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Val

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Niente di particolarmente nuovo sotto il sole di Lombardia

24 maggio - 30 maggio = 39 casi

31 maggio - 6 giugno = 26 casi

7 - giugno - 13 giugno = 19 casi

14 giugno - 20 giugno = 13 casi

21 giugno - 27 giugno = 9 casi

28 giugno - 4 luglio = 8 casi

4 luglio - 11 luglio = 12 casi

12 - luglio - 18 luglio = 20 casi

19 luglio - 25 luglio = 34 casi

26 luglio - 1 agosto = 42 casi

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24 maggio = 284 terapia intensiva

27 giugno = 62 terapia intensiva

1 agosto = 27 terapia intensiva

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24 maggio = 1473 ricoverati

27 giugno = 258 ricoverati

1 agosto = 208 ricoverati

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24 maggio = 7 decessi

27 giugno = 2 decessi

1 agosto = 0 decessi
 
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Val

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Ahahahahahahahah


Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha deciso di prendere la guida della “lotta contro il covid” maistream
e oltre agli obblighi sulle mascherine ha imposto quello vaccinale per tutti i dipendenti dello stato o quello di test regolari.


Però non gli è andata come sperava….

Il più grande sindacato del settore pubblico della California
si è opposto all’ordine del governatore sia d’imporre le vaccinazioni sia i test periodici.



Richard Louis Brown, presidente di SEIU Local 1000, che rappresenta circa 96.000 dipendenti dello Stato della California,
mercoledì ha condiviso una lettera del sindacato al Dipartimento delle Risorse Umane della California (CalHR)
che si oppone al mandato di vaccinazione di Newsom.

La nuova politica costituisce una modifica unilaterale in violazione dell’obbligo di preavviso
e dell’opportunità di incontrarsi e conferire prima dell’attuazion
e”,
si legge nella lettera, firmata dal consigliere capo di SEIU Local 1000 Anne Giese.


Giese ha invitato CalHR e lo Stato della California a
cessare e desistere dall’applicare questo requisito o imporre una scadenza immediata
fino a quando il sindacato non avrà avuto la possibilità di incontrarsi e conferire.


Quindi quasi la metà dei 246 mila dipendenti pubblici californiani è rappresentata da un sindacato
che rifiuta proprio gli obblighi di vaccinazione e di test:

un grande successo per un governatore che dovrebbe proprio essere l’espressione di queste forze politiche.


Naturalmente l’ordine del governatore era stato emesso per tutelare dalla variante Delta
che si starebbe diffondendo molto rapidamente anche in quello stato USA,
dove comunque il numero di morti si mantiene a livelli estremamente bassi.
 

Val

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Questa settimana abbiamo avuti i panegirici sul successo dell’economia italiana confrontata con quella degli altri paesi della UE.

Effettivamente nel secondo trimestre del 2021 le cose non sono andate tanto male, con una crescita del 2,7% un poco superiori alle attese:



italy-gdp-growth-12.png



Naturalmente il terzo e il quarto trimestre non è detto che vadano così bene
:
il timore della quarta ondata, la variante Delta, la politica di terrore e d’incertezza diffusi dai media colpiranno il settore terziario:
solo il 52% degli italiani ha una vaccinazione completa, più o meno il 60% , e non per colpa loro, ma per questioni logistiche.

Quindi poco meno di metà degli italiani, almeno in teoria, sarà escluso da una fetta dei servizi fra pochi giorni.

Un bel colpo a un settore che è già stato martoriato in passato.


Però vediamo anche questa crescita in una prospettiva di carattere storico, nel tempo,
grazie a un semplice grafico posto in evidenza da Robin Brooks.


Dato 100 il PIL di alcuni paesi europei nel 2008, come si piazza il PIL italiano?



rimbalzo-pil.png






Rispetto al primo trimestre 2008, i PIL di questi paesi dell’area euro hanno avuto il seguente andamento:


1. Germania: 11% in più rispetto al livello di fine 2007

2. Portogallo: 1% in più rispetto al livello di fine 2007

3. Spagna: stabile rispetto al PIL di fine 2007

4. Italia: -8% al di sotto del PIL di fine 2007

5. Grecia: il primo trimestre del 2021 è stato del -24% inferiore al 2007


I danni del Covid non hanno fatto che innestarsi in una situazione di crisi precedente, con radici profonde,
legate proprio alla struttura dell’area euro
e messi in nostra dalla crisi del debito.


Il Covid è stato solo l’elemento esterno che ha messo in evidenza ulteriormente gli errori strutturali insiti nell’eurozona.


Il Green Deal ed il NextgenEU non faranno altro che renderli ancora più palesi.
 

Val

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Quali sono i paesi che fanno pagare più tasse rispetto al PIL e come giustificano questo prelievo fiscale.

Oppure potemmo chiederci quanto il prelievo stesso sia efficiente, o venga considerato tale dai cittadini.


Il paese con maggior prelievo fiscale rispetto al PIL è la Danimarca, con il 46,3 % ,

questo grazie anche ad un sistema didattico che garantisce la gratuità completa del curriculum di studi, fino all’università.

