Le News Dal Mondo Immobiliare. hellboy Rulez (6 lettori)

messimo

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http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=6550




E' a New York la strada più costosa del mondo 01/09/2011 -

Via Montenapoleone a Milano e via Condotti a Roma sono tra le vie più costose al mondo in materia di affitti, anche se il primato assoluto spetta alla 5th Avenue di New York con un costo di 16.700 euro annui per metro quadro.

Lo rivela lo studio “Main Streets Across The World 2011” di Cushman & Wakefield, che prende in esame le principali arterie commerciali di 63 paesi.

La via meneghina dello shopping si piazza al terzo posto in Europa e al settimo a livello mondiale, con un costo medio di 6.800 euro al metro annuo, stabile rispetto allo scorso anno.

Il secondo posto a livello mondiale spetta alla Causeway Bay di Hong Kong (14.426 euro), mentre sul gradino basso del podio si piazza Ginza di Tokyo.

Seguono Pitt Street Mall di Sydney (era nona nel 2010) , i parigini Champs Elysees e la londinese New Bond Street.

Via Condotti è quarta in Europa e ottava a livello mondiale con 6.700 euro, in linea con lo scorso anno. Mediamente, le vie del lusso vedono crescere del 4,8% i costi delle locazioni tra giugno 2010 e lo stesso mese di quest’anno.

interessantissimo :up::up:
 

hellboy

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News Immobiliare.it – Qui il mercato immobiliare cresce

Qui il mercato immobiliare cresce
Nonostante la crisi mondiale in cui versa il mercato immobiliare, comune a tantissime nazioni, ci sono alcuni stati in cui la tendenza è opposta e la crescita registrata nel secondo trimestre dell’anno in corso è stata addirittura superiore al 5%.
A stilare la classifica, analizzandone le ragioni, è stato il sito statunitense 24/7 Wallst.com che ha messo in evidenza come alla base di questa crescita siano alcuni fattori comuni a tutte le nazioni che hanno visto esplodere il mercato immobiliare.
Il prodotto interno lordo di ognuno di questi stati ha registrato, nel 2010, un a crescita abbastanza rapida e l’economia di ciascuno di essi ha dimensioni, proprio relativamente al PIL, medie. Sono Paesi esportatori e la popolazione che li abita ha un livello medio di istruzione abbastanza alto.
A guidare la classifica dei mercati immobiliari in migliore salute sono Hong Kong e il Brasile; in queste nazioni la crescita dei prezzi degli immobili registrata nel secondo trimestre 2011 è stata pari, rispettivamente al 19,7% e 19,5%. Visti questi exploit, il terzo posto della Thailandia (7,7%) o il quarto di Taiwan (6,4%), sembrano poca cosa, ma chiunque lavori nel mercato immobiliare sa che arrivare a quelle cifre, soprattutto di questi tempi non è cosa da poco.
 

hellboy

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Mercato delle abitazioni: nel II trimestre, condizioni indebolite e attese negative : Casa XP

Mercato delle abitazioni: nel II trimestre, condizioni indebolite e attese negative


