LASSU' (2 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Ho sempre ritenuto che la linea più breve tra due punti fosse la retta,
ma guardando alle posizioni sul coronavirus di alcuni intellettuali e forze sociali, oltre che dei ribellisti anarcoidi,
ho l’impressione che oggi da noi (ma non solo da noi) per taluni sia invece l’arabesco.

Si è visto ben poco contro il regime di vera segregazione coatta chiamato lockdown
,
pericolosamente costoso e corredato di mascherine obbligatorie, durato per molti mesi,
imposto assai duramente e di (ahimè) non grande efficacia
(non si vede, sui grandi numeri, una chiara, evidente, conclamata, differenza statistica tra Paesi che hanno chiuso molto, poco o per nulla).


Ho sempre ritenuto che, in materia di ricerca scientifica, fosse il metodo sperimentale con la complessa discussione,
analisi e interpretazione dei suoi risultati, fatta tra i competenti fino a un loro il più possibile concorde consenso,
la procedura corretta per arrivare a “conoscere per deliberare”, tanto da parte dei protagonisti del mercato
che da parte delle autorità democratiche e così in effetti è stato, dall’Illuminismo in poi e per due secoli nei Paesi liberali.

Ma, oggi, la società psicologica di massa, così come ha trasformato i tifosi di calcio in milioni di pretesi direttori tecnici da bar,
con la pandemia ha reso le brave massaie, i disinvolti opinionisti e gli attivisti politici, dei convinti e vocianti virologi, patologi e statistici,
che, pur molto divisi, pretendono tutti però di essere subito ascoltati e seguiti, anche se non si sa bene come e perché.

Il dibattito scientifico, necessario sempre e specie di fronte ad ogni fenomeno nuovo, che di norma si svolge tra esperti secondo la sequenza:

ipotesi,

teoria matematicamente definita,

teoria sperimentalmente confermata,

tende invece sempre più a traferirsi sulla pubblica piazza della comunicazione di massa, dove le semplici ipotesi,
all’inizio naturalmente differenti, vengono presentate come compiute teorie contrapposte,
mentre gli scienziati (veri o presunti), sollecitati in ogni modo, vengono strumentalizzati e trasformati
in combattenti nell’arena da una democrazia mediatica degenerata in demagogia.


Ho sempre ritenuto che la scienza debba avere un atteggiamento di neutrale obiettività nello studio della realtà che ci circonda,
il che non vuol dire affatto che, al di là del puro dato scientifico, non vi siano poi dei valori veri, vari e diversi, da salvaguardare,
ma vuol dire che i dati scientifici non possono essere alterati per renderli funzionali ad una o altra tesi.

Quando però la tifoseria politica spinge gli schieramenti contrapposti a “filtrare” (prima di tutto a se stessi) le informazioni per vedere,
considerare e diffondere solo quelle considerate favorevoli al proprio partito preso e per di più
senza nessuna considerazione della attendibilità e soprattutto della validità generale dei dati esaminati,
viene falsato il dibattito e rifiutata la conoscenza.


I “tifosi” di un certo comunismo infantile, quando, con violenti accenti di indignazione, indicano al pubblico ludibrio gli aperturisti
(riservando ovviamente a sé il monopolio del senso civico) con argomentazioni drammatiche e del tutto generiche sui milioni di morti
o sulla desertificazione del mondo, forzano e confondono la realtà per suggerire che, in fondo in fondo,
gli “altri” siano degli untori e in qualche modo quasi corresponsabili delle immancabili catastrofi.


Ma le persone di destra, la mia parte, di cui pure apprezzo moltissimo i dubbi e le resistenze (in tutto il mondo)
alla allegra facilità con cui i falsi progressisti si sbarazzano di una libertà che non hanno mai amato,
non possono e non devono mai stravolgere a loro volta i dati.


