Rischio volatilità, per l'euro viste ampie partenze ribassiste dopo intervento Bce
Le Minute Fed
Sul fronte macroeconomico l’evento di maggiore rilievo di ieri era rappresentato dalle Minute dei distretti della Federal Reserve, i quali come da attese non hanno destato sorprese rilevanti. Già peraltro 24 ore fa scrivevamo che, laddove sul fronte tapering la strada apparisse piuttosto segnata nella direzione di progressiva riduzione di acquisti di asset a ritmo di 10 miliardi di dollari, mentre per quello che concerne il corridoio dei tassi di interesse le tempistiche fossero più differite nel tempo, l’attenzione era rivolta a quello che poteva essere anche solo un cambiamento di wording circa la forward guidance, le linee guida cioè sulla politica monetaria.
Cambiamento che però non si è verificato nel momento in cui gli snodi cruciali delle comunicazioni di ieri sera hanno vertito sul mercato del lavoro del quale sono stati messi in evidenza la debolezza nella crescita dei salari bassi ed un certo scetticismo nel mantenimento dell’attuale decrescita della disoccupazione su scala strutturale e dunque di medio-lungo periodo.
Più ottimismo invece sul fronte dell’inflazione, con il target del 2% che viene visto assolutamente verosimile e raggiungibile in un lasso temporale relativamente ridotto.
Nel complesso comunque è stato conservato il tono dovish che si sostanzia nel concetto per il quale è decisamente prematuro affermare che l’economia a stelle e strisce si trovi su un sentiero di crescita sostenuta nel medio periodo. E questo, ci trova piuttosto d’accordo nel momento in cui ancora importanti fattori risultano piuttosto disallineati rispetto ad equilibri di sostenibilità.
Il mercato immobiliare è uno di questi, così come la distribuzione settoriale rispetto alla creazione di nuovi posti di lavoro ed il tasso di partecipazione ancora piuttosto basso, mentre tralasciamo il gigantesco debito pubblico e deficit delle partite correnti che appaiono però temi ormai perversamente consolidati. Ebbene a livello di ripercussione sui prezzi, davvero minime per non dire inesistenti le reazioni del dollaro americano che, dopo essersi apprezzato al mattino, è stato invece venduto nella seconda metà della giornata di ieri, con Borse che invece si sono mostrate piuttosto sostenute e che tuttora presentano le caratteristiche tecniche per andare a testare quei punti di massimo che, come nel caso dell’indice globale benchmark S&P500, appaiono estremamente vicini.
QUADRO TECNICO
EurUsd: nuovi minimi dunque per il cambio che ieri ha testato l’area di supporto cruciale a 1,3650, perforando fino a 1,3635. L’impostazione resta ancora ribassista ed il grafico a 4 ore, che evidenzia precise confluenze grafiche tra livelli statici e media mobile esponenziale a 21 periodi, ce lo conferma, Area 1,37 quindi ancora buona per favorire vendite verso i punti di minimo, con 1,3675 come livello intermedio. Un suo superamento invece imporrebbe di guardare a potenziali allunghi a 1,3735, per messa di stop in pari in quanto potrebbe rappresentare un nuovo punto per vendere. Spazio di 40 pips invece se anche questo livello di resistenza dovesse essere superato al rialzo.