Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (2 lettori)

lagonzaga

Forumer attivo
C'è una considerazione, di fatto a causa del taglio e dei divieti all'acquisto da parte di alcuni Istituti il mercato dei coco bonds sta diventando un mercato riservato in maniera principale
a operatori istituzionali.
Le subordinate t1, lt2, ut2, le irs saranno merce sempre più rara e i vari istituti da qui al 2022 saranno (almeno quelli senza problemi patrimoniali) orientato alla call.
 

angy2008

Forumer storico
MF:
TEMPI PIÙ LUNGHI
Bce e Bruxelles
chiedono
piani separati
per Pop Vicenza
e Veneto Banca
(Gualtieri a pagina 9)

Prima pagina - Il Gazzettino
tempi più lunghi, buona news per le dicembre 2017, meno buona per le più lunghe perchè più passa il tempo e più si deteriorano i bilanci e aumentano le richieste dall'Europa, strade sempre più divergenti che difficilmente possono convergere senza danni ai nostri bond, sarà per questo che van sempre peggio. Io non sposto più nulla se non ci sono news di cambiamento sostanziale.
 

Fabrib

Forumer storico
MF:
TEMPI PIÙ LUNGHI
Bce e Bruxelles
chiedono
piani separati
per Pop Vicenza
e Veneto Banca
(Gualtieri a pagina 9)

Prima pagina - Il Gazzettino
Utente Zawardo, da altro Forum:

Sono sul cellulare e non riesco a copiarlo intero perché è su mille colonne. Metto i pezzi salienti (scelti senza malizia vi assicuro):
Le authority europee coinvolte, ovvero il Single supervisory mechanism della Bce e il DG Competition di Bruxelles, avrebbero chiesto a Bpvi e Veneto Banca di presentare piani industriali separati, specificando i rispettivi fabbisogni patrimoniali. Questo perché, secondo quanto si apprende, la fusione messa in cantiere dal fondo Atlante per semplificare il processo di ristrutturazione non è stata ancora autorizzata dall’autorità di vigilanza e dunque non si potrebbe impostare il piano sul presupposto della combined entity. La richiesta, di cui ieri avrebbe discusso il consiglio di amministrazione di Bpvi, rischia insomma di allungare oltre il previsto i tempi del processo autorizzativo, che inizialmente si puntava a chiudere entro il mese di marzo. La scaletta di Fabrizio Viola prevede infatti la convocazione dell’assemblea straordinaria per la fusione a giugno e poi l’integrazione dei due istituti (presumibilmente una fusione per incorporazione di Veneto Banca in Bpvi) entro l’autunno. Al momento non è chiaro se la scadenza slitterà

Come detto, almeno nel processo autorizzativo il fabbisogno patrimoniale dovrà essere spacchettato tra i due istituti, che dovranno anche attestare la propria solvibilità come previsto dalla normativa.

Quanto alla tempistica, la cartolarizzazione potrebbe precedere l’aumento, che verrebbe lanciato contestualmente alla fusione dei due istituti attesa in autunno. Al momento comunque l’importo della ricapitalizzazione non è ancora stato presentato ai consigli.

La buona notizia è che il numero dei soci irreperibili sarebbe sceso sotto il 10%, anche se l’obiettivo dell’80% rimane ancora abbastanza lontano.
 

Vet

Forumer storico
ripartiamo_famiglie_int.jpg
 

ZioJimmy

Forumer storico
MILANO (MF-DJ)--I termini per l'adesione alla proposta di transazione

avanzata da Bpvi e Veneto B. ai vecchi soci
, con un ristoro pari al 15%

dell'investimento azionario per gli ex soci dell'istituto di Montebelluna

e di 9 euro a titolo per gli azionisti della banca berica, non verranno

prorogati.

E' questo, secondo quanto ha appreso Mf-DowJones da una fonte vicina al

dossier, l'orientamento dei due istituti che quindi, salvo colpi di scena

al momento non preventivabili, rispetteranno la tempistica dell'offerta

comunicata al mercato
. Nel dettaglio i soci hanno tempo fino al prossimo

15 marzo per formalizzare la manifestazione di interesse mentre l'adesione

con la firma dell'accordo transattivo potrà essere formalizzata entro il

22 marzo.

Sicuramente non c'è alcuna possibilità che possa essere aumentato

l'ammontare che i cda delle due banche hanno destinato al ristoro dei

soci. Nonostante le adesioni non stiano aumentando al ritmo sperato i

contatti con i soci interessati all'iniziativa, 94.000 per la Vicenza e

75.000 per Veneto B., sono stati moltissimi tanto da giustificare un

ragionevole ottimismo riguardo alla possibilità che, così come accade

nelle Opa, le adesioni possano arrivare nelle ultime ore di validità

dell'offerta.

Sullo sfondo rimane il confronto fra i vertici delle banche e le

authority europee sulla ricapitalizzazione precauzionale e sulla fusione.

