Titoli di Stato area non Euro Obbligazioni CROAZIA: bond & newsflow

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LA KUNA RIMANE FORTE

di Ivan Slamic (Erste Bank)

Il mercato nazionale continua a essere all’insegna
della kuna forte. Infatti, la scorsa settimana,
il cambio EUR/HRK ha subito un’ulteriore
fl essione chiudendo a quota 7,370. Il motivo
va ricercato nel signifi cativo ammontare di euro
che le società statali hanno cambiato in kune. Raggiunto il livello di
7,370 è intervenuta la Banca centrale immettendo nuove quantità di
kune in circolazione. L’HNB ha acquistato all’asta dalle banche d’affari
58 milioni di euro a un cambio medio di 7,4062. Così facendo ha
inviato un chiaro messaggio su quanto un ulteriore abbassamento del
cambio EUR/HRK non sia il benvenuto. L’ultima fl essione del cambio
EUR/HRK ha sorpreso non poco gli operatori visto che la stagione turistica
è oramai alle spalle, che una determinata quantità di kune è stata
rimessa in circolazione e che i tassi d’interesse sul mercato interbancario
registrano un calo. Dopo l’intervento dell’HNB il cambio EUR/
HRK è di poco inferiore alla soglia di 7,400. La settimana scorsa si è
svolta l’asta p/t del ministero delle Finanze, che ha emesso titoli per circa
50 milioni di euro, un importo pressoché uguale agli obblighi in scadenza
per cui tale emissione non ha avuto effetti sul cambio.
Sul mercato internazionale la scorsa settimana è trascorsa abbastanza
tranquilla. La valuta europea si è indebolita rispetto alle altre
principali valute per effetto della prudenza dimostrata dagli investitori a
seguito delle nuove voci inerenti a una possibile richiesta di aiuto economico
da parte di Madrid. Per quanto riguarda i dati macroeconomici
la settimana si è rivelata abbastanza povera. Va detto che nella Comunità
europea si registra un ulteriore calo del settore dei servizi che rappresenta
i 2/3 del Pil dell’eurozona, mentre il settore reale ha iniziato a
cresce. Entrambi gli indici si mantengono sotto quota 50, ovvero sotto la
soglia tra la contrazione e l’espansione. A livello settimanale il cambio
EUR/USD è sceso passando da 1,3170 a 1,292. Il cambio USD/HRK è
invece cresciuto e attualmente servono circa 5,700 kune per un USD. Il
valore del franco svizzero si è mantenuto invariato, nonostante il cambio
del franco sia fortemente dipendente dai movimenti nell’eurozona.
Il cambio EUR/CHF oscilla attorno a 1,210, mentre quello CHF/HRK
è sui livelli di 6,110. Dopo la BCE e la FED anche la BoJ è intervenuta
acquistando obbligazioni statali per ulteriori 10 trilioni di yen, con
l’obiettivo di ridurre i vialore dello yen e sostenere così le esportazioni.
Vivacità in Borsa
 
Croazia: Un risultato preoccupante per il FMI sul debito pubblico in aumento









Allarmante descritto il ritrovamento del Fondo monetario internazionale (FMI) per il debito crescente, il ministro delle Finanze Slavko Linits Croazia.

Per questo motivo, ha sottolineato la necessità di adottare misure di austerità immediate volte a garantire la crescita economica. In una dichiarazione che è stata pubblicata dopo il completamento della visita della missione del FMI a Zagabria, il signor Linits ha sottolineato la necessità di misure forti per limitare, controllare il deficit di bilancio e il consolidamento fiscale.

In questa parte delle misure e dei tagli, ha aggiunto, senza specificare quali aree menzionate. Le conclusioni della visita fatta dalla missione FMI in Croazia ha sottolineato, tra l'altro, che le prospettive economiche (il paese) è debole e l'economia è in recessione. PIL dovrebbe ridursi ulteriormente del 1,5% nel 2012 e un lieve aumento, solo lo 0,75% nel 2013. Ha anche aggiunto che è necessario attuare ampie riforme e drastiche per aumentare la crescita a medio termine del PIL.

