Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca

"Ci tassano i rimborsi. Altro che miliardo da trovare, la credibilità delle banche venete è finita"

Utente Right2:
(Reuters) - I regolatori Ue puntano a chiudere entro giugno i colloqui con il governo italiano sul piano di salvataggio da 6,4 miliardi di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Lo ha detto a Reuters un funzionario Ue, mettendo in guardia sulla possibilità che le banche vadano in risoluzione se non sarà trovato un accordo per quella data.
"Per la fine di giugno dovremmo sapere se la precautionary recapitalisation è fattibile", ha detto a Reuters un funzionario Ue vicino ai colloqui.
Se non sarà trovato un accordo tra Roma e le autorità Ue per fine giugno, i regolatori Ue prepareranno la risoluzione secondo la normativa sul bail in, in cui azionisti, obbligazionisti e grandi depositanti devono fronteggiare le perdite, per il funzionario.
Mentre i colloqui su Mps sembrano indirizzarsi a un esito positivo, i negoziati sul salvataggio delle due banche venete sono più difficili, soprattutto dopo il no di Atlante ad un nuova iniezione di liquidità.
Bruxelles chiede infatti che prima dell'apporto di fondi pubblici investitori privati iniettino un ulteriore miliardo di euro per coprire le perdite previste o prevedibili. [nL8N1IQ6LK]
In una lettera di risposta alla richiesta delle due banche venete sull'eventuale disponibilità ad intervenire Quaestio, la Sgr a capo dei due istituti, constata che al momento non ci sono "le condizioni per qualsiasi ulteriore investimento".
E questo sia per l'insufficienza di fondi a disposizione, sia per le molteplici incertezze relative ad un nuovo apporto di capitale che "impediscono di fatto una decisione per qualunque investitore responsabile"
 
ROMA (MF-DJ)--Spunta un piano B del Tesoro sulle banche venete dopo che
il fondo Atlante guidato da Alessandro Penati ha fatto sapere che "non ci
sono allo stato le condizioni per qualsiasi ulteriore investimento" nella
Banca Popolare di Vicenza e su Veneto Banca.
Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che il Ministero dell'Economia oggi
pomeriggio dovrebbe fare il punto con Bankitalia ad alto livello e avrebbe
un piano B che eviterebbe la fusione: pulizia degli npl,
ricapitalizzazione precauzionale solo su BpVi, fusione di Veneto Banca in
Mps. I due cda spingono per una soluzione in tempi brevi, diversamente
potrebbero dimettersi in blocco.
pev
MF-DJ NEWS
3108:12 mag 2017
 
ROMA (MF-DJ)--Spunta un piano B del Tesoro sulle banche venete dopo che
il fondo Atlante guidato da Alessandro Penati ha fatto sapere che "non ci
sono allo stato le condizioni per qualsiasi ulteriore investimento" nella
Banca Popolare di Vicenza e su Veneto Banca.
Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che il Ministero dell'Economia oggi
pomeriggio dovrebbe fare il punto con Bankitalia ad alto livello e avrebbe
un piano B che eviterebbe la fusione: pulizia degli npl,
ricapitalizzazione precauzionale solo su BpVi, fusione di Veneto Banca in
Mps. I due cda spingono per una soluzione in tempi brevi, diversamente
potrebbero dimettersi in blocco.
pev
MF-DJ NEWS
3108:12 mag 2017
Cosa accadrebbe in questo caso ai bond sub di veneto banca??
 
MF:
RISCHIO BAIL-IN IL TESORO CERCA DI COINVOLGERE I PRIVATE EQUITY NEL SALVATAGGIO DI POPOLARE VICENZA E VENETO BANCA Banche venete, ora si prova coi fondi Circolano in particolare i nomi di Centerbridge, Atlas e Warburg Pincus, che già nell’estate scorsa si erano avvicinati al dossier e che ora potrebbero sottoscrivere strumenti fi nanziari partecipativi dei due istituti. Ma la strada è in salita (Gualtieri a pagina 12)

Prima pagina - Il Gazzettino
 
Ultima modifica:
Utente Apilu, Il Sole 24 ore:
Le parole decisive su Popolare di Vicenza e Veneto Banca arriveranno solo dopo la chiusura del dossier Mps, e per conoscere il destino dei due istituti occorrerà attendere la fine di giugno, a quanto risulta al Sole 24 Ore da fonti europee. Poco più di quattro settimane, di fatto, in cui il ministero dell’Economia dovrà trovare un punto di mediazione con le richieste di Vigilanza Bce e Commissione Ue, che nell’ambito della ricapitalizzazione precauzionale da 6,4 miliardi hanno chiesto dagli investitori privati 1,25 miliardi in più rispetto ai 3,7 precedentemente concordati.

