Amleto
Forumer attivo
Non sono pallido nè Prence, Amleto va bene: rimaniamo nella neutralità dei toni senza ironie.
Sono stato io laconico quando scrivevo elude la mia osservazione, nel senso che non mi riferivo (particolarmente) alle regole del galateo (o altri dice di correttezza costituzionale) quanto al problema di fondo (che noto spesso essere superato dalle logiche di appartanenza: quando lei fa riferimento alla Casa credo adombri con una metatesi eloquente che non condivide quelle posizioni: io non mi riconosco nella Casa, ma meno che meno nell'albero dell'altra parte): è regime democratico parlamentare quello in cui un manipolo di soggetti non eletti ma cooptati o titolari dell'ufficio ex authoritate si sottraggono alla logica elettorale? Nel mio bagaglio di nozioni costituzionali no: si tratta di privilegi che concorrono a porre in dubbio anche il principio di base (quello dell'elettività delle cariche pubbliche) se utilizzati nella forma di sostegno ad un governo contigente. Non è vero che siano legittimati dalla Costituzione: la Costituzione prevede solo la loro presenza, e persino non sono contemplati nel numero totale dei seggi senatoriali, dando in questo senso valore alla mia tesi.
Se si sostituisce alla logica elettorale una forma di partecipazione alle funzioni pubbliche parlamentari diversa si sconfessa l'uguaglianza del voto dei cittadini, perchè il mio voto potrà essere eliso dal suo (se ci trovassimo su fronti opposti) ma la mia posizione nulla può contro il voto di uno dei senatori a vita che non rappresenta nessuno se non se medesimo. Mi sembra una forma piuttosto 'tirata' di democrazia, e di democrazia parlamentare. Per questo io ritengo che qualsiasi governo che si regga sui voti di chi non è stato eletto sia privo di legittimazione, se la regola è che governi la maggioranza del 50% + 1. Non ho nessun problema (anzi sono il primo a sostenerlo) a riconoscere che chi goda di quella posizione sia titolare del potere di governare.
Per questa ragione e per molte altre di diritto costituzionale, di galateo politico e di scienza politica io mi sentirei di dire che i senatori a vita non hanno legittimazione per sostenere un governo parlamentare perchè alieni alla logica parlamentare stessa.
Saluti
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Sono stato io laconico quando scrivevo elude la mia osservazione, nel senso che non mi riferivo (particolarmente) alle regole del galateo (o altri dice di correttezza costituzionale) quanto al problema di fondo (che noto spesso essere superato dalle logiche di appartanenza: quando lei fa riferimento alla Casa credo adombri con una metatesi eloquente che non condivide quelle posizioni: io non mi riconosco nella Casa, ma meno che meno nell'albero dell'altra parte): è regime democratico parlamentare quello in cui un manipolo di soggetti non eletti ma cooptati o titolari dell'ufficio ex authoritate si sottraggono alla logica elettorale? Nel mio bagaglio di nozioni costituzionali no: si tratta di privilegi che concorrono a porre in dubbio anche il principio di base (quello dell'elettività delle cariche pubbliche) se utilizzati nella forma di sostegno ad un governo contigente. Non è vero che siano legittimati dalla Costituzione: la Costituzione prevede solo la loro presenza, e persino non sono contemplati nel numero totale dei seggi senatoriali, dando in questo senso valore alla mia tesi.
Se si sostituisce alla logica elettorale una forma di partecipazione alle funzioni pubbliche parlamentari diversa si sconfessa l'uguaglianza del voto dei cittadini, perchè il mio voto potrà essere eliso dal suo (se ci trovassimo su fronti opposti) ma la mia posizione nulla può contro il voto di uno dei senatori a vita che non rappresenta nessuno se non se medesimo. Mi sembra una forma piuttosto 'tirata' di democrazia, e di democrazia parlamentare. Per questo io ritengo che qualsiasi governo che si regga sui voti di chi non è stato eletto sia privo di legittimazione, se la regola è che governi la maggioranza del 50% + 1. Non ho nessun problema (anzi sono il primo a sostenerlo) a riconoscere che chi goda di quella posizione sia titolare del potere di governare.
Per questa ragione e per molte altre di diritto costituzionale, di galateo politico e di scienza politica io mi sentirei di dire che i senatori a vita non hanno legittimazione per sostenere un governo parlamentare perchè alieni alla logica parlamentare stessa.
Saluti