NULLA SI CREA. NULLA SI DISTRUGGE. TUTTO SI INCASINA.

Arriveremo alla guerra guerreggiata fra Turchia e Grecia?

I segnali non sono di certo rassicuranti: le forze armate greche sono in massima allerta su terra, mare e aria,
e monitorano da vicino i movimenti turchi nel Mediterraneo orientale.

Dopo che la Turchia il mese scorso ha ripreso la prospezione di petrolio e gas in un’area che si sovrappone alla piattaforma continentale greca,
la Grecia ha dispiegato navi da guerra tra le isole di Cipro e Creta.


Da allora, le tensioni sono aumentate tra Turchia e Grecia.


Si pensava che la scoperta di giacimenti di gas nel Mar Nero, in Zona economica turca non contestata,
avrebbe rallentato o arrestato l’escalation di Erdogan nel mediterraneo, soprattutto al largo di Castelrosso, ma questo non è avvenuto.

Proprio ieri c’è stato l’ennesimo speronamento sfiorato fra navi della guardia costiera turca e greca, indice di una tensione che non si allenta.


Un accordo marittimo firmato il 6 agosto ha stabilito il confine del Mar Mediterraneo tra Egitto e Grecia.

Ha inoltre delimitato una zona economica esclusiva (ZEE) per i diritti di perforazione di petrolio e gas.

La mossa egiziano-greca, che coinvolge anche Cipro e, indirettamente l’Unione Europea,
è stata ampiamente vista come una risposta a un accordo controverso tra la Turchia e l’amministrazione libica di Tripoli,
nel quale Erdogan ed il suo fantoccio di Tripoli si dividevano il mar Mediterraneo ignorando il fatto che, fra loro , ci fossero le isole greche.


Nel frattempo, la Turchia ha sistematicamente violato le acque territoriali di Cipro e Grecia.


A maggio, i ministri degli esteri di Egitto, Francia, Cipro, Grecia e Emirati Arabi Uniti hanno emesso una dichiarazione congiunta
che denuncia le attività illegali turche in corso nella zona economica esclusiva cipriota e nelle sue acque territoriali,
in quanto rappresentano una chiara violazione del diritto internazionale, come indicato nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare
“.


Notiamo che Egitto ed EAU appoggiano in Libia il generale Haftar, oppositore di Sarraj,
e che la francia ha perfino inviato aerei in assistenza alle forze armate greche.


Perfino quel verme militare che è la UE si è mossa:
il 15 maggio, l’Unione Europea ha annunciato di “condannare l’escalation delle violazioni dello spazio aereo nazionale greco da parte della Turchia,
compresi i sorvoli di aree abitate e mare territoriale, in violazione del diritto internazionale”.

Questo non ha fermato le violazioni da parte della Turchia.

Il 5 agosto, ad esempio, otto aeroplani militari turchi hanno effettuato un totale di 33 violazioni
dello spazio aereo nazionale della Grecia nel corso di un giorno, hanno detto le autorità militari greche.


Dopo l’accordo tra Grecia ed Egitto, la Turchia ha nuovamente schierato una nave di ricerca sismica
per cercare potenziali riserve di petrolio e gas all’interno della piattaforma continentale della Grecia.

La Grecia ha nuovamente posto le sue forze armate in massima allerta.

Le navi da guerra sono state inviate nel punto tra Creta e Cipro, chiedendo il ritiro del mezzo turco.



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Perchè Erdogan continua ad esercitare questa pressione militare pericolosissima su Grecia ed Egitto?

Semplice, perchè spera che intervenga il suo maggior alleato attuale in occidente, la Germania della Signora Merkel.

La sua speranza è che Berlino obblighi la Grecia a “Vendere” una fetta della sua sovranità marittima ad Ankara,
sotto la spinta di pressioni di carattere economico e politico
.


Del resto la minoranza turca in Germania è tale da poter fare forti pressioni sul governo e perfino causare dei gravi problemi di ordine pubblico.


Peccato che gli USA e la Francia abbiano preso una posizione nettamente pro Atene
che verrebbero a mettere in grave difficoltà una Merkel già alle strette per il problema del Nord Stream 2.


Cosa fa l’Italia di Di Maio?



La stessa che ora riceve in incontri segreti la Cina di Xi Jinping?


Semplice, cerca di fare la furba dopo aver appoggiato la Turchia.


