"NIENTE" PER UNA DONNA NON E' UNA PAROLA... E' UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA

Ecco....noi a questi, dovremmo dare la cittadinanza ? Ma smettiamola di dire castronerie.
Chiedete ad un insegnate di una classe di scuola professionale superiore. Chiedegli com'è l'ambiente.
Come si comportano le "risorse" giovanili.

Canegrate (Milano), 27 settembre 2017 - Fugge all’aggressione di sette magrebini rifugiandosi da una parente.
Minuti da incubo per una quarantenne di Busto Garolfo che la sera di lunedì stava rincasando da Milano con il treno.
Colpevole solo di aver ripreso il loro comportamento.
Inseguita, minacciata, spintonata, accerchiata. Senza che nessuno degli altri viaggiatori, racconta, abbia mosso un dito.

Alla stazione di Parabiago, poco prima delle 19, sul convoglio sono saliti sette ragazzini, tutti del Nordafrica e tutti con in mano una bicicletta.

«Hanno iniziato a spingere la gente che stava scendendo, a lanciare insulti.
Poi, una volta entrati sul vagone, hanno lasciato le biciclette dove capitava, non permettendo più a nessuno di uscire - spiega la donna -.
Comodamente si sono poi seduti come nulla fosse».

Per questo la pendolare ha preso il cellulare ed iniziato a fotografare le biciclette:

«Volevo poi postarle sui social per far vedere quanta maleducazione dobbiamo subire noi pendolari ogni giorno».

Ma uno dei ragazzi si è accorto del fatto che la donna li stava fotografando. Il resto è una cronaca del terrore.
I sette iniziano ad insultarla pesantemente davanti a tutti. Il treno arriva a Canegrate e la donna scende.
Ma dietro di lei la banda di magrebini fa lo stesso:
«Alcuni hanno scavalcato la recinzione della stazione senza neppure fare il sottopasso. Hanno iniziato ad aggredirmi fisicamente, a spintonarmi. Erano in sette, ho avuto paura».

La donna corre lungo via Volontari della libertà e si rifugia da una parente:
«Non ho fatto in tempo a farmi aprire il cancello che li avevo praticamente addosso.
Sono però riuscita a rifugiarmi dentro casa, mentre questi continuavano ad insultare e volevano entrare a picchiarmi».

I ragazzini, per nulla intimoriti dai passanti, continuano ad urlare e tentano di entrare in casa.

«Eravamo io e mia suocera, terrorizzate. Abbiamo chiamato i carabinieri che sono intervenuti quasi subito».

Alla vista dei militari la banda si è praticamente dileguata.
«Quello che mi spiace, a parte questa esperienza terribile, è il fatto che nessuno dei tanti pendolari presenti si sia fermato ad aiutarmi.
Hanno visto una donna inseguita da sette persone e sono stati tutti indifferenti.
Indifferenza che ho notato anche sul treno: mentre questi ragazzini stavano insultando tutti, nessuno gli ha risposto.
Eppure lo scompartimento era pieno di gente e c’erano anche ragazzi piuttosto robusti. Nessuno ha proferito parola alcuna».
 
Solo in Italia possono accadere cose simili. Un negazionista eletto presidente.

Pier Ferdinando Casini è il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul settore bancario.
Il senatore è stato eletto con la maggioranza assoluta di 21 voti sui 40 parlamentari votanti, 20 senatori e 20 deputati.

La scelta di Casini era già stata criticata dai 5 stelle nelle scorse ore:
“Ennesimo indizio di un cortocircuito perverso tra politica e interessi delle banche”.

Del resto, lo stesso ex presidente della Camera non aveva partecipato al voto istitutivo dell’organo che presiederà, giudicandolo “rischioso e demagogico”
 
Il problema è che si da tanto, troppo e poi si vuole sempre di più ...
e poi perchè prendersela con la regione ? i mille euro della regione rimangono....Ah già è di centro destra.
...e raddoppiano pure i beneficiari.....3000 euro per una badante...a fatica ? Ma andate sul pero.

In Lombardia fino all’anno scorso potevano contare su un assegno di cura regionale da mille euro mensili
più un bonus assistenziale del comune tarato sull’Isee che poteva raggiungere gli 800 euro.

