Obbligazioni societarie Monitor bond Telecom Europa VIII (Gennaio 2010 - Dicembre 2013)

Su Vodafone invece la stessa S&P fa un discorso interessante, e chi ha seguito le considerazioni fatte sul 3D in merito all'emittente in qualche occasione potrà trarne spunti aggiuntivi.

S&P commenta i risultati positivi diffusi da Vodafone per l'esercizio 2009, e fra questi la riduzione del leverage da 2,8x a 2,6x e la generazione di FCF eccedente il forecast, essendo occorsa per 7,2 mld £ contro i 6-6,5 mld £ attesi, ed afferma le proprie aspettative per uno scenario di ulteriore contenimento del leverage per i 12-18 mesi a venire.

Poi però esprime timori circa il fatto che tale scenario possa non avverarsi, per fattori quali un indebolimento macroeconomico su mercati importanti per V e tale da incidere sulla sua performance di business, oppure movimenti nei cambi che penalizzino la società (la quale, va rammentato, fattura in GBP, ma ha uno forte presenza su mercati continentali di Eurolandia, e nel 2009 si è giovata di una debolezza della sterlina, mentre è penalizzata da un indebolimento dell'Euro).

Inoltre anche qui (ed il discorso "scorre parallello" a quello fatto per Telefonica) i livelli di debito in assoluto sono importanti, il rating A- è nella fascia più bassa in termini di flessibilità finanziaria consentita all'emittente senza che vi sia un downgrade e le politiche finanziarie adottate sono più generose con gli azionisti che attente alla salvaguardia del rating, dato che V prevede un incremento del dividendo del 7% annuo per i prossimi 3 anni.

Senza contare che non vi è alcuno spazio per politiche di acquisizione - secondo S&P - che non siano compensate da alienazioni di asset che bilancino uscite ed entrate.

Insomma, un po' tra le righe, torna il discorso già fatto per Telefonica, che suona più o meno "Attenti a non essere troppo generosi con gli azionisti, o troppo sbilanciati nelle acquisizioni, specie se poi le aspettative sull'andamento dell'economia dovessero rivelarsi meno positive delle attese".

L'outlook di Vodafone, alla luce di quanto detto, resta pertanto negativo nonostante il buon andamento evidenziato dai conti del 2009.
 

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E S&P, in una settimana densa di attenzioni circa il comparto delle telecom europee, prende posizione nuovamente anche su PT, tenendola in creditwatch negativo in attesa che si definisca la vicenda di Vivo.

Anche qui viene detto senza troppi giri di parole che l'agenzia attende di comprendere se ed in che misura PT ridurrà il leverage nell'anno in corso.

Infatti, l'eventuale cessione delle proprie quote in Vivo a Telefonica ha sicuramente un'incidenza negativa in termini di business profile dell'emittente, in quanto viene meno il principale accelleratore della crescita di fatturato e profittevolezza di PT, vista la performance di Vivo dopo il suo turnaround nel 2006/2007, e riduce la dimensione della telecom lusitana a poco più del mercato domestico, impattandone negativamente la diversificazione geografica.

A fronte di tutto questo, occorrerà capire in quale misura gli eventuali proventi della cessione verranno destinati a distribuzioni agli azionisti e in quale misura, invece, alla riduzione dell'indebitamento.

Anche perché (come già raccontato qui) l'ultima offerta "rivisitata" da parte di Telefonica prevede una cessione delle quote PT in Vivo da effettuarsi "per gradi", con pagamenti da effettuarsi nel corso del tempo, dividendi garantiti nel mentre sulle quote residue ecc.

Il che rende ancora più articolato ipotizzare un riparto nel tempo di quanto verrà conseguito fra l'esigenza di premiare gli azionisti e quella di ridimensionare i livelli di indebitamento.

S&P prevede di attendere le decisioni dell'assemblea straordinaria degli azionisti il prossimo 30 giugno e poi di incontrare il management di PT per capire come atteggiarsi rispetto al rating.
 

