niente di meno che segretario di stato (ministro degli esteri) di Einsenhower.


Per risolvere il problema la UFCO assunse come esperto di pubbliche relazioni il famoso Edward Bernays,
che già si era distinto in passato per avere convinto gli americani neutralisti a partecipare alla prima guerra mondiale
e per avere convinto le donne a fumare, raddoppiando i guadagni delle società del tabacco.

Edward Bernays elaborò una strategia di comunicazione basata su notizie false, ma non verificabili dal grande pubblico americano,
che facessero credere che in Guatemala non vi era un governo democratico, ma una pericolosa dittatura comunista
che sarebbe servita ai russi come base di attacco agli USA.

Bernays invitò a sue spese (ovvero a spese della corporation) degli influenti giornalisti americani,
che nulla sapevano del Guatemala, nella capitale Ciudad de Guatemala.

Pagò alcuni sedicenti politici di opposizione guatemaltechi che dipinsero il presidente Arbenz come un dittatore comunista privo di legittimazione popolare.

Bernays pagò altre persone per fare delle manifestazioni fortemente antiamericane
proprio sotto gli occhi degli influenti giornalisti, per dimostrare la pericolosità di quel paese latinoamericano.

Il risultato fu che gli influenti giornalisti si convinsero dell’esistenza di una pericolosissima dittatura comunista filosovietica
a due passi dagli Stati Uniti e questo scrissero sui giornali più autorevoli, che alimentarono di conseguenza l’informazione televisiva,
i giornali locali, le chiacchiere dei bar,
ma soprattutto le convinzioni dei senatori americani che avrebbero poi approvato l’intervento armato americano in Guatemala.


Il travisamento della realtà era compiuto.


Una volta ottenuta la copertura politica (come la definiva Colin Powell prima della seconda guerra in Iraq),
fu facile per il direttore della CIA (e principale azionista della UFCO) organizzare i bombardamenti sul Guatemala,
addestrare dei militari per formare degli squadroni guidati dal colonnello Carlos Castillo Armas,
il quale mise in atto il colpo di stato che lo portò al potere come nuovo dittatore.

La democratizzazione mediatica dell’evento fu completata dalla visita in Guatemala del vicepresidente Richard Nixon,
il quale nel discorso ufficiale esaltò il ripristino della democrazia in Guatemala, con l’instaurazione della dittatura militare di Castillo Armas (filo UFCO)
e con l’esilio del dittatore Arbenz (che era stato democraticamente eletto).


Questa fu la versione ufficiale americana, fino alla desecretazione dei documenti avvenuta nel 1997.


Per la cronaca, interferenze degli USA, o meglio delle multinazionali a cui i governi del mondo devono rendere conto,
nella politica interna di altri paesi si sono verificate moltissime altre volte.


Nulla fa pensare che oggi le cosa vadano diversamente.


Si trattò di un complotto?

O piuttosto della convergenza di diversi interessi che hanno reso possibile tutto questo?


I fratelli Dulles avevano l’interesse economico dello sfruttamento monopolista delle piantagioni di banane in Guatemala.

Il Partito Repubblicano aveva l’interesse a disporre di generosi finanziamenti
(provenienti dagli utili della vendita delle banane) per il successo delle proprie campagne elettorali.

In cambio di questi fondi i repubblicani ed Eisenhower avevano acconsentito la nomina dei fratelli Dulles a capo della CIA e della segreteria di stato.

Einsehower aveva bisogno di rafforzare la propaganda anti-sovietica
(ricordiamoci che sono gli anni della guerra di Corea e dell’apogeo di Joseph McCarthy)
e l’immagine di un governo che difende gli americani dal comunismo.


Il punto difficile della manovra era avere l’appoggio dei giornalisti,
che probabilmente non avevano degli interessi personali da perseguire.

In questo fu decisivo l’intervento di Edward Bernays, che da un lato regalò il viaggio-premio, tutto spesato, in Guatemala
e dall’altro riuscì a convincere gli influenti giornalisti di fatti che non corrispondevano per nulla alla realtà.