Ma dall’inizio dell’anno la giunta guidata da Roberto Maroni ha tagliato la cumulabilità dei due contributi.
E così quei malati che per vivere hanno bisogno di un assistente, ora, con i soli mille euro regionali, rischiano di non poterselo più permettere

"Una famiglia che prima riusciva ad assumere seppur con fatica un assistente, ora collassa.
Per gestire malati così complessi ci vogliono oltre 3mila euro al mese.
I piani alti di Regione Lombardia non vogliono capire quanto sia faticoso e logorante per un coniuge,
fratello, padre, madre, figlio assistere da soli il proprio caro”.

“I criteri ministeriali per l’annualità 2016 hanno ampliato le condizioni e le patologie per la qualificazione di ‘disabilità gravissima’,
allargandone la platea dei potenziali beneficiari senza tuttavia adeguare proporzionalmente le risorse”.
Più persone di prima, insomma, hanno diritto ai contributi provenienti dal Fondo nazionale per le non autosufficienze, ma le risorse sono quelle di prima:

“Alla nostra Regione sono assegnati 60.879.000 euro per il 2016, soltanto 234mila euro in più rispetto all’annualità precedente.
L’incoerenza è stata segnalata al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in più occasioni. Purtroppo senza esito.

Gli uffici dell’assessorato all’Inclusione sociale guidato da Francesca Brianza fanno sapere che incontri
con le associazioni sono avvenuti in fase di definizione della delibera regionale dello scorso dicembre.
E confermano che la platea dei beneficiari è stata ampliata “in modo enorme” dai criteri ministeriali,
con l’inserimento di alcune patologie quali la demenza e l’autismo:

“I malati gravissimi presi in carico sono passati da 2.301 a 4.342.
Per far fronte a tale situazione la Regione ha aumentato le risorse per i gravissimi da 27 a 38 milioni
mentre ha dovuto diminuire da 30 a 24 quelle per i disabili gravi”
 
Ogni giorno qualcosa di assurdo. Ecco come intasare di pratiche i tribunali e poi vanno in prescrizione.

Sette persone andranno a processo al tribunale di Brindisi accusate di aver messo un "like" a un post su Facebook considerato offensivo.

La pubblicazione incriminata risale al 2014 e conteneva dei commenti spiacevoli riguardo all'allora sindaco
di San Pietro Vernotico (Brindisi), Pasquale Russo, e ad alcuni dipendenti comunali considerati dei fannulloni.

Come riporta il Corriere, per il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi il reato è di diffamazione aggravata
a carico dell'autore del post, ma anche delle persone che hanno "apprezzato" il commento.

Non è la prima volta che in Italia che si verificano dei casi simili.
In passato, infatti, è stato contestato il "like" di alcune persone a un post che discriminava i rom.
La procura di Genova, però, in quel caso aveva sollevato la violazione della legge Mancino sull'incitamento all'odio razziale.
 
Ecco la seconda assurdità.
Sembra che il mondo debba girare attorno ai clandestini.
Perchè tale è la realtà. In altre parole, a tre migranti su cinque viene risposto di no.
Cioè sono "migranti economici", entrati in Italia senza alcun permesso e pertanto da
considerare "clandestini". Oh le regole non le ho inventate io. E la grammatica italiana, neppure.
Treccani : immigrato c., che entra in un paese illegalmente.

Art. 10 della Costituzione :
omissis .... Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche
garantite dalla Costituzione italiana
, ha diritto d'asilo (3) (4) nel territorio della Repubblica .........

I paesi di provenienza più rappresentati nel 2017 sono:
Nigeria (18% degli arrivi, circa 16.600 persone),
Guinea (9,5%, 8.800 persone),
Bangladesh (9,4%, 8.700 persone),
Costa d’Avorio (8,8%, 8.200 persone). Seguono Mali ed Eritrea.

Non mi pare proprio che in questi paesi ci siano questi problemi. O sbaglio ?
Nel Mali ci fu una guerra nel 2012. Forse in Eritrea, ma è normale che con l'Etiopia ci sia una guerra.
Ma noi cosa possiamo fare ? Gli accogliamo tutti ? Ci sentiamo responsabili ?
 
