Operatività Indici & Futures - Open - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Un tentennamento con lievi ritocchi dei max potrebbe indicare un posticipo a domani o nei giorni successivi della chiusura.
Meno frequente un declino dei prezzi costante fino alla chiusura.
Meno frequente un'esplosione dei prezzi up lasciando il gap aperto senza nessun tentativo di chiusura.
Ma ricordiamoci che dobbiamo chiudere il 2gg. Oggi pomeriggio.
 
Potrebbe spostarsi li la chiusura.
Il che per il rialzo, senza prima aver raggiunto il max precedente 8gg, richiederebbe più fatica per rimanere in essere.
Ma, ovviamente, non comprometerebbe la costruzione grafica

Bye
 
daily 2.GIF


Non si può definire lo stato dell'arte. Ma si vede bene come abbiamo fatto due tentativi di porre un freno alla discesa. Si vedono bene.
E questo è il 3°.
Gann ne tollerava 4, dopo andava a tagliare il cotone e raccogliere il grano nei suoi campi. E si portava dietro il maiale...si sa mai che arrivi una carestia, pensava.

Quella tl tiene il ribasso dal max di febbraio. Certo è la più stretta. E certo la discesa è stata ripida.
Ve bene, allora andiamo cauti anche con questa costruzione grafica.
Ma teniamola presente.
Intanto il gap è cominciato a ridursi nella sua entità. Ora vedremo se si chiude oggi o nei giorni prox.
Aperto non deve rimanere.
E il max del 4gg precedente inviolato non deve rimanere.
E il supporto a 445, che continua a fare da resistenza, tale deve diventare.
 
Nella sua semplicità il torre aveva visto giusto: come faccio a dire che è un minimo? Guardando i massimi.
La sua abilità sta nell'intuire presto se il max verrà raggiunto o meno. E di conseguenza nell'impostare i trade.
Strano individuo è.
Ma, probabilmente, scaltro e disciplinato.
 
Va da sé che il gap si può tradare. Essendo up, si trada short con controllo su tf a 2'.

A questo proposito vorrei riprendere il post di Esploratore. Questo periodo con il divieto dello short ha costretto ad aprire solo posizioni long. E quindi a studiare molto bene il trend e, a volte, a dover rinunciare a delle operazioni.
Questo ha comportato che non si è rimasti sempre dentro. Come si tende a fare con la possibilità di aprire short.
E nei momenti di pausa si è osservato bene il mercato.
Non è poca cosa questa.
Da rifletterci sopra.
 
Una cosa che merita un commento: chi è indebitato oltre le sue capacità di solvenza e non fa fallimento solo perché è dotato di un arsenale militare superiore alla media non dovrebbe fare la morale agli altri!
Che gli americani ora vengano a dire che l'Europa è colpevole della crisi attuale è risibile.
Oltre che preoccupante.
Si danno le colpe agli altri quando la situazione interna è chiaramente compromessa.
Ricordate quel post sul Presidente del Cda che apriva delle lettere del precedente presidente poiché i bilanci rimanevano sempre in rosso? Stessa cosa.
Chi mangia più di quello che può prima o poi si ammala.
E' la natura delle cose di questo mondo. In esse non vi può essere la felicità, poiché la loro natura è l'impermanenza.
Se mangio una pasta sono felice. Con due aumenta la felicità. Ma con 20 faccio indigestione. E con 40 rischio il ricovero. Con 50 la morte. E se sono diabetico la cosa è ancora più pericolosa.
Chi mangia più di quello che può permettersi prima o poi si ammala.
E le responsabilità sono solo sue.
 
Non è possibile scrivere un articolo come quello sotto riportato (e ringrazio chi me lo ha passato) pensando che qui siamo tutti dei fessi

Il Viaggio della Morte dell’Eurozona

Il Nobel Paul Krugman in un editoriale sul New York Times denuncia il divario troppo grande tra ciò che i leaders europei stanno facendo e ciò che bisognerebbe fare...e non ci sono ragioni di ottimismo!

