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Forumer storico
Banche: Atlante si gioca tutto in Veneto (Mi.Fi.)
MILANO (MF-DJ)--L'offerta di transazione presentata ai soci di Pop Vicenza e Veneto Banca condizionerà molte partite. Non solo il destino delle due ex popolari venete avviate verso una rapida fusione ma anche il futuro del loro azionista, quel fondo Atlante nato nella primavera scorsa dall'iniziativa di Giuseppe Guzzetti e Claudio Costamagna per mettere in sicurezza il credito del Nord Est.
Oggi, scrive Milano Finanza, Pop Vicenza e Veneto Banca assorbono oltre la metà delle risorse che il sistema finanziario italiano ha versato nel fondo gestito dalla Quaestio sgr di Alessandro Penati (circa 3,4 sui 6 miliardi complessivi distribuiti in due veicoli) e non c'è dubbio che gli sviluppi di Vicenza e Montebelluna avranno un impatto a monte sui bilanci degli investitori. Anche se Atlante prometteva rendimenti meno aggressivi rispetto ai normali private equity (fin dall'inizio si è parlato del 6%), non c'è dubbio che presto banche e fondazioni cominceranno a fare i conti per valutare l'andamento della partecipazione. In queste settimane gli istituti hanno iniziato la redazione dei bilanci 2016 e la contabilizzazione della partecipazione in Atlante sarà una delle decisioni politicamente più delicate. È complicato stabilire un fair value della quota, ma si può dire che, con cost/income molto elevato e un'azione di pulizia sugli attivi ancora in corso, è difficile per il momento estrarre valore dall'investimento. Forse proprio per questa ragione Quaestio ha deciso di accelerare i tempi della fusione, puntando a chiudere l'operazione entro il primo semestre.
La tempistica è serrata, come ha lasciato intendere Fabrizio Viola durante le sue prime uscite pubbliche. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la prima scadenza importante potrebbe essere quella di giovedì 19, quando il cda di Pop Vicenza dovrebbe esaminare una prima bozza del piano industriale e aprire la discussione con l'amministratore delegato. In quella stessa sede Viola potrebbe aggiornare il board sul trattamento dei non performing loans, per i quali si starebbe studiando una soluzione simile a quella ipotizzata per Mps . Subito dopo la fusione le due banche dovrebbero cartolarizzare le sofferenze e chiedere la garanzia pubblica (Gacs) sulla tranche senior, mentre sulla mezzanine o sulla junior potrebbe intervenire Atlante.
Gli ostacoli comunque non finiscono qui. Dopo la fusione e il deconsolidamento degli npl il nuovo gruppo potrebbe registrare un deficit patrimoniale significativo ed essere costretto a lanciare un aumento di capitale. Le risorse di Atlante 1 sono terminate con il versamento di 938 milioni di fine dicembre e il coinvolgimento di nuovi investitori appare incerto. È insomma tutt'altro che remota l'ipotesi che il nuovo gruppo faccia richiesta di una ricapitalizzazione precauzionale e si ritrovi, come Mps, sotto il controllo diretto del Tesoro.
Sono queste le considerazioni che gli investitori di Atlante dovranno fare nelle prossime settimane, sperando di disporre di qualche elemento in più per contabilizzare con maggiore certezza la partecipazione. Ma nei conciliaboli tra banchieri si starebbe discutendo anche di un altro aspetto: ora che il fondo di Quaestio è uscito dal salvataggio di Mps , perché non coinvolgerlo su altri dossier? Entro marzo gli istituti dovranno presentare a Bce i piani per lo smaltimento degli npl (si veda MF-Milano Finanza di giovedì 12) e nei mesi successivi potrebbero mettere in campo operazioni finanziarie volte ad aggredire il problema. Atlante 2 ha ancora una potenza di fuoco di 1,75 miliardi e potrebbe entrare in diverse operazioni di cartolarizzazione, spuntando prezzi convenienti per gli originator. Una strategia che senza dubbio condizionerebbe il giudizio complessivo del sistema bancario sul veicolo del professor Penati.
red
(END) Dow Jones Newswires
January 16, 2017 02:40 ET (07:40 GMT)
MILANO (MF-DJ)--L'offerta di transazione presentata ai soci di Pop Vicenza e Veneto Banca condizionerà molte partite. Non solo il destino delle due ex popolari venete avviate verso una rapida fusione ma anche il futuro del loro azionista, quel fondo Atlante nato nella primavera scorsa dall'iniziativa di Giuseppe Guzzetti e Claudio Costamagna per mettere in sicurezza il credito del Nord Est.