Ultima modifica:
Il buon Minniti scrive :

In quella stessa ottica il ministro lancia ora un Piano nazionale per l'integrazione
rivolto a facilitare l'inserimento di 19mila minori non accompagnati
e di 75mila profughi a cui sono stati riconosciuti l'asilo o una forma sussidiaria di protezione.

Insomma 94mila stranieri a cui vanno garantiti i diritti all'alloggio, all'assistenza sanitaria e al lavoro già previsti per legge.
Il tutto sulla base d'un patto reciproco in cui agli obblighi assunti dall'Italia corrisponde l'impegno degli «ospiti»
ad apprendere la lingua del nostro Paese e a rispettare leggi e valori dello Stato Italiano.

Un primo immediato dubbio riguarda i titoli in base ai quali viene accordata la «protezione».

Tra i minori non accompagnati si nascondono, come dimostrano molte inchieste di polizia e carabinieri, tanti maggiorenni
che hanno usufruito della facile scappatoia per garantirsi l'accoglienza.

Per certificata ammissione del Viminale sappiamo, inoltre, che tra i 74.853 beneficiari della «protezione»
vi sono 47.814 soggetti a cui non è garantito l'asilo
, ma solo una protezione sussidiaria non riconosciuta per legge da altri Paesi europei.
Insomma solo il 36 cento di quelli a cui promettiamo lavoro, casa, istruzione e assistenza medica sono profughi a pieno titolo.

E qui sorge il problema.
Se attuare i diritti riconosciuti per legge ai titolari della protezione internazionale è ineccepibile,
lo è anche pretendere efficaci controlli sulle commissioni regionali distintesi per prodigalità e mancanza di verifiche nella concessione di quei titoli.

Per non parlare dell'esigenza d'una revisione legislativa rivolta a eliminare la fumosa categoria della protezione sussidiaria.
Per quanto riguarda il «patto» proposto da Minniti vien da chiedersi, invece, chi garantirà che i diritti riconosciuti
ai nuovi arrivati non diventino più pressanti e urgenti di quelli riservati ai nostri concittadini.

Un rischio non proprio infondato come dimostrano le tristi vicende di tanti italiani in stato d'indigenza
ritrovatisi discriminati nella concessione degli alloggi rispetto ai migranti.

Un timore reso ancor più concreto dalla presenza di oltre cento milioni di fondi europei destinati ai titolari della protezione internazionale mentre non ne esistono di equivalenti per chi è nato e vissuto in Italia.

In realtà in esso sono previsti ricongiungimenti familiari in pratica illimitati per queste 94mila persone,
del tutto svincolati dai due fondamentali requisiti del possesso di idoneo alloggio e del reddito minimo, che pure sono richiesti per gli immigrati regolari.

E' facile calcolare fino a 250.000 nuovi ingressi come conseguenza.
Insomma si chiude la finestra degli sbarchi incontrollati, e si spalanca il portone!

Ma la verità è che l'Italia già non è in grado di occuparsi degli italiani ne degli immigrati regolari
figuriamoci di milioni di africani,compresi profughi e rifugiati che vengono lasciati a se stessi
proprio perchè non si è fatta alcuna differenziazione da migranti economici e delinquenti .

L' Africa ha una serie di organizzazioni riconosciute e indipendenti che con l'ONU incomincino a fare il loro lavoro.

Nel frattempo il nostro emerito Presidente della Repubblica, in visita "pastorale" in Finlandia,
dice dovremo armarci di buona volontà per creare lavoro, fare la crescita e la coesione sociale:
chiedetelo a chi campa rubando non solo per sopravvivere, a chi non si integra adducendo ancestrali privilegi "divini"
e a chi l'unica croissance se la ritrova al cavallo dei calzoni.
 
Se uno dice queste cose, viene accusato di nazionalismo, razzismo, fascismo e quant'altro.
Io penso solo che - come accadeva ed accade in tutti i Paesi del mondo - prima si debba pensare
ad aiutare chi si trova - Italiano - in difficoltà economica e sociale.