Ma, pensandoci bene, quei giornalisti perché avrebbero dovuto difendere un piccolo presidente socialista del paese delle banane
e schierarsi contro il direttore della CIA ed il segretario di stato americano?


Oggi,
con i principali azionisti delle corporations che controllano l’informazione

che sono gli stessi che controllano il commercio delle banane

e che finanziano i partiti di governo, l’operazione sarebbe stata ancora più semplice.


In alternativa è sempre possibile pagare e mettere in posizione di rilievo gli influenti giornalisti.


Se non ci fosse stata la convergenza di interessi fra tutti questi soggetti chiave,
il colpo di stato in Guatemala sarebbe fallito (come i 30 precedenti).

Si realizzò proprio perché tutti i soggetti chiave avevano degli interessi comuni da perseguire
e perché il colpo di stato in Guatemala avrebbe consentito loro di guadagnare ciascuno la sua parte.


Lo stesso è sempre avvenuto prima di allora ed avviene ancora oggi.


Chi persegue i propri interessi senza riguardi per l’umanità,

farà sempre ciò che è in suo potere per perseguirli.

Se vi saranno le condizioni per avere l’appoggio di altri portatori di interessi,

stringeranno un’alleanza. E l’azione verrà portata a termine.


Quindi non chiamiamoli “complotti”, ma chiamiamoli "convergenze di interessi".
 
Non avrei mai pensato che ci avrebbero preso per il kulo in questa maniera.
Che tristezza. Che fine schifata.
Gente in giro all'aria libera, frizzante, in riva al lago, ma solo quelli
con il passaporto verde. Gli altri ........appestati.
Quando è appurato che non c'è alcuna differenza sul contagiarsi e sul contagiare.


E se il conto sugli affari fatti si chiuderà solo a manifestazione conclusa, nel tardo pomeriggio, una cosa parrebbe essere certa:
l'obbligo di avere con sé il Green Pass per accedere all'area mercatale non ha fermato la voglia di normalità di mandellesi e villeggianti.

Ai varchi d'accesso al serpentone di bancarelle il "certificato verde" viene chiesto a campione, per non creare ingorghi, dagli agenti della Polizia Locale.

L'obbligo di esibirlo in caso di verifica è ben specificato sulle transenne.

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In fatto di presa per il kulo, questa supera nettamente tutto e tutti.

Quello che è successo negli ultimi due mesi resterà nella storia come la più vergognosa pagina della storia della NATO e probabilmente della storia USA.

Il comportamento di tutto il governo e delle agenzie statunitensi non ha uguali nella storia e, per vedere qualcosa di simile,
bisogna tornare alla ritirata di Lord Elphistone da Kabul del 1842, durante la prima guerra afgana,
perché neanche la caduta di Saigon è avvenuta in mezzo a tali errori, approssimazioni e falsità come quelle viste in questi giorni.


L’otto luglio il Presidente Biden aveva solennemente affermato che con 300 Mila soldati l’esercito afgano sarebbe stato in grado di resistere a 75 Mila talebani


This may become the most infamous — and devastating — press conference ever held by an American President. pic.twitter.com/j4kKwyPDVm
— BDW (@BryanDeanWright) August 15, 2021




Le sue esatte parole furono:


GIORNALISTA: È ormai inevitabile una presa di potere da parte dei talebani in Afghanistan?


IL PRESIDENTE: No, non lo è.


GIORNALISTA: Perché?


IL PRESIDENTE: Perché le truppe afgane hanno 300.000 ben equipaggiati – ben equipaggiati come qualsiasi esercito al mondo – e un’aeronautica,
contro qualcosa come 75.000 talebani. Non è inevitabile.


Vi rendete conto di quale mancanza di visione e di banale buon senso soffra la presidenza e l’esercito americano?


L’impreparazione di Biden e del suo apparato militare non hanno precedenti nella storia USA,

se non , forse, dalla battaglia di Bladensburg ed il successivo sacco di Washington del 1813, quando presidente era James Madison.

Però all’ora Jackson si rifece nella battaglia di New Orleans.


