Unicredit citata per 360 milioni di dollari negli Stati Uniti
sabato 11 aprile 2009 17:03
MILANO, 11 aprile (Reuters) - Unicredit (CRDI.MI:
Quotazione) ha comunicato di essere stata citata in una causa per più di 360 milioni di dollari nello stato Usa del New Messico sulla vendita di Cdo (collateralised debt obligations) da parte della sua divisione locale.
Frank Foy e sua moglie hanno fatto causa per conto dello stato del New Messico in relazione alla vendita di Cdo da parte della società Vanderbilt, del gruppo Unicredit, al New Mexico Educational Retirement Board (Erb) e allo State of Mexico Investment Council (Sic). Lo comunica Unicredit nel suo rapporto 2008 pubblicato sul suo sito web,
www.unicreditgroup.eu.
Foy afferma di aver ricoperto la posizione di Erb chief investment officer e di aver rassegnato le proprie dimissioni nel marzo 2008.
I Cdo sono complessi strumenti finanziari ad alto rischio emessi con prestiti, bond e altri asset come i collaterali e il loro valore è precipitato sulla scia del crollo dei mutui subprime statunitensi.
"Il signor Foy richiede, per conto dello stato del New Messico, un risarcimento danni per un totale di 360 milioni di dollari (oltre alle penali) in base al New Mexico Fraud Against Taxpayers Act - si legge nel documento di Unicredit - asserendo che Vanderbilt e gli altri convenuti avrebbero surrettiziamente indotto Erb e Sic a investire 90 milioni di dollari in prodotti Vanderbilt fornendo consapevolmente false informazioni in ordine alla natura e al grado di rischio dell'investimento in Cdo e prodotti correlati e garantendo improprie elargizioni al governatore dello stato del New Messico e ad altri funzionari dello stato, al fine di indurre l'effettuazione di tali investimenti".
"Il signor Foy - prosegue la nota - sostiene che lo stato avrebbe perso integralmente l'investimento iniziale pari a 90 milioni di dollari e richiede ulteriori 30 milioni di dollari per la perdita subita. Posto che in conformità al New Mexico Fraud Against Taxpayers Act, la richiesta di risarcimento danni prevede che gli stessi vengano triplicati, la richiesta finale ammonta a oltre 360 milioni di dollari".
Unicredit, la banca italiana che si è maggiormente espansa all'estero, ha visto calare nel 2008 i suoi utili netti del 38% a 4,01 miliardi di euro, a causa della crisi finanziaria.
"Allo stato attuale risulta prematura anche solo una prima valutazione degli effetti economici che potrebbero scaturire dal procedimento in esame", conclude l'annotazione di Unicredit. "Inoltre, l'atto di citazione, che non risulta notificato in maniera corretta alle società del gruppo, appare promosso in una giurisdizione non pertinente alla maggioranza dei soggetti coinvolti".