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Arriva infine un upgrade di S&P sul debito di TDC e di Angel Lux, la società veicolo di diritto lussemburghese adoperata per fondere TDC e Nordic Telephone in una unica entità. Tale circostanza aveva - qualcuno lo ricorderà - indotto le agenzie a rimuovere qualsiasi subordinazione dei bond NT rispetto a quelli TDC.

E difatti anche l'upgrade premia in misura analoga tutti i bond del gruppo, ed appare piuttosto significativo anche in quanto accompagnato da un outlook positivo, motivato con il potenziale, espresso dai conti aziendali, di effettuazione in futuro di ulteriore riduzione del leverage.

E tuttavia, un upgrade che arriva poco prima di una IPO con cui le equity firms che controllano il gruppo preparano la propria uscita dall'azionariato deve sempre suscitare un po' di cautela, specie quando le equity firms in questione sono primarie, e dunque primari clienti delle agenzie di rating.

Ciò detto, va anche precisato che, a leggere con attenzione la rating action, le possibili criticità future non vengano sottaciute: il leverage di TDC continua ad essere elevato rispetto ad altri ex incumbent nazionali; la mancata cessione di Sunrise ha una portata moderatamente negativa ai fini del rating (come d'altronde qui non si era mancato di rilevare); TDC è oggi presente su mercati maturi, il che ne riduce il potenziale di crescita futura in termini di fatturato; le più significative operazioni di contenimento dei costi hanno già esplicato o stanno esplicando la propria efficacia, per cui il margine non potrà essere incrementato oltre per questa via; e soprattutto, nulla si sa delle future intenzioni degli azionisti di controllo in termini di remunerazione degli shareholders, il che è indispensabile per capire se il deleverage proseguirà oppure meno e con quale intensità.

Insomma, il rating attuale segna il punto di arrivo della gestione delle equity firms, del periodo 2006-2010, e peccato per la mancata percorribilità dell'operazione Sunrise, che avrebbe portato il rating nei dintorni dell'IG.

Il futuro è teoricamente promettente, se si continuerà sulla strada intrapresa, ma porta con sé tutte le incognite di un cambiamento di policy.
 

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Arriva la seconda ristrutturazione in 6 mesi per Wind Hellas, dopo quella che azzerò gli obbligazionisti subordinati di una delle finanziarie della telecom greca.

La società aveva accusato un forte calo del fatturato già nel Q1/2010 rispetto al 2009 (-18,5%), con l'EBITDA caduto del 31% ed una perdita netta nel trimestre di oltre 51 mln euro e ha anticipato come questo trend abbia visto un ulteriore peggioramento in aprile e maggio, per effetto delle misure di austerità varate dal governo, con inoltre una perdita di quote di mercato per effetto del contesto competitivo.

I greci pare si siano messi a tagliare drasticamente anche i consumi di low cost telefonico...

La cassa di Wind Hellas è di nuovo agli sgoccioli (Sawiris, dopo la precedente ristrutturazione, vi aveva investito 124 mln euro per tramite di Weather Investments) e non ci sono i soldi per pagare gli interessi sul debito alla prossima scadenza del 15 luglio.

FT.com / UK - Wind Hellas launching review

Wind Hellas says in talks with creditors | Reuters
 
Mark, come la vedi la OTE greca?

Per ora ha lanciato un profit warning, e diciamo che è normale in Grecia di questi tempi... ha scadenze debitorie significative nel 2011 e se dovesse essere "tagliata fuori" dal mercato, potrebbe avere problemi... ha poi esposizione nell'area sud balcanica (Romania in particolare)...