Il deficit resta elevato e il debito sta crescendo rapidamente.

Nonostante il fatto che i rendimenti obbligazionari sono scesi negli ultimi tempi, influenzata da fattori esterni, la fiducia dei mercati resta fragile, ha sottolineato, tra l'altro, la relazione della missione del FMI.





����:Capital.gr
 
LA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITA ZAGABRIA AD ACCELERARE LE RIFORME STRUTTURALI

Il debito pubblico schizzato alle stelle
I creditori bussano alla porta: cifre enormi
vanno pagate solamente a titolo di interessi



ZAGABRIA/BRUXELLES – La Croazia rischia di essere schiacciata dal peso del proprio debito pubblico, che ha ormai raggiunto livelli da capogiro. Dall’insediamento del governo presieduto da Zoran Milanović (dicembre 2011), il debito pubblico della Croazia è lievitato di 18 miliardi di kune, raggiungendo l’ammontare complessivo di 172,1 miliardi di kune. Stando ai dati del ministero delle Finanze, lo Stato deve farsi carico anche di 39 miliardi di kune di garanzie (56,5 miliardi stando al dato pubblicato dalla Banca nazionale croata), concesse alle imprese, ovvero 8,7 miliardi in meno rispetto al novembre scorso. L’aumento del debito pubblico e la contemporanea riduzione delle garanzie statali sono dovuti in gran parte al processo di risanamento dei cantieri navali. Lo Stato, infatti, si è fatto carico dei prestiti contratti dai poli navalmeccanici.

UN FUTURO TUTT’ALTRO CHE ROSEO Gli indicatori economici lasciano presagire un futuro tutt’altro che roseo per la Croazia. Dal 2003 ad oggi i dirigenti di Banski dvori hanno speso 50 miliardi di kune solo per pagare gli interessi sui prestiti contratti in buona parte allo scopo di garantire la pace sociale nel Paese.
Stando agli esperti, la cifra in futuro è destinata ad aumentare ulteriormente. Si stima che fino al 2015 la Croazia dovrà versare ai propri creditori 76,38 miliardi di kune di soli interessi. Nel contempo si prevede che lo Stato sarà costretto a ricorrere a 116 miliardi di kune di nuovi prestiti.

I MONITI DELL’UE Il debito, più correttamente il debito estero, è considerato un punto debole dell’economia croata persino dalla Commissione europea, che ha espresso questa valutazione anche nella bozza del monitoraggio sul rispetto degli obblighi assunti da Zagabria nell’ambito del processo di adesione all’Unione europea.
Nel documento, che sarà presentato ufficialmente domani, si legge che l’energica attuazione delle più che necessarie riforme strutturali dovrebbe consentire alla Croazia di tenere testa alle sfide rappresentate dal mercato comune dell’UE. Stando al giudizio della Commissione guidata da Barroso, le riforme strutturali procedono a rilento e solo in determinati settori (privatizzazioni e ristrutturazione delle società in perdita).

TROPPA BUROCRAZIA Bruxelles ha pertanto esortato Zagabria ad accelerare la riforma del mercato del lavoro. La Commissione europea ha osservato, inoltre, che l’eccessiva burocrazia soffoca gli investimenti in Croazia e che il governo non dedica sufficiente attenzione alla sfera sociale.

(La Voce del Popolo - Fiume)

***
Finchè il debito è in Kune, non c'è problema ... :-o
Il problema è l'asta dei titoli in valuta estera andata malamente nelle scorse settimane. Qui bisogna portare soldi "veri".
 
