Nel bianco nordest: sono orgoglioso che qui Eluana possa finalmente trovare pace

Stavo riflettendo con altri amici se l'ipotesi di interrompere l'idratazione e l'alimentazione configuri omicidio del consenziente.
Se esse fossero terapie, potrei rifiutarle. Se viene desunta la mia volonta' in tal senso, non dovrebbero esserci problemi ad interromperle.
Se terapie non fossero, potrei io decidere di rinunciare ad alimentarmi e non permettere a nessuno di modificare la mia decisione?
Penso di si.
La idratazione e alimentazione forzate non sono previste da alcuna norma e l'averle disposte costituisce un illecito (violenza privata) e un atto nullo e un comportamento penalmente sanzionabile.
Eliminare la violenza privata perpetrata attraverso il ripristino della volonta' di Eluana, comporterebbe il reato di omicidio del consenziente perche' il gesto di chi interrompe con consenso del soggetto determinerebbe la morte del soggetto stesso?
A io modo di vedere, leggendo il decreto legge esso tenta di far rientrare idratazione e alimentazione tra le terapie ma a differenza delle terapie ordinarie non permette di rifiutarle. Qui io vedo una disparita' di trattamento e una potenziale illegittimita' del decreto.
Ma lo scoglio maggiore e' l'omicidio del consenziente. Ripristinare le condizioni iniziali volute da Eluana (nella volonta' ricostruita dal tribunale e dalla corte d'appello) cioe' il blocco dell-alimentazione e dell'idratazione, se da un lato elimina un provvedimento nullo per carenza di potere e un'illiceita' del comportamento, e' altrettanto vero che potrebbe configurare l'omicidio del consenziente, ma a mio giudizio mancherebbe le'elemento soggettivo (che nel caso di specie non sarebbe quello di voler uccidere ma di eliminare una violenza privata o pubblica che sia). e' vero pero' che l'effetto sarebbe la morte del soggetto come conseguenza del comportamento di chi interrompe l'alimentazione/idratazione.
Certo che e' paradossale che eliminare un reato (la forzata alimentazione di chi la rifiuta) ne possa comportare un altro (l'omicidio del consenziente).
il curatore e il tutore dovrebbero fittiziamente rappresentare eluana e dovrebbero essere loro stessi a 'staccare' la spina perche' in quel modo e' come se lo facesse eluana la quale puo' decidere di morire. Forse e' questa la soluzione. La rappresentanza data dal tutore e dal curatore e' come se fosse Eluana stessa.
E quindi non vi sarebbe omicidio del consenziente ma suicidio (che naturalmente non e' punito dall'ordinamento...)
Eluana nella persona del curatore o del tutore blocca la sua idratazione e alimentazione e questo a mio parere lo potrebbe senz'altro fare.
Come potrebbe fare un decreto legge o una legge ad obbligare una persona a mangiare e a bere? Escluderebbe che nel caso ci sia violenza privata? Sequestro di persona? Solo perche' il soggetto non si puo' muovere o parlare autonomamente.
Uhmmm, io avrei moltissimi dubbi: si abrogherebbero dei reati oppure si limiterebbe/ si limita la volonta' del curatore tutore per cui il bene di eluana e' deciso dall'ordinamento e non dall'individuo. Quindi dove sono i diritti inviolabili della persona? Sono violabili dallo stato che puo' permettersi di sopraffare la volonta' di un singolo circa la propria volonta' di vivere o morire?
So che la disponibilita' del corpo non e' totale, ma qui non si tratta di disponibilita' del corpo quanto di tenere fuori l'ordinamento da una sfera inviolabile dell'individuo.
L'argomento e' giuridicamente spinosissimo.
To be continued.

Saluti
 
La "pace" lei l'ha trovata, 17 anni fa. Adesso speriamo che possano trovarla suo padre e sua madre.

