Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (2 lettori)

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Il mito, la leggenda.
MF Dow Jones 19.10. 08:43 - Banche: Atlante porta in Bce dossier Veneto e Vicenza (Sole)



ROMA (MF-DJ)--Ieri mattina c'è stato un incontro a Francoforte tra gli uomini della Vigilanza europea e Alessandro Penati, numero uno di Atlante, azionista unico di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che il vertice del fondo italiano salva-banche ha incontrato gli ispettori della Bce per condividere con la Vigilanza le linee guida in vista della messa in sicurezza dei due istituti.

L'appuntamento, spiega il giornale, sarebbe inoltre stato utile per fare anche il punto sullo stato di salute delle due banche, e i miglioramenti registrati negli ultimi mesi sia sul fronte della pulizia dei bilanci che sulla liquidità.

Alessandro Penati avrebbe stilato ieri le tappe della road map in vista del riassetto. L'urgenza è rappresentata ovviamente dalla messa in sicurezza dei due istituti, processo che non può prescindere dalla riduzione dei costi. Il rapporto fra costi e ricavi delle due venete è giudicato insostenibile. Era stato lo stesso Penati a dire che di "una è al 103% e dell'altra al 97%". In questo quadro, sottolinea il quotidiano, non è da escludere la cessione di attività non core delle due banche. Il vertice di Atlante avrebbe poi ribadito alla Bce il proprio impegno sul fronte degli accantonamenti rispetto alle possibili cause legali.

A quel punto, una volta ripulite e rimesse sul sentiero della redditività, le due banche potrebbero diventare appetibili agli occhi degli investitori. Ancora il destino finale resta da decidere, anche se la fusione rimane una delle strade più realistiche, viste le sinergie possibili.

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(END) Dow Jones Newswires
 

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Il mito, la leggenda.
Dopo Banco-Bpm, Padoan in pressing per le nozze Veneto Banca-Bper. Rumors
Secondo le indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, la moral suasion del governo si starebbe rivolgendo verso Montebelluna e Modena
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di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni


Mentre la Borsa scommette sul triangolo fra Bper e ledue valtellinesi (in particolare sull'appealdel Credito Valtellinese) per dare vita alle nuove nozze nel sistema delle Popolari, un banchiere di vecchia data aiuta a fare chiarezza nel vortice di voci deflagrato sul risiko bancario dopo la fusione varata nel weekend fra ilBanco Popolare e la Banca Popolare di Milano.

Il banchiere non ha dubbi: le due valtellinesi non si sposeranno mai. Ci sono troppi ostacoli fra cui la rivalità territoriale, il campanilismo e le sovrapposizioni geografiche che si genererebbero provocando esuberi in terra lombarda. Troppe difficoltà per far procedere la nuova fusione su un binario spedito come vorrebbe invece il governo. Un governo che, secondo l'addetto ai lavori, dopo l'operazione Banco-Bpm e in attesa che Ubi Banca concluda l'acquisto di PopEtruria, Banca Marche e CariChieti, starebbe rivolgendo le sue attenzioni verso Veneto Banca, uno dei due istituti scricchiolanti del Nordest e la più solida (1,9 miliardi circa di capitalizzazione di mercato) Banca Popolare dell'Emilia Romagna.

Il banchiere spiega infatti che il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan starebbe cercando di guidare la banca nordestina verso le braccia dell'istituto guidato daAlessandro Vandelli che ha sempre pensato al Veneto come a una delle potenziali direttrici di espansione del proprio gruppo. A quanto pare, però, il principale ostacolo al dossier Bper-Veneto Banca sarebbe l'ingestibilità di Alessandro Penati, il presidente di Quaestio Sgr che controlla la banca di Montebelluna e che non sarebbe convinto neanche della fusione in house fra Veneto Banca e la Popolare di Vicenza.

Come prossimo protagonista dei giochi, molti tirano in ballo il grande pretendente rimasto a bocca asciutta dopo le nozze fra Verona e Milano, ovvero Ubi, ma stando a quanto riferiscono alcune fonti bancarie ad Affaritaliani.it, il gruppo guidato da Victor Massiah è impelagato con il problema della gestione della banca unica, lavoro a cui presto si aggiungerà l'inserimento nel perimetro industriale di Banca Popolare dell'Etruria, di Banca Marche e di CariChieti. Operazione che richiederà almeno un anno per la messa a punto della nuova macchina bancaria Ubi.

E CariFerrara, l'istituto che rimarrà orfano nel gruppetto delle 4 banks? Il presidenteRoberto Nicastro, secondo le indiscrezioni, la vorrebbe accasata o da Vandelli oppure in CariParma-Credit Agricole, ma pare che convincere l'amministratore delegatoGiampiero Maioli non sia cosa semplicissima. Il banchiere vorrebbe che fossero prima risolti il problema delle sofferenze e quello del personale.
 

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Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Paolo Benvegnù del Prc: "il volo degli avvoltoi"
Di Redazione VicenzaPiù | oggi alle 16:12 | 0 commenti







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Riceviamo da Paolo Benvegnù, segretario regionale Rifondazione Comunista del Veneto, e pubblichiamo

In questi giorni la stampa locale e nazionale ha dato ampia notizia della possibilità di un pesante taglio all’occupazione in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Che non si tratti di aria fritta è confermato dalle dichiarazioni dei segretari nazionali delle organizzazioni sindacali. Vanno in questo senso anche gli interventi di politici e banchieri e le notizie giornalistiche sulle voci della possibile fusione tra le due banche e quelle relative all’interesse di fondi di investimento Esteri.





