NON HO MAI CAPITO PERCHE' CERTA GENTE PER SENTIRSI MIGLIORE ABBIA BISOGNO DI FAR SENTIRE PEGGIO

Pidioti e 5stalle insieme .......+ l'altro toscano. Avanti così........

“Voterò questa legge perché sono nella maggioranza e sono leale“.

Ad annunciarlo, alla Camera, il deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti, che non risparmiacritiche al taglio dei parlamentari

“Viene realizzato per offrire lo scalpo agli istinti peggiori dell’elettorato. Un tributo – sottolinea – alla fabbrica dell’antipolitica”.

Giachetti, tuttavia, spiega che “la mia lealtà al governo, su questo tema, finisce qui
. Un minuto dopo sarò al lavoro per raccogliere le firme per chiedere un referendum per dire no a questa riforma“.
 
"La ricchezza da loro prodotta è stata stimata in 139 miliardi di euro, pari al 9% del Pil."
Forse intendeva dire la "ricchezza da loro sottratta".
Ci sarà un motivo se l'Italia è l'unico stato al mondo (si esatto, anche tra quelli del quarto mondo) dove chiunque può entrare e avere più diritti dei residenti.
Peccato che nessuno indichi mai quante sono le rimesse all'estero di questi stranieri.
Che godono dei privilegi sottratti agli Italiani e poi mandano i soldi a casa loro.
Altro che incremento del PIL. Il PIL lo incrementi se "SPENDI IN ITALIA" . Non si incrementa con le rimesse all'estero.
Così si "sfrutta" solo l'Italia.
Ma come si fa a dar retta a questi buffoni ? Ma che ragionamento fate ?
Con la disoccupazione al 10%. Con quella giovanile al 40% ?? FESSI

Dalla ricchezza prodotta e dall’apporto al Prodotto interno lordo nazionale,
fino al contributo per le sorti future del sistema pensionistico e al valore aggiunto offerto nelle differenti tipologie professionali.

A fotografare come gli “stranieri residenti oggi in Italia rappresentino una forza vitale per il nostro Paese
è la fondazione Leone Moressa, nel suo rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione.

Nel 2018 i lavoratori stranieri in Italia sono stati 2,5 milioni, pari al 10,6% degli occupati totali.

La ricchezza da loro prodotta è stata stimata in 139 miliardi di euro, pari al 9% del Pil.

Questo è il dato emerso dall’analisi dello stesso rapporto, dove si sottolinea come gli occupati stranieri
si concentrino però soprattutto nelle professioni non qualificate (33,3%), solo il 7,6% in quelle qualificate.
Il restante 60% si divide quasi equamente tra operai, artigiani-commercianti e impiegati.

Nonostante la popolazione italiana stia diminuendo, a causa della bassa natalità,
con il saldo tra nati e morti negativo da oltre 25 anni, l’Italia ha però chiuso le porte da circa un decennio agli immigrati regolari.

Allo stesso tempo è tornata terra d’emigrazione. Un gap che potrebbe essere colmato con l’apporto dei lavoratori stranieri regolari.
Anche perché allo stesso tempo aumentano gli anziani: l’Istat prevede che nel 2038 gli over 65 saranno un terzo della popolazione.

“Ciò determinerà squilibri sociali, economici e finanziari, dato che proporzionalmente diminuiscono i lavoratori e aumentano i pensionati”, si spiega nel rapporto.

“L’Italia avrebbe bisogno di rivitalizzare i decreti flussi.
Sono le stesse organizzazioni datoriali a chiedere manodopera”, spiega Enrico Di Pasquale, ricercatore della fondazione Moressa.
Mentre Andrea Stuppini, ex rappresentante delle Regione nel comitato tecnico nazionale immigrazione, chiarisce:
“C’è stato un forte calo negli ultimi dieci anni, è mancato un piano. Responsabilità della politica?
L’onda della propaganda è stata forte, ha sottovalutato l’investimento economico e culturale necessario per l’integrazione degli immigrati.
Eppure questa è l’unica strada: tornare ad aumentare l’immigrazione economica rispetto ai profughi.
Si avrebbero maggiori persone pronte a pagare tasse e contributi”.
 
Stamane tutti, giornalini e giornalai, a riportare questo report della fondazione.
......bello il report.......trovata la fondazione..........cercato qualche documento........
questi pubblicano di tutto..........meno un documento importante.
IL LORO BILANCIO.

Cercato in rete, ovunque, indietro nel tempo. NULLA.

E allora mi domando. Perchè questa ritrosia ? Se non hai niente da nascondere, mostra.

