E' proprio questo il punto e quel che mi preoccupa.
La solidarietà, le dichiarazioni di principio, la fratellanza tra i popoli... tutte belle cose che i governanti amano dichiarare, quando le cose vanno bene.
Quando le cose vanno male, tornano al sodo: sarò rieletto o no?
Anche quando volessero guardare oltre il cadreghino, vedrebbero gente inferocita, e leader ultranazionalisti a soffiare sul fuoco: perché noi dobbiamo pagare gli errori degli altri? In UK ci sono le prime avvisaglie, in Austra già prima della crisi Heider cominciava a sembrare un moderato, in Francia ricordano ancora, in tempi non sospetti, il 20% di Le Pen: a cosa si potrebbe arrivare oggi?
Il nodo alla fine è che la CEE era nata per iniziativa di persone idealiste, che volevano evitare gli orrori che avevano vissuto. Ed aveva un'anima (quanti sanno cosa significhi veramente la bandiera europea, e cosa siano le 12 stelle?).
Poi i banchieri ne hanno preso le redini, e l'hanno fatta diventare un frankenstein nè carne nè pesce, dandole quel tanto di vitalità che serviva per consentir loro più lauti guadagni ma privandola di tutto il resto: capacità decisionale, capacità di superare gli steccati tra nazioni, capacità di pensare a qualsiasi cosa che non fosse il soldo. In pratica, l'unione monetaria. I cui vantaggi ci hanno sbandierato per anni...
Eppure le persone che non passano il tempo a far finanza ma a lavorare, a sporcarsi le mani, non hanno mai digerito l'Euro. Non solo perché "ha raddoppiato tutti i prezzi", ma perché molte di queste persone (penso a mio padre, una terza media nel cassetto e un buon senso che gli ha fatto fare più strada di tanti dottori, ingegneri, avvocati e notai) vedevano che l'euro voleva mettere insieme cose che insieme non potevano stare. Tutti forzati, però, a stare "vicini vicini", come se le scelte economiche potessero essere fatte indipendentemente dalle scelte politiche e dalle necessità della gente.
Mi sembra di sentire quei laureati ad Harvard, che vanno ripetendo che un manager non deve sapere come vengono fatte le cose sotto di lui, basta che lui sappia fare il manager. I risultati li vediamo...
Non sarà mica che questa follia stia per arrivare alla fine nel modo peggiore?
A meno che non cambi veramente qualcosa... ma ho il timore che quanto abbiamo visto finora non sia sufficiente ad innescare un cambiamento del genere. L'ultima volta è servita una guerra mondiale e non è durato.
Per concludere: si, sono un grandissimo fan di Yunus, dal giorno in cui ho letto "Il Banchiere dei Poveri". E, rispondendo a un post di Negus di qualche giorno fa, mi ha fatto un po' strano vederlo collaborare con Unicredit
sarò prevenuto...
Ma penso che la strada che ha tracciato sia una delle poche realisticamente fattibili per ripartire. Meno carta, più lungimiranza, più consapevolezza che i soldi non crescono sugli alberi (neppure per i banchieri), più consapevolezza che solo partendo dal fondo si può costruire qualcosa di duraturo. Mentre l'Europa è voluta partire dalla cima...