Crisi: Croazia, prima grande protesta contro austerita'
Migliaia in piazza a Zagabria contestano tagli settore pubblico


11 OTTOBRE, 18:08





(ANSAmed) - ZAGABRIA, 11 OTT - Circa settemila persone, in maggioranza dipendenti pubblici, hanno manifestato oggi nel centro di Zagabria contro la misure di austerita' e i tagli nel settore pubblico in Croazia. Si tratta della prima grande protesta sindacale nel Paese contro il programma di tagli avviato nei mesi scorsi dal governo socialdemocratico guidato da Zoran Milanovic.

Alla base della protesta vi e' in particolare la decisione del governo, presa a settembre, di cancellare unilateralmente i contratti collettivi nella sanita', istruzione pubblica, ricerca e cultura, dopo che le parti sociali non sono riuscite a trovare un accordo.

La proposta del governo di rinunciare alla tredicesima e altri benefici in cambio di una promessa che non ci saranno licenziamenti di nessuno dei circa 200 mila dipendenti pubblici, non e' stata accettata dai sindacati, che chiedevano un impegno scritto che dopo la crisi ai lavoratori sarebbero stati restituiti tutti i soldi ai quali ora avrebbero rinunciato.

Il governo ha poi iniziato con tagli unilaterali agli stipendi degli insegnanti, spiegando che se si vuole mantenere la stabilita' finanziaria e il rating creditizio del Paese non ci sono altre opzioni. In questo modo il governo risparmiera' circa 100 milioni di euro.

''I cittadini e i lavoratori croati si stanno svegliando e iniziano a battersi per il loro futuro'', ha detto alla manifestazione Vilim Ribic, uno dei leader sindacali che maggiormente si oppone alla politica dei tagli.
In un'intervista, Ribic ha annunciato di non escludere scioperi nel settore pubblico, soprattutto a fine anno quando si votera' la legge finanziaria per il 2013. I sindacalisti hanno accusato il governo di aver tradito la fiducia dei cittadini e l'idea socialdemocratica, e di aver messo in atto una politica neoliberista che favorisce le banche, l'unico settore dell'economia croata che non risente della crisi economica globale.

''Proteste e grandi parole non ci porteranno fuori dalla crisi'', ha replicato ai manifestanti il premier Milanovic, invitando i cittadini a comprendere che la ''situazione e' molto grave e ad avere pazienza e fiducia nell'operato del governo''.

Secondo le stime del Fondo monetario internazionale (Fmi), l'economia della Croazia vedra' nel 2012 una contrazione dell'1,1 per cento. La disoccupazione ha raggiunto a settembre il 18 per cento, il tasso piu' alto in dieci anni.

Per il 2013 il governo ha in programma un ciclo di investimenti pubblici nel settore energetico e nell'infrastruttura ferroviaria e stradale, che dovrebbe aiutare la ripresa economica.

Inoltre, dopo l'ingresso del Paese nell'Ue, previsto per luglio, si spera che di grande aiuto potrebbero essere i soldi messi a diposizione dai fondi strutturali comunitari. Per quest'anno, l'obiettivo strategico del governo e' ridurre il deficit dei conti pubblici sotto il tre per cento e mantenere il rating creditizio, che si trova a un punto sopra lo status di spazzatura.
 
Croazia, vendite al dettaglio in calo del 5,1 per cento

venerdì 12 ottobre 2012




Nel mese di luglio le vendite al dettaglio sono diminuite del 5,1% a livello annuo. Considerato che il calo prosegue gia' per il quinto mese consecutivo, si puo' dedurre che il sistema economico ha continuato a indebolirsi anche all'inizio del terzo trimestre. L'aumento della disoccupazione, il ristagno del sistema creditizio, il ristagno delle paghe, l'alto livello di pessimismo dei consumatori e l'incertezza in merito alle entrate future hanno influenzato negativamente le vendite al dettaglio.

Inoltre, l'importo reale del reddito a disposizione e' in pratica diminuito, in quanto a marzo e' aumentato il PDV (lVA) e sono salite a maggio anche le spese condominiali (energia elettrica e gas). Nel mese di luglio e' stata evidente l'influenza della spesa dei turisti, in rapporto a giugno le vendite al dettaglio sono salite del 16,9%. Anche la produzione industriale e' calata del 5,5%.