Le authority europee coinvolte, ovvero il Single supervisory mechanism

della Bce e il DG Competition di Bruxelles, come spiegato da MF, avrebbero

chiesto a Bpvi e Veneto Banca di presentare piani industriali separati,

specificando i rispettivi fabbisogni patrimoniali. Questo perchè, secondo

quanto si apprende, la fusione messa in cantiere dal fondo Atlante per

semplificare il processo di ristrutturazione non è stata ancora

autorizzata dall'autoritá di vigilanza e dunque non si potrebbe impostare

il piano sul presupposto della combined entity.

Al di là dell'allungamento dei tempi, la redazione di due piani separati

riporta sul tavolo l'eventualità, finora assolutamente esclusa, che le due

banche possano avere un futuro stand alone. L'a.d. Fabrizio Viola, in una

recente intervista, ha spiegato che Bpvi e Veneto Banca hanno bisogno di

nuovo capitale e che con la fusione, la possibilitá di reperire capitale è

maggiore rispetto alle due singole entitá.

Senza contare che se naufragasse il progetto di fusione ci potrebbero

essere delle uscite eccellenti fra le prime linee del management. Il

presidente Gianni Mion della Bpvi è da sempre stato il primo sostenitore

della fusione, come unica possibile soluzione per il salvataggio delle due

banche venete e difficilmente rimarrebbe in mancanza di un progetto che

sia in grado di convincerlo altrettanto.
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
Beniamino Piccone il 02 Marzo 2017
[paste:font size="4"]VENDERE E COMPRARE

Marco OnadoTre banche un soldo – ha efficacemente descritto quanto il sistema bancario italiano sia stato prodigo di risorse verso il settore immobiliare: “Un dato per tutti: dei 174 miliardi di sofferenze lorde al settembre 2016 (dall’ultimo Bollettino statistico della Banca d’Italia), quasi la metà (il 41,7 per cento) sono di competenza del settore delle costruzioni e delle attività immobiliari che invece pesano per poco più di un quarto (26,3 per cento) sui crediti “vivi”. La rischiosità delle attività immobiliari è cioè doppia della media”.

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Nel più bel capitolo di Gomorra, “Cemento armato”, Roberto Saviano scrive: “Gli imprenditori italiani provengono dal cemento. Loro stessi sono parte del ciclo del cemento. Io so che prima di trasformarsi in uomini di fotomodelle, in manager da barca, in assalitori di gruppi finanziari, in acquirenti di quotidiani, prima di tutto questo e dietro tutto questo c’è il cemento…Lo spessore delle pareti è ciò su cui poggiano i trascinatori dell’economia italiana. La Costituzione italiana dovrebbe mutare. Scrivere che si fonda sul cemento e sui costruttori. Sono loro i padri. Non Ferruccio Parri, non Luigi Einaudi, non Pietro Nenni, non il comandante Valerio”.

Le leggi Tremonti gonfiano la bolla immobiliare
Quando un Paese ha investito tre quarti della propria ricchezza in immobili (vedasi l’analisi di Bankitalia La ricchezza delle famiglie italiane), la politica economica dovrebbe essere prudente a cavalcare il settore immobiliare. Così non è stato negli ultimi venti anni. La Legge Tremonti del 1994 – seguita dalla Tremonti-bis del 2001 – ha viceversa soffiato sul fuoco, detassando gli utili delle imprese, investiti.

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Cosa successe? Lo descrive molto bene Vitaliano Trevisan (Works, Einaudi Torino 2016, p. 424): “D’improvviso sembrò che si costruissero (in Veneto, ndr) solo capannoni, al punto che le nostre giornate di lavoro si allungarono fino alle undici-dodici ore di cui si è detto, più il sabato mattina fisso, più il pomeriggio quando serviva… Nelle mai così affollate trattorie a prezzo fisso, si percepiva una sorta di euforia da lavoro che sembrava aver contagiato l’intero ambiente, come se tutti fossero, anzi fossimo impegnati in uno sforzo comune volto a chissà quale nobile causa, mentre si trattava se costruire capannoni su capannoni il più velocemente possibile… Ai tavoli molti discorsi erano centrati sull’idea che tutto quel costruire avesse un che di insensato, di folle, perché, come oramai era chiaro anche all’ultimo degli operai, molti di quei capannoni che ci affannavamo a costruire, non rispondevano affatto a reali necessità produttive…, ma solo per finalità speculative”. Quando leggiamo che il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, attraverso una delle sue numerose società immobiliari, ha lasciato una bella sofferenza di 57 milioni di euro alla Banca Popolare di Vicenza non ci meravigliamo di certo.

