OGNUNO VEDE QUEL CHE TU PARI, POCHI SENTONO QUEL CHE TU SEI

.........senza parole......grande quanto un campo di calcio.....

Una grande Moschea a Costa Masnaga.

“L’intervento prevede l’insediamento di un luogo di culto islamico,
grande quanto un campo di calcio, in un contesto urbanistico
che farebbe divenire il paese di Costamasnaga la nuova La Mecca lombarda.

Nel rispetto di ogni sensibilità religiosa segnaliamo il grave comportamento dell’amministrazione comunale,
guidata dal sindaco Sabina Panzeri, che ha avviato un tale procedimento senza informare preventivamente
il Consiglio comunale e la cittadinanza, dimostrando una considerazione pari allo zero assoluto dell’opinione pubblica e dell’ opposizione”.

“Questo metodo di lavoro, simile a quello utilizzato da democrazie illiberali,
è lontano dalla nostra visione di fare politica e di cura del bene comune”.

“Come Consigliere regionale presenterò un’interrogazione al fine di avere contezza
che il progetto, presentato dal Comune di Costamasnaga, rispetti tutte le prescrizioni previste dalla legge
sui luoghi di culto approvata nella scorsa legislatura da Regione Lombardia”.

“Allo stesso tempo, alla luce dei fatti di cronaca degli scorsi mesi che vedevano l’arresto a Bulciago
di esponenti radicali vicini al terrorismo islamico, sarebbe opportuno,
visto l’impatto che una Moschea così grande avrebbe anche sui paesi limitrofi,
ci sia nel più breve tempo possibile un’assemblea pubblica che coinvolga l’intero territorio brianzolo”,
 
A mio modo di vedere stiamo superando la barriera dell'inverosimile.
Se dico ad un tizio "tornatene a casa tua", sto dicendo una frase a sfondo raziale ?
Solo perchè è diversamente bianco ?

Ma scherziamo ? Altro è razzismo.

Nulla apparentemente fa pensare che qualcosa, nella convivenza tra i minori magrebini ed i residenti del quartiere, non funzioni.
Si ha notizia nel primo pomeriggio infatti di un autentico pestaggio nei confronti di un tunisino di sedici anni ospite della struttura.
Prima una sportellata in faccia, poi calci e pugni ed infine una frase di sfondo razziale.
“Tornatene a casa tua” avrebbe urlato l’aggressore o gli aggressori del giovane.
Poi la dinamica sembra essere chiarita meglio: sarebbe stato un bullo ad inseguire e poi aggredire
il sedicenne tunisino e ad apostrofarlo con frasi a sfondo razziale.
Ma già domenica sera le notizie cambiano nuovamente: non è stato alcun bullo coetaneo
del ragazzo ferito ad effettuare l’aggressione, bensì un uomo di 48 anni.

Il caso viene presto etichettato come un nuovo esempio dell’ondata razzista che attraversa l’Italia in queste settimane.

Nessun intendimento razzista, il genitore ha difeso la figlia dalle molestie del magrebino

Pare infatti che la figlia sedicenne dell’uomo, sia stata - in diverse occasioni -
fatta oggetto delle attenzioni del giovane magrebino e di altri ospiti della comunità.
La giovane, assieme al padre, ha presentato denuncia ai carabinieri riferendo anche
di un episodio nel quale la ragazza sarebbe stata minacciata con un coltello.“


 
Non ci avrei mai creduto .......


"Si sono già dileguati 40 dei 144 immigrati maggiorenni sbarcati dalla Diciotti e affidati alla Cei
o al Centro di Messina - dicono i sottosegretari all'Interno, Stefano Candiani e Nicola Molteni -.

Ricordiamo che, per la legge, queste persone hanno libertà di movimento
e quindi non sono sottoposte alla sorveglianza dello Stato.

Erano così disperate che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove.
È l'ennesima prova che chi sbarca in Italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra,
nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business".

