OGNUNO VEDE QUEL CHE TU PARI, POCHI SENTONO QUEL CHE TU SEI

Riporto un commento ......

"Non è un fatto da battuta; è il futuro che affidiamo ai nostri nipoti.
MAI e in NESSUN luogo l'islam si è integrato e SEMPRE e OVUNQUE ha portato sangue e dissidi.
Per 1400 anni l'Occidente si è difeso, arrendendosi solo ai petrodollari che comprano aziende, media e partiti.
Gli obblighi di un Vero credente sono chiari, leggibili a tutti, ripetuti nei Testi sacri, Corano e Detti e Fatti di Maometto,
e comportano la teocrazia, l'uccisione di chi avversa l'islam e la conversione e la sottomissione di ogni persona.
La Democrazia e la Libertà -faticosamente conquistate- vanno difese: da subito e i traditori cacciati nei paradisi dei loro sodali."
 
Questa è la Milano che piace a sala, majorino e compagnia bella ....

Milano. Violenta rapina in stazione Centrale: uomo accerchiato e minacciato con delle forbici per 50 euro


Un gruppo di uomini lo ha accerchiato, mentre uno di loro lo minacciava puntandogli contro delle forbici acuminate.
Poi un altro gli ha strappato di mano una banconota di 50 euro e sono scappati.
Vittima della violenta rapina durante la notte tra martedì e mercoledì, in Stazione Centrale a Milano.

Stando a quanto riferito dalla vittima, un italiano di 45 anni, alla polizia:
attorno alle 3.30 era arrivato in presso lo scalo ferroviario per prendere un treno.
Durante l'attesa, si è accorto di aver finito le sigarette ed ha iniziato a cercare un distributore automatico.
In quel momento è stato avvicinato da uno straniero che gli ha detto
che un suo amico fuori gli avrebbe potuto vendere un pacchetto.
Così, il 45enne si è fidato ed è andato sul piazzale davanti la Stazione per comprare le sue sue sigarette.

Quando stava per pagare il venditore, ha tirato fuori una banconota da 50 euro
ed in quel momento è stato accerchiato e minacciato con le forbici.
Immediatamente l'uomo ha raccontato l'accaduto ai militari e alla polizia presente costantemente in Stazione.

Gli agenti hanno poi bloccato ed arrestato uno dei responsabili.
Si tratta di un ragazzo di 20 anni, originario del Gambia.
I suoi complici sono invece riusciti a fuggire.

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Milano, distraggono un passeggero in Centrale e gli rubano lo zaino: arrestati due ladri

Due uomini sono stati arrestati dopo un furto in Stazione Centrale a Milano.
Gli agenti della Polfer, nel corso dei consueti servizi di prevenzione e repressione di reati,
hanno notato due giovani nordafricani, di anni 24 e 25, mentre si aggiravano in maniera sospettosa,
soffermando la loro attenzione sui bagagli dei passeggeri.

Poco dopo, in piazza IV Novembre e, dopo una rapida intesa,
uno dei due si avvicina ad un ragazzo che stava nei pressi della propria auto,
attirando l’attenzione di quest’ultimo, mentre l’altro, con mossa fulminea, senza farsi notare,
si intrufola all’interno della vettura e preleva uno zaino dal sedile posteriore.

I due sono stati bloccati dal personale di polizia.
Alla giovane vittima, uno straniero ancora ignaro, è stato subito restituito lo zaino, integro del suo contenuto.

Dei due arrestati, uno aveva numerosi precedenti penali
e l’altro risultava avere a carico un provvedimento di espulsione dall’Italia.
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Milano, lite in stazione Centrale: ragazzo "accoltellato" con un cavatappi

Violenza lunedì pomeriggio in piazza Duca d'Aosta, fuori dalla stazione Centrale di Milano.

Poco dopo le 18, per motivi ancora non chiari, un ragazzo di ventisei anni -
un cittadino marocchino senza documenti che ha raccontato di essere residente a Torino -
è stato colpito al torace con un cavatappi.
Il "fendente" è arrivato al termine di una lite con un'altra persona,
che la stessa vittima ha però detto di non conoscere,
anche se la polizia ha dubbi sulla sua versione dei fatti.

Il 26enne, soccorso dall'equipaggio di un'ambulanza del 118,
è stato trasportato al Niguarda in codice verde: le sue condizioni, nonostante la ferita, sono buone.

Gli agenti, al loro arrivo sul posto, in piazza Duca d'Aosta hanno trovato soltanto il marocchino,
mentre del suo aggressore non c'era già più traccia.

 
Gli “obiettivi iraniani”, come definito dai vertici delle Israel defense forces (Idf), sono il nucleo fondamentale della sua strategia.
Ma gli obiettivi sono stati diversi e, negli anni, non è stato disdegnato il supporto alle milizie ribelli del Sud
sia per colpire Bashar al Assad sia per avere un valido alleato nel fase post-bellica.

Ma la guerra non è andata come previsto: Assad resiste e non sembra intenzionato a cedere il potere.