Ah non direi proprio.
Stante l' uso nn consenziente che ne stanno facendo .. tutti. Il fatto che ella non ne sia sensibile (e nn è detto) non diminuisce la gravità della cosa. Anzi ne carica maggiormente il peso.
Probabilmente un uso meno strumentale e + accorto (e qui mi riferisco ai legali tutori) della vicenda avrebbe permesso che nn si ripetano casi drammatici come questo come invece sembra delinearsi dalla posizione del Governo.
Non è giusto?Assolutamente vero. Ma siamo il Paese dei mille e mille scandali, dove portiamo come massima espressione d' arte un film come gomorra che mette le lacrime agli occhi dalla vergogna pensando a come siamo messi..credere che si possa avere anche su un caso come questo una posizione onesta, da parte di chi manovra le leve, cari miei è solo una pura fantasia.
Brutale? forse. Ma è la realtà Signori miei. Prima la si accetta e meglio è per tutte le Eluana vive e non.CIvoleva il 100 euro citato prima? nn lo so, quello che so è che doveva essere gestita, nell' interesse di quella povera sventurata, meglio.
 
L'onda emotiva della vicenda di Eluana rischia di sviare l'attenzione dal cuore del problema
L'ordinamento del nostro paese prevede per tutti il diritto di rifiutare i trattamenti


Distinguere il possibile dall'impossibile

di UMBERTO VERONESI

La forte ondata emotiva che accompagna la vicenda di Eluana rischia di sviare l'attenzione dal cuore del problema. L'ordinamento del nostro Paese prevede per tutti il diritto di rifiutare i trattamenti. Anche i trattamenti cosiddetti "di sostegno", come la nutrizione artificiale o la trasfusione di sangue, ma ora si vorrebbe calpestare questa norma fondamentale, violando il diritto di autoderminazione delle persone, che è sacrosanto per ognuno di noi.

Capisco e intimamente condivido la commozione profonda che pervade in queste ore tutto il Paese, ma a questo punto il sentimento non deve impedire di capire cosa si può fare e cosa non si può fare. Cancellare la morte? Non si può fare. Evitare la sofferenza ai familiari o a chi assiste a una morte? Non si può fare. Abolire il diritto dei medici di decidere secondo scienza e coscienza? Ancora, non si può. Spazzare via con un colpo di spugna i diritti fondamentali delle persone e dei malati, conquistati con fatica e difesi per decenni? Neppure. Mettere governo e giustizia l'uno contro l'altra, con provvedimenti in cui la politica nega ciò che le Corti hanno deciso? Davvero non si può; e soprattutto non si deve. E io credo che il governo e il Parlamento non lo faranno.

Nessuno oggi, se non in un momento di smarrimento e confusione, può davvero pensare di ignorare i trecento anni di storia e di grandi progressi civili che ci hanno permesso di godere di un livello di vita accettabile e di disporre della libertà personale necessaria per costruire il proprio progetto di vita. Una legge che obbliga chi cade in coma ad una vita artificiale, senza coscienza e senza risveglio per decenni, anche contro la sua volontà, va contro i principi di libertà e non verrebbe mai sottoscritta da nessun presidente di una democrazia avanzata. E tanto meno dal nostro Presidente della Repubblica, che è il custode della Costituzione e dei suoi più alti valori. Inoltre le leggi non dovrebbero mai essere fatte sull'onda delle emozioni, ma su una pacata e lucida analisi della realtà.
Penso di essere in Italia, per età e per professione, uno fra coloro che maggiormente ha lottato sul campo per la vita, la sua qualità e per il diritto di viverla nella sua pienezza, e credo anche di essere fra coloro che più da vicino hanno vissuto accanto alla sofferenza, al dolore e alla morte. Così ho imparato a distinguere il possibile dall'impossibile. Ciò che si può fare, è, da parte della scienza, lottare fino all'ultimo per la salute del malato e annullare il dolore fisico, e, da parte della società, aiutare le persone nel momento di massima debolezza, quando sono colpite da malattie gravi, senza calpestare mai i loro diritti.

