Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca

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A definire in dettaglio gli elementi dell’operazione (a partire dalla governance) dovrebbe essere un decreto-legge da convertire rapidamente, atteso per l’inizio della prossima settimana, subito dopo il ballottaggio elettorale, quando è già convocato, martedì, anche un cda di Bpvi.
Fondamentale far presto: Intesa ha affermato di considerare «necessaria per la conclusione e l’efficacia dell’operazione, una cornice approvata e definitiva», cosa che rimanda ad una legge. Che assicuri «la copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione», ma anche le «misure per raggiungere gli obiettivo della totale neutralità rispetto» all’attuale dotazione di capitale di Intesa e alla capacità di generare dividendi.
Particolari decisivi e che si tengono. Il tema riguarda come Intesa possa aggiungere miliardi di attività senza un aumento di capitale, espressamente escluso , o una discesa sui requisiti di capitale.
La questione in prospettiva pare risolversi nei fatti con una partita di giro con i fondi per gli esuberi finanziati dal governo. Secondo una prima ricostruzione, dopo aver lasciato le controllate, Intesa porterebbe via 9.700 degli 11 mila dipendenti delle due venete, mantenendo aperte solo un numero scelto strategicamente di filiali tra le 980.
Secondo i calcoli eseguiti fin qui, si parla di quattromila esuberi nelle due venete e mancherebbero mille addetti con i requisiti per i prepensionamenti. Ma a far quadrare la questione sarebbe l’apertura di un fondo esuberi volontario in Intesa, che proiettato su sette anni disporrebbe di una platea di 8.200 dipendenti tra cui pescare.

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Banche venete, un decreto per Intesa
 
Messina tra tutela del sistema e degli azionisti con l’ok di Bce

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L’intervento di Intesa è subordinato alla rapida conversione in legge di un decreto di imminente emanazione, che proverà a scongiurare in extremis la procedura di risoluzione delle due banche. Lo Stato si impegnerà a pagare i «costi» del salvataggio (ancora da quantificare, ma sicuramente ingenti), Intesa rileverà le due good banks ripulite dai crediti a rischio e garantirà la continuità del credito nei territori del nordest. Senza compromettere nè capitale, nè flusso di dividendi futuri.

Se Governo e Autorità fossero intervenute un anno fa, quasi certamente il salvataggio di Popolare di Vicenza e Veneto Banca sarebbe stato meno oneroso per le casse dello Stato. Ma nell’attuale fase di emergenza, aggravata nelle ultime settimane dal deflusso di depositi, l’unico modo per evitare i costi economici e sociali di una procedura di risoluzione - con coinvolgimento degli obbligazionisti senior e (pro quota) dei depositanti oltre i 100.000 euro - è quello che il Tesoro sta cercando di organizzare con l’intervento privato di Intesa Sanpaolo per tutelare il risparmio, l'occupazione e l'economia reale di un territorio ricco di imprese come il Nord est.
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Bailin all'italiana, all'ultimo secondo dell'ultimo minuto, a DGComp piacendo
 
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Ancora, Intesa considera "necessaria" una "cornice legislativa, approvata e definitiva", cioè una legge dello Stato
, che garantisca la "neutralità" su patrimonio e dividendi ma anche "la copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione" (ci sarebbero 4 mila esuberi da gestire attraverso un rifinanziamento del fondo di settore) nonché la "sterilizzazione" dei rischi (alcune decine di migliaia di soci azzerati non hanno aderito alla transazione delle due banche) e degli impegni legati a fatti antecedenti all'acquisizione. Se per Intesa i vantaggi di un'operazione così strutturata sono innegabili (il titolo è balzato in Borsa del 2,45%), si tratterà di capire se la strada resta 'politicamente' percorribile, anche con Bruxelles, alla luce del fatto che lo Stato, e dunque i contribuenti, dovranno farsi carico dei costi della 'risoluzione' soft, ricapitalizzando le good bank, rilevando gli Npl e accollandosi i rischi legali.


"Il punto di domanda è se il Mef sarà autorizzato a iniettare capitale nella bad bank da parte della Dg Comp" rileva Equita Sim, che stima in 2,5 miliardi i costi di ristrutturazione. "La principale ambiguità", sottolinea Mediobanca, "riguarda chi si farà carico del conto della bad bank, se lo Stato" o "le banche". L'escamotage per schivare diktat da Bruxelles potrebbe essere quello di negare la rilevanza sistemica di Veneto Banca e Popolare Vicenza, gestendo internamente il problema e garantendo comunque il 'burden sharing' sia di azionisti (il fondo Atlante) che dei bond subordinati (con un rimborso ai retail).

La palla passa ora al Tesoro che, esaminato l'esito dell'asta, dovrà verificare con Bruxelles la percorribilità della strada intrapresa. La strada, visto che Intesa chiede una cornice legislativa 'approvata e definitiva', potrebbe essere quella di formulare un emendamento, forse già prima del weekend, al decreto che la scorsa settimana ha congelato il bond di Veneto Banca in modo da convertirlo rapidamente. Il Tesoro è comunque fiducioso di poter destinare parte dei 20 miliardi a disposizione degli istituti in crisi per finanziare la bad bank. "Prendo atto di una manifestazione di interesse i cui termini e condizioni aspettiamo ci vengano meglio spiegati dal Mef", ha commentato Gianni Mion, presidente della Popolare di Vicenza, che martedì prossimo riunirà il Cda.

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Offerta di Intesa per le venete, un euro per good bank .
 