Per la precisione, dei 40 migranti mancanti all'appello, sei si sono allontanati il primo giorno di trasferimento.
Mentre due eritrei destinati alla Diocesi di Firenze sono scappati il 2 settembre.
Per altri 19 l'allontanamento è stato riscontrato il 3 settembre.
Altri 13 si sono dileguati ieri.

I 40 migranti che si sono allontanati si erano limitati a "manifestare l'interesse per formalizzare la domanda d'asilo".
Tutte - riferiscono fonti del Viminale - erano state identificate con rilievi fotodattiloscopici e inserite in un sistema digitale europeo.
Sempre fonti del Viminale, fanno notare che sono in corso altre verifiche sul numero esatto delle persone "irrintracciabili"
ed è possibile che il gruppo possa essere più consistente.
 
don Francesco Soddu ...io mi vergognerei a dire queste cose.
Se sono disperati, cosa pensano di fare allontanandosi ?
Se sono così disperati, come faranno a vivere ?
O forse non sono così disperati e forse c'è altro.....

".......E poi come si fa a dichiarare che si sono dileguati?
Si fugge da un carcere o se si è inseguiti e non mi pare sia questo il caso.
Noi abbiamo offerto accoglienza, il gesto si spiega con la disperazione
di chi ha attraversato prima il deserto e poi il mare,
di chi è stato nelle carceri libiche e ora si trova qui a decidere della propria vita,
anche con decisioni poco razionali su cui tutti ci interroghiamo".
 
Un altro che dovrebbe vergognarsi per quanto dichiarato......poverini in piccole città, non va bene,
allora vanno bene solo Roma o Milano ?
Ma d'altra parte appartiene a quella cosca un tantino "velata".........

"I centri di accoglienza non sono centri di detenzione e dunque le persone ospitate
possono allontanarsene liberamente: la loro non è una fuga", ha commentato padre Camillo Ripamonti
presidente del Centro Astalli, la struttura dei Gesuiti che si occupa di migranti, profughi, rifugiati e richiedenti asilo.

E dopo la sparata, il padre continua. Anzi: rincara pure la dose.
"I motivi per andarsene possono essere i più svariati, cambiano da caso a caso.
Dipende anche da che tipo di centro li sta ospitando, dove è geograficamente collocato,
se sta in aperta campagna o in una grande città, qual è la nazionalità dei profughi ospitati,
se l'Italia è la meta finale o soltanto un Paese di sbarco e di transito...
Difficile ora capire perché questi rifugiati si siano allontanati".
 
Questa che tipo di apologia è ?

“Abbassa lo sguardo quando parli con me, sei una donna”.

La frase, sibillina, pronunciata da un islamico non ha risuonato in un albergo di Herat o Baghdad.

Ma a Saronno, dove una esperta infermiera si è trovata nella spiacevole situazione
di doversi sentir rivolgere queste parole dal parente di una donna che stava visitando.

Secondo quanto riporta la Prealpina, la vicenda risalirebbe a fine agosto.
Quando un giovane e sua sorella accompagnano la madre malata al pronto soccorso.
Sia la donna che la ragazza indossavano il velo integrale, simbolo della religione musulmana.
Alla signora, scrive il quotidiano locale, è stata quindi somministrato un antidolorifico
e poi le è stato assegnato un codice verde perché non destava in condizioni preoccupanti.


Quando l’infermiera è andata a riferire all’uomo le condizioni della madre
e ciò che era stato fatto per curarla, l’uomo avrebbe contestato il fatto di trovarsi a parlare “solo”
con una donna e non anche con un medico uomo.

“Abbassa lo sguardo quando parli con me, sei una donna”, le avrebbe detto il musulmano.
Che poi avrebbe anche contestato il fatto che la diagnosi fosse stata fatta da una donna
e che fosse stato assegnato solo un codice verde.

L’uomo, scrive il quotidiano locale, si sarebbe placato solo grazie all'intervento di un vigile
che si trovava al nosocomio per assistere un paziente giunto sul posto a causa di un incidente stradale.
Il fatto è stato confermato anche dai rappresentanti sindacali.
 

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