Sig. Ernesto
Guest
Il Mercato Calabrone
Una delle più note sfide “probabilistiche” dell’ultimo secolo è quella riguardante il volo del calabrone. Secondo l'ingegnere aeronautico John McMastes, la storia del calabrone iniziò a circolare in Germania negli anni Trenta del secolo scorso e precisamente all'università di Göttingen: proprio il luogo in cui Ludwig Prandtl (1875-1953) gettò le basi della moderna fluidodinamica. Negli stessi anni Wall Street sperimentava quella che sarebbe entrata negli annali di storia come la “catastrofe delle catastrofi”, finanziariamente parlando ovviamente. Un crollo continuo e violento che accompagnò l’America nella più profonda depressione economica mai sperimentata. Disoccupazione al 50%, miseria, violenza,instabilità politica. Ci vollero circa dieci anni per rimettere le cose a posto.
Il genere umano, pur afflitto da memoria corta, possiede una spiccata capacità di analisi e reazione agli shocks che lo colpiscono direttamente. Come per il calabrone, il crack del 1929 dette il “là” ad una corrente di pensiero filosofico\matematico\mistico nota come Risk Management dove viene professata, con acceso fervore illuminista, la dottrina del “calcolo delle probabilità”.
La dottrina è oramai universalmente diffusa, abbiamo numeri che ingabbiano qualsiasi eventualità:
Probabilità che una Centrale Nucleare subisca un “incidente” à 1 ogni 200 anni.
Probabilità che un fulmine ci colpisca à 100 volte superiore alla probabilità dell’incidente cui sopra (il che mi mette un attimo in ansia..forse ho scampato Cernobyl ma se riesco ancora a far di conto ho scarse chance di superare il prossimo temporale)
Probabilità che l’Asteroide 1999RQ36 colpisca la Terra nel 2182 à 1 su 2000 (ma nel 2011, quando sarà nuovamente osservabile, ricalcolando la traiettoria forse la statistica migliorerà)
Probabilità che un evento “6-SIGMA (ovvero sei volte la media delle “catastrofi” osservate)” colpisca i mercati azionari à 1 volta su 4,039,906 anni (il che mi induce a riflettere su come si comporteranno i traders tra 150anni; chissà se il Sig.Ernesto del futuro si sparerà tutto in leva 100 sapendo di beccarsi a breve 1999RQ36 sulla capoccia. Probabilmente sì…short a oltranza, rapido calcolo del gain durante l’esplosione generata dall’impatto, stimata in 2500 Megatoni(contro i 10 Chilotoni di Hiroshima), sorriso finale e successiva liquefazione, bombetta inclusa)
Probabilità che un evento “25-SIGMA” si abbatta sul Mercato à 1volta su 1.309e+135 anni (notare l’esponente…il periodo si riferisce ad una durata “n” volte-non fatemi fare i calcoli-superiore a quella intercorsa dal Big Bang ad oggi..); il CFO di Goldman Sachs, David Viniar, annunciò ad agosto 2007 che la perdita di valore pari al 27% e riferita ad un loro fondo d’investimento era dovuta ad eventi 25-SIGMA occorsi più volte di fila. Le probabilità che abbia detto il vero sono pari almeno alle probabilità che sia effettivamente accaduto..(come fare “sei” al superenalotto una ventina di volte di fila…per rimanere in tema di cazzate..)…molto più probabile che l’ingordigia abbia spinto ad una sottovalutazione del rischio..prezzando lo stesso sulla base dell’idilliaco periodo passato.
Probabilità…probabilità…probabilità…probabilità…un modo elegante per giustificare errori passati o futuri viene da pensare.
Veniamo al secondario motivo di questo thread (il principale è augurare a tutti buona Pasqua):
gli eventi ci hanno insegnato che il mercato non è prevedibile. Analisi Tecnica, Fondamentale,Statistica,Comportamentale, Planetaria..e chi più ne ha ne metta, sono solo cucchiai, più o meno larghi, per mangiare la minestra “mercato” senza sbrodolarsi troppo.
Il mercato, il nostro calabrone, vola seguendo traiettorie imprevedibili e tentare di costruire modelli previsionali ammantandoli (o no) di rigore pseudoscientifico ha sempre portato verso sciagure finanziarie di portata rilevante(vedete ad es. il recente subprime case, la codificazione del rischio debitore mediante formula matematica, il seguente crack, l’ammissione postuma che la copula gaussiana(la formula) può esercitare qualche attrattiva in camera da letto…ma va assolutamente rifiutata in campo economico\finanziario..etc..etc..etc..).
Tutto quello che possiamo fare è osservare, ragionare e, soprattutto, essere prudenti.
Siamo saliti molto, è vero. Ma se ci estraniamo dal contesto prezzo e ci limitiamo ad osservare il rischio percepito dagli operatori notiamo, sorprendentemente, che esso è da poco transitato in un range di ritrovata “normalità”. La metodologia che ho usato è calcolare la media storica del rischio e la percentuale rilevata giorno dopo giorno dello stesso rispetto alla media. Quello che si può notare in 100 e passa anni di Dow Jones è che, dopo eventi estremi (il recente 2008 conquista a fatica il V° posto di sempre dopo la I° Guerra Mondiale, la Grande depressione, la Guerra di Corea ed il Black Monday del 1987) il mercato ha reagito regalando periodi di relativa tranquillità. Una sorta di violenta diuresi per liberarsi dalle tossine. Non che si debba salire per forza (anche se è questo che effettivamente è accaduto in larghissima parte), ma di consecutive(temporalmente) catastrofi non c’è grossa evidenza. Molti hanno vissuto il lustro 1997-2003 e quello è stato un periodo effettivamente complicato. Con poca esperienza e tanta presunzione siamo entrati in borsa come buoi al mattatoio. Il “Parco” che solitamente viene accostato alla definizione “Buoi” credo si possa identificare nell’anticamera edulcorata che abbiamo condiviso prima dello scoppio della tecnobubble. Se qualcosa abbiamo imparato in questi anni, non fosse altro per istinto di conservazione, è che “prevedere” fa male. Adattarsi alle condizioni presenti può portare, se non altro, a sopravvivere.
Le condizioni presenti evidenziano un rischio inferiore del 46.46% rispetto alla media storica. Questo e solo questo deve dettare, a mio avviso, eventuali ipotesi di investimento. La mancanza di rendimenti alternativi, le assicurazioni governative sulla ripresa, le trendlines superate, i supporti mantenuti, le medie a sostegno…etc…etc…etc…sono tutte conseguenze di questo banale rapporto che fotografa il sentiment. Le probabilità che esso cambi domani?
Se permettete, sul domani, preferisco pensare all’abbacchio al forno che mi aspetta e calcolare la probabilità di trovarci delle patate.
Buona Pasqua a tutti,
Sig.E
…(a proposito…il calabrone vola perché ha le ali “rugose” e soffre di frenesia da sbattimento(sempre riferito alle ali..)) creando turbini portanti durante il volo....non perché non conosce la fisica o la statistica…il punto è che un tale miracolo di fluidodinamica non si riesce a modellizzare con efficacia..e quindi è preferibile raccontare la storiella che “vola contro ogni probabilità (riferita ad un’evoluzione naturale che prescinde dall’intervento Divino) perché non sa”…