Tra gli argomenti che fanno pensare che la fase in atto sia una semplice correzione – all'interno del bear market rally – e non il preludio di una nuova ondata ribassista si possono elencare:
1) la correzione in atto non ha rotto alcun supporto significativo e, se rapportata all'entità del recupero dai minimi di marzo, appare del tutto fisiologica (anzi, c'è ancora spazio di discesa senza compromettere una successiva ripresa degli acquisti);
2) la volatilità implicita rimane sui minimi di periodo, a ridosso dei livelli di settembre 2008, precedenti al grande crash (un campanello di allarme si avrebbe su risalite del Vix sopra 40,30-43 e del Vxn sopra 40,50, al momento poco probabile);
3) il mercato obbligazionario, nonostante il buon rimbalzo dell'ultimo mese, rimane stabilmente sotto ai massimi 2009, e non sono ipotizzabili apprezzamenti marcati dei corsi;
4) il settore bancario in Borsa rimane abbastanza stabile, ancorché al di sotto dei massimi di periodo (ciò segnala comunque una relativa serenità degli operatori);
5) la tenuta dei prezzi del greggio e delle materie prime (anche se in correzione rispetto ai massimi di giugno) conferma una visione non così nera sugli scenari economici.