News, Dati, Eventi finanziari le NEWS del 22 dicembre 2005

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Per un panorama completo delle news di oggi, e per discuterle insieme, vi invito a navigare il consueto topic sul Forum di Piazza Affari.

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Borse asiatiche: Tokyo termina in lieve calo

Borse asiatiche: Tokyo termina in lieve calo

(Teleborsa) - Roma, 22 dic - Dopo il rally delle ultime sedute la piazza nipponica si prende una pausa. Il Nikkei, che ieri aveva nuovamente toccato i massimi degli ultimi cinque anni superando anche i 16.000 punti, ha archiviato la riunione con una perdita dello 0,10% a 15.941,37 punti, mentre il Topix è salito dello 0,09% a 1.637,89 punti.
Il mercato è stato appesantito dalle pessime performance di TDK (-10,32%) ed Alps Electric (-12,3%), che potrebbero perdere il loro maggiore cliente nel caso di un'acquisizione negli Stati Uniti. Realizzi sui titoli immobiliari, comprati nelle ultime sedute.
Tra le altre piazze asiatiche Seul ha chiuso con un timido decremento dello 0,24% mentre Shangai ha guadagnato lo 0,40%. Tra i mercati dell'est ancora aperti, Hong Kong registra una limatura dello 0,14%, Kuala Lampur una flessione dello 0,36%, Jakarta un -0,26% e Singapore un -0,51%.
 
Gemina: AdR cede 20% sudafricana Acsa

[LINK:b3756488a0]Gemina[/LINK:b3756488a0]: AdR cede 20% sudafricana Acsa

(Teleborsa) - Roma, 22 dic - Il Gruppo AdR, controllato da Gemina, ha ceduto il 20% della partecipazione indiretta (in capo a due società di diritto sudafricano interamente possedute da AdR) nella società sudafricana Acsa per una somma di 214 milioni di euro. A seguito della cessione, AdR ha realizzato una plusvalenza di 65 milioni di euro.
Lo si apprende da un comunicato di Gemina diffuso ieri in tarda serata.
 
Ricucci, il finto ingenuo del quartierino

da Repubblica.it:

Ricucci, il finto ingenuo del quartierino
di GIUSEPPE TURANI

L'attrice Anna Falchi, che lo ha sposato, con un certo coraggio, in comunione dei beni, sostiene che Stefano è un bravo ragazzo, molto onesto, e soltanto un po' ingenuo. Questa della Rcs, aggiunge poi la signora è stata la sua prima operazione nel mondo dell'alta finanza, e qualcosa è andato storto. Adesso, conclude, lui vorrebbe vendere le azioni Rcs, ma perché nessuno gliele compra? Insomma, ingenuo lui, e ingenua anche lei.

In verità Stefano Ricucci è tutto meno che un ingenuo. Nel giro di pochissimi anni, partendo da un pezzo di terreno che gli avevano lasciato i genitori in un paesino fuori Roma, ha messo insieme un patrimonio di varie centinaia di milioni di euro.

O, forse, un patrimonio di alcuni miliardi di euro (a sentire lui, quando era sulla cresta dell'onda). Come questi soldi sono stati fatti non è mai stato chiarito fino in fondo.

Si sa che il grosso viene fuori da operazioni immobiliari, cioè dalla compravendita di immobili. Operazioni che, si sa, sono per la loro stessa natura sempre un po' misteriose e un po' discrezionali. E infatti abbiamo appena visto che una di queste operazioni ha creato un terremoto dentro la Confcommercio di proporzioni quasi bibliche, con un presidente, il Sergio Billè, indagato e perquisito come un malfattore qualsiasi, e con tutta l'organizzazione confusa e incerta.

