E.On rinuncia all'Opa su Endesa in cambio di asset
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E.On rinuncia all'Opa su Endesa in cambio di asset.
Via libera per [LINK:feebc69e22]Enel[/LINK:feebc69e22]-Acciona
di Federico Rendina
Si chiude con un buon armistizio la guerra di Spagna di Endesa. I tedeschi di Eon rinunciano alla loro Opa da 40 euro ad azione che si sarebbe dovuta chiudere oggi in Spagna e venerdì negli Usa,consapevoli dell'imminente fallimento e dell'impraticabilità di un "condominio" ItaliaGermania rischioso e comunque paralizzante per tutti. «Acquisire il controllo è impossibile » ammetteva ieri mattina Wulf Bernotat, amministratore delegato del gruppo tedesco. Strada spianata dunque all'Opa da 41 euro predisposta da Enel insieme al gruppo spagnolo Acciona, che insieme controllano già il 46% di Endesa con una proiezione al 50%garantita dall'adesione all'Opa per il 3% delle azioni annunciata dal gruppo pubblico iberico Sepi. Una nuova Opa pressoché immediata visto che la rinuncia di Eon fa automaticamente cadere il divieto per Enel Acciona di lanciare la sua Opa prima di sei mesi. Il lancio ufficiale,secondo autorevoli voci, dovrebbe avvenire entro il mese.
Chi vince e chi perde? Nessuno, si sono affrettati a dire gli ex contendenti. Pace fatta e ciascuno ci guadagna, insistevano ieri sera rendendo pubbliche le clausole dell'accordo appena siglato. «Enel ha posto fine alla più complessa guerra dell'energia europea eliminando ogni strascico legale» e ora «nasce il secondo gruppo dell'energia europeo »(la francese Edf rimane largamente in testa) con «90 miliardi di capitalizzazione e circa 90mila megawatt in Europa,America Latina, Nord America e Marocco»,sottolinea il capo dell'Enel Fulvio Conti in una nota.
Ma anche Eon avrà il su robusto tornaconto, che peraltro si combina bene — puntualizza l'Enel — con i vincoli Antitrust che avrebbero comunque imposto al nuovo colosso italoiberico di cedere parti del suo impero. Ed ecco che nei prossimi mesi il gruppo tedesco acquisirà direttamente dall'Enel la controllata spagnola Viesgo (2.200 megawatt),e da Endesa un bel pacchetto di infrastrutture: centrali spagnole per 1.500 megawatt oltre a diritti di prelievo per 450 megawatt prodotti con centrali nucleari, il 70%di Endesa Italia (che conta 6.590 MW in condominio con Asm Brescia, che ha il 20% ma potrà decidere di scindere la società acquisendo il 30% degli asset rilevando l'altro 10% rimasto a Endesa). A Eon andrà anche la quota del 65%nell'operatore elettrico francese Snet, per il quale si profila peraltro una coabitazione con Enel, sempre pronta — lo ribadisce — ad acquisire il restante 35% da Charbonnage de France e Edf. E a questo "pacchetto" Eon potrà aggiungere partecipazioni di Endesa per 120 megawatt in Turchia e per 330 megawatt in Polonia.
I denari in campo? I conteggi precisi arriveranno nei prossimi giorni.Ma l'Enel stima che per acquisire il 75% di Endesa (il 25 rimarrebbe ad Acciona con una clausola di put a tre anni)alla fine, nell'ipotesi di un adesione totale all'Opa, dovrà sborsare circa 31 miliardi di euro contro i 4445 messi in cantiere. La cessione diretta di Viesgo a Eon vale circa 2 miliardi. Circa 89 miliardi valgono poi gli asset Endesa da cedere ai tedeschi,che serviranno a ridurre il debito Endesa che Enel dovrebbe comunque consolidare.
Gran brindisi al successo fin da ieri sera. Per la batteria di consulenti del gruppo italiano: il leading advisor Ubs ( che aveva abilmente spazzolato dal mercato il primo pacchetto del 10% delle azioni spagnole) e i partner Mediobanca e Goldman Sachs. E,naturalmente, per lo stato maggiore dell'Enel. Che con l'ottima operazione spagnola si rifà abbondantemente della mancata conquista della belga Electrabel con l'annuncio di un'Opa sulla controllante francese Suez.
L'impegno finanziario in Spagna? Massiccio ma più che sostenibile, anche perché l'operazione «fin da subito fa crescere del 25% l'utile per azione di Enel» ribadisce Conti. Le possibili paure nazionaliste spagnole? «Endesa rimane una società spagnola con il centro decisionale a Madrid». Il consolidamento nello scenario dei pochi leader energetici mondiali?È praticamente fatto, insistono all'Enel. In Europa«saremo un gruppo globale »che spazia dall'ex cortina sovietica ( Slovacchia,Romania, Bulgaria e la stessa Russia), al Portogallo ad ovest e alla Grecia a sud. C'è poi una presenza diffusa nelle Americhe (dagli Usa a Panama per arrivare al Perù, al Brasile e poi al Cile). E poi il nostro ex monopolista elettrico nazionale si ritrova, come per incanto, quel "mix"di generazione pressoché ideale che corregge finalmente, anche se per via estera, la nostra imbarazzante dipendenza nazionale dagli idrocarburi (specialmente dal gas). EnelEndesa ha invece un mix«molto diversificato »: 38 mila megawatt di rinnovabili,6mila megawatt di nucleare, 10mila di cicli combinati a gas e 38mila di altre fonti termoelettriche.