Qui c’è solo una vergognosa ritirata alla “Si salvi chi può”.


L’incompetenza di Biden, che se ne sta tranquillo a Camp David, è tale che,
nell’immagine di rito del breathing, ha rivelato i responsabili della stazione della CIA a Doha…



LOL White House just outed Doha Station.
I’m sure the station chief (or their stand in) appreciates having his face tweeted out along with “Doha Station” as the caption.
And before you blame Biden, it’s not unique to his staff.
Clown show all-around. https://t.co/M9uAV6sidb

— Tom Sauer (@thomasbsauer) August 15, 2021




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Tre giorni fa la CIA aveva previsto che Kabul avrebbe potuto anche cadere in 90 giorni.


US intelligence agencies who said just 4 days ago that Kabul could fall in 90 days have revised the figure to 72 hours
US Embassy in Afghanistan tells staff to destroy sensitive materials
— Bruno Maçães (@MacaesBruno) August 14, 2021




La CIA ha previsto 90 giorni e la città è caduta in meno di 72 ore.

Sarà mai possibile un tale livello di falsità ed incompetenza?



Sì, lo abbiamo visto in una agenzia che è più occupata nelle ideologie woke piuttosto che nel fare un minimo di analisi strategica.

Il risultato è stata, come abbiamo detto, una fuga alla “Si salvi chi può”,
una vera e propria vergognosa corsa agli aerei di Erica ed afgani


Videos show Kabul airport overwhelmed with US personnel and Afghans as Taliban take the capital Videos show Kabul airport overwhelmed with US personnel and Afghans as Taliban take the capital
— Scenarieconomici (@scenarieconomic) August 15, 2021







This is happening in Kabul right now.
Biden has allowed the Taliban to regain control.
Now civilians are fleeing the country.
Watch as they stampede onto an evacuation flight.
Biden did this. pic.twitter.com/GDdNDNjGPQ
— Benny (@bennyjohnson) August 15, 2021




Dove sono i militari che dovevano organizzare e proteggere la ritirata?

Chi è il responsabile organizzativo di tutto questo ?


Il commentatore del Financial Times Gideon Rachman ha scritto:


Se Donald Trump presiedesse alla debacle in Afghanistan, l’establishment della politica estera statunitense

condannerebbe a gran voce l’irresponsabilità e l’immoralità della strategia americana.

Dato che si tratta di Joe Biden alla Casa Bianca c’è invece, in buona parte, un silenzio imbarazzato.



In Italia nessuno ragiona sull’imbarazzante, anzi disonorevole, ruolo della NATO in questa vicenda.


Anzi il ministro Lamorgese festeggia l’arrivo di nuovi flussi migratori da quel paese.



Stiamo raschiando il fondo del barile del comportamento biasimevole, ma la stampa tace.



 
Il trio buffonaro si completa qui.


Con l’aumento del COVID-19 lo scorso anno, i governi di tutto il mondo hanno propagandato la speranza della cosiddetta “immunità di gregge”,
una terra promessa in cui il virus smette di diffondersi in modo esponenziale
perché un numero sufficiente di persone era protetto contro di esso.


Peccato sia una fantasia.


Il pensiero era che la pandemia sarebbe diminuita e poi per lo più svanita una volta che una fetta della popolazione,
forse dal 60% al 70%, fosse stata vaccinata o avesse avuto resistenza a causa di una precedente infezione.

Ma nuove varianti come il delta, che sono più trasmissibili e hanno dimostrato di eludere queste protezioni in alcuni casi,
stanno spostando l’asticella dell’immunità di gregge vicino a livelli incredibilmente alti.


Delta sta stimolando focolai in espansione in paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito
che sono già stati colpiti dal virus e presumibilmente hanno una certa misura di immunità naturale con tassi di vaccinazione superiori al 50%.

Colpisce anche nazioni che fino ad ora sono riuscite a tenere quasi del tutto fuori il virus, come Australia e Cina.


Questo mese, la Infectious Diseases Society of America ha stimato che la variante delta

ha spinto la soglia per l’immunità di gregge ben oltre l’80% e forse vicino al 90%
.