Attenti studiosi dei conti di Ricucci (per quel che si è riusciti a fare sino a oggi) hanno notato grandi movimenti di immobili all'interno della ragnatela di società dell'ex odontoiatra romano. Ingenuo, forse, ma certamente svelto, già agli inizi della carriera.
Ma Ricucci, affari immobiliari a parte, tanto ingenuo non era. I suoi affari con il duo Fiorani-Gnutti risalgono a molto tempo fa e hanno i contorni, se non della truffa, certamente dell'ingegnosità. Con azioni e immobili che girano fra i tre come una trottola, e con i soldi che alla fine saltano fuori dall'unico posto possibile: e cioè dalla casse dell'allora Banca Popolare di Lodi, cioè dalle tasche dei correntisti della Lodi.
Poi c'è quel suo abilissimo infilarsi dentro la scalata alla Bnl, un'operazione dalla quale esce con vari milioni di euro di plusvalenza. E' vero che in quella stessa occasione Francesco Caltagirone (costruttore e padrone del Messaggero) non vuole avere niente da fare con lui e contesta persino che abbia diritto al titolo di immobiliarista.

Insomma, il Ricucci mostra già nei suoi esordi due abilità:
1) Si muove con grande disinvoltura nel mondo degli immobiliaristi, un mondo di furbi e molto scivoloso. Per lungo tempo in questo mondo, dove tanti sono crollati dopo due operazioni, lui sta a galla e fa moltissimi milioni (tanti da ordinare un jet privato, poi restituito perché gli affari sono andati male, dopo la prima rata).

2) Ha un talento particolare nell'individuare quelli che poi lui stesso chiamerà "i furbetti del quartierino", cioè Fiorani e Gnutti. E da loro si fa subito accettare. Si fa accettare talmente bene da Fiorani che, alla fine, salterà fuori che a finanziare l'insensata scalata alla Rcs è stato proprio il banchiere di Lodi, con diverse centinaia di milioni di euro.

Ma sarà proprio per eccesso di furbizia che Ricucci troverà la sua fine. Sarà la scalata alla Rcs. Nessuno ha ancora capito bene che cosa contava di fare. Probabilmente qualcuno gli aveva detto (Gnutti? Fiorani?) che il patto di sindacato della Rcs era vicino alla fine, che l'establishment era diviso e pronto a gettare la spugna. E lui aveva voluto prenotarsi un posto in prima fila per il day-after del "Corriere", con l'idea magari di rivendersene un po' dopo, con qualche lauto guadagno. Oppure, si era convinto che tutto il vecchio capitalismo italiano stava franando e che il futuro sarebbe stato appunto dei furbetti. Quando avessero avuto in mano la Bnl, la Popolare di Lodi (già loro) e l'Antonveneta, con in più la protezione totale del Governatore Fazio (e l'amicizia della potente Unipol), chi avrebbe osato negare loro le chiavi di via Solferino?

Ma niente è andato come pensava Ricucci. La scalata alla Rcs si è rivelata quasi subito come una stupidaggine (che alla fine costerà all'ex odontoiatra almeno 200 milioni di euro). Il patto di sindacato Rcs ha tenuto. I furbetti hanno fatto una seri di passi falsi e sono arrivati i magistrati e le guardie di finanza, con le loro micidiali microspie e le loro intercettazioni.

Da quel momento il mondo dei furbetti e di Ricucci ha cominciato a rotolare verso l'abisso. Opa su Antoveneta saltata, Fiorani fuori dalla Lodi e in galera, plusvalenze congelate e sequestrate, conti bloccati. Con in più Fiorani e gli altri della Lodi (a San Vittore) che parlano, parlano e sembra che siano solo ansiosi di dire tutto, ma proprio tutto. Insomma, ormai non si tiene più niente, non esistono più trincee difensive, bugie astute e vie di fuga. E' la fine, in una parola.

