reportdiborsa
Forumer attivo
Prospettive future, Finmeccanica, Capitalia ed Intek.
Buonasera,
i nodi sono finalmente arrivati al pettine e il pericolo descritto nei precedenti appuntamenti, riguardanti un Mercato impegnato a scontare solamente le notizie positive e ad ignorare quelle negative è divenuto realtà.
Oggi i Mercati Azionari hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco e adeguarsi ai movimenti che da giorni si verificano sia sul Mercato Obbligazionario che su quello principe Monetario: il primo registrava da giorni un rafforzamento sui bond della zona Euro, mentre il secondo ha visto un progressivo indebolimento del Dollaro sulle altre principali monete; indebolimento culminato oggi con il Dollaro ai minimi sul cross con lo Yen ed ancora incredibilmente indebolito con la già ipersvalutata Yuan, la moneta cinese che grazie ai bassi rapporti di cambio con le altre principali monete mondiali sta reggendo da anni ad alti livelli il PIL della Cina.
Ma in buona sostanza, cosa è venuto a mutare in maniera tanto sconvolgente da provocare un passivo così pesante nei Mercati Azionari? E’ venuto a crollare, o comunque essere messo in seria discussione il pilastro nipponico della crescita mondiale, basato quasi esclusivamente su un rapporto più che accettabile con il Dollaro che avrebbe permesso al Giappone di dare ossigeno alla debole ripresa economica attraverso le esportazioni verso l’area economica mondiale a più largo consumo, ossia quella statunitense. In questo modo la crescita economica mondiale avrebbe avuto due pilastri su cui poggiarsi: quello statunitense e quello nipponico; oggi invece è in seria discussione il secondo, schiacciato da una moneta troppo forte sia nei confronti del Dollaro che nei confronti dello Yuan, cioè verso le due principali aree mondiali a maggiore crescita.
Con il Mercato Obbligazionario che dava chiari segnali di forza, con un Mercato dei Metalli che vedeva un ulteriore apprezzamento dell’oro e il Mercato Valutario che viaggiava in direzione opposta a quella gradita dai Mercati Azionari, questi ultimi erano gli unici che continuando a muoversi al rialzo si venivano a trovare in divergenza con gli altri e di conseguenza era logicamente preventivabile una reazione di questo genere sui Mercati Azionari, reazione tanto violenta quanto tirato era stato il rialzo e quindi quanto notevole è stato l’eccesso.
Allora è proprio la fine della “festa”? Non proprio. Noi ribadiamo che nel medio periodo siamo molto vicini a dei massimi significativi, quindi, chi vuole aprire posizioni di ampio respiro sull’azionario a nostro avviso è bene farlo al ribasso sui titoli più sopravalutati, vedi Capitalia, BNL, Finmeccancia, Banca Fideuram, Mediolanum, ecc…
Ribadiamo che nel medio lungo periodo non ci attendiamo nuovi massimi superiori ai 20.380/20.500 punti di Mibtel e quindi il gioco non vale la candela, tanto più oggi che si è disegnati un massimo relativo davvero marcato su un livello fortemente significativo quali i massimi del 2003. Livello ancora più importante se si analizza un grafico, poiché è visibile un doppio massimo di a 19.415 punti circa, figura di inversione ribassista che può essere negata solo da chiusure superiori per non produrre una cospicua discesa dell’indice.
Cosa fare ora? Noi consigliamo di rimanere fermi e di attendere il comportamento degli indici prima di operare, mentre se si vuole a tutti i costi prendere posizione evitando di operare in intraday o scalping, è meglio andare a posizionarsi al ribasso con obiettivi primi sul Mibtel a 18.900 punti e soprattutto interni alla fascia compresa tra i 18.700 punti e i 18.400 punti, livelli nei quali si potrà capire se quella iniziata oggi sia una semplice correzione o un’inversione ribassista che vada ad estendersi verso i 17.500 punti di Mibtel.
Se dovessimo andare a creare per forza un’aspettativa per il brevissimo, riteniamo che sia lecito attendersi dopo un iniziale violento storno, che non è detto sia finito con la pesante giornata di oggi, una fase moderatamente ribassista, dove dovremmo assistere ad una ciclicità dei settori, per cui ad una diffusa debolezza dei bancari dovrebbe alternarsi una tenuta dei telefonici ed una ripresa del settore energetico; ma ribadiamo, queste sono solo aspettative su dati ancora davvero troppo esigui, soprattutto in funzione delle recenti scadenze tecniche che non hanno permesso un valido appoggio sull’analisi grafica del derivato e del suo open interest.
Al di là delle attese più o meno solide per il futuro prossimo e non, noi ribadiamo il nostro interesse su Lottomatica e titoli energetici, da accumulare sulla debolezza; a questi è bene anche accompagnare qualche telefonico, soprattutto le emissioni risparmio e le small caps del comparto bancario che sono state più trascurate dal recente rialzo.