In Libia l’umiliazione è stata cocente, con il nostro ospedale militare obbligato a lasciare Misurata, ceduta come base militare da Sarraj a Erdogan.


Uno sfratto che sarebbe ridciolo se non fosse vergognoso per la sottomissione evidente di Di Maio al sultano turco.


Quindi mentre la Francia invia aerei e mezzi navali ad appoggiare la Grecia noi,
con grande senso di tempismo mandiamo il cacciatorpediniere Durand De La Penne
ad addestrare la Marina Turca in esercitazioni
.


Un tempismo perfetto che rischia di vederci ancora più schierati contro i nostri alleati occidentali e contro gli USA.


L’ennesimo colpo di genio di un governo con Fez in testa…
 
incapaci ? Dippiù dippiù

Il Dl 23/2020 messo in campo dal governo ad aprile, quando l’Italia era ancora in lockdown per l’emergenza sanitaria, è ancora fermo al palo.

È vero che tale provvedimento non include misure considerate urgentissime ma, in modo del tutto incredibile,
nessuno degli otto decreti applicativi previsti per rendere pienamente efficace il suo impianto normativo ha ancora visto la luce.


E, ancor più sorprendente, per cinque di essi è già scaduto il termine per l'adozione.


A sottolineare ciò è Il Sole 24 ore.

Il quotidiano economico e finanziario spiega, inoltre, che il ministero dell'Economia sta lavorando
per mettere a punto le modalità per il rilascio da parte di Sace, nell'ambito della nuova forma di operatività con finalità di sostegno e rilancio dell'economia,
delle garanzie statali per i finanziamenti alle imprese con sede in Italia, entro l'importo totale massimo di 200 miliardi
e l'individuazione delle attività svolte da Sace per conto del Mef.

Si tratterebbe di un decreto senza scadenza vista l'operatività della norma a partire dal 2021.

Ha, invece, passato la scadenza prevista il Dm Infrastrutture, quello che deve individuare la quota di mutuo da sospendere
relativa alle unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari.

Le cose non vanno meglio al ministero delle Politiche agricole che avrebbe dovuto individuare le modalità per la concessione da parte di Ismea
di mutui a tasso zero per iniziative di sostegno di aziende agricole per la ristrutturazione di prestiti in essere,
per la copertura di spese di gestione o per investimenti nel settore agricolo e istituire il fondo rotativo
per la ristrutturazione dei mutui per il sostegno delle aziende del settore agricolo alimentare.

Ma il 5 agosto è passato da un pezzo.

La situazione sottolineata dal quotidiano riguardo i decreti applicativi, con annessi ritardi, non è passata inosservata.

In una nota il presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, ha lanciato un affondo contro l’esecutivo:

"Il governo Conte è tempestivo e zelante solo quando si tratta di varare Dpcm e di prolungare lo stato d'emergenza per limitare le libertà costituzionali.
Per il resto, è un accelerato in ritardo su tutti i dossier. Oggi scopriamo dal Sole 24 Ore che nessuno dei provvedimenti attuativi del decreto Liquidità ha ancora visto la luce,
e che cinque sono addirittura già scaduti".

"una vergogna e una beffa nel giorno in cui Confesercenti annuncia che 90mila imprese rischiano di chiudere definitivamente i battenti".
 
Vorrei capire dove sono finiti i militanti della prima ora ? AFFONDATI


Un amore che procede a gonfie vele, spinto dal vento dell’inciucio e del poltronismo, della politica di palazzo e dell’interesse.

Un amore perfetto quello tra Pd e Stelle, che ora che si sono trovati promettono di non lasciarsi più.

E a raccontare tutto con entusiasmo è nientepopodimeno che Federico D’Incà, il quale dice pure che fosse dipeso da lui,
il M5S sarebbe anche sui territori in coalizione con il Pd già da un bel po’.

”Già a gennaio in un’assemblea in Veneto sostenni che dovevamo presentarci alle Regionali assieme ai dem”
rivendica D’Incà in un’intervista a Luca De Carolis per Il Fatto Quotidiano.