Ora, se il Paese applica le conclusioni della Cassazione - che confermano che la volontà di Eluana era di rifiutare la vita artificiale e che questa volontà va rispettata - fa ciò che umanamente e civilmente è possibile fare di fronte al terribile dramma di questa donna e della sua famiglia. Se non lo fa, non risolve la tragedia e condanna Eluana a invecchiare incarcerata nel suo letto, senza vedere, senza sentire, senza parlare e soprattutto senza avere coscienza. In questo caso il Paese metterebbe anche pericolosamente in gioco gli stessi principi su cui ha fondato la sua esistenza e il suo straordinario sviluppo. Si tratterebbe di violare il principio della separazione dei poteri, quello giudiziario e quello politico esecutivo, che dal 1700, dalla Rivoluzione francese in poi, ha scritto la storia delle democrazie nel mondo e segnato la fine degli imperi e i governi assoluti. E' importante che la gente, che oggi è comprensibilmente confusa dalle tematiche toccanti e incerte della morte, sappia comunque che se vedessimo che la politica prevarica la giustizia , sarebbe davvero preoccupante per il futuro.

Ciò che rassicura noi "ottimisti della ragione" è che un caso analogo si è già verificato negli Stati Uniti per Terry Schiavo quando era presidente George Bush. Anche Bush pensò allora di impedire che fosse interrotta la vita artificiale di Terry sospendendo una sentenza di Tribunale; tuttavia la Corte Suprema levò gli scudi in difesa dei principi fondamentali degli Stati Uniti d'America e Terry, il cui cervello all'autopsia apparve poi del tutto devastato, ha potuto così concludere la sua disumana avventura.




p.s. questo governo illiberale cerca continuamente di sopraffare il potere giudiziario, di cosa si meraviglia Veronesi?
 
Stavo riflettendo con altri amici se l'ipotesi di interrompere l'idratazione e l'alimentazione configuri omicidio del consenziente.
Se esse fossero terapie, potrei rifiutarle. Se viene desunta la mia volonta' in tal senso, non dovrebbero esserci problemi ad interromperle.
Se terapie non fossero, potrei io decidere di rinunciare ad alimentarmi e non permettere a nessuno di modificare la mia decisione?
Penso di si.
La idratazione e alimentazione forzate non sono previste da alcuna norma e l'averle disposte costituisce un illecito (violenza privata) e un atto nullo e un comportamento penalmente sanzionabile.
Eliminare la violenza privata perpetrata attraverso il ripristino della volonta' di Eluana, comporterebbe il reato di omicidio del consenziente perche' il gesto di chi interrompe con consenso del soggetto determinerebbe la morte del soggetto stesso?

imho sono due questioni separate.
Se l'idratazione e l'alimentazione forzata sono terapie si può sospenderle; ma non ci sarebbe nessun omicidio del consenziente.
Una donna è morta perchè si è rifiutata di farsi amputare un gamba, sarebbe omicidio pure quello...
Altra cosa è la ipotetica violenza privata perchè sono state somministrate l'idratazione e l'alimentazione forzata senza la volontà del paziente.
Ma allora anche se fai un incidente che ti porta in coma e in ospedale ti curano per cercare di guarirti, stanno commettendo una violenza privata?
 
La strada più semplice per l'esecutivo
è la più vile: quella dei provvedimenti amministrativi


La politica
gregaria


di EZIO MAURO



Fermiamoci un momento a ragionare, se possibile, sull'azione del governo nei confronti di Eluana Englaro. La ragazza è dentro una stanza a cui guarda tutta l'Italia, con i dubbi profondi e la trepidazione che questa tragedia provoca in ogni persona non accecata dall'ideologia, e con lei c'è il padre che non chiede affatto silenzio, ma anzi sollecita una discussione pubblica, accompagnata dal rispetto per quella particolare vicissitudine: come quando in ospedale si tira una tenda intorno alle ultime ore di un malato morente. In quella stanza, dopo rifiuti e ricatti, Beppino Englaro chiede allo Stato di poter porre fine ad un'esistenza vegetativa, dopo che per 17 anni si è registrata una situazione irreversibile. Lo fa in nome di una convinzione di sua figlia, di una sentenza della Corte d'Appello di Milano e della Cassazione, e soprattutto lo fa in nome dell'amore e del dolore che lui più di ogni altro prova per Eluana.