Ho sempre ritenuto, perché i liberali non sono degli anarchici, che la società organizzata in Stato possa imporre delle regole ai cittadini,
ma che queste regole debbano sempre e solo essere quelle che più tutelano anche la libertà personale
e che lo stato democratico non debba mai sentirsi come una superiore entità rappresentativa della totalità dei cittadini e della loro volontà,

uno stato etico insomma, ma solo come un semplice governo della cosa pubblica, una necessità inevitabile,
ma anche potenzialmente pericolosa (si pensi solo alle guerre, all’oppressione fiscale o alla pretesa di cambiare autoritariamente la società sottostante).

Uno stato democratico può certo trovarsi nella condizione di dover affrontare e gestire con mezzi straordinari una fase di emergenza,
ma deve farlo secondo legge e solo per tempi molto limitati, perché altrimenti la legge d’emergenza viene ad assumere caratteristiche permanenti
che mutano l’essenza dello Stato e lo trasformano in totalitario.


E questo accade anche quando l’emergenza è una pandemia che divenga endemia.



Ho sempre ritenuto che salute, conoscenza, senso civico e libertà debbano procedere sempre assieme, c
ome valori tutti da salvaguardare, perché poi rendono la vita non solo tutelata, ma degna d’essere vissuta
e che questo sia vero sempre, ma soprattutto ovviamente nelle scelte politiche.

Anche per il Covid-19.

La libertà va comunque il più possibile salvaguardata dal legislatore e l’emergenza deve finire assieme a tutti i provvedimenti emergenziali.

Voglio dire che non sono più prolungabili :

il coprifuoco,

le schedature,

il divieto di circolare,

di incontrarsi,

di lavorare,

di vivere liberi,

perché il Covid non scomparirà dopodomani nel nulla,

perché quei mezzi non sono risultati realmente efficienti,

perché le perdite di vite indotte dai provvedimenti emergenziali non le abbiamo mai calcolate,

perché le libertà costituzionali fanno parte del vivere anch’esse,

perché il rischio zero non esiste in natura.


Chi vorrà mantenere mascherina, distanziamento, rarefazione delle uscite, lo farà per sua scelta e magari farà anche bene,

perché oltre ad una molto relativa protezione lo farà sentire più sicuro, ma su base volontaria.


Del pari è però potenzialmente pericoloso adoperare il Green pass per introdurre divieti a lungo termine per tutte le normali attività,

perché costituisce un precedente che un domani potrebbe essere riscoperto, con altre e molto meno giustificate motivazioni, dagli autocrati di turno.




Le tifoserie vorrebbero mantenere oltre all’obbligo vaccinale, anche tutto chiuso. BASTA.
 
Ultima modifica:

Val

Torniamo alla LIRA
Un tonfo dopo l'altro...il baratro si è aperto...si salvi chi può.


Che poi, alla fine, il discrimine tra l’essere incendiari o pompieri sta sempre lì, nella (un tempo) odiata poltrona.

Se ce l’hai ancora, ti avventuri in ragionamenti simildemocristiani sulla nobiltà del compromesso, sul male minore,
sul «pensate a cosa sarebbe successo se noi non fossimo stati in maggioranza».

Se invece l’hai persa, dentro l’animo ti si riaffacciano sensazioni ribelli che pensavi sopite.
Ed è tutto un «non mi riconosco più in queste decisioni», «dobbiamo tornare quelli delle origini»,
fino al più classico dei leit motiv: «Dobbiamo ascoltare la base».


In fin dei conti la storia recente dei dissapori grillini può essere letta esattamente così,
come un’eterno contrapporsi tra chi ha un posto nel governo ed è governista
e chi l’ha perso (o non ce l’ha mai avuto ma pensava di meritarselo) ed è per il ritorno sulle barricate.

L’ultima conferma è arrivata ieri, dal voto sulle pregiudiziali di costituzionalità della riforma Cartabia

dove a marcare visita sono stati ben 41 parlamentari del MoVimento 5 stelle

(immaginate fosse accaduto il contrario, che a mancare fossero stati, per dire, quelli di Forza Italia)

«La Casta di domenica primo agosto preferisce il mare al voto alla Camera! Vergogna! O-ne-stà!».


Ebbene, tra i 41 assenti ci sono nomi celebri.