Quindi segue la Francia, con il 45,4%,

poi Belgio e Svezia, con il 42,9 e

Italia con il 42,4%,



Tax-to-GDP-ratio_DS-article.jpg



Apparentemente il Lussemburgo paga tasse sul proprio PIL di poco inferiori rispetto a quelle italiane.

Comunque lasciamo ai lettori le considerazioni sul rapporto fra imposte pagate e servizi ottenuti dai singoli paesi.

Alcuni non forniscono un servizio sanitario nazionale o hanno sistemi universitari a pagamento.

Sicuramente alcuni spendono molto bene i soldi dei cittadini, altri molto meno, a voi le considerazioni.
 

Val

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La Norvegia non ha ripensamenti sull’esplorazione e sugli investimenti petroliferi
alla luce del rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA)
che suggerisce che non sarebbe necessaria alcuna nuova esplorazione di combustibili fossili per un mondo a zero emissioni.

Il tutto in una nazione che, comunque, ha una forte coscienza ecologica e che è, ad esempio, all’avanguardia nella mobilità elettrica.


Il più grande produttore di petrolio e gas dell’Europa occidentale

sta raddoppiando lo sviluppo nella ricerca del petrolio

e continua a considerare l’esplorazione e la produzione d’idrocarburi una parte fondamentale della sua economia e del reddito per lo stato.



Il settore petrolifero e del gas è un importante datore di lavoro e il principale contributore al cosiddetto fondo petrolifero,
il più grande fondo sovrano del mondo con 1.300 miliardi di dollari di asset e partecipazioni dell’1,4% di tutte le società quotate del mondo.


Una situazione che mette il paese al riparo da qualsiasi crisi e alla quale il governo non vuole rinunciare.


Quindi, anche se la Norvegia sta scommettendo in grande sull’eolico offshore e sulla tecnologia di cattura del carbonio,
ritiene comunque che il petrolio e il gas possano continuare a creare valore a lungo termine e, soprattutto, preziosi posti di lavoro.



Tutto questo è chiaramente contenuto nel libro bianco sull’economia del governo di Oslo.


“L’obiettivo principale della politica petrolifera del governo
– facilitare la produzione redditizia nell’industria petrolifera e del gas in una prospettiva a lungo termine –
è saldamente in atto”, ha affermato il ministro norvegese del petrolio e dell’energia, Tina Bru.


La Norvegia è diventata l’ennesimo paese produttore petrolifero che ha affermato che non smetterà d’investire in petrolio e gas
da quando l’AIE ha suggerito in un rapporto di maggio che non si dovrebbe più effettuare nuovi investimenti in combustibili fossili se vuole ottenere la neutralità climatica per il 2050.


Anche la Norwegian Oil and Gas Association ha commentato il rapporto IEA, affermando che

“non condivide l’ipotesi che i membri dell’Opec da soli
dovrebbero rappresentare più della metà della produzione di petrolio e gas per il mercato mondiale in una prospettiva del 2050.
Se la domanda non diminuisce così rapidamente come ipotizza l’AIE nel suo scenario,
e il lato dell’offerta viene contemporaneamente soffocato,
la fornitura globale di energia potrebbe andare in crisi e portare a prezzi dell’energia molto elevati».


L’attività di esplorazione e produzione offshore della Norvegia è stata elevata nella prima metà del 2021
e sono attualmente allo studio molti nuovi sviluppi nel settore del petrolio e del gas,
ha affermato la direzione del petrolio norvegese (NPD) all’inizio di questo mese.


Tra gennaio e giugno, sono state effettuate otto scoperte in aree mature vicine alle infrastrutture esistenti,
che potrebbero consentire uno sviluppo economico delle nuove scoperte, rendendo così il Mare del Nord produttivo per molti anni in futuro.
 

Val

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Follia Covidiota: infermiera vuole fare il covid test
ad un bambino appena partorito nel Regno Unito




C’è qualcosa che veramente non sta funzionando nel mondo attuale.

Quello che vi presentiamo è un video, girato nel Servizio Sanitario Nazionale (NHS) di quel paese,
in cui un’infermiera vuole obbligare una donna incinta, che sta per dare alla luce un bambino,
a sottoporre il piccolo al test Covid appena verrà alla luce, ignorando che ,
anche se ma madre avesse mai trasmesso virus CovSars-2 al bambino,
questo comunque avrebbe l’immunità naturale della madre,
oltre al fatto che sarebbe bastato testare la madre stessa.


Prima il video poi il test della demenziale discussione:



VIDEO.
NHS Nurses tell high risk expectant mother that they WILL be P C R Testing the baby once born, that the baby isn't "The mothers property" once out of the abdomen & that the Safeguarding team (Social Services) are being notified because of their refusal.
Heroes folks …. pic.twitter.com/oPSVuWiGRo
— Dissent Media (Official Account) (@DisabledJourno) July 28, 2021




Il video scioccante mostra una madre incinta in un letto d’ospedale
mentre le infermiere la vogliono catechizzare come sia obbligatorio
sottoporre il bambino a un test COVID subito dopo la nascita.