Fuori, passando definitivamente dalla testimonianza dei valori cristiani alla militanza, la Chiesa muove fedeli e obiettori, proteste contro l'"omicidio" e l'"assassinio", invocazioni ad Eluana perché si "risvegli", come se questa non fosse purtroppo una superstizione, e come se la scienza che dice il contrario fosse falsa, anzi complice, dunque colpevole.

Questo governo pagano, figlio di una cultura che ha paganizzato l'Italia, è diviso dalla religione dei sondaggi (i quali danno ragione alla scelta del padre di Eluana che vuole infine liberare il corpo di sua figlia da questo simulacro di vita) e il richiamo della Chiesa, che con quel corpo totemico vuole ribadire non solo i suoi valori eterni, ma anche il suo controllo della vita e della morte.

La strada più semplice per l'esecutivo è la più vile, quella dei provvedimenti amministrativi, cioè di un diktat camuffato. Si minacciano ispezioni alla clinica, si chiedono informazioni ufficiali, si cavilla sulla convenzione tra la Regione e la casa di cura, immiserendo la grandezza della tragedia, che impone a tutti il dovere di essere chiamata col suo nome, e di essere affrontata con la responsabilità conseguente, nel discorso pubblico dove la famiglia Englaro l'ha voluta portare: probabilmente per rendere quella morte non inutile agli altri, meno priva di significato.

Quando la pressione aumenta, nella sera di mercoledì, il governo pensa ad un decreto. Uno strumento legislativo di assoluta necessità ed urgenza, che in questo caso sarebbero determinate da un caso specifico, da una singola persona. E soprattutto, contro una sentenza della magistratura passata in giudicato. Tutto ciò si verificherebbe per la prima volta nella storia della Repubblica, con un'anomalia che configurerebbe una vera e propria rottura dell'ordinamento costituzionale. Vediamo perché.

La sentenza della Cassazione non impone la fine della vita di Eluana Englaro: stabilisce che si può procedere con "l'interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale realizzato mediante alimentazione di sondino nasogastrico". Questo atto di interruzione chiesto da un padre-tutore per una figlia in stato vegetativo permanente dal 1992, per la giustizia italiana non rappresenta dunque un omicidio ma l'esecuzione di un diritto previsto dall'articolo 32 della Costituzione, il diritto a rifiutare le cure.

Con questa pronuncia, la Cassazione afferma con chiarezza che l'alimentazione forzata artificiale è un "trattamento sanitario", secondo la formula della Costituzione: mentre il decreto in un unico articolo che il governo ha pensato di varare nega proprio questo principio, e dunque non consente di seguire l'articolo 32, vincolando quindi il malato a quell'alimentazione artificiale per sempre. Per aggirare la Costituzione, si cambia il nome e la natura ad un trattamento praticato nelle cliniche e negli ospedali, lo si riporta dentro l'ambito del cosiddetto "diritto naturale", fuori dalla tutela dei diritti costituzionali.

Ma in questo modo, attraverso il decreto, saremmo davanti ad un aperto conflitto tra due opposte pronunce non solo sulla medesima materia, ma sullo stesso caso: una sentenza della magistratura e un provvedimento d'urgenza del governo con vigore immediato di legge. Solo che nel nostro ordinamento il legislatore può cambiare il diritto finché una sentenza non diventa irrevocabile, cioè non più impugnabile, vale a dire passata in giudicato. Non siamo dunque soltanto davanti ad un conflitto: ma al problema dell'ultima parola in democrazia, al principio dell'intangibilità del giudicato, alla regola stessa della separazione dei poteri. Senza quel principio e questa regola, una qualunque maggioranza parlamentare a cui non piace una sentenza "definitiva" la travolge con una nuova legge, modificando il giudicato, intervenendo come supremo grado di giudizio, improprio, dopo la Cassazione.

