Dopo Banco-Bpm, Padoan in pressing per le nozze Veneto Banca-Bper. Rumors
Secondo le indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, la moral suasion del governo si starebbe rivolgendo verso Montebelluna e Modena
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di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Mentre la Borsa scommette sul
triangolo fra
Bper e le
due valtellinesi (in particolare sull'
appealdel
Credito Valtellinese) per dare vita alle nuove nozze nel sistema delle Popolari,
un banchiere di vecchia data aiuta a
fare chiarezza nel vortice di voci deflagrato sul risiko bancario dopo la fusione varata nel
weekend fra il
Banco Popolare e la
Banca Popolare di Milano.
Il banchiere non ha dubbi: le due valtellinesi non si sposeranno mai. Ci sono troppi ostacoli fra cui la rivalità territoriale, il campanilismo e le sovrapposizioni geografiche che si genererebbero provocando esuberi in terra lombarda. Troppe difficoltà per far procedere la nuova fusione su un binario spedito come vorrebbe invece il governo. Un governo che, secondo l'addetto ai lavori, dopo l'operazione Banco-Bpm e in attesa che Ubi Banca concluda l'acquisto di PopEtruria, Banca Marche e CariChieti, starebbe
rivolgendo le sue attenzioni verso Veneto Banca, uno dei due istituti scricchiolanti del Nordest e la più solida (1,9 miliardi circa di capitalizzazione di mercato)
Banca Popolare dell'Emilia Romagna.
Il banchiere spiega infatti che il ministro dell'Economia
Pier Carlo Padoan starebbe cercando di guidare la banca nordestina verso le braccia dell'istituto guidato da
Alessandro Vandelli che ha sempre pensato al Veneto come a una delle potenziali direttrici di espansione del proprio gruppo. A quanto pare, però, il principale ostacolo al
dossier Bper-Veneto Banca sarebbe l'ingestibilità di
Alessandro Penati, il presidente di
Quaestio Sgr che controlla la banca di Montebelluna e che non sarebbe convinto neanche della fusione
in house fra Veneto Banca e la Popolare di Vicenza.
Come prossimo protagonista dei giochi, molti tirano in ballo il grande pretendente rimasto a bocca asciutta dopo le nozze fra Verona e Milano, ovvero
Ubi, ma stando a quanto riferiscono alcune fonti bancarie ad
Affaritaliani.it, il gruppo guidato da
Victor Massiah è impelagato con il problema della gestione della banca unica, lavoro a cui presto si aggiungerà l'inserimento nel perimetro industriale di
Banca Popolare dell'Etruria, di Banca Marche e di CariChieti. Operazione che richiederà almeno un anno per la messa a punto della nuova
macchina bancaria Ubi.
E
CariFerrara, l'istituto che rimarrà
orfano nel gruppetto delle 4 banks? Il presidente
Roberto Nicastro, secondo le indiscrezioni, la vorrebbe accasata o da Vandelli oppure in
CariParma-Credit Agricole, ma pare che convincere l'amministratore delegato
Giampiero Maioli non sia cosa semplicissima. Il banchiere vorrebbe che fossero prima risolti il problema delle sofferenze e quello del personale.