Il calo delle vendite conferma che l'economia continua a frenare la sua marcia.
Il sistema economico croato e' in recessione dall'ultimo trimestre dell'anno scorso, ma la situazione e' ulteriormente peggiorata nel secondo trimestre dell'anno in corso, quando il PIL e' sceso del 2,1% a livello annuo
.


Fonte: ICE
 
IL MINISTRO DEL'ECONOMIA, RADIMIR ČAČIĆ,
SULLA FLESSIONE DEL PIL

«L’FMI conferma le mie previsioni»


ZAGABRIA – Il primo vicepremier e ministro dell’Economia, Radimir Čačić, commentando le previsioni del Fondo monetario internazionale (FMI) relativo a una flessione del prodotto interno lordo in Croazia dell’1,1 per cento, ha ricordato la sua dichiarazione fatta all’inizio dell’anno.

Allora, aveva detto che il governo sta facendo di tutto per evitare le previsioni catastrofiche di alcuni analisti, che parlano di un possibile calo del PIL del due e passa per cento. Ora, dice Čačić, il Fondo monetario internazionale ha soltanto confermato quanto da me annunciato.

Nel corso di un incontro stampa, svoltosi nella sede del Partito popolare (HNS), ha sottolineato che nel settore pubblico sono necessarie razionalizzazioni e che tanto viene dimostrato da tutte le analisi fatte fino a questo momento. A suo dire, nella prima fase non ci saranno licenziamenti. In seguito, ai lavoratori con 38 o 39 anni d’anzianità di servizio, sarà permesso di andare in pensione anzitempo, senza troppe penalizzazioni. La terza fase, si riferisce, invece, a una continua valutazione dell’efficacia dei dipendenti. Chi non soddisferà i criteri, sarà eliminato dal sistema dell’amministrazione pubblica per fare posto ai più giovani e istruiti.

A una specifica domanda sulla privatizzazione degli stabilimenti navalmeccanici, Čačić ha rilevato che il governo, per quanto riguarda il “Brodosplit”, ha preso tutte le decisioni e che ora resta da firmare i contratti che comportano ingenti somme finanziarie.
Si parla di circa un miliardo e mezzo di kune per questo e il prossimo anno. Si tratta, secondo lui, di oneri che l’Esecutivo deve sopportare, visto che nessuno in precedenza aveva fatto nulla di simile. Ha aggiunto che la Croazia coprirà i debiti e che rispetterà gli obblighi presi, per fare sì che gli anzidetti contratti vengano firmati nel minore tempo possibile

. A proposto del “Brodotrogir”, ha specificato che sono in corso negoziati ai sensi delle decisioni governative e che, entro la fine dell’anno, l’intero procedimento sarà terminato con conseguente privatizzazione di questo cantiere.

Radimir Čačić ha precisato pure che la privatizzazione in seno al “3.maj” è in pieno corso, in base al concetto dell’“Uljanik” di Pola, i cui dirigenti prevedono la possibilità, in un secondo tempo, di entrare nello stabilimento fiumano. Per il “3.maj”, comunque, esistono anche altre opzioni che saranno rese ufficialmente note quando verrà il momento giusto.

(La Voce del Popolo - Fiume)
 
LA COMMISSIONE EUROPEA È PRODIGA DI LODI PER ZAGABRIA, MA DETTA DIECI CONDIZIONI

La Croazia deve fare i compiti per casa
I progressi nel campo della giustizia e la ristrutturazione
dei cantieri sono i nodi principali da sciogliere




BRUXELLES/ZAGABRIA – Stando al giudizio della Commissione europea, la Croazia ha continuato a progredire nell’acquisizione e nell’attuazione della legislazione europea e nell’allineamento con l’acquis comunitario.
La Commissione europea ha, inoltre, stilato una lista di dieci compiti che Zagabria dovrà portare a termine prima della sua “ammissione” nell’Unione europea, prevista nel luglio dell’anno prossimo. Lo ha dichiarato il commissario europeo per l’allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, presentando alla Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo i risultati del monitoraggio effettuato dalla Commissione europea nei confronti della Croazia e i rapporti sui progressi compiuti da altri sette Paesi candidati e potenziali candidati all’adesione nell’UE, più il Kosovo.

