anche qui i giudici dovevano pensare alla ndrangeta a roma giusto?
Zingaretti e il Comitato del Pd che lo assunse il giorno prima della candidatura a presidente della Provincia di Roma
Un meccanismo previsto dalla legge consente ai datori di lavoro di far gravare sull'ente gli stipendi e i contributi per gli eletti in Provincia. I radicali portano in procura i documenti relativi all'assunzione di Zingaretti - Sabrina Giannini
“Immagina, un nuovo inizio”, è lo slogan di Nicola Zingaretti, candidato governatore del Lazio per il centrosinistra. Anche nel suo programma promette una “Rivoluzione della trasparenza per offrire ai cittadini la possibilità di controllare direttamente ogni passaggio della vita amministrativa”.
Una promessa che assume il significato del cambiamento dopo lo scandalo Fiorito-Maruccio e la valanga che ha travolto l’amministrazione Polverini e a seguire altri consigli regionali.
Il primo a denunciare proprio a Sergio Rizzo del Corriere la mancanza di trasparenza e il raddoppio dei fondi ai gruppi consiliari fu il capogruppo radicale Giuseppe Rossodivita, escluso dalla coalizione di Zingaretti. Proprio questa esclusione deve avere spinto un funzionario della Provincia di Roma a inviare a Marco Pannella un plico contenente alcuni documenti sulla posizione contributiva dello stesso Zingaretti quando fu eletto presidente della Provincia.
Giuseppe Rossodivita, avvocato e oggi candidato governatore nel Lazio per "Amnistia, giustizia libertà”, ha depositato i documenti allegati a un esposto a nome di Marco Pannella lunedì scorso alla procura di Roma. La stessa che sta indagando su diciotto consiglieri provinciali dell’attuale e passata legislatura e appartenenti ai vari schieramenti. L’ipotesi è che alcuni di loro avessero congegnato un meccanismo truffaldino a danno dell’ente, ossia che si fossero fatti assumere poco prima dell’elezione da società compiacenti (anche di parenti) che mai avrebbero pagato i loro stipendi in caso di elezione. Infatti la legge sugli enti locali prevede che il consigliere possa richiedere alla Provincia il rimborso per il mancato guadagno derivante dall’impegno di consigliere.
L’hanno chiesto, eccome: soltanto nell’anno 2009 i diciotto consiglieri sotto indagine avevano fatto richiesta di 779.216,71 euro per rimborsi a favore dei propri datori di lavoro. Stando all’esposto dei radicali, la situazione del presidente uscente Nicola Zingaretti potrebbe inserirsi nel filone che coinvolge i diciotto consiglieri.
Partendo dalle date: Zingaretti viene assunto il 15 febbraio del 2008 dall’associazione Comitato Provvisorio Pd Lazio. Giusto il giorno dopo l’assunzione, il 16 febbraio, veniva comunicato alla stampa che Zingaretti accettava la candidatura a presidente della Provincia.
Il punto è: l’assunzione è stata fatta per lavorare davvero o per garantire un contratto a tempo indeterminato in vista della candidatura in provincia? «Zingaretti all’epoca ricopriva la carica di parlamentare europeo e ha rinunciato all’ultimo anno di indennità da europarlamentare rimettendoci parecchi soldi», replica il suo portavoce Emanuele Lanfranchi, «inoltre era già dipendente del partito quindi non c’è affatto un’assunzione fittizia, tanto più che è il rimborso previsto dalla legge quindi adottato da tutti». Rossodivita replica: «ma non è dato sapere a quanto ammontasse il suo stipendio precedente, mentre il Comitato Provvisorio Pd lo assunse concordando lo stipendio di ottomila euro al mese. Comunque il punto è capire se davvero Zingaretti e il Comitato hanno concluso un contratto di lavoro dipendente con l’idea che lo stesso Zingaretti andasse a lavorare ogni mattina. Mi sembra strano per uno che il giorno dopo quell’assunzione si candida a presidente della Provincia per la coalizione del centrosinistra con la conseguente certezza dell’elezione, minimo a consigliere».
Infatti, il 30 aprile Zingaretti viene eletto presidente ma anche in caso di sconfitta avrebbe occupato una poltrona da consigliere e il Comitato Provvisorio Pd Lazio non avrebbe dovuto sborsare gli ottomila euro grazie al meccanismo dei rimborsi elargiti dall’ente.
Poiché il presidente della Provincia è l’unico ad avere un’indennità, l’ente ha pagato per conto del datore di lavoro di Zingaretti soltanto i contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, oltre a quote di Tfr, per un ammontare complessivo pari a circa centomila euro.
Nell’esposto Pannella chiede alla magistratura di indagare sull’effettiva attività lavorativa del neoassunto Zingaretti e quindi sul presunto danno all’ente fatto a vantaggio del suo datore di lavoro, il Comitato Provvisorio Pd Lazio. Intanto Zingaretti, oggi candidato governatore del Lazio, “Immagina un nuovo inizio” forse partendo proprio da un cambiamento della sua idea di trasparenza, quando da presidente della Provincia fu l’unico a non indicare sul sito istituzionale i rimborsi previdenziali assicurativi assistenziali e di Tfr per il proprio lavoro dipendente. Immaginiamo…
in galera debbono marcire