A completare il quadro negativo della congiuntura vi è stato il nuovo attentato in Iraq e il rialzo speculativi dei contratti future sul prezzo del greggio all’IPE di Londra e al NYME di New York; movimenti dettati in funzione della prossima riunione OPEC che si terrà Mercoledì. Infine, sul fronte interno è la notizia legata all’apertura di un’indagine a chiarimento dei 250 milioni di euro che lo stato italiano ha versato a favore di Alenia, Aermacchi e Agusta-Westland, società del gruppo Finmeccanica. L’apertura dell’inchiesta è a titolo per accertarsi che il finanziamento non costituisca un “aiuto di stato”, sospetto tanto più motivato poiché il finanziamento è stato privo della notifica obbligatoria che l’UE richiede nei confronti di finanziamenti eccedenti il limite dei 20 milioni di euro.
Infine, vi proponiamo l’analisi di due titoli che potrebbero prestarsi a interessanti spunti operativi e per non fare torto a nessuno (vedi chi è impossibilitato ad operare al ribasso), proponiamo un’operazione ribassista ed una rialzista.
Capitalia 2,255 € var. giorn. -1,09%: la tenuta del titolo, che va a chiudere molto vicino ai massimi giornalieri, in corrispondenza di una marcata debolezza dell’indice potrebbe essere lo spunto per un’operazione ribassista che troverebbe motivo di essere anche sugli indicatori tecnici, RSI su tutti, dove si è disegnato un primo massimo in corrispondenza di una fase di ampio eccesso da ipercomprato. Situazione grafica che trova riscontri interessanti anche dalla divergenza ribassista presente sul veloce CCI e nell’eccessiva distanza che separa i livelli grafici dalle quotazioni del titolo, nonché dalla Bollinger Bands per la settima seduta di seguito esterne ai livelli grafici delle quotazioni. Tentare l’apertura di short sui livelli di prezzo attuali per puntare ad un target minimo a 1,90 € circa potrebbe quindi rivelarsi una mossa più che proficua.
Intek 0,549 € var. giorn. +2,52%: la Long White Line di oggi riporta il titolo verso la parte alta della sua lateralità delimitata dalla resistenza statica dei 0,56 €; lateralità che a detta degli indicatori di accumulo/distribuzione e di liquidità è una fase di accumulo bene evidente e prolissa. La giornata di contrattazioni odierna contribuisce non poco sugli indicatori tecnici che si girano al rialzo. Operativamente è area 0,56 € da tenere sotto controllo, poiché la sua violazione proietterebbe le quotazioni verso i target primi a 0,57 € e 0,59 €. In alternativa è valida anche l’ipotesi debolezza, con un acquisto sulla base della fase di congestione, a 0,53 e circa.
Buonasera,
i nodi sono finalmente arrivati al pettine e il pericolo descritto nei precedenti appuntamenti, riguardanti un Mercato impegnato a scontare solamente le notizie positive e ad ignorare quelle negative è divenuto realtà.
Oggi i Mercati Azionari hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco e adeguarsi ai movimenti che da giorni si verificano sia sul Mercato Obbligazionario che su quello principe Monetario: il primo registrava da giorni un rafforzamento sui bond della zona Euro, mentre il secondo ha visto un progressivo indebolimento del Dollaro sulle altre principali monete; indebolimento culminato oggi con il Dollaro ai minimi sul cross con lo Yen ed ancora incredibilmente indebolito con la già ipersvalutata Yuan, la moneta cinese che grazie ai bassi rapporti di cambio con le altre principali monete mondiali sta reggendo da anni ad alti livelli il PIL della Cina.
Ma in buona sostanza, cosa è venuto a mutare in maniera tanto sconvolgente da provocare un passivo così pesante nei Mercati Azionari? E’ venuto a crollare, o comunque essere messo in seria discussione il pilastro nipponico della crescita mondiale, basato quasi esclusivamente su un rapporto più che accettabile con il Dollaro che avrebbe permesso al Giappone di dare ossigeno alla debole ripresa economica attraverso le esportazioni verso l’area economica mondiale a più largo consumo, ossia quella statunitense. In questo modo la crescita economica mondiale avrebbe avuto due pilastri su cui poggiarsi: quello statunitense e quello nipponico; oggi invece è in seria discussione il secondo, schiacciato da una moneta troppo forte sia nei confronti del Dollaro che nei confronti dello Yuan, cioè verso le due principali aree mondiali a maggiore crescita.
Con il Mercato Obbligazionario che dava chiari segnali di forza, con un Mercato dei Metalli che vedeva un ulteriore apprezzamento dell’oro e il Mercato Valutario che viaggiava in direzione opposta a quella gradita dai Mercati Azionari, questi ultimi erano gli unici che continuando a muoversi al rialzo si venivano a trovare in divergenza con gli altri e di conseguenza era logicamente preventivabile una reazione di questo genere sui Mercati Azionari, reazione tanto violenta quanto tirato era stato il rialzo e quindi quanto notevole è stato l’eccesso.