Ma - forse - qualcosa da nascondere ce l'hanno questi della fondazione.


«Con i contributi degli stranieri pagate 600.000 pensioni l'anno», titolo di un comunicato della Fondazione Leone Moressa.
«Stop all'uso improprio di clandestino», titolo di un articolo dell'Associazione «Carta di Roma».

Cos'hanno in comune tutti questi titoli.

Due elementi, quello evidente è che sono tutti a favore dell'accoglienza degli immigrati.

Quello meno evidente è che provengono tutti da associazioni italiane finanziate da George Soros attraverso la sua Open Society Foundation.

Almeno secondo una ricerca pubblicata dal blogger Luca Donadel e firmata da un'esperta di comunicazione, Francesca Totolo.
L'ampio dossier, ricostruisce la rete di Onlus italiane e straniere che sarebbero finanziate dalla lobby foraggiata dal famoso speculatore finanziario americano di origine ungherese.

Niente di illegale ovviamente.
Le donazioni alle Onlus sono libere e non devono nemmeno essere dichiarate.
La «galassia» disegnata nel report chiarisce però quanto sia capillare l'impegno di questa lobby
che ha l'obiettivo dichiarato di influenzare le politiche dei governi verso una «società aperta».

Per raggiungere questo obiettivo, stando alla ricostruzione del blog di Donadel, la Open Society
finanzia decine di associazioni, anche non particolarmente grandi né note.

Alcune, come il Naga e il Comitato italiano per i rifugiati, si occupano soprattutto di assistenza materiale e legale ai profughi.
Altre, come la fondazione «Leone Moressa» e Open Migration, sono invece impegnate soprattutto a diffondere dati e informazioni
che hanno l'intento esplicito di disegnare in una luce positiva il fenomeno migratorio, influenzando i media
.

Ancor più eclatante il caso dell'Associazione «Carta di Roma», cui aderiscono Ordine dei giornalisti e Federazione nazionale della stampa (il sindacato dei giornalisti),
che si è assunta il compito di maestrina del politicamente corretto, bacchettando i cronisti che usano termini impropri scrivendo articoli sui migranti.
Impropri, naturalmente, in base a un codice linguistico che l'associazione vorrebbe imporre erga omnes,
derivato da un protocollo d'intesa sottoscritto da sindacato e ordine.
Un dizionario di politicamene corretto, non di italiano, per capirsi.

Quasi nessuna pubblica il proprio bilancio in chiaro.

E se lo fa non specifica i nomi dei finanziatori. Molte ricevono anche finanziamenti pubblici.

Senza cadere nelle trappole della dietrologia, una strategia di lobbying così ampia e così poco esplorata meriterebbe maggiore trasparenza.
 
Ma ricordiamo chi dovrebbe essere questo signore.

Gyorgi Schwartz(sedicente e mai esistito "George Soros"), e' cittadino ungherese
che da ragazzo serviva la Kommandatur SS (Schutz Staffeln) tedesca della Budapest in stato di occupazione.

Il suo lavoro era segnalare le famiglie e case degli Ebrei-ungheresi alle SS che poi - armi in pugno - facevano il resto, sino all'invio delle famiglie ai campi di sterminio .

Anni fa chiese pubblicamente "scusa", se da un crimine di guerra contro l'Umanità' fosse possibile chieder scusa.

Prima di lui e come lui, gli SS Eichmann ed SS Barbi (il torturatore di Lione, Francia) una volta arrestati hanno chiesto "scusa".

LaTailandia, paese che ha la pena di morte, è uno dei 3 Paesi che hanno emesso mandato di cattura internazionale su codesto criminale.
 
Un interessante libro di Robert B. Cialdini, Giunti editore, dal titolo Le armi della persuasione ci introduce dentro la macchina del mostro.

In particolare ci fa vedere e capire come spesso siamo mostruosamente manipolati senza rendercene conto.

Il testo è davvero interessante e utile perché individua – isolandole e spiegandone i meccanismi –
sei forme di condizionamento occulto e soprattutto “automatico”.

Quindi, parliamo di processi in cui l’autore della manipolazione non ha un ruolo attivo, ma passivo.

Egli non “fa” qualcosa contro di noi per ottenere da noi ciò che vuole.
Piuttosto, si limita a sfruttare determinati pattern (schemi ripetitivi di reazione) per lo più inconsci, di cui lui è consapevole e noi no.
E nei confronti dei quali l’essere umano finisce per essere quasi sempre vittima.


Cialdini ne individua sei:
il contrasto,
la reciprocità,
l’impegno e coerenza,
la riprova sociale,
la simpatia,
l’autorità
e la scarsità.