27 settembre 2011 ,di Paul Krugman, New York Times - E’ possibile essere ad un tempo terrorizzati e annoiati? Ecco come mi sento in merito ai negoziati attualmente in corso su come rispondere alla crisi economica dell’Europa, e ho il sospetto che altri osservatori condividano lo stesso sentimento.

Da un lato, la situazione in Europa è molto, molto spaventosa: con i paesi che rappresentano un terzo dell’economia dell’eurozona ora sotto attacco speculativo, l’esistenza stessa della moneta unica è minacciata – e un crollo dell’euro potrebbe infliggere un grave danno al mondo.
Dall’altro lato, i responsabili politici Europei sembrano pronti ad emettere ancora altro debito. Probabilmente troveranno un modo per fornire più credito ai paesi in difficoltà, cosa che forse può evitare un disastro imminente. Ma non sembrano essere disposti a riconoscere un fatto fondamentale – e cioè che senza politiche monetarie e fiscali più espansive nelle economie più forti d’Europa, nessun tentativo di salvataggio riuscirà.

La storia finora: l’introduzione dell’euro nel 1999 ha portato a un grande boom del credito verso le economie periferiche d’Europa, perché gli investitori hanno creduto (erroneamente) che il debito Greco o Spagnolo denominato nella stessa moneta comune fosse sicuro come il debito Tedesco. Contrariamente a quanto si sente spesso, questo boom del credito non è andato per lo più a finanziare la dissoluta spesa pubblica – Spagna e Irlanda alla vigilia della crisi effettivamente registravano degli avanzi di bilancio, e avevano bassi livelli di debito. Al contrario, i flussi di denaro hanno alimentato soprattutto un boom enorme della spesa privata, soprattutto per l’edilizia abitativa.

Ma quando il boom dei prestiti si è bruscamente interrotto, il risultato è stato una crisi sia economica che fiscale. La recessione selvaggia ha spinto verso il basso le entrate fiscali, spingendo i bilanci in rosso profondo; nel frattempo, il costo dei salvataggi bancari ha portato ad un improvviso aumento del debito pubblico. E il risultato è stato un crollo della fiducia degli investitori nei titoli dei paesi periferici.

E adesso? La risposta Europea è stata di imporre una dura austerità fiscale e forti tagli della spesa pubblica da parte dei debitori in difficoltà, fornendo nel frattempo dei finanziamenti tappabuchi fino al ritorno della fiducia degli investitori privati. Questa strategia può funzionare?
Non per la Grecia, che in realtà era fiscalmente dissoluta già durante gli anni buoni, e deve più di quanto possa plausibilmente rimborsare. Probabilmente non per l’Irlanda e il Portogallo, che per ragioni diverse hanno anche loro pesanti oneri del debito. Ma in un contesto esterno favorevole – in particolare, una forte ripresa dell’economia europea, con un’inflazione moderata – la Spagna, che ancora oggi ha un debito relativamente basso, e l’Italia, che ha un elevato livello di debito, ma un deficit sorprendentemente ridotto, potrebbero farcela.

Purtroppo, i responsabili politici europei sembrano decisi a negare ai debitori il contesto di cui hanno bisogno.
Pensatela in questo modo: la domanda privata nei paesi debitori è sprofondata con la fine del debito finanziato dal boom. Contemporaneamente, anche la spesa del settore pubblico viene drasticamente ridotta dai programmi di austerità. Allora, da dove dovrebbero venire fuori i posti di lavoro e la crescita? La risposta è le esportazioni, soprattutto verso gli altri paesi Europei.