Nel secondo trimestre 2011 le condizioni del mercato immobiliare si sono ulteriormente indebolite e le attese sono diventate negative. L’ultima fotografia scattata dal Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia, indica la salute precaria del settore, quasi anticipando l’aggravarsi della crisi finanziaria e le incertezze normative del nostro paese. E l’avvio della ripresa allunga le distanze con il presente.
Sondaggio. L’inchiesta condotta da Bankitalia, Tecnoborsa e Agenzia del Territorio, pubblicata a inizio agosto, registra un indebolimento del mercato immobiliare in Italia. Le aspettative a breve termine degli agenti peggiorano, ma anche le prospettive di medio periodo mostrano “segnali di moderazione”. Come ricordato dal fascicolo, “l’universo di riferimento” dell’indagine ”è costituito dalle agenzie immobiliari, intendendo con questo termine sia quelle operanti per conto proprio sia quelle che operano per conto terzi”.
Principali risultati. In tema di prezzi delle abitazioni, la quota di agenti che hanno indicato una discesa dei prezzi nel 2° trimestre, è passata dal 44,2 al 46,8%, a fronte di un’incidenza invariata di coloro che hanno segnalato una crescita delle quotazioni. La conseguenza è un “saldo negativo tra le percentuali di risposte in aumento e in diminuzione, più pronunciato nelle aree urbane e nelle regioni del Nord Ovest”.
Riguardo alle compravendite, lo studio mostra uno stallo: “la quota di agenzie che nei mesi primaverili hanno venduto almeno un immobile è rimasta invariata, al 69,3%”. Vista, però, in macroaree, l’inchiesta evidenzia un calo nelle regioni del Nord, contro una crescita registrata nel Centro.
In flessione anche gli incarichi. Più precisamente, i risultati dell’inchiesta mostrano una discesa da 25,8 a 23,2% del saldo tra risposte di aumento e di diminuzione delle “giacenze di incarichi a vendere”. Per quanto riguarda i “nuovi incarichi” si registra un netto calo: “il saldo tra la quota di agenzie che segnalano un aumento rispetto ai primi mesi dell’anno e quella di coloro che ne riportano una diminuzione è fortemente diminuito, a 12,1 punti percentuali (da 20,8), in connessione soprattutto con gli andamenti osservati nelle aree non urbane”.
In tema di cause di cessazione degli incarichi, si sono registrati leggeri aumenti “sull’assenza di proposte di acquisto a fronte di richieste del venditore ritenute troppo elevate (65,5% contro 64,2 precedente)”. Minima crescita anche per le “attese di prezzo più favorevoli (21,9% contro 20,8)” e “difficoltà nel reperimento del mutuo (51,9% contro 49,6)”. In netto calo, invece, “l’incidenza dei ritiri dovuti a proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore (52% dei casi contro il 55,4 rilevato in aprile)”.
E per i tempi di vendita e le modalità di finanziamento? L’indagine conferma il tempo medio di completamento dell’incarico appena superiore ai 7 mesi, mentre registra un +2% sulla quota di acquisti di abitazioni effettuata con mutuo ipotecario (72,6%).
Risultati negativi in tema di prospettive. “Le attese a breve circa le condizioni del mercato di riferimento è ulteriormente peggiorato, divenendo negativo per la prima volta da un anno”. Sul mercato nazionale il clima peggiora: “la quota di agenti che riportano un peggioramento delle prospettive a breve del mercato nazionale è aumentata al 34,8 per cento dal 23,5 precedente”. E il futuro? Gli agenti mostrano estrema cautela: “il quadro per i prossimi due anni appare sempre più prudente, anche se ancora improntato all’ottimismo”.
Nel prossimo Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni, vedremo come avranno reagito gli operatori agli accadimenti nazionali e internazionali che hanno caratterizzato ‘agosto’ e segneranno i prossimi mesi. Nel frattempo gli esperti danno uno scivolamento della ripresa: attesa per il 2012, slitterà di 12-18 mesi.
(fonte dati: Banca d'Italia - Il sito ufficiale della Banca Centrale Italiana)
 

hellboy

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come sarà il mondo nel 2020?

Le costruzioni nel mondo cresceranno del 70% a 12,7 trilioni di dollari

http://www.casa24.ilsole24ore.com/ar...ari-164520.php

come sarà il mondo nel 2020?

E quale sarà il panorama urbano e immobiliare?

Per rispondere a queste domane Scenari Immobiliari ha messo a punto uno studio, l'Outlook di previsioni al 2020, basato sulle tendenze attuali, le elaborazioni dei più importanti osservatori mondiali e su una serie di interviste a 150 tra economisti, investitori e operatori internazionali. Lo studio verrà presentato venerdì 16 settembre al Forum di Previsioni e strategie.

