non è preoccupante la borsa cinese, era salita tantissimo 30 % in poco tempo
diverso è il discorso sullo yen , un cross euro /yen in discesa influenza i carry trade e porta giu' i listini azionari
aggingiamoci che Grenspan a parlato di recessione in usa per fine anno e il quadro è completo
BORSA: SINDROME CINESE, DOPO WALL STREET COLPISCE TOKYO/ANSA
(ANSA) - TOKYO, 28 FEB - L'effetto domino innescato sui
mercati finanziari internazionali dalla 'sindrome cinese',
partito martedì con il crollo della Borsa di Shanghai (-9%) e
giunto oltreoceano fino a Wall Street (-3,29%), ha fatto il giro
del mondo e si è riaffacciato oggi in Asia, dove ha colpito
duramente la Borsa di Tokyo: dopo un'apertura a picco a -3,23%,
con sospensione dei titoli futures per 15 minuti, il Nikkei ha
toccato in mattinata il minimo di -3,56%, per poi riassorbire in
parte le perdite chiudendo a -2,85% (515,80 punti in meno
rispetto al giorno precedente).
Durante la seduta odierna l'indice Nikkei è arrivato a
perdere in alcuni momenti oltre 700 punti, più di quanto
registrato in seguito agli attacchi terroristici dell'11
settembre negli Stati Uniti.
Ad accentuare lo scossone, trainato da una massa di
preordinativi di vendita dall'estero, sono state anche le
notizie su una diminuzione della produzione industriale
giapponese a gennaio, che è stata dell'1,5% rispetto a un anno
prima. Secondo il ministero dell'Industria e Commercio la
produzione dovrebbe segnare un calo ancora più accentuato all'
1,8% in febbraio per poi riprendersi in marzo.
La piazza giapponese è stata frenata anche dal rafforzamento
dello yen sul dollaro, che ha influito negativamente sui gruppi
legati all'export di prodotti negli Usa. In particolare Sony ha
ceduto il 5,4%, Toyota il 3,8%, mentre il gigante dell'
elettronica Matsushita Electric Industrial il 3%.
Secondo il parere di alcune fonti specializzate italiane
contattate a Tokyo dall'ANSA, lo scivolone odierno del Nikkei
sarebbe riconducibile più a temporanei fenomeni fisiologici che
a motivi strutturali, in quanto sembrerebbe essersi trattato
soprattutto di movimenti speculativi originatisi in Cina sulla
scia di alcune dichiarazioni pessimistiche dell'ex Capo della
Federal Reserve americana Alan Greenspan. Quello cinese, hanno
notato le fonti, "é un mercato fortemente speculativo in cui
é facile entrare e facilissimo uscire". La Borsa di Shanghai,
quindi, ha risentito soprattutto di una "corsa emotiva alle
vendite", sul tipo di quelle cui i mercati più volatili come
quelli dell'Asia meridionale sono stati spesso esposti. Nel
complesso dunque, secondo gli esperti, oggi Tokyo ha dimostrato
di assorbire bene il colpo, mantenendo le perdite in apertura
intorno al 3,5% e poi recuperando nel resto della seduta per
chiudere a -2,8%: questo nonostante i legami a doppio filo che
legano la piazza nipponica tanto con New York quanto con
Shanghai.
La 'sindrome cinese', che si è diffusa rapidamente sui
mercati finanziari di tutto il globo, era partita martedì da
Shanghai: il più grave crollo degli ultimi 10 anni aveva
alimentato l'incertezza nelle piazze azionarie mondiali, dove da
più parti si teme da tempo lo scoppio della bolla finanziaria
cinese. Dopo aver creato scompiglio sui mercati europei, la
sindrome' si era abbattuta su Wall Street, che aveva chiuso a
12.216,24 (-3,29%) toccando durante la seduta il minimo di
-4,3%. (ANSA).