I sindaci vogliono collaborare col governo per garantire un percorso di integrazione, ma di fatto chiedono uguali diritti per tutti, italiani e migranti.
È questo il quadro che emerge dalla posizione assunta dall'Anci, come riporta ilMessaggero,
rispetto al Piano nazionale approvato dal Ministero degli Interni:

"Ben vengano corsi di lingua - afferma il presidente dell' Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro - lezioni sui diritti che queste persone hanno nel nostro paese,
scambi di esperienze, condivisione delle regole, ma è diverso quando si affronta il tema dei tirocini formativi sul lavoro e delle soluzioni abitative.

Noi vorremmo che fosse distribuito su tutta la popolazione, perché c' è il rischio di creare una guerra tra poveri, tra ultimi e penultimi".

Il nuovo Piano di fatto dovrà poi essere messo in atto proprio dagli Enti Locali. L'Anci dunque segnala alcune perplessità:
"L' idea - è la tesi dell' Associazione nazionale dei comuni - è quella di avere un piano che sia complessivo per la popolazione,
per tutti coloro che vivono condizioni di disagio dal punto di vista economico e sociale.
Vanno tenuti insieme sia gli italiani d' origine che gli italiani di adozione.
Tutti sullo stesso piano, altrimenti si rischia una discriminazione al contrario - aggiunge Decaro -
Non va bene se hai diritto a un corso di formazione solo se ottieni il permesso di soggiorno.
Deve essere fatto un ragionamento più complessivo".

La posizione dell'Anci è condivisa da tanti sindaci.
"Del resto, è normale pensarla così. Siamo sindaci a 360 gradi. Il nostro lavoro deve riguardare tutti gli italiani.
Per questo è importante che ci siano le risorse anche per le altre fragilità sul territorio.
Va benissimo quando parliamo di corsi di lingua e di istruzione, ma sulle case e sulla formazione professionale non si può fare lo stesso discorso.
E' giusto dire che siamo favorevoli al documento approvato dal Viminale, però è necessario
che questo allarghi i benefici a tutti coloro che vivono difficoltà dal punto di vista economico e sociale".
 
Io direi che - prima di occuparci dei migranti - dovremmo occuparci dei terremotati.
Quanto sta accadendo ad un anno di distanza dall'evento è VERGOGNOSO.
Ed il responsabile è solo il PD che ha affidato ad un politico - errani prima e la nuova ora -
un qualcosa di cui non sanno trovare il filo .....dell' ago nel pagliaio.

«Errani subito dopo la nomina a commissario continuava a ripetere non faremo come all'Aquila.
Infatti hanno fatto in un modo diverso: un disastro. Se non fanno come all'Aquila è perché non ne hanno le competenze, la capacità, la passione».

«Una cabina di regia tutta politica, per di più un monocolore Pd. E la nomina di un commissario ha finito con il delegittimare
il capo della Protezione civile. Un classico all'italiana: si fanno tanti capi e capetti e chi ha bisogno di appoggio,
di guida in un momento di emergenza, non sa più a chi rivolgersi».

«Sa qual è la vera differenza? All'Aquila la sala operativa era sul posto, tra le macerie, qui l'hanno piazzata a Rieti,
che è oltre 60 chilometri da Amatrice e Accumoli.
La nostra cabina di regia coinvolgeva tutti i protagonisti, dai sindaci alle forze dell'ordine.
E per i primi dieci mesi noi abbiamo vissuto sul posto e ci riunivamo tutti i giorni alle 19,
incluso Natale e Ferragosto, non facevamo un salto un paio di volte a settimana per poi tornare nei comodi palazzi romani».

«Sono state cancellate le due parole d'ordine che avevamo imposto: nessuno deve restare solo,
e ora invece i sindaci sono soli, e la burocrazia non fa parte del nostro vocabolario.
Qui invece parlano di ricostruzione ma non hanno nemmeno tolto le macerie».

«Ora c'è un bravo funzionario, Angelo Borrelli, saprà far bene se la politica glielo permette.
Un Paese come il nostro ha assoluto bisogno di una Protezione civile davvero forte.
Questa gestione ha creato un grave danno d'immagine all'Italia,
anche se i grandi media hanno scelto di tacere sul disastro in corso.
Installano due case e il Corriere titola Amatrice rinasce.
All'Aquila crollava un balcone e scrivevano che il Progetto Case era un flop.
Ma il tempo è galantuomo. Le inchieste sono finite in nulla e gli aquilani, i veri giudici,
hanno eletto un sindaco di centrodestra. Ma non tornerei, non si torna mai indietro».
 