Ricucci, per la verità, lo aveva capito già da qualche settimana, quando, una mattina, si era presentato nello studio dell'avvocato Vittorio Ripa di Meana, dicendogli: "Faccia lei quello che può". Il più sorpreso, quella mattina, era proprio l'avvocato. Ripa di Meana non è una persona qualsiasi, non è un avvocato pronto a nascondere, a omettere, a fare confusione per il suo cliente. In più è anche un personaggio con buoni agganci con tutto l'establishment italiano. Spiega a Ricucci che non ci saranno sconti. E Ricucci accetta. Perché? Perché al punto in cui sono arrivate le cose, l'unica strada è quella di presentarsi davanti ai magistrati e all'opinione pubblica con una faccia presentabile (quella di Meana) e con un'aria assolutamente dimessa, senza più nessuna arroganza.

E infatti Meana manda tutti a casa, Ricucci e i suoi tirapiedi. E mette gente nuova al comando dell'impero un po' confuso di Ricucci. Chiama i revisori dei conti.
Insomma, mette il suo assistito sulla strada della verità o, almeno, della trasparenza dei conti e delle operazioni. E lascia anche capire che il patto di sindacato, per ora, ha assai poca intenzione di tirarlo fuori dai guai comprandogli le famose azioni Rcs rastrellate con i soldi di Fiorani in vista di chissà quale cataclisma capitalistico.

Ricucci accetta tutto e accetta, soprattutto, di sparire dalla circolazione. Non rilascia più interviste, non dice più che arriverà al 30 per cento di Rcs, non dice più che lancerà un'Opa sul Corriere. La carriera di Ricucci, a essere sinceri, finisce proprio quella mattina, nello studio di Vittorio Ripa di Meana. Quella è la resa del più furbo dei furbetti.

Poi, due giorni fa, l'ex odontoiatra comincia a sentire un tintinnio di manette. Lo sente lui perché lo sentono tutti. Dopo Fiorani e soci, a chi può toccare se non a lui? Il ragazzo, benché ingenuo (come sostiene la moglie) ne ha combinate tante e per tanto tempo.

Ecco, allora, una replica della scena già fatta nello studio dell'avvocato Meana. Solo che quella l'ha già fatta. Adesso ci vuole una scena madre: e quindi si precipita dai magistrati. E dice: voglio parlare. E anche lui comincia a parlare, a parlare, a parlare. Probabilmente cercherà di mettere nei guai qualche altro furbetto, per allontanare qualche responsabilità da se stesso.

Niente più scalate, niente più assalto alle roccaforti del capitalismo, niente più jet privati e alberghi di lusso. Ma un solo obiettivo: evitare la galera. A tutti i costi.

(22 dicembre 2005)
 
Sopaf: sale al 34% di Delta per 28,8 milioni di euro

[LINK:320fa70d22]Sopaf[/LINK:320fa70d22]: sale al 34% di Delta per 28,8 milioni di euro

Radiocor - Milano, 22 dic - Sopaf ha raggiunto un accordo con gli altri azionisti del gruppo del credito al consumo Delta per salire al 34% del capitale della societa'. L'operazione, si legge in una nota diffusa ieri in tarda serata, sara' effettuata con il consolidamento del 24% attualmente posseduto tramite la controllata Alcal spa e con l'ulteriore acquisto di oltre 7 milioni di titoli (pari al 10%) di proprieta' di uno dei fondatori, Estuari spa. In tale contesto e' stato anche stipulato un nuovo patto parasociale riguardante i diritti di goveranance. L'investimento e' pari a 28,8 milioni di euro, che si aggiungono ai 37 milioni a suo tempo corrisposti per l'acquisto del 24%. Sopaf finanziera' l'operazione sia con risorse proprie che con ricorso al debito bancario. Il perfezionamento dell'operazione avverra' entro la fine dell'anno.
 
