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Val

Torniamo alla LIRA
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Ecco dove si vuole arrivare.
Un poverio cretino al quale auguro di fallire.

Una frase inequivocabile.

Che riporta tristemente al tempo delle leggi razziali quando l'accesso alle botteghe (ma anche alle scuole) era interdetto agli ebrei.


Non nella sua idea. “E' come appendere “vietato fumare”.

“Io mi affido alla scienza, non ai cialtroni”

IDIOTA. Non sai nulla......e andrò a dirglielo di persona.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ecco cosa riesce a partorire lo stato del terrore, con le istituzioni che sono dei cagasotto.

Una previsione di 70.000 dico SETTANTAMILA persone - quella che sarà la capienza di uno stadio di calcio
per una manifestazione di 2 ore - qui spalmata su una settimana di iniziative.



Il motoraduno Guzzi rischia di essere annullato e rimandato a settembre 2022.
La notizia al momento non è ancora ufficiale, ma dopo l’incontro di ieri mattina in prefettura
tra il sindaco Riccardo Fasoli e il prefetto Castrese De Rosa,
si sta facendo avanti la scelta di rimandare il grande evento per i cento anni della Guzzi.


Troppe criticità


«Sono troppe le criticità legate ad un evento di così grande portata.
Mercoledì prossimo mi troverò nuovamente con il prefetto De Rosa e faremo le valutazioni definitive - dice il sindaco Riccardo Fasoli -.
C’è l’ipotesi di rimandare tutto al 2022 confidando che per allora la normalità sia davvero tornata.
Ribadisco che al momento è un’ipotesi.

Mercoledì prossimo prenderemo la decisione, al momento l’unica certezza
è che non potremo organizzare una manifestazione in grande stile come avremmo voluto.
Nei prossimi giorni faremo tutte le valutazioni con il Comitato del motoraduno».



«Con grande rammarico - si legge nella nota siglata dall’azienda - Moto Guzzi, Comune e il comitato organizzatore del motoraduno
hanno dovuto prendere atto delle indicazioni delle autorità e delle raccomandazioni in merito alla situazione sanitaria,
prendendo la più sofferta delle decisioni, ossia la cancellazione dell’evento.

Le condizioni attuali e le conseguenti limitazioni imposte dalla pandemia
avrebbero infatti fortemente compromesso la possibilità di offrire alle molte migliaia di appassionati
in arrivo da tutto il mondo un evento all’altezza delle aspettative».


Era previsto l’arrivo di almeno 50mila visitatori, molto più verosimilmente si parlava di 70mila persone da tutta Italia ed Europa.


«Abbiamo sperato fino all’ultimo, ma l’evoluzione della pandemia non ha permesso quell’allentamento delle misure anti-contagio in cui speravamo.
Non ci sono le condizioni poter offrire un evento all’altezza delle aspettative e dell’irripetibile festeggiamento dei 100 anni.
Il rinvio permetterà agli appassionati di tutto il mondo di festeggiare con noi a Mandello in un vero motoraduno in piena sicurezza e serenità».


Mandello, un milione di euro in fumo
mancati introiti senza il motoraduno
 
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Val

Torniamo alla LIRA
L’attacco a tarda notte di giovedì di una nave gestita da Israele nel Mar Arabico al largo della costa dell’Oman,
con la morte di due membri dell’equipaggio internazionale, è il risultato di un attacco di droni,
secondo quanto affermato il portavoce della Quinta flotta della Marina degli Stati Uniti in una dichiarazione di sabato.


La Marina degli Stati Uniti si è imbarcata e ha assistito venerdì la petroliera in difficoltà battente bandiera liberiana “Mercer Street”
verso acque più sicure dopo l’incidente che inizialmente era stato segnalato come possibile pirateria.

L’esercito americano aveva immediatamente condotto un’indagine in seguito e ora sta citando “chiare prove visive che si era verificato un attacco”.


“Le prime indicazioni indicano chiaramente un attacco con droni”, ha detto la Marina degli Stati Uniti,
senza nominare prove specifiche per tale conclusione.

Attualmente una coppia di navi da guerra statunitensi, la portaerei USS Ronald Reagan
e il cacciatorpediniere lanciamissili USS Mitscher, stanno scortando la Mercer in un porto sicuro.


La Zodiac Maritime, con sede a Londra, di proprietà del miliardario israeliano Eyal Ofer,
ha rilasciato una dichiarazione venerdì confermando che due membri dell’equipaggio sono morti a causa dell’attacco, tra cui un rumeno e uno britannico.
Anche in quel caso l’assicurazione marittima ha accennato all’uso dei droni.


Questo sarebbe coerente con quanto affermato dai media iraniani di una “rappresaglia”
per i recenti attacchi e operazioni di sabotaggio israeliani,
inclusi gli ultimi attacchi aerei su obiettivi sostenuti dall’Iran all’interno della Siria.


Quindi sembra che le “guerre cisterna” siano tornate e in pieno vigore,
con gli analisti del settore Dryad Global che descrivono che
“questo ultimo attacco ha i segni distintivi della “guerra ombra” in corso tra Israele e Iran”.