Buona mattinata a tutti.
Adesso arrivano pure questi...tutti angeli...poi ...dopo...quando sarà troppo tardi.....
salterà fuori la novità.

E’ proprio questa la peculiarità più importante che distingue il fenomeno migratorio verso il Sulcis da quello che,
dal mese di giugno fino alle scorse ore, ha preso di mira la provincia di Agrigento:
in Sicilia infatti la gran parte dei migranti fermati è di origine tunisina,
in Sardegna invece i controlli hanno evidenziato una massiccia presenza di soggetti partiti dall’Algeria.

Ma a suffragare queste ipotesi non sono soltanto supposizioni od operazioni delle forze dell’ordine compiute in terra sarda;
esiste infatti su Facebook una pagina con più di settantamila seguaci che, da alcuni mesi a questa parte,
aggiorna costantemente i propri utenti sui viaggi compiuti dall’Algeria verso la Sardegna:
tale pagina si chiama ‘HaRaGa Dz’ ed all’interno si possono notare selfie scattati dai migranti durante le traversate,
così come post scritti in arabo dagli amministratori in cui vengono postate informazioni e dettagli sia sui viaggi appena effettuati che su quelli che ancora devono essere intrapresi.

Tutto avviene alla luce del sole, senza censure o filtri ed anzi, traducendo le frasi in italiano,
compaiono i dati con i quali è possibile stabilire i particolari inerenti le rotte e le condizioni delle traversate:
si evince infatti, tra le altre cose, che le spiagge principali da cui i migranti riescono a partire sono quelle comprese all’interno del territorio di Annaba,
l’antica Ippona in cui sono nati alcuni dei vescovi padri della Chiesa durante l’Impero Romano;
non necessariamente le partenze avvengono da porti veri e propri, sembrano bastare piccole cale riparate da alcuni scogli
nelle cui rive vengono messi in acqua i barconi utilizzati per arrivare in territorio italiano.

Scorrendo la bacheca, si leggono inviti alla stessa Guardia Costiera italiana:
“Per favore – risulta scritto in un post di inizio settimana – Alcuni ragazzi sono fermi a 30 km dalla Sardegna, sono senza cibo, aiutateli”.
L’impressione è che la pagina funga da vero e proprio portale per i viaggi della speranza intrapresi dalla rotta algerina;
al suo interno si trova tutto quello che c’è da sapere sulle traversate, al pari delle notizie sulla sorte di chi si imbarca verso le coste italiane

Nulla viene comunque lasciato al caso: chi amministra la pagina appare in contatto con scafisti,
organizzatori della tratta od anche semplici migranti e grazie a questo si pubblica ogni genere di post;
dai selfie sorridenti simili a cartoline inviate da un comune viaggio, alle informazioni ed agli orari degli approdi
o dei trasferimenti verso il centro d’accoglienza di Monastir o verso Cagliari se gli algerini vengono fermati dalle forze dell’ordine.

Una vera e propria agenzia di viaggio.
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Tutto inizia quando Dagospia lancia un flash parlando della presunta trattativa in corso tra Di Maio e il conduttore Fazio per una sua apparizione in televisione:

“FLASH! Luigi Di Maio ha chiesto di andare ospite domenica da Fazio. Risposta di Fazio: Solo se il M5s smette di attaccarmi…la trattativa è in corso…”.

Una indiscrezione che ha fatto storcere il naso a molti, tra cui Boccadutri del Pd e della Commissione Vigilanza Rai, che come riporta l’Huffington Post ha commentato:

“Secondo indiscrezioni riportate dai media, Luigi Di Maio avrebbe chiesto di essere ospitato nella prossima puntata della trasmissione di Fazio, il quale si sarebbe detto pronto ad accettare a una condizione: che il M5S smetta di attaccarlo. Se confermata, saremmo davanti a un episodio gravissimo, uno scambio mai visto, consumato sulla pelle del servizio pubblico. Chiediamo agli interessati una immediata smentita. Nel caso in cui questa non arrivasse, riteniamo che il presidente della Vigilanza Roberto Fico debba convocare quanto prima la Commissione per fare luce sulla vicenda”.
 

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