Il ministro per i Rapporti con il Parlamento spiega:

“Stiamo governando molto bene con il Pd, portando avanti i temi del Movimento e aiutando il Paese in una fase delicata.
Di coalizione con i dem, lo ripeto, parlavo già prima del Covid e delle elezioni in Emilia-Romagna.
In alcune Regioni gli accordi non si sono chiusi per la diversa sensibilità dei territori, che va rispettata.
Ma la strada è quella del modello di governo nazionale, con cui stiamo ottenendo risultati.
Governare significa assumersi responsabilità facendo i conti con la realtà.
Bisogna andare al governo per affrontare da vicino i problemi e cambiare la vita delle persone”.

Questi ottimi risultati, però, è un vero peccato che li vedano solo loro.



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Altro tema interessante toccato da D’Incà è quello dell’identità ormai perduta del Movimento 5 Stelle.

Un partito che ha imparato a muoversi nei palazzi, che non solo si è mangiato il tonno, ma pure la scatoletta.

“Colgo alcuni timori nella nostra base, è vero, ma se le nostre ragioni sono forti non verranno compromesse.
Il M5S si è impegnato per una legge elettorale proporzionale, che ci permetterà di preservare la nostra identità
e la nostra spinta propulsiva di forza che punta sui temi ambientali, sulla lotta ai privilegi e sui diritti sociali”.


E cosa dire del loro sì al Tap, alla Tav, alle politiche scellerate dell’Europa che stanno uccidento imprese e cittadini?

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Il candidato di M5S e Pd a Pomigliano d’Arco è sostenuto da dieci liste.

Pur di arrivare o mantenere il potere, il Movimento ha imparato a fare come il Pd: deglutite proprio tutto.


D’Incà prova ad assolversi:

“Due anni e mezzo fa dissi che bisognava aprire alle forze civiche sui territori.
Bisogna confrontarsi con le persone e i territori.
L’importante è la competenza e la qualità dei cittadini che si presentano”.

E sulla possibile scissione, D”Incà commenta:

“Non ci sarà alcuna scissione, mi sembrano tutte false voci per danneggiarci”.
 
I grillini sono stati comprati con quattro croccantini per guidarli a fare quello che sarà “L’Ulivo pentastellato”,
cioè questa magnifica riproposizione di una pianta vecchia e stantia come l’Ulivo di Prodi ai giorni d’oggi,
con magari proprio il rudere Prodi alla presidenza della Repubblica.

Di maio abbaia di essere anticasta, di essere “Contro il sistema” per il voto all’inutile referendum del 20 settembre,
ma cosa è più casta di lui, come insegna la vicenda Openfiber TIM.

Lo stato vuole che la rete unica della fibra non sia gestita da TIM, ma da Openfiber,

alla cui guida siede colui che è la sublimazione della casta, la “Kasta” nella suo forma più pura: Franco Bassanini,

uno che è partito fin dagli anni ottanta del secolo scorso come socialista di Craxi,

per poi trasformarsi in indipendente dei DS,

per poi lasciare il posto alla moglie Linda Lanzillotta

e passare a fare il super manager di stato, naturalmente pagato da noi.


Al suo fianco c’è il presidente di ENEL Starace, un manager che si vanta di schiacciare ed umiliare gli avversari politici.


Questa è la vera casta ed è quella che ora è appoggiata dai cinque stelle.


ECONOMIA
11/04/2013 15:56 CEST | Aggiornato 11/06/2013 11:12 CEST
Crisi, in Grecia l'Imu si paga nelle bollette elettriche. E ogni mese viene staccata la luce a 30 mila famiglie


  • Gabriel Vallin Frangoulis, L'Huffington Post
La Grecia spegne la luce. Bollette non pagate per 1,7 miliardi
da
Manuela Petrini
-
ULTIMO AGGIORNAMENTO 16:48Ottobre 1, 2014

Novembre 6, 2015 posted by Luigi Pecchioli
2,1 milioni di Greci rischiano di rimanere senza elettricità, grazie al canone TV ed alle tasse in bolletta

ITALIAOGGI - NUMERO 274 PAG. 2 DEL 18/11/2015
POLITICA
L'analisi
Canone tv in bolletta, in Grecia è finita male

e venne in italia...un governo a guida PD.......con a capo un tale che prometteva mari e monti, in primis che la pa avrebbe pagato tutti i debiti verso i fornitori, in diretta da bruno vespa con tanto di scommessa zaino in spalla monte su monte senario................unica cosa che ha fatto ronzino?
CI HA RESO GRECI CON CANONE RAI NELLA BOLLETTA ENEL,,,,così grazie alle norme pigrizia e tanti contratti non residente ma in uso abitativo lo stato incassa ben oltre il canone RAI, rai che non ha cambiato palinsesto rai che spara pubblicità a iosa, senza distribuire a emittenti minoeri un solo eruo.
questa è dittatura rai ed enel è il braccio esattore.

enel, per anni ed ancora voci per rinnovabili....enel indietro anni luce a investimenti per ricarica automotive.........in un paese normale con governanti di sani principi oltre dvd guarderebbero ai risultati su territorio

 
No alla mascherina per i bambini a scuola.