Qui ci interessa soffermarci su “impegno e coerenza”.
Secondo l’autore, quando prendiamo impegni precisi, specie se messi per iscritto, tendiamo poi a ricalibrare le nostre azioni,
l’immagine che abbiamo di noi stessi e persino la gerarchia dei nostri valori in coerenza con l’impegno assunto.
Questo sistema è ben noto e sfruttato in ambito commerciale.
Ogni qual volta qualcuno riesce a farci “compromettere” con e per una causa qualsiasi (in particolare se una apparente “buona causa”),
poi è molto più difficile sottrarci all’esigenza di perorarla o di spenderci per essa, laddove richiesti.

È il motivo per cui molte marche propongono ai clienti concorsi a premi per chi scrive
il più bel componimento destinato a mettere in rilievo i pregi di un certo prodotto.
Questo “congegno” è stato sfruttato negli ultimi anni anche a livello politico, economico e sociale.

Soprattutto in due direzioni: l’esaltazione del modello neoliberista e la promozione del progetto di confederazione europea.


Moltissime cavie – a loro insaputa e a tutti i livelli di ceto e di cultura (dai più alti ai più bassi) –
si sono personalmente impegnate, con dichiarazioni in pubblico e in privato, a sostenere l’equazione
tra sistema economico neoliberista e libertà, da un lato, e tra Unione europea e democrazia, dall’altro.

Su un piano superficiale, queste due “corrispondenze” funzionano alla grande.

E una volta “impegnatisi” a favore di esse, è difficilissimo tornare sui propri passi.
Perché ciò crea una intollerabile dissonanza cognitiva.
Farlo significherebbe negare due tra gli assunti più consolidati e “scontati” del nostro tempo:
che, cioè, la società occidentale – ed europea, in particolare – è il migliore dei mondi possibili e un bastione di libertà, progresso, prosperità e democrazia.
 
Vittime del potere oscuro della “coerenza automatica”, gli uomini-automi continuano così a sostenere le proprie tesi anche contro l’evidenza dei fatti.

Tuttavia, ogni tanto qualcuno sfugge alla trappola e si risveglia. Segno di grande intelligenza. E motivo di grande speranza.
Ci riferiamo a Carlo Calenda, che è stato uno dei maggiorenti del Pd degli ultimi anni. E

cco le sue parole, come riportate dall’Huffington Post: “Io per trent’anni ho ripetuto tutte le banalità che si sono dette nel liberismo economico.
Quando Giavazzi e Alesina scrivevano sul Corriere che non bisognava salvaguardare il posto di lavoro, ma il lavoro, io dicevo ‘oh che gran figata’.
Poi, quando ho avuto davanti l’operaio dell’Embraco ho capito che era una gran cacchiata”.

Calenda fa mea culpa: “Per 30 anni ho sostenuto le cazzate del liberismo, ho sbagliato”
E ancora: “Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato è che non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro.
Per cui pensiamo che un operaio di 50 anni che ha passato la vita a fare impianti può andare a lavorare nell’economia delle app.
Queste cazzate le abbiamo sostenute, io le ho sostenute, per trent’anni. E poi vi chiedete perché quelli votano i sovranisti.
Ma mi viene voglia a me di votare i sovranisti…”.

Ecco – dato a Calenda ciò che gli è dovuto, e cioè rispetto per la coraggiosa autocritica – pensiamo a quante altre cavolate ci sono state ripetute,
e ci ripetiamo (in automatico e per “coerenza”) da decenni:


che l’Unione europea ha garantito la pace dopo i macelli dei conflitti mondiali;

che l’euro ci tiene a galla nell’arena globale e che l’Italietta sarebbe perduta senza la moneta unica;

che i nostri guai sono colpa delle generazioni passate per aver vissuto al di sopra delle loro possibilità;

che la corruzione e la casta sono le sole cause di ogni male;

che il problema dell’Italia sono gli italiani;

che ci vogliono le “riforme strutturali”;

che la competitività di sistema rilancerà la crescita;

che bisogna tagliare la spesa pubblica;

che il freno allo sviluppo è l’enorme debito pubblico.


E via così – di cazzata in cazzata, per dirla forbitamente “alla Calenda” –
in una sorta di ipnotica trance roboticamente controllata dalla Matrice.

Non siamo solo vittime del Sistema.

Siamo vittime degli “impegni morali” che il Sistema ci ha fatto prendere e a cui ci sentiamo legati per sempre.
 