ROMA

Il fattore tempo è una variabile decisiva nella vicenda delle due banche venete. A ribadirlo ieri nelle sue considerazioni finali è stato anche lo stesso Governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo cui oggi in Europa ci sono «processi decisionali poco compatibili con la rapidità degli interventi. Manca un’efficace azione di coordinamento». Una visione condivisa anchedal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, secondo cui il problema deve essere risolto «al più presto». « Credo che un intervento dell’autorità politica possa accelerare i tempi di ciò che si deve fare», ha aggiunto il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros Pietro

Il problema è che le incertezze generate dalle nuove richieste Ue starebbero impattando negativamente sulla fiducia della clientela, tanto da aver provocato negli ultimi giorni un nuovo deflusso dei depositi dalle due banche. «Bisogna fare in fretta, nei tempi più stretti possibili. Stiamo lavorando in modo serrato», ha detto ieri l'a.d. di Popolare Vicenza, Fabrizio Viola. Per oggi è prevista una nuova riunione straordinaria dei due board, che faranno il punto sullo stato dell'arte e sulle possibili soluzioni in campo.

Al momento, tuttavia, siamo solamente allo stato delle ipotesi. Le uniche certezze sono che Bruxelles chiede un maggiore sacrificio da parte dei privati e che il Governo vuole evitare a tutti i costi che le due banche possano finire in risoluzione. «Non c'è alternativa al salvataggio », ha detto ieri Matteo Renzi. Il «no» di Atlante a nuovi interventi sul capitale delle due venete era scontato, ma certifica che l'unica soluzione possibile passa dallo “sconto” sulle richieste aggiuntive delle Authority europee per rendere le richieste di capitale più gestibili per un’eventuale cordata di investitori. L'obiettivo è di dimezzare il fabbisogno dei privati a 500-600 milioni, anche sfruttando una diversa interpretazione della Brrd: nello specifico, il piano discusso fino ad oggi con Bruxelles non sembrerebbe considerare i benefici nell’immediato futuro derivanti dalla ristrutturazione e dalla cessione di crediti, ma solo i costi, che invece sono certi.

Una volta limato l’ammontare, vanno cercati comunque i finanziatori, e qualcuno guarda ai fondi di private equity. Pare tutt’altro che scontato che un investitore privato scelga di iniettare capitali in due banche in chiara difficoltà con la consapevolezza che parte dell'investimento del capitale (peraltro di minoranza) sia azzerato. Una possibile compensazione potrebbe allora passare per un “doppio” investimento dei fondi anche nei crediti deteriorati delle due banche – magari tramite un acquisto in blocco -, così che parte del valore perso nell’equity sia recuperato dalla rivalutazione degli Npl. Uno schema, quest'ultimo, su cui si basava il possibile intervento di Apollo in Carige, operazione ai tempi ben vista da Bce ma poi sfumata. Altra ipotesi potrebbe vedere anche un acquisto di maggioranza dei fondi, ma in questo caso non è chiaro se e come la ricapitalizzazione precauzionale prenderebbe forma. Nella girandola delle ipotesi valutate in ambienti finanziari c’è stata anche l’idea di separare il destino dei due istituti, portando avanti la ricapitalizzazione precauzionale per Pop. Vicenza e spingendo Veneto Banca fra le braccia di Mps. La partita di Rocca Salimbeni, però, dopo aver superato la fase critica si trova ora ultimo miglio, tanto che gli stessi vertici del Monte ora si dicono «molto ottimisti»: il via libera Ue, atteso ormai a stretto giro, farebbe partire il primo caso concreto di ricapitalizzazione precauzionale con fondi pubblici. Oltre ad aprire l’ombrello pubblico sul big delle banche in crisi rappresenterebbe un precedente importante anche per le altre operazioni. Sarebbe stato troppo rischioso, in un contesto del genere, riaprire il dossier per far entrare nel piano industriale un'ipotesi di incontro fra Siena e Montebelluna.
 
Veneto B./Pop. Vicenza - Possibile inserimento del private equity nella partita 01/06/2017 10:26 - MKI
Dopo il passo indietro del fondo Atlante, il futuro di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e' nella mani del Tesoro.
Secondo gli ultimi rumor, il Mef starebbe sondando alcuni fondi di private equity per reperire il miliardo necessario per far fronte alle richieste europee di coprire parte della ricapitalizzazione con fondi private.
Tra i nomi che circolano vi sono Atlas, Centerbridge e Warburg Pincus, che gia' a meta' 2016 avevano manifestato interesse per l'acquisto delle due ex popolari per una cifra, mai confermata, vicina al miliardo. La proposta era stata respinta in quanto ritenuta troppo bassa.
Tuttavia, la possibile entrata in gioco di altri investitori privati potrebbe essere favorita anche dall'eventuale sconto che il Tesoro punta ad ottenere dalla Commissione Europea rispetto alla richiesta iniziale di un miliardo.
Al momento l'entrata in gioco dei fondi di private equita' e' solo un'eventualita', anche se le alternative sono davvero poche. Nel caso estremo potrebbe scattare il bail-in, anche se il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha escluso questa possibilita'.
Secondo gli stessi rumor, i fondi di private equity potrebbero partecipare alla ricapitalizzazione sottoscrivendo strumenti finanziari con caratteristiche a meta' strada tra le azioni e i bond.
Oggi sono fissati due nuovi board per fare nuovamente il punto della situazione dopo gli ultimi eventi.
 

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