Come ad esempio quello di Riccardo Fraccaro, ex ministro per i Rapporti col Parlamento nel Conte I,
ex sottosegretario a Palazzo Chigi nel Conte II, rimasto tristemente solo «ex» nel Draghi I.

Ora, sicuramente l’assenza di Fraccaro sarà casuale e giustificata.

Eppure, nelle ultime settimane, a seguire i suoi profili social non si trova una dichiarazione che sia una sulla riforma della Giustizia.

Si parla di Superbonus,
si fanno gli auguri a Mattarella per gli 80 anni,
si disquisisce sul mese di giugno più caldo della storia,
si fanno i complimenti ai medagliati azzurri di Tokyo,
ma sull’argomento che più ha sfasciato i gruppi grillini neanche una parola.

D’altronde - avrà pensato Fraccaro - a difendere l’indifendibile ci vada chi al governo ci è rimasto.

Per tutti gli altri, c’è l’assenza tattica.

A proposito di giustizia, non si sono fatti vedere a Montecitorio pure l’ex sottosegretario alla Giustizia di Conte I e II Vittorio Ferraresi
(«non nascondo l’amarezza per la gestione degli ultimi eventi» scrisse all’indomani dell’appoggio grillino a Draghi)

e l’ex presidente della commissione Giustizia Francesca Businarolo.

Mentre è da tempo una malpancista l’ex ministra della Salute del Conte I Giulia Grillo.
Che ieri alla Camera non c’era, ma dovunque fosse ha trovato il tempo per scrivere un post di complimenti agli ori olimpici Tamberi e Jacobs.


L’elenco di spoltronati dissidenti sarebbe lungo.

Dei quattro ministri grillini che non sopravvissero al passaggio dal Conte I al Conte II ben due hanno già mollato il Movimento:
la salentina Barbara Lezzi e l’ex titolare della Difesa Elisabetta Trenta.

Gli altri due sono, appunto, Giulia Grillo e, soprattutto, Danilo Toninelli.

Che non ha cambiato gruppo, ma è diventato una delle voci più sferzanti tra i grillini.

L’unico, per dire, a proporre che l’accordo sulla riforma della Giustizia fosse ratificato dalla base attraverso un voto sul web.
Venendo respinto con perdite.

Sì, perché l’altro lato della medaglia è rappresentato dagli ex barricaderi diventati improvvisamente alfieri della stabilità e della moderazione.

Facile citare Luigi Di Maio, ormai ministro per legge,

che minacciava l’impeachment contro Mattarella,

tuonava contro il «partito di Bibbiano»,

frequentava i gilet gialli in Francia

ed ora è diventato il volto più affidabile ed istituzionale del Movimento,

al punto di fare persino mea culpa per l’eccessivo giustizialismo del passato.



Ma la metamorfosi più sorprendente è forse quella dell’irpino Carlo Sibilia.

Sottosegretario all’Interno sopravvissuto non si sa come a due ribaltoni,
in passato definiva «bankster» il suo attuale premier Mario Draghi e ne chiedeva l’arresto.

Nel tempo libero, poi, assediava le riunioni del gruppo Bilderberg denunciando il dominio della finanza sui destini del mondo.

Arrivato Supermario a Palazzo Chigi, Sibilia ha fatto sparire i post incendiari dai propri profili social
e, a chi contestava l’accordo sulla giustizia, dava lezioni di moderazione:

«Se si alzano continuamente i toni, nessuna mediazione sarà mai sufficiente per le tifoserie;
se invece si usa equilibrio si può raggiungere un accordo soddisfacente».


Neanche Rumor avrebbe saputo dire meglio.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Studiate la "Terapia Domiciliare" al ministero della Salute.

"Basta con le limitazioni della libertà senza alcuna evidenza scientifica,
a settembre ripartiranno i contagi perché nulla è stato fatto per mettere in sicurezza i trasporti.
La campagna vaccinale è importante ma non risolve da sola il problema".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ops........ma va. Altra scoperta dell'acqua calda ? Oppure nuovi espertoni catastrofisti ?
Comunque un virus para-influenzale muta ogni stagione.
Lo sanno anche gli asini ........