Oggi Kristalina Georgeva ha tenuto il proprio discorso introduttivo come nuovo direttore del FMI;
il Fiondo Monetario Internazionale, e non è stato un discorso foriero di buone notizie.

Il discorso è partito, seccamente, con l’annuncio di un forte rallentamento della crescita mondiale nel 2019,
con il livello minimo di sviluppo del’ultimo decennio.

Una situazione pericolosa, la cui causa principale è da cercare nei conflitti commerciali , in tutte le sue forme,
a partire dalle guerre commerciali sino alle limitazione nella circolazione delle informazioni attraverso internet.

I danni per i dazi commerciali, sia quelli del 2018, sia quelli imposti nel 2019, sia quelli annunciati,
comprensivi della perdita di fiducia nel settore manifattura
, sarebbero, secondo il FMI, pari a 700 miliardi di dollari,
cioè lo 0,8% del PIL mondiale, o per dirla diversamente, il PIL della Svizzera….






Le banche centrali, secondo la Georgeva, devono proseguire con le proprie politiche espansive,
anche se ormai si parla di tassi zero se non negativi in molti paesi avanzati.

Purtroppo questi soldi non sono andati alle famiglie o alle imprese per fare investimenti,
ma solo per creare debito che ha finanziato operazioni speculative finanziarie
.

Questo ha fatto si che attualmente ci siano 90 mila miliardi di debito privato a rischio di insolvenza
nel caso di forte rallentamento mondiale, cioè il 40% del debito delle economia avanzate.


Si tratta di un fatto poco probabile, ma non impossibile ed è un livello superiore a quello della crisi del 2008.

Nello stesso tempo le politiche finanziarie e monetarie NON possono sostituirsi alle politiche fiscali.

I paesi che possono fare delle politiche fiscali espansive, come la Germania, l’Olanda o la Corea del Sud,
dovrebbero spendere di più in strutture ed investimento umano, cosa che i paesi più indebitati non possono fare.
Noi aggiungiamo che è un discorso inutile perchè, come dimostrato dalle recenti leggi finanziarie, questi paesi non lo faranno.


Per il resto restano i soliti consigli del FMI , cioè migliorare il sistema fiscale con l’utilizzo della digitalizzazione,
migliorare la pubblica amministrazione, tagliare i contributi sull’energia e, come novità,
aumentare la tassazione sul carbonio per diminuire la famosa “Traccia di carbonio”.

Questo dovrebbe avvenire soprattutto per i paesi che ora non stanno pagando nulla, e questo,
ci permettiamo di far notare, causerà un bel po’ di problemi, come sta avvenendo, ad esempio, in Ecuador.

Un discorso in generale interessante, ma che non presenta grosse novità nelle politiche del FMI;
se non un accenno ad una maggiore attenzione sociale che però non tutelerà le classi medie
ed un accenno alla demagogia dell’economia verde.

Penso che ne vedremo presto le contraddizioni all’opera.
 
Ieri, 8 ottobre, Powell, a sorpresa ha annunciato la ripresa del POMO, Permanent Open Market Operation,
dopo aver sospese per 5 anni, ed afferma che assolutamente non è un Quantitative Easing,
ma solo un’azione per immettere liquidità sul mercato e sostenere la ripresa.

Questo significa che , al contrario delle operazioni di rifinanziamento straordinario svolte nelle ultime 3 settimane,
si riprende un programma costante di riacquisto dei titoli e di immissioni sul mercato di liquidità.

Naturalmente non viene chiamato QE4, ma se un animale ha quattro zampe, è molto grande ed ha una proboscide, non sichiamerà elefante, ma è un elefante.

L’obiettivo del programma è poi sempre lo stesso: immettere liquidità nel sistema bancario ed evitare che il mercato interbancario vada in crisi.

Il risultato delle operazioni POMO sarà quindi lo stesso del QE vero e proprio:
un aumento della liquidità nel sistema ed un aumento dell’attivo della Federal Reserve, come del resto sta già indicando lo stato patrimoniale della Banca Centrale.







Questo aumento dell’attivo della FED, cioè questa massa monetaria immessa nel mercato, dove andrà a finire?

Un Grafico Goldman Sachs fa una previsione: Titoli di stato USA, Mortgage Backed Securities ed altre operazioni di mercato..







Ora questi titoli di Stato a stelle e strisce saranno temporaneamente nel bilancio della FED o ne entreranno a far parte in modo permanente.

Per fare delle ipotesi vediamo qual’è l’andamento previsto del debito pubblico USA:



Come vediamo il debito pubblico USA posseduto dal pubblico dovrebbe crescere in modo verticale nei prossimi 20 anni, arrivando a picchi inarrivabili.

