NicOx.... in attesa di.....

propabilmente ci sono motivi che sanno solo le societa',magari anche di natura fiscale,e stanno aspettando il 2012 per fare l'annuncio.magari devono prima fare i comodacci loro per aggiustarsi con le quotazioni e i pacchetti azionari.insomma se lo tengono nascosto fino a che fa comodo.


questo puo' essere vero , pero' di tempo ne è passato...insomma nn la possono tirar per le lunghe quando hanno l' accordo c'e'....se c'è naturalmente.

quello che voglio dire è che se effettivamnete il corso è andato di pari passo fra le società da diversi mesi in avanti, vorrebbe dire anche che la cosa si è sistemata prima , quindi ancora indietro nel tempo e giustamente prima sistemato il tutto e poi annuncio...che pero' a tutto oggi nn c'è neanche l' ombra...
 
E intanto lo spread è sempre sopra i 500 punti; ci toccherà pagare una caterba di imposte per coprire i maggiori interessi sul debito pubblico. Ma col nuovo governo non si era detto che lo spread sarebbe sceso ?
 
magari ad averla..:):):):)

purtroppo invece si procede per esami, ma soprattutto per intuizioni..

qualcosa dovrà pur succedere.. speriamo bene:up::up:


In effetti non ci resta altro che sperare, perchè altro non possiamo fare.

Sono arrabbiatissimo, sono stufo di queste prese in giro, ne ho piene le tasche di questi rialzi farlocchi, non ne posso più di aspettare una notizia che non arriva mai. Se non fosse che mi sono imposto di tenere le azioni almeno per un altro anno, venderei tutto e manderei tutti a quel paese.
 
magari ad averla..:):):):)

purtroppo invece si procede per esami, ma soprattutto per intuizioni..

qualcosa dovrà pur succedere.. speriamo bene:up::up:

vero, sperar nn nuoce...:up:

questi invece sembrerebbero che abbiano la sfera di cristallo...

L'euro? Morirà entro 10 anni La prima vittima sarà Atene"

Studio britannico che spaventa l'Europa: al 60% un paese uscirà dall'unione già nel 2012. Dopo Atene toccherà all'Italia

Con il 2012 inizia la fine dell’euro. La profezia è contenuta nel Forecasting Eye elaborato dal Centre for economic and business research (Cebr). Il documento contiene le dieci previsioni per il nuovo anno tra le quali, appunto, la disgregazione della valuta unica. Secondo gli esperti del Cebr, si legge sul sito di Borsaitaliana, esiste il 60% di probabilità che almeno un paese, ma potrebbe essere più di uno, lasci l’euro entro la fine del 2012. Sarebbe solo il primo passo verso una disgregazione che al 99% potrebbe arrivare entro dieci anni.

Che gli inglesi non vedano con favore l’euro è cosa nota. Un recente sondaggio condotto da Deloitte tra 94 direttori finanziari di società inglesi conferma che la possibilità di rottura è più che reale. Secondo il 37% dei cfo almeno una nazione uscirà dall’euro nel 2012. Ovviamente principale indiziata è la Grecia ma anche per l’Italia il Cebr scommette più sull’abbandono che sulla permanenza nella moneta unica. Intanto da Atene giungono conferme indirette alle ipotesi dell’istituto britannico. Il governo Papademos si prepara a difficili negoziati con la troika Ue, Bce ed Fmi per il rilascio del nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro. «Il secondo piano di aiuti deve essere firmato, altrimenti la Grecia sarà fuori dai mercati, fuori dall’euro» ha dichiarato il portavoce del governo di Atene Pantelis Kapsis.

L’uscita di un Paese dall’euro aprirebbe la porta ad altri abbandoni e provocherebbe nuovi terremoti all’interno di un comparto finanziario già provato. Arriva così la seconda previsione negativa elaborata dal Cebr per l’Europa: «Mi aspetterei di assistere al salvataggio di molte banche francesi e tedesche inguaiate dalla loro esposizione ai debiti sovrani. Alcune potrebbero essere perfino nazionalizzate» spiega Douglas McWilliams, direttore del Cebr. Il tutto all’interno di un’economia che, tra austerità e credit crunch, non potrà che imboccare la strada della recessione. E così il Cebr suona la terza campana per l’Europa. «Prevediamo una recessione modesta o severa per le economie occidentali» si legge nel report che prosegue, «probabilmente ad esclusione degli Stati Uniti». Il punto caldo della recessione rimane quindi ancora una volta il Vecchio continente che, secondo Cebr, dovrebbe vedere il prodotto interno lordo scendere dello 0,6% nelle previsioni migliori e del 2% in quelle peggiori.