Fiorani Consorte, ecco le intercettazioni

da Corriere.it:

Fiorani Consorte, ecco le intercettazioni
Il leader del gruppo assicurativo: Fazio è con me.
Il finanziere: accordo con Giovanni Gnutti-Unipol. Interrogato Ricucci

Nel piano per la scalata di Unipol alla Bnl, era decisivo il rapporto privilegiato con Antonio Fazio, documentato anche da coloriti commenti telefonici sull'entusiasmo del governatore che superano perfino l'ormai famoso «bacio in fronte» di Gianpiero Fiorani: una copertura istituzionale che si inserisce, rafforzandolo, in un asse economico sotterraneo e riservato con i direttori dell'altro concerto, lo stesso banchiere di Lodi e il finanziere bresciano (già interdetto dai giudici) Emilio Gnutti. Giovanni Consorte, il manager che guida Unipol, parla apertamente di queste coperture, confermando a diversi interlocutori il loro peso determinante per la riuscita dell'operazione Bnl. A documentarlo sono intercettazioni finora sconosciute, ordinate dai magistrati di Milano sempre nelle indagini sulla tentata scalata della Bpi ad Antonveneta, per cui ora è indagato con Fiorani lo stesso Consorte. Sono queste telefonate, intercettate dal 4 al 28 luglio, a fornire ai pm di Roma la «notizia di reato» che li ha convinti a mettere sotto inchiesta Consorte anche per l'affare Bnl e a ricostruire i suoi incontri con il vertice di Bankitalia.

Scambio di favori tra le due scalate
Fiorani il 28 giugno scorso è nella fase finale dell'assalto ad Antonveneta, sta manovrando per far credere al mercato e alle autorità di controllo che la sua banca abbia la forza patrimoniale per sostenere l'operazione. Negli stessi giorni Consorte sta progettando la scalata alla Bnl e ha lo stesso problema: la banca romana è un boccone tre volte più grosso di Unipol, occorre trovare sponde finanziarie molto amiche. Ed ecco cosa rivela Fiorani, alle 15.45 di quel giorno, a Tarlocco, un dirigente della direzione finanza della Bpi (ora decapitata dalle indagini): «Senti allora... stamattina ho avuto un incontro con Unipol... per questioni evidentemente che riguardano la loro partecipazione e la nostra partecipazione che avremmo in Bnl ... Allora, come siamo arrivati oggi: 1.50 o siamo un po' di più...». L'intercettazione evidenzia che con Unipol è stata concordata una strategia per la partecipazione della banca di Fiorani nel capitale Bnl. Dice ancora Fiorani: «Loro hanno un 2% adesso di Bnl... ma io poi domani sono giù in Banca d'Italia per definire tutti i passaggi ... poi là io avevo chiesto a loro (Unipol, ndr) di aspettare dopodomani, perché domani sera siamo in comitato a deliberare tutto ... pare che però ci sia un'accelerazione particolare e va avanti dal fatto che (quelli di) Montepaschi stanno facendo un po' i bastardi... hanno messo in calcolo di prestare (collocare) sul mercato il loro 4,75%...». Questo significa che la banca senese, tradizionale alleata di Unipol e grande azionista di Bnl, si è defilata.

