"Mercati" (4 lettori)

alan1

Forumer storico
Umhhh!

Il cluster passato sembra lavorare bene sulle materie prime, bond, valute,

ma il massimo azionario i prossimi giorni temo di non vederlo :cool: .


Non mi vogliono mandare in vacanza tranquillo :rolleyes:
 

gipa69

collegio dei patafisici
Economie nazionali ed elites finanziarie globali

Nell’epoca della globalizzazione le entità che per prime riescono a ragionare globalmente acquistano un vantaggio competitivo significativo dato dalla mancanza di regole condivise internazionalmente.

Le prime imprese a capire questo meccanismo negli anni 90 sono state le aziende industriali che hanno sfruttato a loro vantaggio la possibilità di trovare la migliore manodopera possibile al miglior costo possibile potendo poi ricollocare i prodotti realizzati a costi molto bassi sui mercati dai ricavi più elevati.

Negli ultimi anni anche le elite finanziarie hanno cominciato a sfruttare a loro vantaggio la limitatezza delle strutture nazionali preposte al controllo dei flussi finanziari per poter espandere le proprie risorse finanziarie e possibilmente i propri rendimenti.

Attualmente le banche centrali controllano i flussi finanziari, la massa monetaria e le condizioni macro domestiche ma non riescono ad espandere il controllo oltre i confini nazionali sebbene alcune banche centrali per l’importanza della loro valuta in termini di peso complessivo sugli scambi commerciali e di risorsa finanziaria possono almeno in parte determinare la direzione dei flussi finanziari.

L’eventuale mancanza di coordinamento tra queste istituzioni viene facilmente sfruttata dalle elite finanziarie in termini di mismatching operativi.

Le maggiori istituzioni finanziarie attuali e cioè la FED, la BOJ e la BCE sono estrate in tempi diversi nel campo del rallentamento economico senza compromettere il trend della crescita complessiva.

Per prima la FED ha cominciato con il rialzo graduale dei tassi per rallentare la debolezza del dollaro, rallentare la crescita dell’immobiliare ed impedire il carry trade sulla propria valuta mantenendo comunque condizioni abbastanza accomodanti in termini reali.

La stessa cosa ha cominciato a fare la BCE nel secondo semestre del 2005 ma ancora più lentamente per non compromettere la lenta ripresa in atto.

Per ultima la Boj che ha dichiarato la fine della politica del QE e nel prossimo futuro quella dei tassi zero riducendo in modo sostanziale la sua base monetaria.

Questa ultima mossa del mercato unita alla debole considerazione che il mercato ha di Bernanke in termini di dissuasore di processi inflattivi hanno portato un certo nervosismo sui mercati facendo rialzare i rendimenti obbligazionari, indebolendo il dollaro e facendo indebolire il trend complessivo dei mercati finanziari colpendo maggiormente i mercati emergenti marginali ma innervosendo comunque la struttura complessiva dei mercati, nervosismo segnalato dal rialzo sostanziale da molti degli abituali indicatori di sentiment (CPC VIX ,ecc)

La paura di un contagio globale e di un effetto a catena negativo e l’accelerazione al ribasso dei mercati finanziari più rapida di quello delle commodity ha portato nelle ultime settimane ad una serie di eventi a sostegno del trend precedente.

La Boj ha iniettato liquidità nel sistema attraverso il riacquisto di bond per sostenerne il prezzo ed allontanare una eccessiva forza della valuta stimolata dal recupero dei rendimenti dei samurai bond;
Kohn è stato eletto vice presidente della FED per consegnare ai mercati quel percorso di continuità e di equilibrio tra Greenspan e Bernanke; Paulson è stato eletto Segretario al tesoro, ex di una big bank americana (Goldman Sachs) e molto orientato al mercato finanziario ed alla sua crescita.

L’oversold dei mercati e la nuova situazione macro sostenuta anche da alcuni dati USA hanno permesso il rimbalzo dei mercati azionari con minori timori inflazionistici ed il recupero dei bond.

Attualmente il mercato principale USA (lo Spoore) ha testato l’area di resistenza collocata tra le medie mobili a 40 e 50 giorni e l’area intorno ai 1295/1296, la rottura della quale darebbe un nuovo segnale rialzista al mercato ma solo se accompagnato da internals sostenuti.

Gli aggiustamenti realizzati sembrano preposti a rallentare la discesa e a ridurre il più possibile la sua pericolosità mentre il complesso delle commodity subisce un rallentamento più marcato per far sparire le tensioni inflazionistiche che in una fase di possibile rallentamento economico non possono continuare a crescere.

Tutte le banche centrali vogliono rallentare l’economia ma senza farla deragliare:
Gli USA vogliono rallentare il settore immobiliare, L'Europa il boom del credito e il Giappone la facilità di indebitamento finanziario.

Vi è però un economia che non sembra voler rallentare ed è quella Cinese.

La crescita di quel paese è sostenuta e l’export mondiale verso quel paese sta esplodendo sostenendo l’economia mondiale ma anche la richiesta di materie prime e materiale di base.

La Cina nelle ultime settimane è tornata compratrice netta di treasury USA e quindi continua a fomentare gli squilibri globali alla ricerca di una crescita sostenuta che si autoalimenti.

