ma gli USA sono in RECESSIONE o no?

Un ribasso improvviso dei tassi di mercato USA dal 5% di due mesi fa al 3,5% ora implica che il mercato avverte la recessione. Ma in Europa è già arrivata in pratica ora, anche se solo come -0,1% niente di grave. Se però ora anche l'America entra in recessione, come indica il mercato dei bonds, allora la recessione sarà più pesante da noi

 
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Mauro BottarelliMauro Bottarelli • 2° • 2°Giornalista freelanceGiornalista freelance1 giorno • 1 giorno •
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Quando mi hanno girato questo grafico, c'era una sola frase a corredo: "Is this a typo?".
Ovvero, è un errore di battitura?
Oggi negli Stati Uniti è stato pubblicato l'Empire Manufacturing Index. Ovvero, l'indice di variazione mensile dell'attività manifatturiera nello Stato di New York.
L'attesa era per -5.0, la lettura precedente era -14.5. Bene, il risultato è stato -43.7. Per dirla con linguaggio tecnico, a 10-sigma miss. Per dirla in parole povere, il peggior risultato sull'arco temporale dei due mesi di sempre. Fatta eccezione per il maggio 2020. Ovvero, il picco di sprofondo della pandemia.
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L’attesa era per -5.0, la lettura precedente era -14.5. Bene, il risultato è stato -43.7. Per dirla con linguaggio tecnico, a 10-sigma miss. Per dirla in parole povere, il peggior risultato sull’arco temporale dei due mesi di sempre. Fatta eccezione per il maggio 2020. Ovvero, il picco di sprofondo della pandemia. Un dato talmente eclatante da far pensare a un errore di battitura. Peccato non lo sia.

Ora date un'occhiata al grafico nei commenti. Ci mostra come nelle ultime 6 settimane, i costi dei noli per il trasporto merci via mare siano saliti di oltre il 120% a causa delle turbolenze nel Mar Rosso.
E dopo che oggi anche Shell ha sospeso l'utilizzo di quella tratta a tempo indeterminato, la prospettiva pare quella di un ulteriore peggioramento.
L'ultima volta che avevamo assistito a un salto del genere? Il +168% registrato nel 2020. In piena pandemia. Esattamente come per l'Empire Manufacturing.
Ora, al netto della sparizione del soft landing, vogliamo guardarci in faccia e dirci chiaramente che i mitici "sottostanti macro" attuali sono pari a quelli del 2020, ovvero di quando il mondo era congelato da paura e COVID?
Ed ecco che, casualmente, sempre oggi il capo del board dei governatori della FED, Christopher Waller, parlando alla Brookings Institution ha sì confermato come il 2024 vedrà un primo taglio dei tassi ma ha anche voluto sottolineare come, in tal senso, non ci sia fretta.
Detto fatto, il rendimento del Treasury decennale è tornato al 4%.
E quei costi dei noli marittimi non possono che complicare ulteriormente il lavoro della FED. Insomma, stiamo vivendo una pandemia senza virus. E senza clamore. Niente lockdown, vaccini, mascherine. Non servono.
Il mondo pare essersi abituato a convivere con disastri macro, fingendo di non accorgersene. O, forse, proprio non accorgendosene.
Il mercato, poi. Resta un fatto: something's gonna give. Una situazione del genere richiede alibi e capri espiatori. Perché i pasti gratis arrivano solo dopo prolungati digiuni. O shock talmente forti da obbligare tutti a scordarsi il passato. L'inflazione. Ma anche il leverage. Un'altra pandemia. Senza virus. Ma perfetta per ottenere lo stesso risultato generato dalla prima, a livello di sostegni a pioggia, manipolazione del mercato e monetizzazione del debito.
er questo, occorrono i Christopher Waller con i loro giochi delle parti. Sterilizzazione, questo l'obiettivo? Nel frattempo, cadrà qualche briciola di stimmy money dalla tavola imbandita del nuovo QE. E ci basterà ancora per non fare domande. In tal senso, ricordandovi come nei commenti si trovi il link per sostenere questi post, permettetemi: non pensiate che non provi vergogna. La dignità, sinceramente, è l'ultima delle cose che vorrei sacrificare. Ma non ho padroni, né sponsor. Solo il vostro aiuto.
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WALL STREET RITORNA A RUGGIRE.
Non sembra esserci nulla, allo stato attuale, che sia in grado di ridimensionare il valore dei mercati azionari, che dopo 4 5 sedute di consolidamento / ritracciamento, e che avevano fatto pensare ad un ribasso maggiormente strutturale, hanno chiuso invece in rialzo, guidati dalle società tecnologiche. Wall Street ha visto il Dow Jones salire dello 0.54%, l’S&P 500 dello 0.88% e il Nasdaq a +1.35%, e ben sette settori su 11 che hanno chiuso in rialzo trascinati da tecnologia, servizi di comunicazione e industriali.
I principali vincitori sono stati Apple (+3.3%), e Tsmc, il colosso che produce chip, salito del 9.8% dopo la pubblicazione della trimestrale.