"La mascherina chirurgica può causare ai bambini, sulla base di esperienze di utilizzo:
senso di calore, irritazione, difficoltà respiratorie, fastidio, difficoltà di concentrazione,
distrazione e bassa accettazione della maschera stessa
.

Inoltre, l’efficacia delle stesse non è stata dimostrata durante il gioco e le attività fisiche”,
pubblicando sulla sua pagina Facebook il documento ufficiale dell’Oms e dell’Unicef sull’uso delle mascherine per i bambini a scuola.


Sempre dati alla mano, da settimane impegnato a confutare su base scientifica la narrazione giallofucsia del coronavirus onnipresente e mortale,
ritorna sulle polemiche sull’uso delle mascherina in classe per i bambini dai 6 anni in su.

E lo fa rivolgendosi “a tutti gli ignoranti (nel senso etimologico del termine) che non studiano, non leggono, ma blaterano, criticano e denunciano“.

Per loro “vorrei condividere questo documento ufficiale dell’Oms e dell’Unicef“, scrive su Facebook.

anche negli adulti la maschera chirurgica ha ridotto la capacità cardio-polmonare durante gli sforzi”.

Infine “spero che chi critica le mie affermazioni sappia almeno leggere, visto che per comprendere e per scrivere hanno dimostrato numerosi problemi".


Sull’obbligo della mascherina per gli studenti dai 6 in su, l’esperto aveva già fatto presente che
basta entrare in una scuola per sapere che un bambino mette la mascherina e dopo un quarto d’ora se la leva“,

Chi può pensare di lasciare la mascherina a bambini che parlano, che vengono interrogati, che fanno le loro attività?

Lo dico da genitore, prima ancora che da medico”.
 
PagoPA, bollo auto
PagoPA, spiega il governo sul portale ufficiale, non è una piattaforma dove pagare, bensì “una nuova modalità per eseguire tramite i Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) aderenti, i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione in modalità standardizzata. Si possono effettuare i pagamenti direttamente sul sito o sull’applicazione mobile dell’Ente o attraverso i canali sia fisici che online di banche e altri Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP), come ad esempio le agenzie di banca, gli home banking, gli sportelli ATM, i punti vendita SISAL, Lottomatica e Banca 5 e presso gli uffici postali”.“

oltre canone RAI in italia abbiamo questa nuova......... e come per canone rai non è possibile pagare meno per poi sanare con 30% sanzione + interessi di mora come era prima il dovuto........ in sostanza stiamo andando grazie ai sinistroidi e bocconiani verso la dittatura fiscale,,,,o pagare per intero o beccarsi il max della sanzione.

gradirei un approfondimento in merito visto per tutte le restanti tasse e gabelle vige ben altro sistema anziiiiiiiiiii...per imu ben consci che NON PGHERANNO ora hanno portato al 6% il max della sanzione.....normale vista LA RAPINA che è imu.
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Se Donald Trump verrà rieletto, grazie alla maggioranza silenziosa degli americani (oltre il 60%, secondo i nostri sondaggi),
sicuramente aiuterà l’Italia. Già ora le relazioni tra Usa e Germania sono gelide, come dimostra la decisione della Merkel di non partecipare al G7 negli Stati Uniti.

Da decine di anni, i tedeschi usano i soliti sistemi finanziari per ingabbiare l’Italia:
hanno sempre ingarbugliato i conti per far sembrare solvente la Germania,
mentre le banche tedesche (soprattutto la Deutsche Bank) sarebbero già fallite dieci volte, se fossero state italiane;
ma il governo tedesco e i suoi pupazzetti all' Ue continuano a mettere un salvagente sopra l’altro, per aiutare le banche tedesche.

Penso che la fine del “Quarto Reich” sarà soprattutto una fine economica, così come quella della Cina comunista.

