Dal punto di vista macro questa settimana è stata ricca di situazioni e news quantomai contrastate ma che offrono interessanti spunti per il 2007.
Tra questi questa settimana mi vorrei soffermare su un evento passato relativamente sotto silenzio ma che ha grosse implicazioni su molti mercati valutari con tutte le implicazioni intermarket che ne conseguono.
L'evento riguarda la decisione poi in gran fretta ritirata da parte dell'autorità monetaria Tailandese di restringere l'afflusso di capitali per limitare principalmente l'apprezzamento del bath (la valuta locale) e l'afflusso di capitali speculativi nel paese.
Aldilà della violenta correzione del mercato azionario domestico che ha portato ad una frettolosa retromarcia ed ad un buon recupero del mercato la maggior parte dei commenti si è soffermata sull'incapacità di gestire gli eventi da parte delle dilettantesche autorità Tailandesi (ricordiamoci che non molti mesi fa c'è stato un colpo di stato) piuttosto che sulle cause che hanno portato a questo errore.
Se invece ci soffermiamo sulle cause di questo atteggiamento possiamo identificare alcuni elementi importanti non solo per la Tailandia ma per molti mercati asiatici con implicazioni a livello globale:
1) I flussi di capitali speculativi sui paesi del sud- est asiatico in questo ultimo trimestre dell'anno sono aumentati in maniera esponenziale e questo si può osservare dai flussi netti in entrata sugli ETF esposti sui singoli paesi o anche dalla semplice osservazione dell'indicatore tecnico OBV per i singoli ETF (per una semplice spiegazione....
http://stockcharts.com/education/IndicatorAnalysis/indic-obv.htm )
2) Questi flussi di investimento causano un forte apprezzamento degli asset finanziari del paese e un apprezzamento della valuta rispetto ai paesi dove le esportazioni sono dirette (USA e Giappone) e anche contro le valute dei principali competitori (vedi Cina) mettendo in crisi gli scenari di crescita.
3) Rialzare i tassi per raffreddare l'economia domestica causa invece un ulteriore afflusso di liquidità finanziaria dall'estero che compensa ampiamente la riduzione della liquidità domestica in quanto la liquidità finanziaria è alla ricerca di rendimenti elevati.
Questo fenomeno è facilmente osservabile guardando l'andamento attuale dell'EMBI che è ora sui livelli di inizio maggio di quest'anno..... (e con molte curve dei tassi ormai invertite...)
http://www.cbonds.info/index/index_detail/group_id/1/
E' per questo motivo che l'autorità finanziaria della Tailandia per raffreddare la corsa degli asset finanziari domestici non ha trovato niente di meglio che escogitare una restrizione dei capitali.
E' la paura che una crescita eccessiva della valuta comprometta del tutto la forza delle proprie esportazioni e quindi la crescita del paese causando degli inevitabili problemi economici.
E' la legge delle svalutazioni competitive alla ricerca del trend economico più forte che innesca questo meccanismo.
Si potrà dire che questo fenomeno interessa solo una parte marginale dell'economia mondiale e che quindi il suo impatto non potrà che essere marginale.
Ma non è così.
Un paio di giorni dopo le decisioni Tailandesi la Corea ha preso delle misure sicuramente meno impopolari ma necessarie per impedire un surriscaldamento eccessivo della propria economia domestica e tentare di mettere un freno alla crescita degli asset finanziari domestici.
http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=achdrIWpzmSA&refer=home
Anche la Corea sta vivendo gli stessi problemi della Tailandia con una crescita spropositata degli asset finanziari, con un afflusso continuo di denaro speculativo, e con timore della sostenibilità dell'export che si riverbera in una continua diminuzione dei prezzi all'esportazione che si confrontano con i continui aumenti dei prezzi all'importazione.
Naturalmente trattasi di un paese più avanzato economicamente e con buoni consumi interni ma che non potrebbe sostenere questi ritmi di crescita senza un forte mercato internazionale e con buone quote di mercato sull'export.
Anche in questo caso la forza della valuta e il possibile rallentamento dei consumi USA potrebbe essere un problema più serio del previsto.
Notare che la Corea nel recente passato aveva parlato più volte di dedolarizzazione della propria economia e vendita di asset in dollari ma in queste ultime sedute con l'accelerazione di forza dello Won queste dichiarazioni sono scemate.
Tutto questo ha quindi serie implicazioni sui mercati finanziari:
1)La vendita di asset in dollari potrebbe essere dilazionata o addirittura reversata facendo si che la debolezza del dollaro venga sospesa.
In caso contrario ulteriore debolezza del dollaro contro molte delle valute export- oriented potrebbe causare seri problemi di competitività a molte di queste economie
2)Molto del denaro speculativo presente su molti dei mercati emergenti cosidetti consumer orientend potrebbe essere riversata se il timore di misure similari si allargasse
3)Essendo bassa la percezione del rischio e attualmente abbastanza sostenuti i flussi in entrata sui mercati azionari un reverse della percezione del rischio potrebbe causare seri problemi ai mercati azionari.
Ci attende un interessante 2007 dove si contrapporranno le spinte psicologicamente positive tipiche del terzo anno del ciclo presidenziale USA e di una persistente liquidità finanziaria (la crescita delle riserve valutarie USA detenute da banche Estere, un buon misuratore della liquidità internazionale, sono cresciute del 18% anno su anno) con un ciclo economico e finanziario iperesteso.