Gli scenari demografici
Si prevede che entro il 2050 sul pianeta vivranno più di nove miliardi di persone. Le dinamiche demografiche nelle diverse aree geografiche mondiali sono profondamente diverse. Circa il 95% della crescita avverrà nei Paesi sottosviluppati, con particolare riferimento alle 50 nazioni più arretrate, dove la popolazione è destinata a raddoppiare. Tra i Paesi emergenti, la Cina vedrà un considerevole aumento degli abitanti fino al 2025 e poi si stabilizzerà, mentre la crescita dell'India proseguirà a ritmi sostenuti e il Paese diventerà il più popoloso al mondo entro il 2050. Nel 2000 nel mondo si contavano circa 600 milioni di anziani, nel 2025 ce ne saranno il doppio e nel 2050 si arriverà a due miliardi. Nel 2020 in Europa il 29% della popolazione avrà più di 60 anni. Il numero di persone con più di 80 anni registrerà un aumento ancora più consistente, passando da meno di 70 milioni nel 2000 a 380 milioni nel 2050. Con riferimento alla rapidità di invecchiamento della popolazione, l'Europa è al secondo posto nel mondo dopo il Giappone.

Gli equilibri internazionali
In termini di equilibri internazionali la globalizzazione sarà suddivisa tra il polo occidentale ed orientale: il primo avrà la sua guida negli Stati Uniti, che dovrebbero mantenere un ruolo leader almeno per il prossimo decennio, ma il cui potere è in fase discendente, il secondo è rappresentato dalla Cina, ormai divenuta la seconda potenza economica mondiale. La quota del commercio del Pil dei Paesi emergenti è aumentata dal 33% della fine degli anni 80 all'attuale 43% e dovrebbe raggiungere il 50% entro il 2020. Fra dieci anni l'Unione europea dovrebbe diventare un blocco economico realmente competitivo e paragonabile agli Stati Uniti in termini di dimensioni economiche e maturità dell'industria immobiliare. Grande protagonista mondiale sarà l'Australia, che presenta un mercato immobiliare ridotto quanto a dimensioni ma estremamente sofisticato dal punto di vista qualitativo. Si affaccerà sulla scena internazionale anche l'America del sud, dove la maggior parte dei Paesi avrà raggiunto una maggiore stabilità politica ed avrà iniziato una graduale crescita economica. In questo contesto, si rafforzeranno le differenze sociali: attualmente i poveri rappresentano il 78,6% della popolazione mondiale, mentre nel 2020 si prevede che saranno l'81 per cento.

Citta' e mattone
In termini immobiliari e sociali, è la cultura urbana ormai a governare il pianeta. Le città occupano il 2% della superficie mondiale, ma ospitano oltre il 50% della popolazione, contro il 33% del 1960. Entro il 2020 la percentuale salirà al 60%. All'inizio del XX secolo solo 11 città avevano più di un milione di abitanti. Nel 2000 il loro numero è salito a 400, mentre si prevede che ce ne saranno 600 entro il 2020. Fra dieci anni 24 città dovrebbero avere oltre dieci milioni di abitanti, rispetto alle cinque del 1980. Il ritmo dello sviluppo sarà particolarmente rapido in Asia, dove entro il 2020 una dozzina di megalopoli avrà almeno venti milioni di abitanti. Tokyo ne avrà più di 35 milioni e in Cina è in fase di studio un progetto che intende riunire nove città, tra cui Guangzhou e Shenzhen per creare un'unica enorme megalopoli con oltre 42 milioni di abitanti. Il ritmo della sviluppo sarà particolarmente rapido in Asia, dove entro il 2020 una dozzina di megalopoli avrà almeno venti milioni di abitanti. Tokyo ne avrà più di 35 milioni e in Cina è in fase di studio un progetto che intende riunire nove città, tra cui Guangzhou e Shenzhen per creare un'unica enorme megalopoli con oltre 42 milioni di abitanti. Le città sono responsabili del 75% del consumo di energia e dell'80% di emissione di anidride carbonica. Dunque, il tema della città dominerà il prossimo decennio e rappresenterà una delle sfide più importanti in tutto il mondo per progettisti, architetti, società di sviluppo e amministratori locali.