MINORANZE ED ECONOMIA Per quanto concerne il rispetto degli obblighi assunti dalla Croazia in seguito alla firma del Trattato di adesione all’UE, Füle ha confermato che la Croazia ha continuato a rispettare i criteri politici attinenti al rafforzamento delle istituzioni che garantiscono la democrazia, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e la tutela dei diritti delle minoranze nazionali. Per quanto concerne l’economia, la Commissione ha espresso il giudizio che la Croazia vanti un sistema un mercato funzionale, che può competere con quello europeo a patto che siano attuate le riforme strutturali.

COMPITI IMPEGNATIVI Füle ha poi presentato i dieci compiti che la Commissione europea ha posto a Zagabria. Le dieci condizioni riguardano tre capitoli del Trattato di adesione, ossia quelli legati alla Concorrenza, alla Giustizia e i diritti fondamentali, alla libertà e alla sicurezza. I dieci compiti sono i seguenti: firmare il contratto di privatizzazione del cantiere navale “Brodosplit” e varare le misure necessarie a trovare una soluzione sostenibile per i cantieri navali “3 maj” e “Brodotrogir” allo scopo di concludere il processo di ristrutturazione della cantieristica; mettere in atto le misure a breve termine stabilite nel settembre del 2012 al fine di rafforzare l’efficienza del sistema giudiziario e ridurre il numero delle pratiche inevase; approvare una legge che garantisca l’applicazione delle sentenze dei tribunali, riducendo il numero delle decisioni prese dai giudici e poi non attuate; nominare e rendere funzionale la Commissione per la lotta ai conflitti d’interesse; approvare una nuova legge sulla libertà di accesso alle informazioni al fine di migliorare il contesto legale e amministrativo in materia, approvare i decreti di legge necessari a garantire l’applicazione della legge sulla polizia; completare la costruzione delle dogane ai valichi di confine con Neum (Bosnia ed Erzegovina); assumere un numero di poliziotti di frontiera in linea con il numero di quadri stabilito per il 2012; completare e gestire la strategia sulle migrazioni con una strategia ben definita per l’integrazione dei principali gruppi migratori, potenziare gli apparati incaricati di tradurre l’acquis comunitario allo scopo di completare il lavoro entro la data d’adesione nell’UE.

TONI CRITICI Nel corso della propria relazione, Štefan Füle ha precisato che alcuni toni critici presenti nel rapporto della Commissione europea sul monitoraggio della Croazia non devono essere strumentalizzati. Difatti, ha espresso la convinzione che Zagabria sarà in grado di adempiere ai dieci compiti che le sono stati affidati dalla Commissione europea. Tuttavia, l’europarlamentare tedesco Bernard Posslet (democristiani) e il suo collega sloveno Ivo Vajgl (liberali) hanno espresso preoccupazione per i toni critici usati nel rapporto. Hanno espresso il parere che i medesimi potrebbero servire da pretesto per bloccare il processo di ratifica del Trattato di adesione della Croazia all’UE.

STAMPA TEDESCA Infatti, il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) ha pubblicato ieri in prima pagina un articolo nel quale afferma che la Croazia non ha soddisfatto le condizioni che le sono state poste per aderire a tutti gli effetti all’UE.
Il giornale di Francoforte, richiamandosi a fonti diplomatiche, ha rivelato che la Commissione europea, qualora Zagabria non fosse in grado di soddisfare i requisiti per aderire all’UE, potrebbe decidere di sottoporre a monitoraggio la Croazia anche in seguito al suo ingresso nel club europeo (uno scenario che Füle ha smentito categoricamente) o addirittura rimandare la data dell’adesione.