Sul versante dei punti di forza, ha Deutsche Telekom che la ha consolidata nei bilanci del gruppo, essendo l'azionista di riferimento con il suo 30% delle azioni, e il mercato confida in un supporto parentale in caso di necessità... infatti il supporto pare arrivare, dato che oggi OTE dovrebbe informare i mercati di un prestito che verrà da Deutsche Telekom, sul quale tuttavia vorrei sapere qualcosa di più circa le condizioni che lo accompagnano (soprattutto se sia sovraordinato rispetto ai bond), visto che insomma, potrebbe essere "parentale" il supporto, ma fino ad un certo punto.

I suoi bond sono andati giù pesanti nei giorni scorsi, però rende ancora il 6,8% lordo sulla scadenza 2016, ed il 5,5% sulla scadenza 2013...

Un interessante Bloomberg che racconta alcune cose di OTE nel contesto atuale...

Greece’s Economic Plight Plays Out at Former Telecom Monopoly - BusinessWeek
 
Scade a fine dicembre 2011 la put che consentirebbe al governo greco di cedere ancora un 10% di OTE ad un sovrapprezzo rispetto ai corsi di mercato, i quali tuttavia sono decisamente più bassi di una volta, causa crisi... nel 2007 il prezzo stava stabilmente fra i 20 ed i 26 euro, adesso è sotto i 6 euro...

Non stupisce che Papandreou non sia così incline a vendere...

No sale of OTE assets yet: CommsUpdate : TeleGeography Research

No sale of OTE assets yet

In an announcement yesterday, Greek finance minister George Papaconstantinou revealed details of the government’s plans for privatising various state-owned companies as part of its attempts to fix the country's public finances, but stated that there would be no change in the state’s holding in Hellenic Telecommunications Organisation (OTE), reports Dow Jones Newswires. According to TeleGeography’s GlobalComms Database, Germany’s Deutsche Telekom (DT) and the Greek government own respective stakes of 30% and 20% in OTE, plus one voting share each and joint management control, whilst a put option expiring December 2011 entitles the state to sell a 10% stake at a price 15%-20% above market value.
 
Per ora ha lanciato un profit warning, e diciamo che è normale in Grecia di questi tempi... ha scadenze debitorie significative nel 2011 e se dovesse essere "tagliata fuori" dal mercato, potrebbe avere problemi... ha poi esposizione nell'area sud balcanica (Romania in particolare)...

Sul versante dei punti di forza, ha Deutsche Telekom che la ha consolidata nei bilanci del gruppo, essendo l'azionista di riferimento con il suo 30% delle azioni, e il mercato confida in un supporto parentale in caso di necessità... infatti il supporto pare arrivare, dato che oggi OTE dovrebbe informare i mercati di un prestito che verrà da Deutsche Telekom, sul quale tuttavia vorrei sapere qualcosa di più circa le condizioni che lo accompagnano (soprattutto se sia sovraordinato rispetto ai bond), visto che insomma, potrebbe essere "parentale" il supporto, ma fino ad un certo punto.

I suoi bond sono andati giù pesanti nei giorni scorsi, però rende ancora il 6,8% lordo sulla scadenza 2016, ed il 5,5% sulla scadenza 2013...

Un interessante Bloomberg che racconta alcune cose di OTE nel contesto atuale...

Greece’s Economic Plight Plays Out at Former Telecom Monopoly - BusinessWeek

Ieri i bond OTE hanno ancora ceduto terreno sensibilmente, sebbene oggi sembrino voler rimbalzare ... il 2016 rende all'Xtrakter di chiusura di ieri (87) poco più del 7% lordo, mentre il 5% 2013 sta attorno al 5,9% (97,18 il close di ieri)
 
Ieri i bond OTE hanno ancora ceduto terreno sensibilmente, sebbene oggi sembrino voler rimbalzare ... il 2016 rende all'Xtrakter di chiusura di ieri (87) poco più del 7% lordo, mentre il 5% 2013 sta attorno al 5,9% (97,18 il close di ieri)


Grazie, tengo sott'occhi la scadenza 2013.

ciao
 

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