Le costruzioni e i fondi immobiliari
Nel prossimo decennio si prevede che le costruzioni globali cresceranno di circa il 70%, dall'attuale livello di 7,5 trilioni di dollari a 12,7 trilioni. Ciò significa che il peso delle costruzioni passerà dal 13,5 al 15% del Pil mondiale nel 2020 e dal 7 all'8,5% della forza lavoro. Nelle nazioni emergenti è previsto un aumento medio del 112%, con un'incidenza sul Pil superiore al 17%.Le regioni sviluppate, invece, vedranno un aumento delle costruzioni intorno al 35%, passando dagli attuali 4,2 a 5,7 trilioni di dollari nel 2020. Il mercato più dinamico dovrebbe essere quello del Nord America, con la crescita maggiore tra il 2012 e il 2014, grazie alla prevista ripresa del mercato residenziale. L'Europa occidentale dovrebbe essere più debole, soprattutto in Paesi come Italia, Francia e Spagna. Quanto alla sostenibilità, secondo il 37% degli intervistati la maggior parte dei progetti immobiliari rispetterà i criteri di sostenibilità entro il 2020, mentre la maggioranza del panel, pari al 58% ,pensa che ci vorrà qualche anno in più.

Buona parte delle infrastrutture presenti nei Paesi sviluppati è inadeguata o insufficiente dal punto di vista quantitativo a causa degli scarsi investimenti effettuati negli ultimi trenta o quaranta anni. La carenza della dotazione infrastrutturale risulterà particolarmente evidente nelle grandi città, dove si concentreranno quote sempre più elevate di popolazione e di servizi. Le infrastrutture di trasporto saranno alla base delle città vincenti. Basti pensare che per l'adeguamento delle infrastrutture di trasporto a livello mondiale si stima la necessità di investimenti per 1,5-2 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni. I privati giocheranno un ruolo sempre più importante in quanto le risorse pubbliche destinate alle infrastrutture saranno scarse. I cento progetti infrastrutturali ritenuti più importanti nel mondo per il prossimo decennio hanno un valore complessivo di circa 530 miliardi di dollari. Il 42% dell'investimento è concentrato in Europa, soprattutto nel Regno Unito, in Russia e in Turchia. In Asia il 47% del valore complessivo è rappresentato dai progetti cinesi, mentre in America Latina il peso del Brasile è pari al 58 per cento.

Il patrimonio dei fondi immobiliari dovrebbe salire da un valore di 1.430 miliardi di euro del 2010 a circa 2.600 miliardi nel 2020. Le infrastrutture e il residenziale saranno i driver del prossimo decennio: basti pensare che per l'adeguamento delle infrastrutture di trasporto a livello mondiale si stima la necessità di investimenti per 1,5-2 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni.



L'Italia

Quanto all'Italia, lo sviluppo delle costruzioni sarà più lento rispetto alla media europea ma ipotizzando che l'inflazione si mantenga intorno ad una media annua del 2,5%, il mercato immobiliare nel suo complesso potrebbe fatturare circa 180 miliardi di euro nel 2020, che significherebbe una crescita di circa il 60% rispetto al 2010. Il settore residenziale guiderà la crescita del mercato immobiliare anche nel prossimo decennio. Le grandi città saranno sottoposte ad una pressione maggiore, mentre crescerà l'esigenza di case a basso costo per le fasce deboli della popolazione.E i prezzi? La metà degli intervistati ritiene probabile un aumento dei prezzi di circa il 13% complessivo nei prossimi dieci anni per il residenziale, mentre l'altra metà è equamente suddivisa tra pessimisti, che non prevedono incrementi e ottimisti, secondo i quali la crescita non sarà inferiore al 25 per cento. Gli incrementi saranno più significativi nelle grandi città. La crescita sarà meno vistosa rispetto ai cicli precedenti ma probabilmente più costante. Per gli uffici, si assiste al progressivo calo della domanda di uffici tradizionali. Milano continuerà ad essere la città più competitiva nel panorama europeo, ma buone prospettive sono previste per Roma. Come nel resto dell'Europa si ridurrà lo spazio medio per lavoratore, come conseguenza della necessità di ridurre i costi di gestione e dell'aumento del telelavoro, settore questo in cui l'Italia è agli ultimi posti in Europa.