Prima di abbandonare la Casa Bianca, Barack Obama disse:

«Lascio ad Angela Merkel il testimone della difesa dell’ordine liberale».

Al di là delle etichette (lui di sinistra, lei di destra), Obama e Merkel fanno parte della stessa squadra.
Nonostante la censura in atto, il web è pieno di documenti che comprovano i legami di Obama e Merkel con George Soros.


Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Ungheria finì nelle mani dei sovietici,
George Soros smise l’uniforme delle SS e passò con i comunisti, facendo carriera nei servizi segreti ungheresi.

Dopodiché passò al Kgb, dove conobbe una certa Angela Merkel, che nell’allora Germania Est lavorava a sua volta nei servizi segreti: quelli della Ddr, la famigerata Stasi.

I due divennero amici.

Poi Soros emigrò negli Usa, divenne americano e, fra l’altro, finanziò un certo Barack Obama.

Nessuno sapeva chi fosse, Obama, e ancora oggi non si sa bene cosa abbia fatto da giovane (prima in Africa, poi in Indonesia).

Si sa solo che era un grande amico di Soros.


Obama, Soros e Merkel sono un trio: si conoscono molto bene.


Anche sui media italiani, si è scatenata una guerra contro Trump:
ogni giorno, il “Corriere della Sera” attacca il presidente americano, mentre “Repubblica” elogia la Merkel.

Il “Corriere”, purtroppo, fu infiltrato da gente di Soros già ai tempi di Berlusconi.

La propaganda contro Trump è orchestrata a livello internazionale.


Gli stessi media, poi, demonizzano Putin come dittatore e invece trattano coi guanti bianchi Xi Jinping.


La ragione è la stessa che spinse Hillary Clinton, nelle presidenziali 2016 e anche dopo, con il Russiagate, a criminalizzare Mosca.

La sinistra, ormai controllata dal partito comunista cinese, non può immaginare neanche lontanamente
la possibilità che gli Stati Uniti e la Russia si stringano la mano e comincino a cooperare.

Se queste due superpotenze dovessero cominciare a collaborare, quella tigre di carta che è la Cina di oggi
(tigre di carta economica e propagandistica) crollerebbe in pochi mesi.

I russi conoscono bene George Soros, ma anche l’ex agente della Stasi Angela Merkel e tanti altri,
che sono infiltrati negli Stati Uniti e in altri paesi, compresa l’Italia.

I russi hanno in mano tutti i file del vechio Kgb: informazioni che potrebbero passare agli amici americani, se Trump dovesse rimanere presidente.

E’ per questo che la Cina, e tutti gli elementi pro-cinesi, stanno facendo una guerra all’ultimo sangue, contro Trump,
per fare in modo che gli Usa di Trump e la Russia di Putin non si mettano d’accordo e non comincino a condividere informazioni sulla Cina.
 
Quelli che vi mostriamo sono alcuni video, il primo ripreso da normali cittadini e gli altri due da fonte russa,
nel quale vi mostriamo un incidente militare accaduto nei pressi di Al-Hazakah, con un inseguimento con tanto di speronamento fra mezzi russi ed americani
che ha lasciato dei soldati statunitensi feriti, e che ha visto la partecipazione anche di elicotteri d’assalto russi,
il tutto accaduto una settimana fa.

Praticamente le forze armate russe hanno giocato come il gatto con il topo con una colonna americana.


Ecco il video ripreso dai siriani:


In the new episode of "The Hunger Games in #Syria" that set #Russia/n & #US troops on a collision course, military patrols of & face off reportedly near Al-Malikiyah & engage in mutual push-and-cut-off provocations, RUS even use choppers for bigger intimidation pic.twitter.com/PxVyXd7MgL

— Maxim A. Suchkov (@m_suchkov) August 26, 2020


Ecco invece due video che sembrano girati di prima mano dal lato russo:


U.S. and Russian troops have a tense encounter in northeastern Syria.
Credit: @RVvoenkor on Telegram pic.twitter.com/x8xvIBDOBz
— Dimitri Alexander Simes (@DimitriASimes) August 26, 2020


Another video from the incident pic.twitter.com/qVvHbZ1SJb via @RALee85
— Wladimir (@vvanwilgenburg) August 26, 2020




Gli USA occupano ancora larghe fasce della zona nord occidentale della Siria, ricca di pozzi di petrolio.