LJUBLJANSKA BANKA Nel corso dell’incontro con i membri della Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo, Štefan Füle ha parlato anche del caso Ljubljanska banka e della ratifica del Trattato di adesione della Croazia all’UE da parte del Parlamento sloveno. Il commissario europeo si è detto convinto che il procedimento sarà concluso in tempo debito. “La Commissione europea continua a incoraggiare la Croazia e la Slovenia a trovare, per quanto concerne il caso attinente alla Ljubljanska banka, un accordo soddisfacente per entrambe le parti”, ha dichiarato Füle, rinnovando l’invito a tutti i Paesi che non hanno ancora ratificato il Trattato di adesione di Zagabria all’UE a farlo in tempo utile affinché il 1.mo luglio dell’anno prossimo la Croazia possa essere accolta nella grande famiglia europea.

SERIETÀ Sulla relazione presentata da Štefan Füle alla Commissione affari esteri del Parlamento europeo è intervenuto pure il capo della Delegazione dell’UE a Zagabria, Paul Vandoren. “Nonostante il fatto che il rapporto nel suo insieme sia positivo per la Croazia, desidero farvi notare che i compiti assegnati dalla Commissione europea devono essere affrontati con la massima serietà”, ha dichiarato Vandoren.
Parlando dell’integrazione della Croazia nel regime di Schengen, Vandoren ha rilevato che ciò dipenderà da quanto tempo impiegherà Zagabria per prepararsi.
“Spero che la Croazia riesca ad adeguarsi alle norme di Schengen più velocemente dei Paesi accolti nell’UE nel 2007”, ha concluso il capo della Delegazione dell’UE a Zagabria.

(La Voce del Popolo - Fiume)
 
Croazia: prete playboy scappa con 1 mln euro e bella donna

Dopo aver venduto terreno della sua ex parrocchia

17 ottobre, 15:41



(ANSAmed) ZAGABRIA, 17 OTTOBRE

Un prete cattolico croato e' scappato alcuni giorni fa con circa un milione di euro ricavati dalla vendita illegale di un terreno appartenente alla sua ex parrocchia, insieme a una giovane e attraente donna sposata.
Ne da' notizia la stampa di Zagabria.

Il ''prete playboy'', come e' gia' stato sopranominato dai giornali croati, Sime Nimac, 34 anni, francescano, ha venduto a un'azienda privata, all'insaputa dei suoi superiori, 43 mila m2 di un terreno vicino al mare, appartenente alla Chiesa cattolica.
Il terreno si trova a Baska Voda, cittadina turistica in Dalmazia, dove in passato Nimac aveva servito come parroco, prima di chiedere di essere escluso dal suo ordine.
L'iniziativa per la vendita del terreno era stata approvata dall'arcivescovo di Spalato e il milione di euro sarebbe dovuto servire per la ristrutturazione di una chiesa locale. Nimac, dopo aver firmato il contratto, ha illegalmente prelevato i soldi dal conto e da sabato scorso si sono perse le sue tracce.

Dai responsabili locali dell'ordine francescano e' stato confermato che il prete ha concluso la compravendita e prelevato il denaro senza un previo consenso dei suoi superiori.
La stampa di Zagabria descrive l'uomo come attraente e carismatico, amante di oggetti di lusso, orologi pregiati e abiti di marche italiane molto costosi. Nonostante avesse servito in alcune parrocchie povere, guidava una Chrysler sportiva e pare possedesse anche un piccolo yacht.

Secondo alcune voci, riprese dai giornali, Nimac sarebbe scappato con una donna sposata, pare dipendente della banca dalla quale e' stato ritirato il milione di euro. Sul caso sta indagando la polizia.

***
Nota di colore ... :-o
 

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