Mio pallido Prence di Danimarca, sono legettimati dalla Costituzione, sono membri a tutti gli effetti, spesso straeletti in legislature precedenti.
Pero' e' vero, ho eluso la questione del galateo, mi pareva secondaria ma faccio ammenda della mia svista.
In politica il galateo e' una cosa strana, e' una disposizione di buona creanza ,con regole sue proprie, perche' pur sempre di lotta per il potere si tratta. Ma c'e'. Soprattutto nelle democrazie parlamentari ,sempre imperfette per necessita', visto che cercano di far coesistere una continuita' e una rappresentanza di maggioranza relativa (cioe' una minoranza a volte volubile nel tempo).
Per esempio un leader elettoralmente perdente, nel galateo anglosassone (ma non solo), piu' per sostanza credo che per necessita' di buon vicinato, stringe, a denti stretti, la mano al vincitore non foss'altro per rimarcarne quella legittima investitura, quali siano le polemiche, anche feroci, della precedente campagna elettorale.
Non mi pare che questi principi di galateo politico (e realismo) abbian trovato sostanza ne' forma ultimamente. E la causa credo proprio sia la Legge elettorale, piu' che un caso di carattere. Perdere cosi' fa un po' girare le scatole e stressa.
Se anche ben tre ex Presidenti della Repubblica (escludiamo Scalfaro se si vuole sempre ritenuto, a ragione o torto, fazioso), in coscienza da praticanti superpartes han badato alla sostanza, nella contingenza, e meno ai precetti di buona creanza e di eleganza dei comportamenti dell'ex segretario dello Stato Vaticano Monsignor della Casa, credo abbia un senso: non aggiungere sgomento a sgomento e furbate alle sfuriate. Per questa loro decisione sono stati sbertucciati come i piu' fetidi delinquenti. La domanda viene spontanea: la inclinazione alla cortesia formale e' richiesta solo per la propria Casa ?
Poteva accadere che l'ago della bilancia volgesse diversamente, ma non cambiava nulla nella mia opinione.
Confesso che le sottigliezze di diritto costituzionale e del diritto in generale mi sfuggono. In materia sono del tutto incapace. Resto dell'idea che un senatore a vita possa e debba votare secondo coscienza e arte, altrimenti basterebbero una onoreficenza e un vitalizio.
Per quel che riguarda la rappresentanza o meno degli eletti, rimando alla legge elettorale ultima. Quella si' una tragicommedia insensata, contro tutti gli elettori e per conventicole di pare e crasso interesse. All'imperfetta legge precedente si e' aggiunta la disastrosa regolamentazione successiva, non senza odore di zolfo.
Ci fu un altra legge in Italia, nel '53, nota alle cronache come "legge truffa" che in confronto aveva una portata innovativa rispetto all'ultima attuale, quasi angelica mi vien da dire.
Scalfaro , Andreotti , Colombo , Cossiga e Ciampi c'erano o parteciparono , qualcosa avranno pure imparato allora.
Grazie per la stringente insistenza nell'argomentare, e' sempre un piacere il confronto,
Zen lento
PS: mi accorgo ora che "le mani" si stringono "con i denti stretti"; italiano precario, ma lascio stare cosi', l'immagine mi pare efficace
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