Nello stesso tempo però cercano di disimpegnarsi dall’area, o meglio di non impegnarsi troppo.

Questo crea una posizione molto delicata perchè non godono dello stesso appoggio e della stessa superiorità di mezzi
di cui possono godere in altre parti del mondo: infatti le basi in Turchia, anche se questo paese è partner della NATO,
sono ora in una posizione delicata per cui rimangono le basi in Iraq, ed in Israele,
ma il primo paese è sempre più ostile alla presenza degli USA.


Gli interventi militari a metà sono sempre molto pericolosi.
 
Esattamente come è accaduto nei riguardi del Covid, anche nei confronti di uno dei più assurdi referendum della storia repubblicana,
quello confermativo sul taglio dei parlamentari, quasi nessun partito, né della maggioranza e né dell’opposizione,
osa discostarsi dal conformismo qualunquista dominante.

E se nel primo caso, dopo mesi di una narrazione terrorizzante finalizzata a far accettare al popolo misure liberticide senza precedenti,
solo ora dalle parti del centrodestra si comincia a dare qualche timido segnale di dissenso,
nei confronti dell’ennesimo parto demagogico del Movimento 5 Stelle, quasi nessuno osa mettersi ufficialmente di traverso,
tranne la sempre politicamente coraggiosa Emma Bonino e la sua +Europa.


D’altro canto, dopo aver osservato con un certo raccapriccio la grande facilità con cui Giuseppe Conte & company
ci hanno confinati in casa per mesi, ingigantendo un problema sanitario che in realtà ha sempre riguardato le fasce più fragili della popolazione,
trattandosi di una infezione di natura opportunista, chi sta a capo di un grande partito, come ad esempio Matteo Salvini,
si trova costretto a seguire la corrente di certo qual fallimentare pressappochismo, che da sempre caratterizza la nostra democrazia di Pulcinella,
ma che con l’avvento dei pentastellati pare aver subìto una devastante accelerazione verso il baratro del collasso sistemico.

Tant’è che il leader del Carroccio ha dichiarato di votare “sì” al quesito referendario, ma evitando di dare indicazioni al suo elettorato.

Decisamente più ridicola, invece, la posizione di Nicola Zingaretti e Matteo Renzi i quali, pur avendo votato la legge grillina per antonomasia in Parlamento,
lasciano libertà di coscienza ai propri elettori e simpatizzanti.


Tuttavia, quale che sia il risultato del referendum, oramai sembra che l’elemento di pancia, che una volta caratterizzava quote minoritarie dell’elettorato,
sia diventato preponderante nella vita politica italiana, orientando sempre di più le scelte strategiche della cosa pubblica.

Siamo arrivati ad un punto che il ragionamento fondato sui dati oggettivi dei numeri è stato sostituito da una sorta di ottimismo della volontà
con il quale si possono avanzare le più strampalate proposte, come quella di risanare i nostri sempre più disastrati conti pubblici
con i ridicoli risparmi derivanti dal citato taglio di deputati e senatori.


In questo senso i grillini hanno saputo abilmente intercettare una miscela assai efficace per ottenere consenso,
a base di invidia sociale e di analfabetismo funzionale, ma assolutamente deleteria sul piano di una necessaria evoluzione culturale del Paese.



Facendo delle loro rivendicazioni quasi un dogma religioso, gli epigoni di Beppe Grillo hanno illuso
e continuano ad illudere buona parte della popolazione che con un semplice tratto di penna o di matita copiativa
si potesse abolire la povertà e rendere la nazione più giusta e prospera.

Ed è proprio con questo tipo di vane speranze che si sta inesorabilmente lastricando la nostra strada verso l’inferno del sottosviluppo.
 
Se il centrodestra avesse coraggio, dovrebbe annunciare chiaramente il voto contrario alla riduzione dei parlamentari
che per come è stata proposta è l’ultima delle idiozie politiche grilline, che alle camere, al governo e negli enti locali
hanno combinato solo danni, basterebbe pensare a Roma dopo 4 anni e mezzo di politiche grilline.


Qui non si tratta, come ha detto ieri Salvini a stasera Italia, di essere coerenti confermando le intenzioni precedenti,
si tratta di quel minimo di intelligenza istituzionale per capire che una riforma simile porterebbe solo al caos, ad una diminutio della democrazia.


