venerdì 24 agosto 2012
http://www.corriere.it/cronache/12_...ca_6e7b85b4-edba-11e1-9207-e71b224daf2a.shtml
Una occasione persa di fare buon giornalismo. Per vicisitudini della vita sono entrato in questo mondo molto particolare: i trapianti d'organo.
Or bene il problema è quello citato nella parte finale dell'articolo
"la tragica scarsità d'organi".
Negli ultimi 3 anni abbiamo assistito ad una riduzione superiore al 50% delle donazioni d'organo. Intere regione dell'Italia non donano organi. Alcune non sono nemmeno attrezzate alla ricezione.
I medici che ho avuto la fortuna di conoscere vivono in un continuo tormento d'animo: sanno che per ogni persona che viene inserita nella lista trapianto altre 5 moriranno.
Certo, non sono loro la causa primaria della morte. E' la malattia. Ma ad ogni riduzione di raccolta degli organi quel rapporto aumenta in negativo.
Devono poi affrontare un'altra terribile (lascio immaginare a chi legge quanto lo sia) problematica: se gli organi diminuiscono vuol dire che anche per chi è già in lista trapianto diminuiscono le possibilità di vivere.
Ogni lunedì si riunisce la commissione medica per decidere:
- chi va a trapianto
- chi entra in lista trapianto
- chi esce dalla lista trapianto
chi va a trapianto vuol dire: "sta per morire e quindi al primo organo disponibile e discretamente compatibile si opera".
E' quel "sta per morire" che fa spavento. Se aumenta la penuria d'organi l'uncia possibilità è cercare di tirare più avanti possibile il malato. Terribile. Ma è così.
E cosa fa questo giornalista? Sceglie il sensazionalismo.
Certo, il razzismo fa più notizia.
Ma se io leggo questo articolo e non so niente la prima cosa che penso è:
"col ***** (scusate ma ci vuole) che dono i mei organi...guarda che fine fanno...aumentano il razzismo la diseguaglianza la discriminazione"
Ecco, questa è la stampa italiana.