Lasciare solo in mano al pubblico questo debito vorrebbe dire rischiare di trovarsi davanti ad un aumento dei tassi di interesse
che rischierebbe di mettere in pericolo il bilancio federale.

L’unico modo per rendere questo percorso sostenibile è far si che una parte di questo debito NON sia in mano al pubblico.

Quindi vedrete che questo aumento dell’attivo della FED sarà…. abbastanza permanente.
 
Questo è lo standard pidiota.

Con grande stupore veniamo a sapere attraverso Il Corriere dell’Umbria che solo i due alberghi del candidato M5s e PD,
Vincenzo Bianconi, hanno ricevuto i fondi per la ricostruzione su 27 strutture alberghiere danneggiate nel terremoto che colpì Umbria , Marche ed Abruzzo tre anni fa.


Da un’interrogazione fatta dal gruppo consigliare Noi Per Norcia lo scorso 13 agosto e che ha ricevuto risposta solo ora,
si è venuti a sapere che ben 6 milioni di euro sono andati agli alberghi del candidato presidente della Regione Umbria.

A questa cifra bisogna aggiungere 2,5 milioni ottenuti sempre da altre attività collegate al gruppo Bianconi
per servizi di trasporto scolastico e per i servizi mensa dei moduli abitativi.

In totale Bianconi e la sua famiglia ha ottenuto come rimborsi dallo Stato 8,5 milioni, sul solo ricettivo siamo all’80% dei fondi erogati a Norcia.


Per dare un’idea della peculiare fortuna dell’imprenditore sottolineiamo che di 27 strutture recettive danneggiate
sinora solo tre hanno fatto domanda di rimborso allo stato, ma solo due sono state accolte ed hanno ottenuto l’erogazione,
cioè quelle facenti capo alla famiglia Bianconi.

Naturalmente l’imprenditore-candidato nega che vi sia qualsiasi forma di conflitto d’interessi fra la sua candidatura politica
e la partecipazione a gare d’appalto per l’assegnazione di servizi pubblici e di fondi per la ricostruzione, e chi siamo noi per negarlo.

Sicuramente sarà tutto regolare e trasparente.

Ancora più curiosa la modalità in cui si è saputo questo fatto, in quanto l’interrogazione era stata originariamente presentata
dalla Lista Noi Per Norcia, vista molto vicina al PD, ed a rispondere è stato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, di Forza Italia.


Quando fu fatta l’interrogazione Bianconi non era ancora candidato per il PD e per il Movimento Cinque Stelle,
ma la risposta viene a spiazzare chi ha presentato l’interrogazione stessa.

Siamo sicuri che Bianconi farà buon uso di questi fondi, ma una volta il Movimento Cinque Stelle,
di fronte a queste particolarità distributive, avrebbe gridato “Honesta Honesta!”
e richiesto per lo meno una commissione parlamentare d’inchiesta. Ora, casualmente, non dice nulla.

Tranquilli comunque è solo un fortunato caso. Siete pregati di mostrare stupore.
 
L'elusione del privato cittadino è un "nulla" se messo a confronto di quello
che riescono a gestire certi tipi, con l'aiuto di chi sa..........per non parlare poi di certi stranieri......
che ogni 2 anni cambiano ragione sociale....chissà come mai.

Dalle prime ore dell’alba centinaia di finanzieri del comando provinciale di Como,
del nucleo di polizia economico-finanziaria, delle compagnie della Guardia di finanza di Como e di Olgiate Comasco,
nonché i poliziotti della squadra mobile di Milano, stanno eseguendo 34 ordinanze di custodia cautelare
per un clamoroso giro di bancarotte fraudolente nel mondo delle finte cooperative, soprattutto nel settore della pulizia.

Un’operazione, quella coordinata dalla Procura di Como, che coinvolge anche tre commercialisti e nomi insospettabili anche con un passato nella politica.

Non solo, perché sullo sfondo l’inchiesta ha intercettato anche rapporti tra i principali indagati e personaggi legati alla ‘ndrangheta.

Ventidue le persone portate in carcere, dodici quelle finite agli arresti domiciliari.

Nell’elenco delle persone per le quali il giudice ha ordinato la custodia cautelare in carcere
compare anche un nome legato a un personaggio di spicco della ‘ndrangheta operativo nella zona di Cadorago.

L’inchiesta della Procura comasca – coordinata dal pubblico ministero Pasquale Addesso –
si è in alcuni casi incrociata con quella della direzione distrettuale antimafia.
 

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