Non c'è solo la variante Delta del coronavirus a preoccupare il mondo intero.

Proprio mentre combattiamo contro quella che, ad oggi,
è la più pericolosa delle mutazioni del Covid,
i fari vanno a puntarsi anche sulla variante Lambda,
nota anche come variante C37,
rintracciata per la prima volta in Perù nell'agosto dello scorso anno.

Da allora, si è diffusa in 29 paesi, principalmente in Sud America.


La ricerca sulla mutazione è soltanto agli inizi, ma i dati raccolti suggeriscono alcune evidenza che preoccupano, e non poco, gli esperti.
Come la variante Delta, la Lambda è altamente trasmissibile
e potrebbe essere in grado di "bucare" i vaccini
con maggiore agilità rispetto alla prima versione del coronavirus,
stando a quanto sostiene il National Institute of Health, la Lambda rappresenta oltre l'80% di tutti i casi di Covid-19 in Perù.

Il dottor Pablo Tsukayama, microbiologo molecolare presso la Cayetano Heredia University di Lima,
ha dichiarato ad Al Jazeera che le indicazioni sono che la Lambda sia
"più trasmissibile, anche se quando l'abbiamo trovata, non ha attirato molta attenzione".


Dunque l'Oms, la definisce una variante di interesse
come quella che ha cambiamenti genetici che influenzano la trasmissibilità,
la gravità della malattia e la fuga immunitaria ed ha dimostrato di essere responsabile
di una significativa trasmissione comunitaria in più paesi.


Infine, le preoccupanti considerazioni del dottor Adam Taylor del Menzies Health Institute della Griffith University del Queensland,
il quale ha scritto che "la minaccia rappresentata dalla variante Lambda è ancora sconosciuta.
In questa fase sono necessarie ulteriori ricerche per dire con certezza
in che modo le sue mutazioni influenzano la trasmissione, la sua capacità di eludere la protezione dai vaccini e la gravità della malattia.
Le prove preliminari suggeriscono che Lambda ha più facilità a infettare le nostre cellule
ed è un po' più brava a schivare il nostro sistema immunitario".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ma quando metteremo fuori legge i big tech censuratori ?
Perchè che questi dementi siano pure dei "medici" non l'avevo mai sentito.


Ormai i media mainstrem cominciano a divorarsi fra di loro a suon di censura.

Youtube ha bloccato l’account di Sky News Australia, patte del colosso FoxNews.


Se in Italia Sky News è perfettamente allineato alle altre fonti mainstream,
ed anche per questo non riesce a guadagnare spazi,
quello australiano è leggermente su posizioni più conservatrici
ed in passato ha fatto anche dei servizi investigativi,
cosa che gli ha fatto guadagnare 1,8 milioni di follower su YouTube.

Questo però non è stato sufficiente a proteggerlo dalla censura dei Big Tech.


La causa della censura è sempre la stessa: “Disinformazione sul Covid-19”.


Il gigante della tecnologia ha affermato che la sua decisione si basa sulle linee guida delle autorità sanitarie locali e globali
e che Sky News Australia le ha sfidato questi limiti cambiando inoltre frequentemente le indicazioni.

Sky News Australia ha aggiunto che la sospensione era dovuta a “vecchi video” pubblicati sul suo canale,
perché quello che fa più paura a Big tech è la memoria storica.


Il blocco significa che Sky News Australia è sospesa per una settimana dal caricamento di contenuti.

Di solito dopo tre blocchi si passa al ban definitivo.



In particolare, non consentiamo contenuti che negano l’esistenza di COVID-19
o che incoraggiano le persone a utilizzare l’idrossiclorochina o l’ivermectina per curare o prevenire il virus



ha affermato YouTube in una prima versione della sua dichiarazione inviata ai media locali. .


Sky News Australia ha affermato di
rifiutare espressamente l’accusa che un ospite abbia mai negato l’esistenza di COVID-19 come implicito
e che nessun video del genere sia mai stato pubblicato o rimosso
“.