Sia chiaro da Salvini non c’è da aspettarsi visione d’orizzonti, perché se così non fosse non avrebbe commesso gli errori che ha commesso,
a partire dal governo gialloverde e dalla crisi al buio di un anno fa, però vicino a lui dovrebbe esserci qualcuno per farlo ragionare sulla sciocchezza del “sì”.

Insomma, qualcuno per spiegare che la riduzione dei parlamentari così come è scritta porterà solo danni alla democrazia
e alla rappresentatività che ne è matrice, visto che di vantaggi e soluzioni ai mali che affliggono l’Italia, la Repubblica, le sue procedure, non se ne vedranno affatto.


Per farla breve:

Secondo voi riducendo i parlamentari si sveltirà l’iter legislativo?

Assolutamente no, perché il bicameralismo perfetto resterà tale e quale, come resteranno tali e quali
le strutture opulente e clientelari di Camera, Senato, presidenza del Consiglio e dicasteri.



Secondo voi con l’approvazione del referendum si darà un colpo alla burocrazia, la gramigna del paese, il peggior male che la politica abbia costruito?

Assolutamente no perché la piovra mortifera dei burocrati, dei passaggi amministrativi, del numero di leggi scriteriate e confliggenti rimarrà eccome.



Secondo voi col “sì”, insieme alla diminuzione dei parlamentari, diminuirebbe il numero dei ministeri,
dipartimenti, uffici competenti anzi incompetenti, delle authority, dei ranghi decisionali fra Stato ed enti locali?

Nemmeno per idea tutto sarebbe come è ora.



Secondo voi la democrazia, le garanzie, i diritti inviolabili e la Costituzione, possono essere meglio tutelati attraverso un numero più basso di senatori e deputati?

Ovviamente no perché se così fosse tanto varrebbe ridurre le camere ad un semplice consiglio d’amministrazione
con a capo un amministratore delegato, una sorta di passaggio all’oligarchia che è il contrario di democrazia.



Secondo voi perché altrove, a partire dall’America, a fronte di un numero minore di eletti il bicameralismo non è perfetto,
la forma di Stato è diversa come è diversa la forma di Governo e la Costituzione?

Perché il sistema dei pesi e contrappesi assieme alla rappresentanza democratica scelta dal popolo devono essere legati da una logica costituzionale precisa, coerente, equa.



Da noi, al contrario, col “sì” al referendum resterebbe tutto tale e quale, non cambierebbe un tubo di quello che non va e che funziona male della nostra architettura istituzionale.



L’unico risultato sarebbe la restrizione della rappresentanza e una disuguaglianza fra Regioni.


Del resto non è un caso se centinaia di costituzionalisti e professori ai quali ci uniamo volentieri,
affermino a gran voce che il referendum è sbagliato e va rigettato ed è assurdo che il governo ascolti gli esperti per le mascherine,
il lavoro remoto, i banchi a rotelle e faccia spallucce sui pareri vitali degli assetti democratici e costituzionali, ipocrisia e incoscienza politica pura.


Ecco perché il centrodestra dovrebbe avere gli attributi per proporre il “no”,
per ripensare ad un voto sulla riduzione che è stato figlio della suggestione, del panem et circenses di Giovenale, f
iglio di tutto meno che del cervello e della conoscenza del diritto costituzionale.

E poi se ciò non bastasse cosa volete che veramente importi agli italiani in un momento così drammatico, tragico, pauroso,
che rischia di sprofondare il lavoro, il fatturato, il reddito, l’esistenza e la resistenza delle imprese, la tenuta economica e sociale del Paese?

Nulla signori, perché all’Italia serve altro, serve futuro, ripresa, fiducia, opportunità, stimolo alla crescita e sostegno di un governo che sia degno.


Noi rivolgiamo un appello appassionato alla Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, perché abbiano il coraggio
di ripensare alla sciocchezza compiuta sulla riduzione dei parlamentari per come è stata ratificata, la democrazia semmai va ampliata, altroché mercificata.

Lasciamo pure alla pochezza ed ignoranza politica dei grillini e dei soci cattocomunisti il favore al referendum.

L’onestà intellettuale e la coerenza non si legano all’insistenza, anzi al contrario.

Perché sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico.


Votiamo “no”, viva l’Italia libera e democratica.
 

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