Gli israeliani hanno portato l’incidente alle Nazioni Unite, probabilmente anche come parte degli sforzi
per fermare i negoziati sul nucleare a Vienna, che sono già in stallo almeno ad agosto.


“Il ministro degli Esteri israeliano ha detto di aver ordinato ai diplomatici della nazione di spingere
per l’azione delle Nazioni Unite contro l’Iran per un attacco mortale a una nave gestita da un miliardario israeliano”, riferisce l’AFP.
“Ho incaricato le ambasciate a Washington, Londra e le Nazioni Unite di lavorare con i loro interlocutori nel governo
e le delegazioni competenti nella sede delle Nazioni Unite a New York”, ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid.


Tutto questo probabilmente significa che stiamo per vedere l’escalation degli israeliani in modo importante
se la recente storia degli attacchi militari è una guida.

E niente di tutto questo è di buon auspicio per la prospettiva dell’imminente settimo round
di colloqui indiretti sul nucleare JCPOA USA-Iran a Vienna, che potrebbero rivelarsi deragliati prima ancora che inizino di nuovo –
e poi c’è il nuovo presidente iraniano intransigente che entra in carica in una questione di giorni il 3 agosto, per complicare ulteriormente le cose.


Inoltre appare sempre più probabile che presto vedremo qualche nave iraniana avere degli “Incidenti” simili a quelli avvenuti ai danni degli israeliani.
 

Val

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Oh, non sembra vero, ma uno che ragiona c'è ancora. Al momento 194.000 visualizzazioni.

BOOM! A PRESIDENT addressing the elephant in the room in the most cautious way, so as not to become a target. Viva México!



Sulla questione della terza dose, quarta dose o della vaccinazione dei bambini, non tutti la pensano allo stesso modo.


Ad esempio il presidente messicano, Andrés Manuel Lopez Obrador ha preso una posizione particolarmente netta sui vaccini.
pur dicendosi favorevole fortemente al’utilizzo del sistema terapeutico per i cittadini,
e invitando tutti coloro che devono vaccinarsi a farlo, ha anche detto le seguenti parole:


Dobbiamo stare attenti, perché, come è ovvio, le aziende farmaceutiche desiderano realizzare un profitto… e vorrebbero continuare a vendere vaccini per tutti.


Ma dobbiamo dare la priorità; dobbiamo sapere se sono necessari o meno.


Non dobbiamo essere subordinati a Big Pharma che ci detta… “abbiamo bisogno di una terza dose”,
“abbiamo bisogno di una quarta dose”, “abbiamo bisogno di vaccinare i bambini”
…”


Ecco un tweet dove c’è il video con le sue parole:


BOOM!
A PRESIDENT addressing the elephant in the room in the most cautious way, so as not to become a target.
Viva México! pic.twitter.com/LZGQ9LUJ05
— Wake Up From COVID (@wakeupfromcovid) July 30, 2021




Le stesse parole e la medesima cautela è stata confermata dal ministro della sanità messicano.


Naturalmente il video sta correndo sui social, ma non è stato ripreso da nessuna fonte mainstream.


Del resto vedreste “Il corriere” che riporta queste parole?


A questo punto Twitter escluderà e cancellerà anche AMLO, uno degli uomini politici latino-americani più popolari?


Non scherziamo, sarebbero benissimo capaci.


La censura non si ferma davanti a nulla.
 
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Val

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Ora vi dimostro quanto sono sciocchi i pentastellati e coloro i quali, in perfetta mala fede, li sostengono.


Vi siete mai chiesti perché alcuni fatti sono considerati reati e altri, invece, no?

Per una questione morale?

Perché sono gravi?

Per il danno che producono?

Niente di tutto questo.


I reati sono tali solo perché la legge – quella del momento, suscettibile di cambiamenti – li qualifica reati.

Niente morale; niente gravità; niente di niente. La legge e basta.

La legge, che cambia ogni tre per due, secondo logiche che sfuggono ai sacri principi che a qualcuno piacciono tanto.


Da domani, ad esempio, potrebbero depenalizzare la diffamazione (con tripudio del vostro mentore, Marco Travaglio).

Però, sempre da domani, potrebbero dire che è penalmente rilevante sbagliare i congiuntivi (e molti tra voi sarebbero nei guai).


Morale: prima di urlare “honestà” a squarciagola, pensate a quello che potrebbe accadere a voi,
se da domani al Governo ci fosse gente che vi assomiglia.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Una riforma da niente.

Buona più per la contro propaganda forcaiola a Cinque Stelle
e per le campagne ideologiche del Fatto Quotidiano
che per cambiare qualcosa nel pianeta giustizia.

Tanto rumore per nulla.

O quasi.

E – spiace dirlo – anche il Governo Mario Draghi non è riuscito a sottrarsi a questo rito di passaggio.

D’altronde, la vera riforma da fare è quella della mentalità dei Pubblici ministeri
e a quella potrà forse metterci mano, o una pezza, solo l’intelligenza del Partito Radicale
che con i sei referendum fatti sottoscrivere e poi sponsorizzare anche a Matteo Salvini
ha aperto un’inedita breccia nel conformismo parolaio da talk-show di repertorio.