Ha aggiunto che la rete riconosce il diritto di YouTube di applicare le proprie politiche e
non vede l’ora di continuare a pubblicare le sue notizie popolari e i suoi contenuti di analisi per il suo pubblico“.


Inoltre ha citato i diritto universali dell’uomo, dichiarati dall’ONU;

fra cui il diritto universale a comunicare, cosa che comunque i media mainstream negano quotidianamente.




Probabilmente Sky news AU paga il fatto che la propria giornalista investigativa Sharri Markson

è stata tra le prime a riferire sui filmati esistenti sulle ricerche sui pipistrelli dall’interno dell’Istituto di virologia di Wuhan,

risalenti a maggio 2017, mentre i membri del team investigativo dell’Organizzazione mondiale della sanità

continuavano a negare che i pipistrelli vivi fossero mai stati ospitati presso la struttura.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il timore dello scienziato che ha lavorato con Bill Gates:

se i vaccini non fermano il contagio rischiano di indebolire ancora di più l'umanità.


In una lettera aperta all'OMS e in una video intervista di follow-up,
il dottor Geert Vanden Bossche, afferma che vaccinando tutti con un vaccino che non impedisce la trasmissione,
stiamo distruggendo il sistema immunitario delle persone e preparando il terreno per un disastro sanitario globale.



Geert Vanden Bossche, DMV, Ph.D., non ha nulla contro i vaccini.

In effetti, il virologo indipendente ha precedentemente lavorato per Gavi, The Vaccine Alliance e Bill & Melinda Gates Foundation .

Bossche dice che i vaccini COVID approvati finora sono stati sviluppati da persone "semplicemente brillanti" e non ha critiche nei loro confronti.

Ma, come dice al dottor Phillip McMillan in un'intervista,
"per favore usa il vaccino giusto nel posto giusto. E non usarlo nel calore di una pandemia su milioni di milioni di persone ".



Bossche afferma che una campagna di vaccinazione di massa nel mezzo di una pandemia,
con vaccini che non prevengono la trasmissione , è disastrosa a livello individuale e globale:


“Pagheremo un prezzo enorme per questo. E mi sto emozionando perché penso ai miei figli, alla generazione più giovane.

Voglio dire, è semplicemente impossibile quello che stiamo facendo. Non capiamo la pandemia".



In una lettera aperta all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS),
Bossche ha scritto che

"stiamo attualmente trasformando i vaccinati in portatori asintomatici che perdono varianti infettive".


Bossche non ha ricevuto risposta dall'OMS.


“Riguarda l'umanità ... voglio dire, riguarda i tuoi figli. È la tua famiglia. È la mia famiglia. Sono tutti. Giusto.
Ed è semplicemente per me, metto tutto in gioco perché ho fatto i compiti. E questo è semplicemente un obbligo morale. Un obbligo morale".


Bossche è ex Senior Program Officer in Vaccine Discovery for Global Health presso la Bill & Melinda Gates Foundation.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ho letto l'intervista di questo virologo, anche altrove;

non ho le conoscenze per giudicare se sia tutto vero o meno;

mi chiedo, comunque, il perchè di tante menzogne da parte delle autorità.


Dall'inizio della pandemia, ( ma lo sappiamo veramente quando è iniziata?) ci arrivano dpcm, provvedimenti, chiusure,
verità contrastanti con tutto quello che avevamo studiato o conosciuto nella nostra vita.


Ricordo, che si era sempre detto, che il vaccino antinfluenzale, si dovesse fare in autunno, prima dell'arrivo dell'influenza:
era tassativo; alcuni anziani, intorno a me, ligi al dovere, ( compresa mia madre) lo facevano sempre tra ottobre e novembre,
si ammalavano ( sempre) dopo 15 giorni e si sentivano al sicuro per il resto dell'inverno;

a mia madre, molto anziana, non l'ho più fatto fare e non si è più ammalata, chissà, sarà un caso;

ricordo, che prima della pandemia, furono fatte delle campagne vaccinali intensive, proprio nelle zone che più hanno pagato con il sangue:
fu una tragica conseguenza o un fatale imprevisto?