Percentuali di questo genere sono impossibile da raggiungere sia per i dubbi legati ai vaccini sia per problemi di carattere logistico generale.


Riusciremo a ottenere l’immunità di gregge?

No, molto improbabile, per definizione
“, ha affermato Greg Poland, direttore del Vaccine Research Group presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota.


Anche un tasso di vaccinazione del 95% non sarà utile, ha detto.


È una corsa tra lo sviluppo di varianti sempre più altamente trasmissibili che sviluppano la capacità di eludere l’immunità e i tassi di immunizzazione”.


Neanche la natura risolverà il problema.

Non è chiaro quanto durerà l’immunità naturale ottenuta sopravvivendo al COVID-19 e se sarà efficace nel combattere i nuovi ceppi.

Le varianti future, incluse alcune che potrebbero eludere l’immunità in modo ancora più efficiente del delta,
sollevano domande su come e quando tutto questo finirà.


Se fosse così semplice come contrarre l’infezione una volta
significa essere immuni per tutta la vita, sarebbe fantastico, ma non credo che sia così
“,
ha detto S.V. Mahadevan, direttore del South Asia Outreach presso il Center for Asian Health Research and Education presso lo Stanford University Medical Center.


Però a questo punto dobbiamo porci una domanda:

se non è possibile raggiungere immunità di gregge, che senso viene avere l’obbligo vaccinale ?


Non sarebbe più ovvio concentrarsi sulle cure, piuttosto che impiegare il 90% delle energie

nel raggiungere un obiettivo che non è raggiungibile?
 
Quali sono le città che stanno crescendo più rapidamente al mondo?

Ve lo segnaliamo tramite una infografica ad hoc che potete vedere qui di seguito


7
Fastest-Growing-Cities_Global_06.jpg








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Mentre i piani di tapering della Fed potrebbero avere un’importanza secondaria oggi,
quando il mondo – se non così tanto i mercati – si concentrano sulla deprecabile ritirata dall’Afghanistan,
questa mattina il portavoce della Fed presso il WSJ Nick Timiraos
(che ha sostituito Jon Hilsenrath come portavoce preferito della banca centrale)
scrive che i funzionari della Fed stanno raggiungendo un accordo sul ridimensionamento delle proprie politiche espansive
entro circa tre mesi se la ripresa economica continua,
con alcuni che premono per terminare il loro programma di acquisto di attività entro la metà del prossimo anno.



Nella riunione del 27-28 luglio, i membri del FOMC hanno deliberato su due importanti questioni:


– quando iniziare ad azzerare i propri acquisti mensili di 80 miliardi di dollari in titoli del Tesoro e 40 miliardi di dollari in titoli ipotecari


– quanto velocemente ridurli.


La Fed pubblicherà mercoledì i verbali della riunione che potrebbero fornire ulteriori indizi su tali discussioni.


Lo scorso dicembre, la Fed aveva affermato che avrebbe continuato il ritmo attuale degli acquisti di obbligazioni
fino a quando i membri del board non avessero ritenuti di aver raggiunto “ulteriori progressi sostanziali”
verso gli obiettivi di inflazione media del 2% e occupazione robusta.

Più di recente, Powell ha chiarito che l’ostacolo principale è l’occupazione
con la Fed disposta a far esplodere l’inflazione pur di raggiungere la quasi piena occupazione, una scelta degna del Nobel Vickrey.



Cosa ne pensano i singoli membri del board della Fed?


  • Il presidente della Fed di Boston Eric Rosengren ha detto in un’intervista
  • che si aspettava di vedere dal 21 al 22 settembre raggiungere una crescita occupazionale sufficiente
  • per soddisfare i criteri per ridurre gli acquisti di obbligazioni.
  • “Ciò creerebbe un po’ di tempo questo autunno un possibile tapering che dipende dalla variante Delta
  • e da altre varianti che non rallentano sostanzialmente il mercato del lavoro”, ha detto in un’intervista la scorsa settimana.
  • Rosegreen si è detto preoccupato della crescita dei prezzi immobiliari al limite dell’indisponibilità.