Il retail continuerà ad essere l'asset class privilegiata degli investitori istituzionali, sia italiani che esteri. Anche in Italia si assisterà al ritorno verso l'interno delle città, ma le dimensioni medie dei progetti saranno inferiori rispetto alla media europea. Infine, grande interesse a livello di business per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Gli enti pubblici hanno un patrimonio (case, uffici e produttivo) non inferiore a 350 miliardi di euro. Le dismissioni, attraverso vendite dirette o fondi, sono già in corso ad un ritmo molto lento: 1-2 miliardi di euro l'anno.
 

hellboy

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GABETTI: prezzi in calo ovunque tranne che a Milano

CASA: PREZZI ANCORA IN CALO, IN 6 MESI FIRENZE E BOLOGNA -5% DATI GABETTI: ROMA PERDE VALORE,
OVUNQUE TEMPI LUNGHI PER VENDITA (ANSA) - MILANO, 14 SET -
Perdurano gli effetti della crisi sul mercato immobiliare italiano, con un calo o una stagnazione dei prezzi: nel primo semestre dell'anno le città dove i valori delle case sono scesi di più sono Firenze e Bologna, con una riduzione dei prezzi del 5%.Lo afferma l'ufficio studi della società specializzata Gabetti, secondo la quale a livello geografico, le zone che evidenziano contrazioni delle quotazioni maggiori sono le Regioni del Sud (-5,7%) e del centro Italia (-3%), mentre nel nord si registra una flessione minore (-1,8%).Gli effetti della crisi si riflettono anche nell'allungamento dei tempi di vendita: in media si attestano intorno ai 6 mesi nelle grandi città, ma si assiste a una tendenza all'aumento soprattutto per le soluzioni di minore qualità, in contesti più periferici. Il fenomeno è ancora più marcato per i capoluoghi minori dove i tempi medi di vendita possono toccare anche i 7-8 mesi.
Un'altra conseguenza rilevata è la tendenza ad aumentare lo sconto medio tra prezzo di incarico e prezzo di vendita, intorno al 10-15%.Secondo Gabetti, a Roma nei primi sei mesi dell'anno i prezzi sono scesi dell'1% dopo contrazioni in tutti i quattro semestri precedenti, mentre a Milano i prezzi sarebbero rimasti invariati rispetto a fine 2010. (ANSA).
 

hellboy

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Affitti Italia i più cari d’Europa 19 set, 2011

http://www.finanzalive.com/immobiliare/affitti-italia-cari-europa/

Se acquistare una casa é divenuto difficile, affittarla non é certo una soluzione più fattibile. Purtroppo il costo degli affitti continua a salire e a farne lo spese sono soprattutto i giovani. Un’indagine del Censis sottolinea come il mercato immobiliare rischi l’esaurimento. Le famiglie più giovani sono quelle più vulnerabili sotto il profilo abitativo, sono costrette a pagare affitti sempre più cari e nel migliore dei casi utilizzano appartamenti dei genitori o convivono con essi. Circa l’80% delle famiglie vive in una casa di proprieta’, ma il 20% é composto per la maggior parte da giovani, non bisogna quindi prescindere dai bisogni abitativi delle nuove generazioni.
Le famiglie con persona di riferimento fino a 40 anni – si legge in una nota del Censis – vivono in affitto a prezzi di mercato nel 36,3% dei casi, contro il 13,7% delle famiglie over 40, mentre l’affitto da un ente riguarda il 2,6% delle famiglie over 40 e solo l’1,1% di quelle piu’ giovani, che piu’ spesso delle altre si trovano ad usufruire a titolo gratuito di una casa di proprieta’ di un parente (6,8%). L’affitto a prezzi di mercato e’ diffuso soprattutto tra le famiglie giovani che risiedono al Nord, precisamente in Lombardia, Piemonte e Liguria (50%) e nel Centro Italia (39,3%), mentre nel Nord-Est e nel Mezzogiorno sono molti i casi di famiglie giovani che vivono in una casa che appartiene a un parente.
Ma non solo case di parenti: per cercare di abbattere il caro affitti e per condividere spese accessorie come quelle delle utenze domestiche o gli oneri condominiali, il fenomeno della condivisione degli appartamenti é in aumento. Non solo tra giovani studenti, che da sempre preferiscono scegliere questa soluzione per risparmiare, ma anche da lavoratori in età più avanzata che, per evitare di vivere con i genitori, preferiscono questo tipo di soluzione, che sta coinvolgendo fasce più ampie della popolazione italiana, andando a interessare varie fasce di lavoratori.
 