05/01/2012
 
vero, sperar nn nuoce...:up:

questi invece sembrerebbero che abbiano la sfera di cristallo...

L'euro? Morirà entro 10 anni La prima vittima sarà Atene"

Studio britannico che spaventa l'Europa: al 60% un paese uscirà dall'unione già nel 2012. Dopo Atene toccherà all'Italia

Con il 2012 inizia la fine dell’euro. La profezia è contenuta nel Forecasting Eye elaborato dal Centre for economic and business research (Cebr). Il documento contiene le dieci previsioni per il nuovo anno tra le quali, appunto, la disgregazione della valuta unica. Secondo gli esperti del Cebr, si legge sul sito di Borsaitaliana, esiste il 60% di probabilità che almeno un paese, ma potrebbe essere più di uno, lasci l’euro entro la fine del 2012. Sarebbe solo il primo passo verso una disgregazione che al 99% potrebbe arrivare entro dieci anni.

Che gli inglesi non vedano con favore l’euro è cosa nota. Un recente sondaggio condotto da Deloitte tra 94 direttori finanziari di società inglesi conferma che la possibilità di rottura è più che reale. Secondo il 37% dei cfo almeno una nazione uscirà dall’euro nel 2012. Ovviamente principale indiziata è la Grecia ma anche per l’Italia il Cebr scommette più sull’abbandono che sulla permanenza nella moneta unica. Intanto da Atene giungono conferme indirette alle ipotesi dell’istituto britannico. Il governo Papademos si prepara a difficili negoziati con la troika Ue, Bce ed Fmi per il rilascio del nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro. «Il secondo piano di aiuti deve essere firmato, altrimenti la Grecia sarà fuori dai mercati, fuori dall’euro» ha dichiarato il portavoce del governo di Atene Pantelis Kapsis.

L’uscita di un Paese dall’euro aprirebbe la porta ad altri abbandoni e provocherebbe nuovi terremoti all’interno di un comparto finanziario già provato. Arriva così la seconda previsione negativa elaborata dal Cebr per l’Europa: «Mi aspetterei di assistere al salvataggio di molte banche francesi e tedesche inguaiate dalla loro esposizione ai debiti sovrani. Alcune potrebbero essere perfino nazionalizzate» spiega Douglas McWilliams, direttore del Cebr. Il tutto all’interno di un’economia che, tra austerità e credit crunch, non potrà che imboccare la strada della recessione. E così il Cebr suona la terza campana per l’Europa. «Prevediamo una recessione modesta o severa per le economie occidentali» si legge nel report che prosegue, «probabilmente ad esclusione degli Stati Uniti». Il punto caldo della recessione rimane quindi ancora una volta il Vecchio continente che, secondo Cebr, dovrebbe vedere il prodotto interno lordo scendere dello 0,6% nelle previsioni migliori e del 2% in quelle peggiori.

05/01/2012

mha!
sarà che sono ottimista, ma sul sistema italia come paese sono piuttosto fiducioso,
è una nazione che ha molte risorse e ricchezze.
poi non condivido una pressione fiscale cosi elevata, soprattutto con inflazione alta e se non si traduce in maggior servizi al cittadino (che invece diminuiscono).
io ho una mia idea personale:
ovviamente le colpe sono da rintracciarsi nella crisi internazionale ma la più critica situazione dell'italia è dovuta alla esagerata evasione fiscale;
in particolare non mi riferisco all'evasione che potrebbe fare un commerciante o un professionista che poi di solito si traduce in consumi e quindi motore dell'economia;
quando all'evasione ormai costume nel settore delle costruzioni edili, dove è prassi registrare in atti di compravendita immobiliari importi inferiori al reale con conseguente accantonamenti di cifre immani che, in quanto troppo elevate, non vengono rimesse nel sistema ma accantonate o portate all'estero..
se poi pensiamo che veniamo da un decennio di boom immobiliare...
quindi liquidità che non "gira", uscita dal sistema e tanto per creare un circolo vizioso statistiche sull'inflazione non reali perchè non tengono conto della parte dei prezzi evasa con conseguente minor adeguamento degli stipendi e ulteriore perdita di potere di acquisto di gran parte dei consumatori..

il settore dell'edilizia è un settore trainante e ci ha trainato nella crisi.. dovrebbe ora aiutarci ad uscire..
 

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