I dati americani, usciti decisamente migliori del consensus, hanno contribuito ad aumentare i rendimenti dei titoli di Stato Usa, saliti oltre il 4.14% sul decennale, con l’indice vix che è balzato oltre i 14.5 punti, alimentando il risk off che però avrebbe dovuto, secondo le correlazioni vigenti, spingere i listini al ribasso.
Ora, va detto che non è che sia strano il fatto che le borse salgano di fronte a dati positivi, il che sarebbe anche logico, ma dobbiamo ricordare che negli ultimi 2 anni, le notizie positive venivano valutate negativamente perché ciò avrebbe alimentato il rialzo dei tassi, creando le condizioni per un rallentamento futuro della congiuntura. Oggi invece le borse si disinteressano dei tassi, a quanto pare, perché convinte che questa euforia di tassi alti / utili aziendali in crescita, sia un mantra che possa durare in eterno. Tra l’altro, i dati Usa hanno visto anche i tassi sui mutui scendere al minimo degli ultimi 8 mesi, al 6.6%, cosi’ come i permessi di costruzione sono aumentati ad un tasso superiore al consensus. E come dimenticare i jobless claims a 187 mila, il minimo dal settembre 2022. Insomma, dati sorprendenti, considerati i tassi e una congiuntura globale non proprio brillante.
 

averio Berlinzani

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DATI RESILIENTI, WALL STREET VOLA !
Continuano a sovra-performare i mercati azionari americani, i veri leading indicators di questo inizio 2024, trascinati soprattutto dal settore tecnologico. L’S&P ha chiuso sui massimi storici a 4.839 con un +1.2%, ma anche il Nasdaq ha fatto lo stesso con un +1.7% a 17.331 con un nuovo massimo di sempre, a 17.340. Il Dow Jones ha chiuso a 37.850, anch’esso record storico.
Nvidia, il colosso dell’intelligenza artificiale ha chiuso al livello record di 594.91 per azione, con un incremento del 4.2%.
Avanced Micro Devices, il gigante dei semiconduttori è salita del 7.1%, mentre
Texas Instruments, è cresciuta del 4%.
Gli utili nel comparto tecnologico continuano a crescere e c’è ben poco da obiettare al riguardo. Ovunque si leggono commenti che parlano di bolla speculativa e di esuberanza irrazionale, parlando dei livelli attuali, ma nella realtà, che è poi quella con cui si deve fare i conti, il mercato continua a raggiungere ogni giorno nuovi record che alla fine danno ragione a chi ancora cavalca questi trend.
Anche nel comparto assicurativo, Travellers Company è balzata di oltre il 6.7%, con utili del quarto trimestre più che raddoppiati.

La settimana ha infine visto i tre grandi listini Usa salire rispettivamente dello 0.5% (Dow Jones), dell’1.1% (S&P 500) e del 2% (Nasdaq). Ma perché salgono i mercati azionari ? Nel recente passato, come ricorderete, a fronte di dati macro positivi, i listini perdevano quota, per il famoso principio, “good news are bad news”, cioè i dati positivi preoccupavano gli investitori per le possibili conseguenze che tali dati, avrebbero avuto sulle politiche monetarie, ovvero nuovi rialzi dei tassi.
Oggi invece la borsa sale in ragione del fatto che, nonostante i dati continuino a mostrare resilienza della congiuntura macro economica, non c’è più il timore che ciò porti ad un aumento del costo del denaro, in ragion del fatto che le banche centrali hanno chiaramente affermato che i tassi hanno raggiunto il pivot. E nel mentre, anche se gli ultimi dati evidenziano una ripresa della fiducia dei consumatori, salita a Gennaio a 78.8, livello più alto dal Luglio 2021, superiore alle previsioni di 70, la fiducia dei mercati è supportata anche dal fatto che l’inflazione ha realmente cominciato ad intraprendere la strada della discesa, il che ha spinto i banchieri centrali, al cambiamento di orientamento.

Tra l’altro le aspettative di inflazione sono scese al 2.9% per il 2024, il livello più basso dal 2020. Quindi i listini anticipano il calo dell’inflazione unitamente ad una tenuta degli aggregati. Potrà durare ancora questo scenario ? Non lo sappiamo, o meglio non sappiamo quanto, perché prima o poi, va ricordato, gli effetti dei tassi alti, dovranno generare qualche scompenso nei numeri, ma quando non è dato saperlo.
 
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ci mostra come il Leading Economic Index (Lei) statunitense abbia segnato il 21° mese di fila di contrazione. Peggiore striscia negativa consecutiva dal 2008. E a un solo mese di distanza dal raggiungimento del filotto horribilis di inizio anni Settanta. Ma la narrativa, da trimestri, parla di soft landing. E i dati manipolati dalle revisioni di un Pil reale sempre esuberante, ancorché gonfiato di volta in volta da voci totalmente una tantum o distorsive a livello di deficit


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Il secondo grafico ci mostra come l’indice manifatturiero Philly Fed oggi sia peggiore di quello raggiunto durante precedenti cicli di recessione. Ufficiali e conclamati.
 
ieri l'S&P ha fatto registrare un nuovo massimo assoluto

ATTENZIONE: Nuovi massimi per S&P 500! | Cosa aspettarsi dal mercato azionario?​

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