hellboy

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l'ultima frontiera del lusso è parcheggiare la macchina in soggiorno

macchine parcheggiate in soggiorno — idealista.it/news/


è certamento un capriccio per pochi, ma ci sono persone così ricche che vogliono avere la loro macchina di lusso sempre davanti agli occhi. quindi cosa c'è di meglio che parcheggiarla in soggiorno: non bisogna scendere in garage e in più può diventare un elemento decorativo decisamente particolare

ovviamente non stiamo parlando né di case normali, né di auto normali. si tratta per lo più di ferrari, lamborghini, porsche e di case speciali che abbiano un ascensore a piattaforma che porti direttamente l'auto in casa

tra queste c'è anche la casa di nicole kidman
 

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Mercato immobiliare in tenuta nonostante la crisi. Alemanno (Agenzia del territorio): «Prezzi stabili»


Se i prezzi restano stabili nonostante la crisi vuol dire che almeno i proprietari non si sentono l'acqua alla gola. Questa, in sintesi, l'osservazione non banale che Gabriella Alemanno, direttore dell'agenzia, del territorio, ha fatto oggi presentando a Roma il report dell'Osservatorio immobiliare sul primo trimestre 2011. E in effetti, ancora una volta, i prezzi tengono: come si legge nel report, in linea con il lieve aumento registrato nello scorso semestre, il valore medio nazionale delle unità immobiliari residenziali, per unità di superficie commerciale, nel I semestre 2011 segna un + 0,5 per cento, e la quotazione media risulta pari a 1.588 €/metro quadrato.

La quotazione media delle abitazioni nel I semestre 2011 è in aumento sia nei capoluoghi italiani, pari 2.299 €/mq (+0,5% rispetto al II semestre 2010), sia nei comuni non capoluogo, per i quali la quotazione media nazionale è pari a 1.322 €/mq (+0,4% rispetto al II semestre 2010).

Il numero di compravendite, invece, segna ancora una volta il segno meno: Il tasso tendenziale annuo del volume di compravendite nel secondo trimestre del 2011 (variazione percentuale del II trimestre 2011 rispetto il II trimestre 2010) per l'intero settore immobiliare risulta, infatti, pari al -5,6%, peggiorando il dato tendenziale del primo trimestre (-3,6%). Anche in termini assoluti, la comparazione tra i diversi secondi trimestri di ciascun anno mostra il numero minimo di transazioni registrate dal 2004. Rispetto all'omologo trimestre del 2006, anno nel quale si registrò il picco massimo delle compravendite, i volumi di scambio nel trimestre in esame risultano in perdita di circa il 30% (-29,7%).

Il mercato, quindi, è ingessatissimo anche se i prezzi tengono. L'assunto del direttore del Territorio, quindi, è sintetico ma fondato. Le cause sono, anch'esse, leggibili: la grande frammentazione del mercato, in mano alla piccola proprietà e non ai grandi gruppi, se di regola rappresenta un ostacolo al dinamismo necessario alle situazioni di normale sviluppo, questa volta è un freno potente al crollo. La psicologia del venditore non può infatti, nel caso Italia, essere letta nell'ottica imprenditoriale: chi vende non fa impresa ma al massimo realizza un risparmio sotto forma di mattone, soprattutto adesso.