La giustizia deve tornare a essere pragmatismo
.

Non mitologia della lotta tra il bene e il male, comoda scorciatoia mediatica e di carriera
in cui è stata sprofondata – con i risultati sotto gli occhi di tutti –
dalla casta in toga e dai trombettieri di complemento che credono di essere giornalisti.

L’eterna lotta contro fenomeni quali la mafia, la droga, l’arricchimento illecito delle classi dirigenti
è un’argomentazione buona solo per buttare in caciara
ogni proposta pratica di riorganizzazione dell’Amministrazione giudiziaria quando i nodi vengono al pettine.

È come quando a teatro arrivava il deus ex machina seguito o preceduto
nelle rappresentazioni post-risorgimentali dal noto siparietto su “Trento e Trieste”.

Il siparietto oggi si svolge evocando i nomi dei magistrati martiri nel contrasto alla criminalità organizzata quasi 30 e passa anni or sono.
E che ormai hanno consumato le proprie tombe a forza di rivoltarsi dentro di esse
per ogni volta che sono stati nominati invano da qualcuno che dice di agire nel loro nome.


Così come evocare i reati di mafia per affossare ogni tentativo di riforma dei tempi dei processi
è altro comodo alibi per non prendersi le proprie responsabilità.


Se il 70 per cento dei procedimenti va in prescrizione prima del primo grado di giudizio

e il 65 per cento addirittura nella fase preliminare dell’indagine, quando nemmeno l’indagato sa di esserlo

allora questo può significare solo due cose.


La prima è che l’obbligatorietà dell’azione penale peraltro introdotta in Italia dal fascismo con il Codice Rocco è un puro infingimento.
Infatti, sono i pm a scegliere quale processo mandare via in maniera più spedita e il criterio di tale scelta è quasi esclusivamente mediatico,
con ritenuti riflessi positivi sulla carriera del suddetto pm.


La seconda è che in Procura si fa tanta politica e tanta propaganda ma si batte anche assai la fiacca.
Non solo “de minimis non curat praetor”, ma neanche di tutto il resto.
C’è la pretesa sacerdotale di amministrare la giustizia a capocchia
e c’è il disperato tentativo di mantenere le cose come stanno
addossando la responsabilità della paralisi dei tempi dei processi a fattori esterni
mai ben determinati relegando la magistratura a eterna vittima di questi eventi.


Troppo comodo così
.


D’altronde, non esistendo alcuna responsabilità civile per gli eventuali errori di questo tipo di pubblici funzionari

che si ergono a padreterni di queste asserite lotte alla criminalità organizzata

– e che spesso danno il via a una vera e propria fabbrica di errori giudiziari sempre da giustificare nel nome della lotta alla mafia o ad altri fenomeni criminali –

è chiaro l’interesse di corporazione a mantenere tutto così come è.



Se si pensa a questo stato di fatto per ora apparentemente immutabile
– e non è detto che questi referendum anche se votati a furor di popolo cambino qualcosa –
si capisce come tale accapigliamento di mezza estate su questa minima riforma,
rischia di essere il solito fumo da buttare negli occhi dell’opinione pubblica.


Uno shakespeariano “tanto rumor per nulla”, per l’appunto.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Inutile disquisire su pro e contro il vaccino.

Bisogna guardare i numeri asetticamente e questi ci dicono :

Nell’ultimo aggiornamento del report Epidemia Covid-19 dell’Istituto superiore di sanità (Iss) negli ultimi 30 giorni, sono

«il 33% di diagnosi,

il 71% di ricoveri in terapia intensiva

e 69% di morti

tra chi non ha ricevuto dosi».

Ma chi può accettare simili dati letti al contrario ?

Qual'è la "validità" di questi vaccini ?

Da far paura.


Il 67% delle diagnosi sono state fatte su persone vaccinate ;


il 29% dei ricoverati in terapia intensiva erano "coperti" dal vaccino ; LEGGETE BENE 1 su 3


il 31% dei decessi si sono verificati in persone vaccinate; LEGGETE BENE 1 su 3
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ricordatevi di avere sempre un preservativo in tasca nelle situazioni di emergenza.

Non è una presa in giro, ma la storia che arriva da Tokyo2020 e coinvolge Jessica Fox,
canoista che ha vinto la medaglia d’oro ai giochi olimpici nella categoria slalom k1.

Ad aiutarla nell’impresa che gli ha permesso di salire sul gradino più alto del podio è stato un condom,
fondamentale per effettuare una riparazioni al mezzo danneggiato.

Di solito i tecnici riparano i danni alle imbarcazioni con la fibra di vetro,
ma in questo caso la canoista australiana ha avuto il colpo di genio
ed ha preso un preservativo di quelli messi a disposizione dagli organizzatori dei Giochi
che è stato piazzato sulla punta del kayok, in modo da fissare al meglio la riparazione.

Il tutto è stato ripreso da un video e pubblicato su Tik Tok dalla stessa Fox.

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