Corriere della Sera:
I (pochi) fondi di Atlante contesi
tra Montepaschi e banche venete
Per Vicenza-Veneto si profila un’offerta volontaria di scambio sui subordinati
Giovedì il consiglio di Siena discute la prima bozza del piano industriale
di Fabrizio Massaro
I (pochi) fondi di Atlante contesi tra Montepaschi e banche venete
Alessandro Penati, presidente di Quaestio Capital Management sgr
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I prossimi giorni saranno decisivi per Atlante e i due fronti sui quali il fondo salva-banche è impegnato, Mps e le banche venete. La domanda è: dove metterà Atlante quegli 1,7 miliardi di euro che sono rimasti in cassa dopo che è saltata l’operazione con Siena? Quei soldi fanno ancora gola al ceo di Mps, Marco Morelli, e al Tesoro. Ma interessano anche al numero uno di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Fabrizio Viola. Solo che per entrambi i fronti quei soldi non bastano.
Fino a pochi giorni fa Atlante 2 aveva a disposizione 2,2 miliardi. Solo che nel frattempo ha speso 500 milioni circa per i crediti in sofferenza delle good banks Etruria, Marche e CariChieti, e potrebbe fare altrettanto con quelli di CariFerrara. La coperta insomma è sempre più corta. E non ci sono all’orizzonte nuove adesioni al fondo. Per questo il gestore Quaestio e gli investitori in Atlante — banche, assicurazioni, fondazioni, Cdp — dovranno scegliere su chi andare, oppure dividere le risorse sui vari fronti. Ma le idee non sono ancora chiare.
Il fronte più caldo sono le due banche venete, che Atlante controlla al 98% circa e nelle quali ha messo in totale 3,5 miliardi. PopVi e Veneto Banca devono ora ripulire i loro bilanci dai crediti in sofferenza e servirà un altro aumento di capitale. Si parla di tre miliardi di euro. Uno è quello versato da Atlante a fine dicembre come anticipo; dunque se ne devono trovare due.
Un po’ di milioni di possono ottenere con le cessioni (Arca, le estere, Banca Nuova, Apulia) e la scissione di Bim, in base al piano di fusione che Viola elaborerà entro il mese, e circa 500 milioni da un’eventuale offerta di conversione volontaria dei bond: le due banche hanno obbligazioni subordinate per 1,3 miliardi, con 200 milioni in mano ai risparmiatori (146 nella Vicenza, il resto in Veneto Banca). Il resto dovrà arrivare dal mercato.
Ma perché si possa andare sul mercato serve che i soci ripuliscano le banche dalle cause legali aderendo in massa alla transazione proposta accettando un rimborso del 15% sulle azioni, cui forse si potrebbe aggiungere un warrant, come ha fatto capire ieri il presidente di Veneto Banca, Massimo Lanza. Se invece volteranno le spalle alla banca, l’aumento sul mercato non sarà possibile. In questo caso dovrà scattare lo schema Mps, cioè la «ricapitalizzazione precauzionale» prevista dalla direttiva Ue del bail-in, con i soldi dello Stato, attingendo ai 20 miliardi stanziati con il decreto. Ma gli obbligazionisti dovranno subire il Burden sharing: convertire i bond in azioni, sia pure alla pari e con la previsione di un rimborso come in Mps, sarebbe un altro duro colpo alla fiducia di una clientela «che si sente come la moglie tradita», secondo la definizione di Viola. Escludendo lo scenario del salvataggio di Stato, Atlante può entrare nell’operazione in due modi: o comprando la tranche più a rischio degli npl (non performing loan) da cartolarizzare, con 600-800 milioni, oppure sottoscrivendo l’aumento di capitale con tutti gli 1,7 miliardi. In realtà Atlante 2 per regolamento può investire solo in npl, ma tra gli investitori c’è chi spinge per difendere l’investimento in capitale, quindi verso un nuovo apporto sulle due banche. Altri invece temono che i soldi comunque non basterebbero. Si vedrà.
Poi c’è anche la sirena senese. Mps deve presentare una bozza di piano industriale alla Ue e sembra che il vecchio piano «privato» possa essere approvato più facilmente rispetto a uno totalmente nuovo. Per questo tra Rocca Salimbeni e Via XX Settembre, sede del Tesoro, sta tornando l’idea originaria della cartolarizzazione delle sofferenze, o un mix di soluzioni. Dunque Atlante deve far parte della partita Mps, sia pure forse con uno sforzo minore dei 1,7 miliardi iniziali. Un primo orientamento si avrà giovedì al consiglio di Mps che discuterà la bozza del piano. Per quella data a Siena sperano che Atlante abbia chiarito i suoi intendimenti.
14 gennaio 2017 (modifica il 14 gennaio 2017 | 22:34)
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