E in ogni caso, Israele, e con esso la coalizione internazionale a guida statunitense,
si trovano a dover assistere a una pesante sconfitta strategica. Una sconfitta che, nei loro piani,
può essere limitata soltanto facendo ritirare l’Iran e le forze alleate dal territorio siriano.
È Teheran il vero obiettivo di Israele e degli Stati Uniti.
E ogni raid in Siria (e forse anche in Iraq come confermato di recente dalla Difesa israeliana) aveva questo scopo.


L’ultimo raid è avvenuto in questi giorni ,“l’aviazione israeliana ha compiuto questo pomeriggio un massiccio raid
sul Wadi Ayoun, vicino a Masyaf, e nell’area di Harf Bnamra, fra le provincia siriane di Hama e Tartus.
L’obiettivo sembrano essere installazioni militari iraniane individuate dell’intelligence nelle scorse settimane”.

Secondo gli analisti israeliani, l’obiettivo dei raid erano delle costruzioni che, in base alle immagini satellitari,
erano da considerare delle basi per nuovi missili terra-terra.

Il raid c’è stato, ma che la contraerea ha intercettato diversi missili nei pressi di Wadi Al Uyun.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, gli aerei da guerra sono entrati nello spazio aereo libanese.
Mentre altri attacchi, probabilmente sempre israeliani, sono stati segnalati nella città di Banias.
Secondo i media, si tratterebbe anche in questo caso di obiettivi militari, in particolare di un centro di ricerca.
Non una novità in questo conflitto.
Israele ha sempre colpito qualsiasi sito militare considerato parte della cosiddetta “infrastruttura iraniana”.

Ma perché Israele ha colpito proprio ora?
La tregua, cercata e voluta da Vladimir Putin dopo gli incontri con Benjamin Netanyahu e i funzionari iraniani, è finita?

Probabilmente, e questo rientra da sempre nella strategia del governo israeliano,
Netanyahu ha voluto inviare un segnale. Proprio mentre le forze russe e siriane possono scatenare l’offensiva su Idlib

Ma il Cremlino ha già detto che, pur avendo fatto il possibile,
non può costringere la Repubblica islamica
a ritirare le proprie forze dal territorio siriano.

Per Putin non è essenziale avere l’Iran in Siria.
Anzi, per certi versi ora può anche essere controproducente per Mosca,
visto che la presenza iraniana di fatto sostiene il gioco di Israele e Stati Uniti
per colpire o rimanere in Siria mentre le forze russe e di Damasco sono intente a sconfiggere la sacca jihadista di Idlib.

Ma la Russia non può fare tutto.
E adesso, il rischio della ripresa dei raid israeliani getta una nuova ombra
sull’ultima offensiva per far finire la guerra al fianco di Assad.

L’Iran non sembra affatto interessato a ritirarsi dalla Siria.
 
Intellettuali radical chic ........

"Aspettiamo che questi sinistri realizzino che il vento è cambiato
e vedrete che diventeranno i più ferventi sostenitori di Salvini,
la razza degli Scalfaro che da giudice fascista comminatore di pene di morte,
divenne antifascista e Presidente della Repubblica non si è ancora estinta."
 
chic ?????

"Se continuiamo a sorprenderci per le sparate degli intellettuali di sinistra significa che, forse,
non abbiamo ancora capito chi e cosa siano davvero questi personaggi.
Non si può e non si deve dargli tanta importanza. Più facile discutere col vostro cane.
Impossibile tentare un dialogo o un confronto o cercare di capire la loro logica.
Mai discutere con i matti e i comunisti; si perde tempo, si sprecano energie preziose
e, a lungo andare, si mette a rischio anche la salute. Sono falsi, ipocriti, in malafede, fanatici,
irrecuperabili, hanno l’odio innato che gli scorre nel sangue.
Voi fate l’esame urine e l’emocromo? Loro fanno l’Emotodio
per misurare la concentrazione di odio nel sangue”. E di solito è pari al 100%."
 
"Il Pd si è battuto troppo poco per i diritti civili, a cominciare dal mancato voto di fiducia sullo ius soli.
Avrebbe dovuto essere un partito più femminista e più deciso nella battaglia contro l''omofobia", afferma.

Per Lerner, in generale, "la sinistra italiana non ha saputo tutelare le classi subalterne".
E sul fallimento di Leu i giornalista non ha dubbi. Secondo lui il mancato successo
è dovuto "alla scarsa credibilità del gruppo dirigente, composto da persone che,
quasi tutte, avevano attraversato la fase della ricerca dell'accordo con l'establishment".

Lerner viene anche pizzicato su quel famoso Rolex che si intravedeva
nella sua foto con la maglietta rossa pro-immigrazione.
Si tratta di un modello in acciaio del 1992, spiega. E poi ribadisce:

"È vero sono radical chic. La mia biografia e la mia professione sono queste.
Ci sono le foto e ci sono i libri. Sono amico di molti operai e di Carlo De Benedetti.
Sono frequentazioni nate dal lavoro. Per i giovani giornalisti entrare in certe stanze era un traguardo.
Di alcuni protagonisti dell’establishment sono diventato amico, pur conservando la diversità della mia storia", conclude.
 

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