Non sono contrario ai vaccini, quelli veri;

mi spaventano coloro che vogliono fare soldi, nel più breve tempo possibile,

come il creare vaccini con poche sperimentazioni, ed utilizzarli in piena pandemia.

Spero che quanto accaduto lo scorso anno, non confermi la teoria del virologo Bossche,
con le stesse conseguenze, in autunno..........
 

Val

Torniamo alla LIRA
Uno...due....tre....dosi per sempre.

E' come il vaccino per influenza.

Chi si vaccina dovrà farlo sempre, perché necessita di maggiore protezione di chi non si vaccina.

Ogni volta diventa sempre più debole, perché il suo sistema immunitario non reagisce all'infezione,

ma usufruisce di quanto è prodotto contro i virus

capaci di evocare una risposta efficace, ma molto meno intensa .

(non è solo la quantità di anticorpi prodotti, ma la memoria cellulare che viene inibita: infatti la protezione dura pochi mesi).


E' come se una persona sana si abituasse a camminare sorretto da stampelle,

fino a diventare incapace di camminare senza averle.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Gli incendi dolosi stanno devastando molte zone turistiche italiane in Sardegna, in Sicilia, a Pescara
mandando in fumo decine di migliaia di ettari di boschi.

I notiziari ne parlano abbondantemente, ma omettono scientemente di specificare come questi eventi catastrofici
siano dovuti all’azione dei criminali chiamati piromani.

Anzi, in molti casi ascoltiamo notizie che inseriscono nella cronaca degli incendi
la questione del famigerato surriscaldamento globale,
che i più cretini al bar confondono poi con l’effetto serra.

Sembra che oggi l’Italia meridionale stia bruciando perché al nord una fabbrica espelle dai propri camini del fumo.

Non è così.


Lo sappiamo tutti e lo sanno soprattutto coloro che, in malafede,

propagano queste bugie col fine di denunciare (costi quel che costi) le presunte malefatte occidentali

– ove vivono 350 milioni di persone su una popolazione totale di 7,9 miliardi di persone -,

mentre invece dall’Asia al Sud America, all’Africa

sembra abbiano tutti l’adesivo di Greenpeace attaccato in fronte.



E quante volte abbiamo sentito dire che la sovrappopolazione mondiale
avrebbe fatto esplodere l’intero sistema di sostentamento globale,
e prova ne sarebbe la condizione di povertà cui versa parte dell’emisfero Sud della Terra?

L’ecologismo talebano incolpa di tutto ciò l’Occidente, eppure non siamo noi a crescere a dismisura.

Anzi, la denatalità, dalle nostre parti, è un fardello.

Cina e India, in sessant’anni hanno raggiunto la cifra abnorme di quasi 1,4 miliardi di abitanti ciascuna,

contro gli attuali 328 milioni di abitati degli Stati Uniti
.


Non a caso, in Cina, nel 1979, entrò in vigore la legge per la quale ogni donna non poteva avere più di un figlio.



Per quanto riguarda il famigerato innalzamento delle temperature, vi è da ricordare alcuni dati semplici e accessibili a tutti.

Ebbene, dal 1880 ad oggi, – periodo durante il quale sono avvenute la prima e la seconda rivoluzione industriale –

la temperatura media mondiale è aumentata di 0,6 gradi centigradi.



Nelle sei maggiori città australiane, dal 1880 al 1990 vi è stato un incremento di 1 grado centigrado,
mentre nelle zone rurali non è stato rilevato alcun aumento.

Di tutte le rivelazioni effettuate nel mondo, solo le stazioni di rilevamento di America, Europa e Australia
garantiscono standard di manutenzione soddisfacenti
.

Lo studio condotto dall’Harvard-Smithsonian Center di Astrofisica e sponsorizzato dalla NASA,
coordinato dal fisico Willie Soon e dall’astrofisico Sallie Baliunas rappresenta uno degli studi più completi mai fatti.