Naturalmente il Parlamento è sovrano nel potere di legiferare su qualsiasi materia, cambiando qualsiasi legge, qualunque sia stato il giudizio in merito della magistratura. Ma questo vale per il futuro, non per i casi in corso, anzi per un singolo caso, per un solo cittadino, e proprio per vanificare una sentenza. Si tratterebbe di un decreto contro una sentenza, definitiva: e mentre la si attua. Nemmeno nell'era di Berlusconi, dove si è cambiato nome ai reati, e si è creata un'immunità speciale del Premier, si era giunti fino a questo punto, che rende il legislatore giudice di ultima istanza - quando lo ritiene - e viola l'autonomia della funzione giudiziaria.

Per queste ragioni di patente incostituzionalità è molto probabile che il capo dello Stato abbia frenato ieri sia la necessità che l'urgenza del governo, invitandolo a riflettere. La falsa rappresentazione che vuole la destra capace di parlare della vita e della morte, e gli altri, i laici, prigionieri dei diritti e del diritto, si rovescia in questo cavillare anticostituzionale del berlusconismo gregario, che riprenderà da oggi la strada della viltà amministrativa, usando qualsiasi invenzione strumentale per bloccare la volontà del padre-tutore di Eluana.

Se il decreto salta, si salva il principio dell'autonomia tra i poteri dello Stato. Resta da chiarire, purtroppo, la capacità di autonomia della politica italiana, del suo governo, del Parlamento e di questa destra davanti alle pretese della Chiesa. Che ha tutto il diritto di dispiegare la sua predicazione e di affermare i suoi valori, ma non di affermare una sorta di idea politica della religione cristiana, trasformando il cattolicesimo italiano da religione delle persone a religione civile, con forza di legge.
 
io credo che lo faccia per eluana e per se stesso

e la cosa mi basta già
e dovrebbe bastare a tutti

ciao eluana


ps.

ho sessantanni,sono rotto a tutto,ma devo ammettere,
e non me ne vergogno, che piu`leggo
piu`sono confuso da questo vergognoso teatrino



ps.2

bellissimo l`articolo di veronesi

grazie anche a chi l`ha postato

Aveva mille modi per farlo senza sottoporsi a questo vergognoso calvario. Ha scelto un'altra strada, per un motivo di principio.

Una cosa rara in questo paese, che desta ammirazione e riconoscenza.
 
Aveva mille modi per farlo senza sottoporsi a questo vergognoso calvario. Ha scelto un'altra strada, per un motivo di principio.

Una cosa rara in questo paese, che desta ammirazione e riconoscenza.

forse sono egoista e non ho i parametri giusti

Avesse voluto farlo solo per sé stesso, avrebbe allungato 100 euro ad un infermiere perché ponesse fine alla situazione della figlia in maniera clandestina, non credi ?

Così facendo, avrebbe risolto la situazione personale del liberare la figlia dalla prigionia di un corpo senza coscienza.
 
ma si,si,lo so

ma ricordo che lo vidi un paio di anni fa in tv
mi sembrava che non facesse "campagne"
ma lottasse per la famiglia e basta
mi ha dato la impressione che fosse un bravo cristo che voleva far le cose "in regola" e non sotterfugi,
tutto li`
per principi si,di correttezza,non per l`umanità

non vorrei che,come per il caso welby,la cosa sia stata strumentalizzata e che gli "abbia preso la mano"

scrivo questo,non per difendere una tesi mia,ma per giustificare la frase che ho scritto,a voi

per me lui,comunque, è un grande eroe,anche cosi`,
anche se non fosse paladino di nessuno


la cosa mi rattrista, invecchiare ti fa pensare
e mi fa SCHIFO che sia stata buttata in pasto alla politica

ciao ragazzi

:)

Non ha nemmeno fatto una chiassosa battaglia politica: mi sembra stia facendo ogni sforzo per tenere un basso profilo, nonostante la tempesta mediatica sulla sua testa... va avanti per la sua strada, con i tg parla poco e niente, interviste, presenze nei talk shows ed altre cose che magari gli tornerebbero utili per fare pressione, niente...

Un friulano convinto del suo, poche parole, molta sostanza nei comportamenti ...
 

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