Imho una parte del gioco delle 3 carte potrebbe derivare da questa questione strettamente tecnica. L'utente Noncisono
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mi ha dato lo spunto ieri sera, sul tardi, commentando la questione del rifiuto di intesa di alcune tipologie di crediti in bonis, ma potenzialmente più rischiosi, e della loro ponderazione.
Se delle attività di VB e Bpvi rientrassero nel perimetro di ISP non sarebbero più soggette alle ponderazioni previste nel modello standard, ma passerebbero a ponderazioni (molto più favorevoli) da modello interno... questo le renderebbe molto più "leggere" in termini di capitale da gestire.

Pareri (specialmente da NonCiSono)?
 
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Ancora, Intesa considera "necessaria" una "cornice legislativa, approvata e definitiva", cioè una legge dello Stato
, che garantisca la "neutralità" su patrimonio e dividendi ma anche "la copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione" (ci sarebbero 4 mila esuberi da gestire attraverso un rifinanziamento del fondo di settore) nonché la "sterilizzazione" dei rischi (alcune decine di migliaia di soci azzerati non hanno aderito alla transazione delle due banche) e degli impegni legati a fatti antecedenti all'acquisizione.

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scusa ma se gli azionisti finiscono nella bad bank perchè dovrebbero poter fare causa a Intesa?
 
Isp, su venete condizioni piu' restrittive di Ubi


MILANO (MF-DJ)--Focus di Equita Sim su Intesa Sanpaolo. La banca, sottolineano gli esperti, ha comunicato le sue condizioni per l'acquisto di alcuni asset di B.P.Vicenza e Veneto Banca, "che sono molto piu' restrittive rispetto a quelle di Ubi B. sulle 3 banche ponte. Infatti Intesa Sanpaolo richiede: totale neutralita' del deal sul CET1 (ora al 12,8%) e sulla politica del dividendo (target 2017 a 20 centesimi); acquisizione di un perimetro che esclude tutti i crediti deteriorati, quindi non solo gli Npl (come nel caso di Ubi), ma anche gli Utp (unlikely to pay, ndr); copertura da parte di terzi degli oneri di ristrutturazione".
Ipotizzando "sinergie a regime per 690 mln, di cui 30% lato funding e taglio costi del 25%, le nuove banche potrebbero generare un utile 2020 di 390 mln. Il deal", spiega Equita, "sarebbe leggermente accreativo sul 2019 (ROTE +33 punti base), con impatto a regime (2020) di +108 pb (ROTE 13%).
Il P/E 2019-2020 scenderebbe da 10,9-10 a 10,6-9,1 volte.
Anche se i termini del deal riducono notevolmente il rischio di esecuzione dell`integrazione, che puo' accelerare la crescita di Intesa Sanpaolo, dal punto di vista strategico secondo noi il mercato avrebbe preferito un`operazione al di fuori del business del retail banking domestico (asset management).
Il punto interrogativo resta comunque se l'Ue consentira' al Governo di intervenire pesantemente per coprire i costi di ristrutturazione e il capitale della bad bank (3,5 mld secondo i nostri calcoli): ci sembra ragionevole pensare che un accordo informale tra le varie autorita' sia gia' stato negoziato". Su Intesa Sanpaolo la raccomandazione e' hold, con prezzo obiettivo a 3,2 euro.
pl
[email protected]
 
In TV di tutto di più
Problema esuberi: ricorrendo a vari strumenti di sostegno i dipendenti potrebbero arrivare a 7 anni di prepensionamento . Alla faccia meglio dei dipendenti di Alitalia
Problema sub. finiscono nella bad bank con possibilità di recuperi marginali: Ma non erano "azzerate", termine che nella nostra lingua significa annullate?
Problema vertenze azioni e bondisti imbrogliati: pagherà tutto lo stato e per legge nessuno potrà far causa a ISP Ma una garanzia di questo tipo forse non viene data neppure agli agenti di servizi segreti per atti commessi in missione, possibile che sia costituzionale?
 
se la bad bank esiste e come asset ha 18.7 mld di npl fidati che azionisti derubati e futuri subbisti si attaccano li..

considera che basta un recovery su tutti gli npl pari al 7% che i subber riprendono 100.

Problemi dello stato se si accolla una bb dove gravano 30% azionisti con cause (petitum 1 mld?) e futuri 1.2 mld di subber.
 
io mi sto studiando i precedenti.. uno tra i più aderenti

EU clears state aid for Greece's ATEbank

May 3 The European Commission on Friday approved the liquidation aid given to Greece's ATEbank , whose healthy assets were sold to Piraeus Bank in July 2012, with the rest to be wound down.

While three measures taken by Greece, such as a 7.471 billion euro ($9.77 billion) injection to bridge the bank's funding gap, were considered to be state aid for ATEbank, the European Commission said they were limited and within the rules.

"The Commission found that the aid was limited to the minimum necessary to ensure an orderly resolution. In addition, the market exit of ATEbank limits the distortions of competition brought about by the aid," said the Commission, which acts as the bloc's competition watchdog.

The Commission said the takeover of healthy assets by Greece's fourth-biggest lender Piraeus Bank did not constitute state aid, with Piraeus putting in the best bid in a tender process. ($1 = 0.7649 euros) (Reporting by Robert-Jan Bartunek; editing by Philip Blenkinsop)

studiate pure voi

European Commission - PRESS RELEASES - Press release - State aid: Commission approves liquidation aid for Greek ATE Bank
 

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