È consistito nell’analisi di 240 precedenti studi che avevano analizzato la composizione di carote di ghiaccio,
fondali marini, ghiacciai, formazioni geologiche, anelli di accrescimento arborei e altre fonti,
ed il risultato conseguito accerta che :

il XX secolo non è assolutamente stato il periodo più caldo

e che il clima terrestre è sottoposto a cambiamenti naturali sui quali l’uomo non può influire.


A proposito di ciò, qualche curiosità:

Annibale nel 218 a.C. attraversò le Alpi con elefanti senza, evidentemente, oltrepassare ghiacciai.

In Val Camonica, nel 3.000 a.C., vi era un clima subtropicale umido.

In Val d’Aosta, ad oltre 2.000 metri di altezza, vi sono i ruderi di un mulino risalente al 2.000 a.C., ovvero nel medesimo punto dove oggi al massimo si scia.

I ritrovamenti di piante e animali testimoniano come circa 5.000 anni fa
in Italia vivessero elefanti, gazzelle, antilopi e una vegetazione tipica dell’attuale area subtropicale.

Tra l’800 e il 1.300 vi sono stati gli anni più caldi della storia.

La Groenlandia (“Terra verde”) era in parte libera dai ghiacciai e in Inghilterra si coltivava la vite.



La vita della terra non gira attorno all’uomo.

Nell’ultimo mezzo miliardo di anni la Terra ha perso per ben quattro volte le calotte polari,

e per quattro volte le ha rifatte, estendendosi e ritirandosi ritmicamente.


Le cause? Per dirne una, la traiettoria della Terra attorno al sole.


Siamo tutti certi che la raccolta differenziata incida enormemente.

Filippo Facci ha scritto su Libero un articolo illuminante in cui riduce la vita della Terra a una giornata di 24 ore.

In questo lasso di tempo, l’homo sapiens compare alle 23:59 e 12 secondi.

I dinosauri erano comparsi alle 22:48 e si erano estinti alle 23:40.

La rivoluzione industriale – evento che sembra essere all’origine di tutti i mali –
compare a meno di 4 millesimi dalla mezzanotte.


Per combattere gli incendi non è necessario sparare cazzate in mondovisione
:

basta prevedere pene molto dure per chi intenda lanciare un fiammifero acceso in un bosco.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Agli inglesi, evidentemente, ancora brucia per la finale di Euro 2020 persa contro l'Italia di Roberto Mancini a Wembley.

Oltremanica, infatti, stanno incassando a ripetizione una serie di colpi a ripetizione da parte degli atleti azzurri impegnati alle Olimpiadi
e ora nemmeno la vittoria nei 100 metri piani di Marcell Jacobs sembra andare bene, ma solo a loro.

Il 26enne nato ad El Paso da madre italiana e padre texano ha sbaragliato la concorrenza
vincendo la medaglia d'oro con il tempo di 9''80 eguagliando nel tempo un certo Usain Bolt
che nel 2016 si prese il gradino più alto del podio.


Il giornalista Matt Lawton, ex Dailymail e ora all'autorevole Times,
ha infatti posto alcuni dubbi, infondati ovviamente, sulla vittoria del velocista azzurro:

"Il nuovo campione olimpico dei 100m, Marcell Jacobs, è sceso sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio.
È venuto qui e ha corso in 9.84 la semifinale e 9.80 la finale. Ah, bene…".


The new Olympic 100m champion, Marcell Jacobs, broke 10 seconds for the first time in May. Came here and ran 9.84 in the semi and 9.80 to win. Ah well.
— Matt Lawton (@Lawton_Times) August 1, 2021

Lawton ha lavorato anche agli scandali doping su Salazar e Mo Farah
ma onestamente questo suo tweet al veleno lascia il tempo che trova
dato che Jacobs ha vinto onestamente e meritatamente al termine di una gara condotta sempre in testa.


Nel frattempo, però, l'unico britannico della finale dei 100 metri piani
Zharnel Hughes è stato squalificato e preso in giro sui social network.


La cosa che fa specie, è come si faccia ad insinuare la teoria del sospetto nei confronti di un ragazzo
che evidentemente si è preparato meglio rispetto ai suoi colleghi che hanno dovuto subire la sua meritata vittoria.
 

Users who are viewing this thread

Alto