Questo fenomeno ha prolungato la forza del ciclo oltre ogni immaginazione ed ha fornito almeno in parte il sostegno al carry trade globale sulla parte dedicata ai rendimenti elevati (le H share, cioè le azioni Cinesi quotate ad Hong Kong da ottobre 2002 sono le azioni con la migliore performance in assoluto) e sebbene la Cina abbia adottato recentemente qualche misura restrittiva molti dei trade collegati alla sua crescita sono ancora attivi sebbene abbiano subito una certa correzione.

E’ solo il rallentamento della Cina che può ridurre in manira consistente le pressioni inflazionistiche e permettere una crescita meno squilibrata.

Nelle ultime settimane il dollar index pesato in base al peso degli scambi commerciali con quei paesi ha realizzato nuovi minimi ed è questo che negli USA ha aumentato le tensioni inflazionistiche, ma successivamente agli eventi macro di cui sopra ha impostato un certo recupero riassorbendo parte dei timori inflazionistici.
Con la Cina però tutto questo non si è verificato aumentando ancora di più il peso della Cina negli scambi commerciali globali e costringendo le altre banche centrali ad atteggiamenti di difesa valutaria.

La strana dicotomia che si è realizzata è che mentre il dollaro si è rafforzato contro le valute commerciali è rimasto stabile contro le valute finanziarie con la crescita del livello degli short complessivi sul dollaro vicine a quelle di Novembre 2004 segnale di un possibile nuovo tentativo di carry trade che però con l’instabilità attuale dei trend e correlazioni saltatee risulta alquanto instabile.

I mercati hanno avvisato gli operatori di momentum che il sistema messo in piede negli ultimi tre anni è molto vicino al punto di stress ed un nuovo possibile violento shock potrebbe avvenire sui mercati a causa di queste posizioni a meno che i protagonisti attuali istituzionali non trovino soluzioni comuni di equilibrio.
 

f4f

翠鸟科
Re: Analisi intermarket 5 giugno 2006

alan1 ha scritto:
Temo non si trovi granchè.

Stò lavorando ad una serie di articoli, tra cui una introduzione al ciclo.

Ci vorrà ancora tempo.

aspetteremo pazienti :)
grazie del tuo lavoro :up:
 

woolloomooloo

Forumer storico
Re: Economie nazionali ed elites finanziarie globali

grazie gipa, come al solito spunti molto interessanti.
ma una tua frase mi porta a porre delle domande

gipa69 ha scritto:
Vi è però un economia che non sembra voler rallentare ed è quella Cinese.

quanto pesa in termini 'macro' questa economia?
quante materie prime, quante riserve monetarie accumula, quanta energia consuma, quanto prodotto finito produce (in percentuale mondiale), quanto importa, questa cina?
 

gipa69

collegio dei patafisici
non ho molto tempo per cercare tutto ma qua vi sono alcuni grafici esplicativi sulla crescita attuale Cinese...


1149579078significanttradesurplus.gif


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Re: Economie nazionali ed elites finanziarie globali

gipa69 ha scritto:
I mercati hanno avvisato gli operatori di momentum che il sistema messo in piede negli ultimi tre anni è molto vicino al punto di stress ed un nuovo possibile violento shock potrebbe avvenire sui mercati a causa di queste posizioni a meno che i protagonisti attuali istituzionali non trovino soluzioni comuni di equilibrio.

con quale tempistica si potrebbe verificare tutto ciò?
si può dire che la pacchia è finita?
grazie
 

gipa69

collegio dei patafisici
Quella frase finale è stata modificata mentre la scrivevo e la locuzione finale è stata aggiunta in un secondo tempo per non esprimere con eccessiva enfasi le mie preoccupazioni sulla situazione del mercato.
I tempi li decide ovviamente il mercato ed i suoi operatori di peso e eventuali interventi istituzionali potrebbero limitare/controllare l'effetto di questo shock.

E' evidente comunque che coloro che hanno costruito per tre anni un certo tipo di operazioni le stanno smontando perchè non più sostenibili in termini di costi rendimenti.
E' ovvio che eventuali accelerazioni non faranno altro che sostenere il trend così come poteva accadere in salita ma l'attuale timore è che l'eco della bolla azionaria precedente faccia essere ancora più prudenti anche gli investitori individuali.
Per i tempi possiamo guardare la statistica riguardante il passato e allora si potrebbe dire che i bottom più probabili si realizzano tra Luglio ed Ottobre, oppure la macro che ci dice che la contrazione della liquidità si sta avviando nel solito cammino correttivo con qualche ritardo sugli effetti macro a causa degli squilibri di cui ho parlato sopra, oppure l'analisi tecnica che ci dice che siamo arrivati vicino a valori importanti per lo spoore ecc.
Io penso più probabile ottobre o anche dopo ma le mosse preferisco farle con un certa gradazione che mi limitano i gain ma con cui non rischio di azzeccare il movimento ma sbagliare il tempo e mi consentono in caso di errore uscite in perdita sostenibili psicologicamente. (per la mia psiche naturalmente...)
 

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