«Quote incrociate per evitare l'Opa»
Fiorani, sempre con Tarlocco, spiega che a fianco di Unipol nella scalata a Bnl ci sarà una cordata di banche popolari «...e quindi avremmo la sicurezza di poter evitare, di scongiurare l'Opa... ovviamente bisogna assecondarli». È significativo come Fiorani si preoccupi della riuscita del piano di Unipol, pur essendo nei giorni cruciali della sua scalata ad Antonveneta. Ed è altrettanto significativo che l'operazione venga gestita ai massimi livelli. Infatti Fiorani dice a Tarlocco «di chiamare Consorte o Cimbri di Unipol lasciando questo messaggio: "Loro ti daranno l'input di poter comprare le azioni..."». Tarlocco spiega a Fiorani a quanto ammonterebbe l'investimento in Bnl («si sfiorano i 300 milioni») e l'ex numero uno di Bpi risponde mettendo a nudo la reciprocità, ovvero lo scambio di favori: «Bene, mentre loro (sono) al 3,5%, così diventa il 4,9 di Antonveneta... sostanzialmente quindi avremo due partecipazioni incrociate ... questo è il messaggio ... benissimo, perfetto... allora questo è l'impianto». Se Fiorani aiuta Consorte, insomma, Consorte aiuta Fiorani. E Gnutti? È esposto in entrambe le scalate al punto che, come annota la Guardia di Finanza intercettandolo con il numero due di Unipol Ivano Sacchetti (ma sul telefonino di Consorte), il finanziere bresciano dice («ridendo») «che deve abbandonare gli amici, perché tra loro e Gianpiero lo stanno rovinando e chiede almeno di lasciargli la casa». L'impegno sui due fronti (con Unipol per Bnl, con Fiorani per Antonveneta) è tanto gravoso che alla fine di luglio, dopo il sequestro delle azioni deciso dai giudici milanesi, i militari annotano una reazione allarmatissima del finanziare bresciano: «In sottofondo Gnutti dice che non sa le banche cosa faranno... "perché a questo punto sono già fallito..."». Le intercettazioni mettono in dubbio anche la convinzione del sindaco di Milano del centro-destra, Gabriele Albertini, che sia stata la sinistra, attraverso il presidente diessino della Provincia Filippo Penati, a far schierare l'imprenditore autostradale Marcellino Gavio con i «compagni» di Unipol per l'operazione Bnl. Il 10 luglio alle 10.48, infatti, il primo a proporre quell'imprevisto alleato a Consorte è stato il commissario straordinario della Cirio: «Mario Resca — riassume la Guardia di Finanza — chiama Gianni Consorte e gli dice che c'è una persona interessata ad appoggiarlo e che questo è Marcellino Gabrio (in realtà Gavio, ndr) ». «Gianni Consorte dice che in questo momento ha bisogno che gli prenda lo 0,5 per cento di Bnl. Mario gli chiede se è disponibile sul mercato e Gianni dice che sa lui chi vende». Conclusione: Consorte e Resca concordano per lo stesso pomeriggio un incontro riservato «a casa di Mario», dove «Marcellino andrà a trovarlo insieme a Zaleschi», che molto probabilmente è il finanziere Roman Zaleski.

Antonio Fazio «eccitato»
Già le intercettazioni pubblicate in agosto sollevavano il dubbio che Consorte potesse aver strumentalizzato l'appoggio di Fazio per spingere il colosso giapponese Nomura a entrare nell'operazione Bnl, di cui in effetti la banca di Tokio ha acquisito il 5%. Il 12 luglio, infatti, il manager di Unipol descriveva così a Francesco Frasca (capo della vigilanza di Bankitalia, indagato per abuso a Roma) il ruolo di Fazio: «Consorte dice che dal Giappone hanno disco verde e che lui si è giocato il fatto che il Governatore vede molto bene il loro ingresso, un posto in consiglio... Consorte dice a Frasca che dopo 30 minuti lo hanno richiamato e gli hanno detto che va bene». Se fossero state parole isolate, si sarebbe potuto pensare a una boutade per far colpo su Frasca. Ma in verità Consorte ha parlato personalmente di Bnl con Fazio e ne ha descritto a vari interlocutori una reazione entusiastica. Il 13 luglio, alle 23.15, Consorte parla con un'amica che «si meraviglia» e «si complimenta» dell'accordo con Nomura. Consorte risponde che «effettivamente non se l'aspettava nessuno» e «dice di essere stato dal Governatore e che quando gli ha parlato del partner giapponese, lui stava per farsi una pugnetta». Il giorno dopo, alle 9.01, Consorte riparla di Nomura anticipando a un manager delle cooperative il suo piano su Bnl: «Consorte - riassume la Gdf — dice che anche il Governatore è stato contento, da fare quasi degli atti sessuali. Consorte dice che l'unica cosa che il governatore ha chiesto è che almeno all'inizio espongano un presidente di immagine del mondo bancario». A suggerirne il nome, poco dopo, è Fiorani: «Paolillo». E Consorte gli risponde: «Va bene».