Ed ecco che il piccolo investitore rivela un atteggiamento assai più sano di chi ha puntato sui titoli: nonostante l'annuncio dello scoppio delle bolle, nonostante la necessità di realizzare liquidità per tamponare gli insuccessi finanziari o affrontare le normali spese familiari, chi vuol vendere tiene duro e chi vuol comprare altrettanto. I due dati, calo delle compravendite e tenute dei prezzi, sono quindi leggibilissimi se confrontati. Ma questa ostinazione, che può sconfinare nella stagnazione, ha un grosso vantaggio per chi crede che il periodo nero dell'economia non possa durare all'infinito: uscirne con prezzi di tenuta vuol dire aver evitato di bruciare centinaia di miliardi in un settore in cui tante famiglie hanno creduto e credono tuttora.
 

hellboy

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In dieci anni, la casa in via della Spiga e in Montenapo vale il doppio

In dieci anni, la casa in via della Spiga e in Montenapo vale il doppio - Milano


In dieci anni, la casa in via della Spiga
e in Montenapo vale il doppio
Per tutti gli immobili aumenti medi del 76%. Castellano: «Impegnati a valorizzare il patrimonio comunale»



Via Montenapoleone (Fotogramma) MILANO - Un immobile è un buon investimento in tutta Milano: in media, infatti, i prezzi degli appartamento sono aumentati del 76% in dieci anni, dal 2000 al 2010. Ma in alcune zone, la crescita è stata anche superiore. Ad esempio un appartamento acquistato in via Montenapoleone o via della Spiga dieci anni fa ora vale più del doppio: +116%. Forti crescite anche in centro per la zona Bastioni con Repubblica-Porta Nuova (+103,7%), nel decentramento con Martini-Cuoco (+101%) e in Circonvallazione con Lagosta - Stazione Garibaldi (+86,6%). In coda: nel Centro storico Augusto (+65,1%), nei Bastioni Parco Castello (+78,9%) e in Circonvallazione Pisani-Gioia-Baiamonti (+29,7%), nel decentramento Turro - Precotto (+39,9%).
LA RENDITA - I dati emergono da una rilevazione relativa al secondo semestre 2010 della Camera di commercio di Milano. Di come assicurare rendimenti di lungo periodo all'investimento immobiliare si è parlato al convegno «Come trasformare un immobile in un «Bond: dai Fondi al Facility Management» organizzato da Osmi Borsa Immobiliare azienda speciale della Camera di commercio di Milano, in collaborazione con ISS Facility Services. Il dato emerso è che la redditività di un immobile, specialmente a lungo periodo, è determinata anche dalla sua qualità e dall'incidenza dei costi di gestione e manutenzione che tende a crescere nel tempo fino a 5 volte il costo di costruzione. Un immobile è di maggior qualità se assicura per esempio consumi energetici contenuti, compatibilità ambientale e soluzioni architettoniche hi-tech. «L'immobile, se progettato e mantenuto correttamente, può dare buoni rendimenti a lungo periodo, come un bond o un prodotto finanziario - ha dichiarato Antonio Pastore, presidente di Osmi-Borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano -. E proprio per aumentare la redditività delle nuove costruzioni oggi è sempre più rilevante la collaborazione tra progettazione architettonica, ingegneristica, nuove tecnologie e finanza. Anche per facilitare questo incontro la Camera di commercio, attraverso la Borsa Immobiliare, tra le altre iniziative, ha organizzato convegni dedicati alla finanza immobiliare e promosso un master per valutatori immobiliari».

«VALORIZZARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE» - «Siamo impegnati come amministrazione comunale per una valorizzazione interna delle dotazioni, che riguardi anche la proprietà immobiliare - ha dichiarato Lucia Castellano, Assessore Comune di Milano per casa, demanio, lavori pubblici -. Stiamo lavorando per realizzare una "struttura immobiliare" che abbia come obiettivo, anche nel caso delle possibili dismissioni, proprio la valorizzazione della risorsa comunale del patrimonio».
 

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