Oggi, scrive Milano Finanza, Pop Vicenza e Veneto Banca assorbono oltre la metà delle risorse che il sistema finanziario italiano ha versato nel fondo gestito dalla Quaestio sgr di Alessandro Penati (circa 3,4 sui 6 miliardi complessivi distribuiti in due veicoli) e non c'è dubbio che gli sviluppi di Vicenza e Montebelluna avranno un impatto a monte sui bilanci degli investitori. Anche se Atlante prometteva rendimenti meno aggressivi rispetto ai normali private equity (fin dall'inizio si è parlato del 6%), non c'è dubbio che presto banche e fondazioni cominceranno a fare i conti per valutare l'andamento della partecipazione. In queste settimane gli istituti hanno iniziato la redazione dei bilanci 2016 e la contabilizzazione della partecipazione in Atlante sarà una delle decisioni politicamente più delicate. È complicato stabilire un fair value della quota, ma si può dire che, con cost/income molto elevato e un'azione di pulizia sugli attivi ancora in corso, è difficile per il momento estrarre valore dall'investimento. Forse proprio per questa ragione Quaestio ha deciso di accelerare i tempi della fusione, puntando a chiudere l'operazione entro il primo semestre.
La tempistica è serrata, come ha lasciato intendere Fabrizio Viola durante le sue prime uscite pubbliche. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la prima scadenza importante potrebbe essere quella di giovedì 19, quando il cda di Pop Vicenza dovrebbe esaminare una prima bozza del piano industriale e aprire la discussione con l'amministratore delegato. In quella stessa sede Viola potrebbe aggiornare il board sul trattamento dei non performing loans, per i quali si starebbe studiando una soluzione simile a quella ipotizzata per Mps . Subito dopo la fusione le due banche dovrebbero cartolarizzare le sofferenze e chiedere la garanzia pubblica (Gacs) sulla tranche senior, mentre sulla mezzanine o sulla junior potrebbe intervenire Atlante.
Gli ostacoli comunque non finiscono qui. Dopo la fusione e il deconsolidamento degli npl il nuovo gruppo potrebbe registrare un deficit patrimoniale significativo ed essere costretto a lanciare un aumento di capitale. Le risorse di Atlante 1 sono terminate con il versamento di 938 milioni di fine dicembre e il coinvolgimento di nuovi investitori appare incerto. È insomma tutt'altro che remota l'ipotesi che il nuovo gruppo faccia richiesta di una ricapitalizzazione precauzionale e si ritrovi, come Mps, sotto il controllo diretto del Tesoro.
Sono queste le considerazioni che gli investitori di Atlante dovranno fare nelle prossime settimane, sperando di disporre di qualche elemento in più per contabilizzare con maggiore certezza la partecipazione. Ma nei conciliaboli tra banchieri si starebbe discutendo anche di un altro aspetto: ora che il fondo di Quaestio è uscito dal salvataggio di Mps , perché non coinvolgerlo su altri dossier? Entro marzo gli istituti dovranno presentare a Bce i piani per lo smaltimento degli npl (si veda MF-Milano Finanza di giovedì 12) e nei mesi successivi potrebbero mettere in campo operazioni finanziarie volte ad aggredire il problema. Atlante 2 ha ancora una potenza di fuoco di 1,75 miliardi e potrebbe entrare in diverse operazioni di cartolarizzazione, spuntando prezzi convenienti per gli originator. Una strategia che senza dubbio condizionerebbe il giudizio complessivo del sistema bancario sul veicolo del professor Penati.
red
(END) Dow Jones Newswires
January 16, 2017 02:40 ET (07:40 GMT)