Paolo Biondani, Mario Gerevini
22 dicembre 2005
 
Zona Euro: ordini industria ottobre -0,5% m/m

Zona Euro: ordini industria ottobre -0,5% m/m

(Teleborsa) - Roma, 22 dic - Sono scesi dello 0,5% rispetto al mese precedente i nuovi ordini all'industria di Eurolandia relativi al mese di ottobre, dopo aver registrato un rialzo dell'1,6% a settembre ed una variazione nulla ad agosto. Lo rende noto l'Istituto di Statistica dell'Unione Europea (Eurostat). Su base annua gli ordini risultano in aumento del 4,4%. Nell'Europa dei 25 i nuovi ordini sono rimasti stabili su mese, registrando un +4,9% su anno.
 
Istat: commercio estero extra-UE novembre in deficit per 822

Istat: commercio estero extra-UE novembre in deficit per 822 mln euro

(Teleborsa) - Roma, 22 dic - Nel mese di novembre 2005, le esportazioni verso i paesi extra Ue sono aumentate dell'8% su base annua mentre le importazioni sono cresciute del 17,7%. Nello stesso mese il saldo commerciale è risultato negativo per 822 milioni di euro, a fronte di un surplus di 167 milioni di euro registrato a novembre dello scorso anno. Lo comunica l'Istat.
Rispetto a ottobre 2005, al netto della stagionalità, le esportazioni sono aumentate del 5,3% e le importazioni del 2,6%.
Nei primi undici mesi del 2005, rispetto allo stesso periodo del 2004, le esportazioni sono aumentate del 7,3 per cento e le importazioni del 15,2 per cento. Il saldo è stato negativo per 8.422 milioni di euro a fronte di un disavanzo di 202 milioni di euro nello stesso periodo del 2004.
geoeconomica Nel mese di novembre 2005 le esportazioni presentano i maggiori aumenti annui verso la Russia (+35%), i paesi OPEC (+23,4%), la Turchia (+17,8%) e gli Altri paesi europei (+15,1%). Tra i maggiori partner commerciali si segnala un sostanzioso aumento delle vendite verso gli USA (+11,3%). Flessioni si hanno per i paesi EFTA (-6,7%) e per gli Altri paesi (-3,7%). I più elevati incrementi delle importazioni riguardano i paesi OPEC (+37,9%), la Russia (+27,5%), la Cina (+23,3%) e gli Altri paesi (+23%). Riduzioni si sono avute dagli Altri paesi europei (-13,2%) e dal Giappone (-5,9%).
 
Usa: sussidi disoccupazione settimanali -13.000 unità a 318

Usa: sussidi disoccupazione settimanali -13.000 unità a 318 mila

(Teleborsa) - Roma, 22 dic - Sono scese di 13.000 unità le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione relative alla settimana al 17 dicebmre 2005, a 318.000 unità dalle 331.000 riviste della settimana precedente. Il dato, comunicato dal Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, risulta migliore delle attese degli analisti che avevano previsto un dato a 326.000 unità. La media delle ultime quattro settimane si è assestata a 324.500 dai 329.250 della settimana prima, con un decremento di 4.750 unità. Infine, nella settimana al 10 dicembre le richieste totali dei sussidi erano pari a 2.638.000 unità, con un incremento di 41.000 unità rispetto ai 2.597.000 della settimana precedente. La media delle ultime quattro settimane si è assestata a 2.640.250 dai 2.680.000 della settimana prima, con un decremento di 39.750 unità.
 
Usa: redditi personali novembre +0,3%, spese per consumi

Usa: redditi personali novembre +0,3%, spese per consumi +0,3%

(Teleborsa) - Roma, 22 dic - In aumento dello 0,3% su base mensile i redditi personali Usa relativi al mese di novembre. Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, risulta in linea con le attese degli analisti. A ottobre il dato aveva registrato un incremento delo 0,5%. I redditi disponibili nello stesso periodo sono saliti dello 0,3%, (a ottobre +0,4%). I consumi personali, infine, registrano una variazione positiva dello 0,3% su base mensile, mentre nel mese precedente si era registrato un incremento dello 0,2%.
 

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