Val
Torniamo alla LIRA
Rocca di Papa torna di nuovo agli onori delle cronache.
Il motivo è sempre lo stesso: una gestione a dir poco superficiale del fenomeno migratorio,
le cui problematiche sono state acuite dai recenti sbarchi di numerosi immigrati positivi al coronavirus.
Alcuni di essi, finiti nel centro d’accoglienza “Mondo Migliore” del comune romano e costretti alla quarantena
per verificare le loro condizioni di salute (28 ospiti su 300 risultavano contagiati),
non si sono però voluti piegare alle necessità di tutela della salute pubblica.
Dando così origine ad una vera e propria rivolta.
Le prima avvisaglie dell’insofferenza dei clandestini immigrati ospitati a Rocca di Papa si sono manifestate nelle prime ore della mattina di ieri,
quando diverse decine di nigeriani e gambiani hanno domandato di poter uscire dal centro.
Richiesta ovviamente irricevibile, dato che pur essendo negativi a due tamponi erano ancora in attesa dell’esito del terzo.
Nulla da fare: per loro la quarantena poteva già considerarsi finita, a prescindere dal risultato delle analisi.
Ne sono scaturiti momenti di tensione, con le forze dell’ordine costrette a dover chiedere rinforzi
per placare la furia dei clandestini immigrati che con sempre maggiore veemenza spingevano per potersi riversare nelle strade.
I facinorosi hanno spinto i poliziotti e i carabinieri intervenuti, ferendo alcuni agenti che vanno così a sommarsi ai quattro contusi
di un analogo episodio che si era verificato sempre al centro d’accoglienza di Rocca di Papa non più tardi di mercoledì scorso,
a testimonianza che gli animi nella struttura sono sempre più caldi.
Non è la prima che alcuni clandestini immigrati, alloggiati in centri d’accoglienza diventati dei veri e propri focolai, danno in escandescenze.
Solo poche settimane fa, alla caserma Serena di Casier (in provincia di Treviso) – dove erano stati individuati oltre 130 positivi, costringendo il centro all’isolamento -
avevano devastato l'infermeria.
Il motivo è sempre lo stesso: una gestione a dir poco superficiale del fenomeno migratorio,
le cui problematiche sono state acuite dai recenti sbarchi di numerosi immigrati positivi al coronavirus.
Alcuni di essi, finiti nel centro d’accoglienza “Mondo Migliore” del comune romano e costretti alla quarantena
per verificare le loro condizioni di salute (28 ospiti su 300 risultavano contagiati),
non si sono però voluti piegare alle necessità di tutela della salute pubblica.
Dando così origine ad una vera e propria rivolta.
Le prima avvisaglie dell’insofferenza dei clandestini immigrati ospitati a Rocca di Papa si sono manifestate nelle prime ore della mattina di ieri,
quando diverse decine di nigeriani e gambiani hanno domandato di poter uscire dal centro.
Richiesta ovviamente irricevibile, dato che pur essendo negativi a due tamponi erano ancora in attesa dell’esito del terzo.
Nulla da fare: per loro la quarantena poteva già considerarsi finita, a prescindere dal risultato delle analisi.
Ne sono scaturiti momenti di tensione, con le forze dell’ordine costrette a dover chiedere rinforzi
per placare la furia dei clandestini immigrati che con sempre maggiore veemenza spingevano per potersi riversare nelle strade.
I facinorosi hanno spinto i poliziotti e i carabinieri intervenuti, ferendo alcuni agenti che vanno così a sommarsi ai quattro contusi
di un analogo episodio che si era verificato sempre al centro d’accoglienza di Rocca di Papa non più tardi di mercoledì scorso,
a testimonianza che gli animi nella struttura sono sempre più caldi.
Non è la prima che alcuni clandestini immigrati, alloggiati in centri d’accoglienza diventati dei veri e propri focolai, danno in escandescenze.
Solo poche settimane fa, alla caserma Serena di Casier (in provincia di Treviso) – dove erano stati individuati oltre 130 positivi, costringendo il centro all’isolamento -
avevano devastato l'infermeria.