i mercati volevano un comunicato FED + dovish ?
Il calo dei listini cinesi offre un debole supporto alle Borse europee, che sono tutte in territorio negativo.
La Banca centrale cinese è intervenuta con una nuova iniezione di liquidità da oltre 50 miliardi di dollari, ma non è bastata ad evitare un'altra chiusura pesante per la Borsa di Shanghai, con l'indice Composite che è sceso a 2.655,66 punti (-2,92%). Gli investitori hanno accusato il colpo del settimo calo consecutivo dei dati sull'industria cinese, oltre alle incertezze derivanti dalla volatilità del petrolio.
E' andata peggio a Shenzhen, che ha perso il 4,18%.
I mercati stanno digerendo le parole della Federal Reserve, che come da attese ieri sera non ha toccato il costo del denaro e si è detta attenta a qualsiasi sviluppo internazionale - dalla Cina all'Europa - che possa rallentare la crescita americana. La Banca centrale Usa, per il momento, non ha messo nero su bianco l'idea di cambiare la propria strada di normalizzazione della politica monetaria. Dopo il primo rialzo dei tassi dello scorso dicembre, però, l'accenno ai rischi globali è stato interpretato dagli analisti come un rallentamento del percorso di rialzo dei tassi: scendono le quote per una stretta monetaria nella riunione del prossimo marzo.
Resta centrale, per gli operatori, la dinamica del prezzo del petrolio che in questa fase di mercato ha una fortissima correlazione con l'andamento azionario. Dopo il rimbalzo di ieri legato ai segnali di distensione tra Russia e Arabia Saudita, che sono stati letti come un antipasto di un taglio della produzione, il Wti consolida la posizione a 32,4 dollari al barile, il Brent si stabilizza in area 33,3 dollari.
A livello macroeconomico si registra il Pil della Gran Bretagna, che conferma la sua crescita: con il +0,5% del quarto trimestre, il Regno Unito festeggia un +2,2% complessivo nel 2015 rispetto all'anno prima. La Spagna registra il calo della disoccupazione, che però resta a livelli monstre: 20,9% a fine 2015 dal 23,7% dell'anno prima. Ancora, negli Stati Uniti vengono pubblicati i dati sulle richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione e gli ordini di beni durevoli di dicembre.
Nonostante la ripresa di quota del barile, ieri sera Wall Street ha chiuso vicino ai minimi. Forse il mercato si aspettava toni più "da colomba" dalla Fed, che il mese scorso aveva optato per la prima stretta dal giugno 2006 e che di fatto ha lasciato aperta la porta a un'altra stretta a marzo. Su questo fronte le probabilità sono però scese al 28% dal 34% precedente, quando erano sopra il 50% un mese fa.