Allora è proprio la fine della “festa”? Non proprio. Noi ribadiamo che nel medio periodo siamo molto vicini a dei massimi significativi, quindi, chi vuole aprire posizioni di ampio respiro sull’azionario a nostro avviso è bene farlo al ribasso sui titoli più sopravalutati, vedi Capitalia, BNL, Finmeccancia, Banca Fideuram, Mediolanum, ecc…
Ribadiamo che nel medio lungo periodo non ci attendiamo nuovi massimi superiori ai 20.380/20.500 punti di Mibtel e quindi il gioco non vale la candela, tanto più oggi che si è disegnati un massimo relativo davvero marcato su un livello fortemente significativo quali i massimi del 2003. Livello ancora più importante se si analizza un grafico, poiché è visibile un doppio massimo di a 19.415 punti circa, figura di inversione ribassista che può essere negata solo da chiusure superiori per non produrre una cospicua discesa dell’indice.
Cosa fare ora? Noi consigliamo di rimanere fermi e di attendere il comportamento degli indici prima di operare, mentre se si vuole a tutti i costi prendere posizione evitando di operare in intraday o scalping, è meglio andare a posizionarsi al ribasso con obiettivi primi sul Mibtel a 18.900 punti e soprattutto interni alla fascia compresa tra i 18.700 punti e i 18.400 punti, livelli nei quali si potrà capire se quella iniziata oggi sia una semplice correzione o un’inversione ribassista che vada ad estendersi verso i 17.500 punti di Mibtel.
Se dovessimo andare a creare per forza un’aspettativa per il brevissimo, riteniamo che sia lecito attendersi dopo un iniziale violento storno, che non è detto sia finito con la pesante giornata di oggi, una fase moderatamente ribassista, dove dovremmo assistere ad una ciclicità dei settori, per cui ad una diffusa debolezza dei bancari dovrebbe alternarsi una tenuta dei telefonici ed una ripresa del settore energetico; ma ribadiamo, queste sono solo aspettative su dati ancora davvero troppo esigui, soprattutto in funzione delle recenti scadenze tecniche che non hanno permesso un valido appoggio sull’analisi grafica del derivato e del suo open interest.
Al di là delle attese più o meno solide per il futuro prossimo e non, noi ribadiamo il nostro interesse su Lottomatica e titoli energetici, da accumulare sulla debolezza; a questi è bene anche accompagnare qualche telefonico, soprattutto le emissioni risparmio e le small caps del comparto bancario che sono state più trascurate dal recente rialzo.
A completare il quadro negativo della congiuntura vi è stato il nuovo attentato in Iraq e il rialzo speculativi dei contratti future sul prezzo del greggio all’IPE di Londra e al NYME di New York; movimenti dettati in funzione della prossima riunione OPEC che si terrà Mercoledì. Infine, sul fronte interno è la notizia legata all’apertura di un’indagine a chiarimento dei 250 milioni di euro che lo stato italiano ha versato a favore di Alenia, Aermacchi e Agusta-Westland, società del gruppo Finmeccanica. L’apertura dell’inchiesta è a titolo per accertarsi che il finanziamento non costituisca un “aiuto di stato”, sospetto tanto più motivato poiché il finanziamento è stato privo della notifica obbligatoria che l’UE richiede nei confronti di finanziamenti eccedenti il limite dei 20 milioni di euro.
Infine, vi proponiamo l’analisi di due titoli che potrebbero prestarsi a interessanti spunti operativi e per non fare torto a nessuno (vedi chi è impossibilitato ad operare al ribasso), proponiamo un’operazione ribassista ed una rialzista.
Capitalia 2,255 € var. giorn. -1,09%: la tenuta del titolo, che va a chiudere molto vicino ai massimi giornalieri, in corrispondenza di una marcata debolezza dell’indice potrebbe essere lo spunto per un’operazione ribassista che troverebbe motivo di essere anche sugli indicatori tecnici, RSI su tutti, dove si è disegnato un primo massimo in corrispondenza di una fase di ampio eccesso da ipercomprato. Situazione grafica che trova riscontri interessanti anche dalla divergenza ribassista presente sul veloce CCI e nell’eccessiva distanza che separa i livelli grafici dalle quotazioni del titolo, nonché dalla Bollinger Bands per la settima seduta di seguito esterne ai livelli grafici delle quotazioni. Tentare l’apertura di short sui livelli di prezzo attuali per puntare ad un target minimo a 1,90 € circa potrebbe quindi rivelarsi una mossa più che proficua.
Intek 0,549 € var. giorn. +2,52%: la Long White Line di oggi riporta il titolo verso la parte alta della sua lateralità delimitata dalla resistenza statica dei 0,56 €; lateralità che a detta degli indicatori di accumulo/distribuzione e di liquidità è una fase di accumulo bene evidente e prolissa. La giornata di contrattazioni odierna contribuisce non poco sugli indicatori tecnici che si girano al rialzo. Operativamente è area 0,56 € da tenere sotto controllo, poiché la sua violazione proietterebbe le quotazioni verso i target primi a 0,57 € e 0,59 €. In alternativa è valida anche l’ipotesi debolezza, con un acquisto sulla base della fase di congestione, a 0,53 e circa.