Pochi investimenti industriali, ma “capannoni su capannoni”
Diversi imprenditori, quindi, foraggiati senza sosta dal sistema bancario (come scrive Onado, “gli impieghi bancari sono cresciuti a un ritmo molto più alto del Pil nominale a partire dal 1999”), colpevolmente, non hanno investito nel miglioramento dei processi industriali della gestione caratteristica, né nell’introduzione del digitale (oggi si direbbe Industry 4.0), ma solo al fine di realizzare una plusvalenza prossima ventura, quando il prezzo del capannone sarebbe cresciuto (in un paese che ha visto l’inflazione galoppante degli anni Settanta, si pensa erroneamente che il prezzo degli immobili non possa mai scendere).

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Il sistema bancario – che si dimentica di gestire i soldi dei depositanti, (Other people’s money, scriveva Louis Brandeis) – fa ricadere la mole delle sofferenze alla “crisi economica dei sette anni”, dal 2008 al 2015. Per evitare in futuro che il contribuente debba intervenire per salvare diversi istituti mal gestiti (eludendo le regole del bail in), devono emergere le determinanti che hanno portato, per esempio, il Credem ad avere un rapporto sofferenze/impieghi dell’1,63% e il MPS del 34%. È evidente come i responsabili dei fidi di MPS, di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca, etc. non hanno assolutamente mai letto, né applicato le indicazioni per la valutazione del merito di credito scritte da Mattioli e Malagodi nel modulo 253 della Banca Commerciale italiana. Spesso ci si focalizza sui dati di bilancio passati e non si concentra l’attenzione sulle prospettive future, che sono quelle che contano.

Alcune domande meriterebbero una risposta. Quale spazio hanno oggi i progetti seri delle imprese, non assistiti da garanzie? Perché i banchieri danno così forte peso alle garanzie reali che poi si rilevano di difficile escutibilità? Perché i progetti di sviluppo immobiliare – che partono da un campo verde alias green field – vengono viste così con favore quando il track record è disastroso?
 

angy2008

Forumer storico
la bolla degli incagli sui prestiti immobiliari è dovuta comunque al fatto che la corruzione dilagava e non saprei se si sia ridotta. Se non ungi o non hai amicizie politiche o similari nessuna banca ti darebbe, ma neanche prima ti avrebbe dato, finanziamenti senza garanzie adeguate, specialmente per importi elevati. Ma si è visto che nelle banche fallite han fatto cose da fantafinanza anche copiando da comportamenti collaudati nelle gestioni degli enti pubblici come le transazioni degli immobili a valori dimezzati quando si vende e raddoppiati quando si danno in garanzia o si comprano, con parziali ristorni ai funzionari compiacenti e danni enormi al bilancio.
 

Jurij Gagarin

Forumer attivo
eccomi qui ragazzi. per il mese di marzo almeno scriverò e leggerò solo su questo forum, troppo veloce quell'altro, troppo teso io per la mia venetina che,
come dice russiabond, almeno per qualche settimana vedrà i prezzi rimanere stabili in area 40-50 diciamo minimo 2 settimane ma probabilmente almeno 3-4.

quindi inutile spaccarsi le cervella con supposizioni del fol (in assenza di news questo succede) tipo ''...nel caso atlante decida di salvarne una secondo voi chi sarà l'agnello sacrificale...?" o inseguire prezzi otc che per chi ha intenzione di tentare l'hold-out contano relativamente.

poi rompevo effettivamente i coglioni a molti con i miei post a getto continuo, roba da comportamento ossessivo-compulsivo :)

il problema di la era che magari sei tranquillo, arriva una pseudonews parapositiva, poi leggi i commenti di gente impanicata e ti caghi sotto o ti arrabbi.

aggiungo che dall'altra parte ci sono almeno un paio di personaggi che godono nel mettere il dito nella ferita e sinceramente questo è insopportabile. cercherò di scrivere non più di 3-4 messaggi al giorno ;)
 

luzzogno

Forumer storico
eccomi qui ragazzi. per il mese di marzo almeno scriverò e leggerò solo su questo forum, troppo veloce quell'altro, troppo teso io per la mia venetina che,
come dice russiabond, almeno per qualche settimana vedrà i prezzi rimanere stabili in area 40-50 diciamo minimo 2 settimane ma probabilmente almeno 3-4.

quindi inutile spaccarsi le cervella con supposizioni del fol (in assenza di news questo succede) tipo ''...nel caso atlante decida di salvarne una secondo voi chi sarà l'agnello sacrificale...?" o inseguire prezzi otc che per chi ha intenzione di tentare l'hold-out contano relativamente.

poi rompevo effettivamente i coglioni a molti con i miei post a getto continuo, roba da comportamento ossessivo-compulsivo :)

il problema di la era che magari sei tranquillo, arriva una pseudonews parapositiva, poi leggi i commenti di gente impanicata e ti caghi sotto o ti arrabbi.

aggiungo che dall'altra parte ci sono almeno un paio di personaggi che godono nel mettere il dito nella ferita e sinceramente questo è insopportabile. cercherò di scrivere non più di 3-4 messaggi al giorno ;)

Bravissimo hai perfettamente ragione:clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap:
 

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