Ma le esportazioni non possono crescere se anche i paesi creditori attuano delle politiche di austerità, che molto probabilmente spingeranno l’Europa nel suo insieme in recessione.
Inoltre, i paesi debitori hanno la necessità di tagliare prezzi e costi in relazione ai paesi creditori come la Germania, cosa che non sarebbe troppo difficile se la Germania avesse un 3 o 4 per cento d’inflazione, che permetterebbe ai debitori di guadagnare terreno semplicemente mantenendo l’inflazione bassa o pari a zero. Ma la Banca Centrale Europea ha una tendenza deflazionistica – ha fatto un terribile errore ad aumentare i tassi di interesse nel 2008 proprio quando la crisi finanziaria stava prendendo forza, e ha dimostrato di non aver imparato nulla, ripetendo lo stesso errore quest’anno.
Di conseguenza, il mercato si aspetta ora un’inflazione molto bassa in Germania – circa l’1 per cento nei prossimi cinque anni – il che implica una deflazione significativa nei Paesi debitori. Questo renderà più profonda la loro depressione e aumenterà il peso reale dei loro debiti, più o meno garantendo che tutti gli sforzi di salvataggio non riusciranno.
E non vedo alcun segno che le élites politiche Europee siano pronte a ripensare il loro dogma di austerità.
Parte del problema può essere che quelle élites politiche hanno una memoria storica selettiva. Amano parlare dell’inflazione Tedesca dei primi anni ’20 – una storia che non ha alcuna relazione con la nostra situazione attuale. Eppure non parlano quasi mai di un esempio molto più rilevante: le politiche di Heinrich Brüning, cancelliere della Germania dal 1930-1932, la cui insistenza sull’equilibrio di bilancio e il mantenimento del gold standard ha reso la Grande Depressione in Germania anche peggiore che nel resto d’Europa – ponendo le basi per ciò che tutti sappiamo.

Ora, non mi aspetto che niente del genere possa accadere nel 21° secolo. Ma c’è un divario molto ampio tra ciò di cui l’euro ha bisogno per sopravvivere e ciò che i leaders europei sono disposti a fare, o addirittura a semplicemente parlarne. E a causa di questo divario, è difficile trovare delle ragioni di ottimismo.
 
Va da sé che il gap si può tradare. Essendo up, si trada short con controllo su tf a 2'.

A questo proposito vorrei riprendere il post di Esploratore. Questo periodo con il divieto dello short ha costretto ad aprire solo posizioni long. E quindi a studiare molto bene il trend e, a volte, a dover rinunciare a delle operazioni.
Questo ha comportato che non si è rimasti sempre dentro. Come si tende a fare con la possibilità di aprire short.
E nei momenti di pausa si è osservato bene il mercato.
Non è poca cosa questa.
Da rifletterci sopra.

GIA'......conosco un grande trader e nn faccio il nome perke' si fa pagare ke fa al 99,9 operazioni long da anni.......
 
Grandioso quando scrive

"l’introduzione dell’euro nel 1999 ha portato a un grande boom del credito verso le economie periferiche d’Europa, perché gli investitori hanno creduto (erroneamente) che il debito Greco o Spagnolo denominato nella stessa moneta comune fosse sicuro come il debito Tedesco."

Questo signore è semplicemente un "malpensante" intellettuale.
Che nutre grande seguito se viene tradotto in italiano.
 
Grandioso quando scrive

"l’introduzione dell’euro nel 1999 ha portato a un grande boom del credito verso le economie periferiche d’Europa, perché gli investitori hanno creduto (erroneamente) che il debito Greco o Spagnolo denominato nella stessa moneta comune fosse sicuro come il debito Tedesco."

Questo signore è semplicemente un "malpensante" intellettuale.
Che nutre grande seguito se viene tradotto in italiano.


Non sono d'accordo Mila :)

Il comportamento degli americani è certamente più deplorevole quando fanno finta di tenere al rigore di bilancio ed al dollaro forte. Questo almeno dice la verità. Gli Usa hanno deliberatamente scelto di inflazionare il sistema al fine di rendere meno pesanti i debiti. Perchè a noi si vuol prescrivere una medicina diversa?

Complimenti per lo stupendo thread che porti avanti :up:
 
Stato
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