  • Il presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, è d’accordo.
  • “Questi acquisti sono progettati molto bene per stimolare la domanda, ma non abbiamo problemi di domanda”, ha detto in un’intervista.
  • “All’indomani della Grande Recessione, l’abbiamo fatto. Quindi non voglio usare il playbook dal 2009 al 2013”.
  • Quindi si riconosce che il problema è l’offerta.
  • Kaplan ha affermato che riducendo gli acquisti di asset anticipatamente,
  • la Fed potrebbe essere in grado di ritardare maggiormente l’aumento dei tassi.

  • La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha affermato in un’intervista della scorsa settimana
  • che pensa che l’economia dovrebbe tenere “l’inizio della riduzione entro la fine dell’anno, o forse il prossimo”.
  • I mercati del lavoro sono “davvero forti, sempre più forti”.

  • Il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha dichiarato di voler iniziare a ridurre gli acquisti di attività a ottobre
  • e concludere il programma entro marzo, riducendo gli acquisti di buoni del Tesoro di $ 20 miliardi al mese
  • e di obbligazioni ipotecarie di $ 10 miliardi al mese.

Quindi, secondo la maggioranza dei membri del board della Fed,
questo autunno dovremmo assistere ad una riduzione degli acquisti
e dal 2022 alla fine vera e propria del cui è legato alla pandemia.


Però il governo Biden ha messo in moto una serie di legge di bilancio legate agli investimenti,
ed il prossimo anno ci sono le elezioni di metà mandato, rendendo difficile una politica fiscale restrittiva.


Sarà la Fed in grado di rispettare i propri impegni, di fronte ad un governo che vuole continuare a spendere?
 
Buffoni, non smetterò mai di ripeterlo. Buffoni.



Una campagna martellante, ossessiva, sulla necessità di vaccinarsi il prima possibile.

Con tanto di ricatto istituzionalizzato sotto forma di Green pass,
il certificato che impedisce a chi non si piega alla dittatura sanitaria di avere una vita normale.

Eppure il governo italiano, sempre più deciso e convinto ora di dover procedere con le somministrazioni anche ai giovanissimi,
continua a ignorare gli appelli di tanti scienziati che puntano il dito da un lato contro la pericolosità di farmaci
di cui sappiamo ancora troppo poco, dall’altro contro la loro efficacia.



Una tesi che sembra confermata ora da un nuovo studio.


La testata inglese Guardian, infatti, ha recentemente diffuso alcune pubblicazioni dello Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage),
un team di esperti che affianca il governo britannico per aiutarlo nel prendere decisioni nella lotta alla pandemia.


Analisi all’interno delle quali si legge:

“L’ipotesi che emergano varianti del Covid-19 capaci di aggirare gli attuali vaccini è realistica”.


Possibile, dunque, che si rendano necessari altri farmaci, molto più efficaci degli attuali, nel giro di qualche mese.



A confermare questo scenario è stato il professor Graham Medley, uno dei membri del Sage, che ha spiegato:

“Parliamo di un’eventualità che, chiaramente, scienza e politica non possono sottovalutare
e che ci riporterebbe molto indietro nella lotta al Covid”
.

Si tornerebbe, infatti, a dover lanciare in fretta e furia nuovi vaccini sul mercato,
nella speranza che si rivelino più sicuri ed efficaci di quelli attuali.

Con la necessità, quindi, di somministrare di nuovo dosi a tutta la popolazione.


La conferma di quante incertezze circondino i vaccini attualmente a disposizione,

pagati a peso d’oro dalle multinazionali del farmaco e ancora avvolti da tanti, troppi interrogativi.



Non sufficienti, però, a fermare Draghi & co., che ora hanno messo nel mirino i giovani.

Il Cts invoca somministrazioni rapide per gli under 18,

ignorando gli allarmi di esperti che predicano, invece, cautela,

sostenendo che i rischi potrebbero essere maggiori dei benefici.
 

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