L'ennesima dimostrazione - ce ne fosse bigono - di come il retail misprezza il rischio e apprezza solo l'effetto ottico dei cedoloni che questi emittenti, da bravi imbonitori, pubblicizzano con paginone a colori sui giornali (fanno bene, con le commissioni di collocamento che risparmiano a farsi pubblicità alla faccia delle avide reti italiane).
Appena RBS ha annunciato sul sito la nuova reverse floater a 15 la corrispondente IT0006715392 di Barclays che scade due settimane prima (un'inezia per un titolo a 15 anni) e paga, solo per i primi due anni, una cedola più bassa di un punto e mezzo, è crollata di oltre un punto, evidentemente in vista dei numerosi switch che si preparano per il maggior maggior cedolone.
Forse è il caso di guardare il rischio di credito relativo dei due emittenti che, prendendo il CDS a 10 anni, segnala una settantina di punti base in più per RBS rispetto a Barclays: su un titolo del genere fanno paro paro 8 punti e venti centesimi in meno sul valore del titolo.
Ovviamente ci sono i primi due anni di cedole più "ricche" per RBS rispetto a Barclays (12,00% q.tly vs 10,50% s/a) che fanno, sempre in termini di valore attuale, circa 3 punti a favore della prima.
Quindi, 3.00% - 8.20% = -5.20% di differenza sui fair value a sfavore della nuova emissione di RBS che da domani (forse) andrà sul MOT a 100.
Delle due l'una: o BARC vale 105,20% (e chi vende non ha capito nulla) o il nuovo "gioiellino" di RBS è il caso di lasciarlo all'emittente (almeno finchè non quoterà attorno a 96) ...
In tutto questo va comunque riconosciuto che in tanti preferiscono guardare solo i primi due anni, turarsi il naso e sperare di non trovarsi col cerino in mano ...