È mio“, afferma la madre, a cui risponde una delle infermiere, “certo… mentre il bambino è nel tuo addome“.


Quindi stai dicendo che una volta che il bambino esce non è più mio? Sì lo è, l’ho partorito, è attraversato dal mio sangue“, afferma la madre.


Pensa davvero che io abbia bisogno di queste str…te sul COVID quando corro il rischio di perdere il mio bambino?” chiede la donna.



Il padre del bambino suggerisce quindi alla coppia di infermere di lasciare l’ospedale, affermando:
Non testeranno il mio bambino per il COVID – fine delle discussioni“.


Non puoi dirmi che puoi darmi la parola su cosa succede una volta che il mio bambino è nato – non credo,
non puoi fare nulla al mio bambino senza il mio permesso
“, dice la madre.


L’infermiera quindi risponde dicendo che il rifiuto della madre di sottoporre il suo bambino al test COVID
sarà documentato e trasmesso ai servizi sociali , il che significa essenzialmente
che la madre sarà indagata per negligenza e possibilmente affronterà le autorità che cercano di rimuovere il bambino dalla sua cura.


“Siete così bravi, vero, gente?” afferma sardonicamente la madre alla fine della clip,
forse in riferimento a come gli infermieri nel Regno Unito sono stati divinizzati a causa della pandemia,
con le persone che a un certo punto sono state invitate a partecipare a sessioni di applauso settimanali per mostrare gratitudine al SSN.
 

Val

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A cosa serve l’autopilota Tesla, quando funziona?

A portare a casa i proprietari ubriachi, quando funziona.


In Norvegia una tesla Model 3 è stata vista in autostrada portare in giro il proprietario che appariva talmente ubriaco da aver perso i sensi.

Quindi l’auto è stata fermata, anche con l’aiuto della polizia e ci sono voluti 5 minuti buoni
a bussare sul vetro per far rinvenire l’autista, o almeno il teorico autista, che era completamente ubriaco.

Naturalmente poi l’uomo ha avuto la sua dose di grane con la polizia.


Come potete vedere dalla scena iniziale l’auto stava marciando tranquillamente sull’autostrada E6 a una velocità superiore ai 100 all’ora.


Ci rendiamo conto del rischio che si può correre con un sistema che, venduto come autopilota, non è considerato tale neppure dalla Tesla?


Non sarebbe meglio non avere un sistema che induce a fare cose che sarebbe meglio non fare ?

 

Val

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Un corrispondente di Al Jazeera di domenica ha citato combattimenti “Estremamente tesi”
intorno a tre grandi città – Lashkar Gah, Kandahar e Herat –
che potrebbero cadere nelle mani dei talebani in breve tempo per una pressione militare fortissima.


“I talebani hanno conquistato un’enorme quantità di territorio rurale nell’ultimo mese
e ora stanno mettendo sotto pressione le città, per poi riportare quella leva al tavolo dei negoziati”,
ha riferito Charlotte Bellis da Kabul.


Anche domenica un importante aeroporto nel sud dell’Afghanistan è stato attaccato dai talebani.

Tutti i voli in partenza dalla seconda città più grande del Paese, Kandahar,
sono stati interrotti dopo che numerosi razzi lanciati dai talebani hanno colpito l’aeroporto internazionale nelle prime ore del mattino.


La pista è stata danneggiata nell’attacco, utilizzata per i viaggi aerei civili, ma non sono state segnalate vittime.
I talebani si sono assunti la responsabilità dell’assalto, cercando di giustificare che considerano l’aeroporto un legittimo obiettivo militare.


“L’aeroporto di Kandahar è stato preso di mira da noi perché il nemico lo stava usando
come centro per condurre attacchi aerei contro di noi”, ha detto a Reuters un portavoce dei talebani.


E inoltre Al Jazeera osserva che “La struttura è vitale per fornire il supporto logistico e aereo necessario
per impedire ai talebani di invadere la città, fornendo allo stesso tempo copertura aerea per ampi tratti dell’Afghanistan meridionale”.


“Dopo aver conquistato vasti tratti di territorio rurale e conquistato i principali valichi di frontiera,
i talebani hanno iniziato ad assediare le capitali di provincia”, continua il rapporto durante il ritiro delle truppe statunitensi.



majorcitiesafghan.jpg



È ormai ampiamente confermato che i talebani controllano effettivamente la maggior parte di tutte le principali aree di confine e valichi in tutto il paese.

Le truppe nazionali afgane precedentemente sconfitte in diverse aree sono fuggite oltre i confini, in particolare in Tagikistan,
dove le forze nazionali tagike hanno inviato migliaia di riservisti per proteggere il confine da una invasione di disertori.


Herat era la sede del contingente italiano che dovrebbe ancora sgomberare una ventina d’interpreti e collaboratori che,
in caso in talebani entrassero in città, verrebbero immediatamente eliminati.


Il nostro governo aveva garantito l’asilo, ma le solite questioni burocratiche rischiano di fare delle vittime.


C’è da chiedersi perché non li abbiano caricati su un barcone per Lampendusa..
 
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