L’interesse della finanza internazionale per le banche Italiane è confermata anche dall’apertura a Londra di una filiale dello “Studio legale Grande Stevens” specializzato in acquisizioni e fusioni. Uno dei suoi massimi responsabili ha dichiarato, in una recente intervista, che l’obiettivo dell’operazione è di essere presenti nel principale mercato finanziario europeo per operare più agevolmente nelle operazioni in corso verso il nostro paese. Operazioni di acquisizione rivolte in particolare verso banche oggi in crisi, ma con un significativo radicamento nei territori dove operano. La macchina della speculazione finanziaria internazionale è in movimento.

Il saccheggio.

In una recente analisi fatta dalla CGIA di Mestre sulla composizione delle sofferenze degli istituti bancari italiani, emergeva con chiarezza il peso maggioritario delle attività immobiliari sul loro insieme. La bolla speculativa sviluppatasi negli anni che hanno preceduto la crisi, favorita dalla entusiasta erogazione di crediti da parte delle banche che ne erano parte attiva e incentivata dalla politica che governava il paese e i territori, ha prodotto i suoi frutti velenosi.

Ha prodotto la colata di cemento che si è spalmata su una parte consistente della superficie del paese, con i primati di Lombardia e Veneto, regioni in cui i padani difensori del territorio governano da decenni. La pletora di capannoni diffusi e inutilizzati in piena campagna e di appartamenti vuoti nelle periferie di tutti i comuni del Veneto l’hanno reso fragile di fronte ai danni di eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Ha prodotto il disastro economico per decine di migliaia di famiglie derubate dalla banda di predatori e dai loro complici che ne hanno governato l’economia e la politica.

Il conto da pagare viene presentato, come sempre, ai lavoratori e ai cittadini inconsapevoli che, o perché costretti o perché irretiti dalla proposta di facili guadagni, sono stati truffati dai “signori” delle Banche popolari venete. Si svalorizza il patrimonio si taglia l’occupazione.

Le volpi che hanno predato il pollaio di casa hanno aperto la strada agli avvoltoi della finanza internazionale, sempre pronti a calare su prede ancora da spolpare.

Sosteniamo la richiesta della commissione parlamentare di inchiesta sulle banche venete e i risarcimenti, difendiamo l’occupazione.

Subito una conferenza pubblica sulle Banche Venete promossa dal consiglio regionale che coinvolga i rappresentanti dei cittadini coinvolti, le rappresentanze dei lavoratori delle banche popolari, degli artigiani e delle piccole imprese, per un piano di intervento pubblico che ridia credibilità agli istituti e ne costruisca il rilancio sulla base della trasparenza e del sostegno a un modello di economia che rovesci le logiche predatorie che l’hanno in larga parte governato in questi anni.
 

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BpVi e Veneto Banca, Sec in vendita: sindacati in rivolta



Altro che sinergie: secondo i sindacati Cgil e Fabi, la quota di controllo di Sec servizi,partecipata di BpVi e Veneto Banca (con loro anche Volksbank), sarebbe in vendita. Così Marco Parissenti (Fisac Cgil) sul Corriere del Veneto: «Fonti di mercato che riteniamo attendibili ci riportano di un’operazione di vendita in corso delle quote societarie di controllo di Sec servizi. Ci risulta che tra i player contattati, per una manifestazione d’interesse, ci siano nomi del calibro di Ibm, Corvallis, Accenture ed Engineering».

Sec ha chiuso il 2015 con 137 milioni di ricavi, con le quote di BpVi (49,8%) e Veneto Banca (26%) che valgono rispettivamente 12,8 e 6,7 milioni di euro. «Un’azienda solida da un punto di vista patrimoniale», afferma Parissenti, «un’eccellenza operativa, che non ricorre da anni alle banche socie per finanziare i propri investimenti». Ma che proprio per questo ha mercato e Atlante potrebbe inserirlo nel pacchetto di cessioni della attività non core.
 

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L'orientamento manifestato nell'incontro con Penati

Sabato 22 Ottobre 2016

05:00

di

La Bce incalza Atlante ad accelerare l'integrazione tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza, entrambe controllate con oltre il 90% dal fondo salva-banche. Gli emissari di Danièle Nouy, secondo quanto risulta, hanno manifestato senza peli sulla lingua questo orientamento nel corso dell'incontro svoltosi a Francoforte martedì 18 alla presenza di Alessandro Penati, presidente di Quaestio, sgr che gestisce Atlante, accompagnato da Alessandro Podestà che ricopre il ruolo di senior manager. Penati a sua volta ha prontamente girato questo indirizzo...
 

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Nei piani la manovra, dietro cui resta un retrogusto politico visto l'approssimarsi del decisivo referendum costituzionale in agenda il 4 dicembre, costituirà l'innesco istituzionale all'atteso riassetto del settore. A partire dal difficile rilancio del Monte Paschi (che proprio lunedì dovrebbe annunciare 3mila tagli), alla vendita delle «nuove» Banca Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara (le prime tre dovrebbero finire ad Ubi Banca), e agli ulteriori esuberi attesi a Popolare Vicenza (1.500 la stima) e Veneto Banca (900).

L'aiuto pubblico alla «rottamazione» di cassieri e impiegati del back office rappresenta comunque una novità assoluta per l'intero settore. Fino a questo momento le banche avevano infatti provveduto alle ristrutturazioni da sole, alimentando l'ammortizzatore sociale del Fondo esuberi e chiedendo giornate di solidarietà ai dipendenti rimasti.
 

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