ROMA (MF-DJ)--"Non mi pento di quanto detto. L'istituto deve rimanere pubblico". Lo ha affermato Claudio Borghi, indicato da alcuni come possibile ministro dell'Economia del prossimo governo Lega-5S, in un'intervista a La Stampa in merito alle sue dichiarazioni su B.Mps che ieri hanno provocato il crollo del titolo della banca senese.
Alla domanda se non ritiene di dover essere un po' più cauto sulle dichiarazioni pubbliche visto che anche fra gli investitori c'è chi la immagina già ministro, Borghi ha risposto: "di cosa dovrei pentirmi? Queste cose sul Monte le ho sempre dette. Dimentica che ero l'avversario di Padoan nel collegio di Siena?".
Quanto al fatto che il salvataggio pubblico di B.Mps è stato autorizzato dall'Europa e che il piano prevede la sua vendita entro una certa data, mentre annunciarne la nazionalizzazione equivale a dire agli investitori che i loro titoli non valgono più nulla, "è bene che certuni si abituino ad avere partiti che fanno quel che hanno promesso in campagna elettorale. Andremo a Bruxelles e ridiscuteremo il piano", ha continuato Borghi.
Sollecitato a spiegare perché Mps dovrebbe rimanere pubblica, "bisogna abbandonare l'idea di farci profitti vendendola a chissà chi. È la banca più antica del mondo, un patrimonio del territorio e del Paese. Nel Consiglio regionale della Toscana (Borghi era consigliere, ndr) abbiamo firmato mozioni sia contro la vendita del patrimonio artistico che delle filiali sul territorio. E ci tengo a ricordare che sia il Pd che il Movimento Cinque Stelle hanno spesso votato con noi. Ci sono Paesi nei quali lo sportello Mps ha il valore simbolico dell'ufficio postale".
Sul suo annuncio di sostituire l'amministratore delegato, Marco Morelli, "il tema -ha precisato Borghi- non entra nel contratto di governo ma è abbastanza probabile, quasi naturale pensarlo. Quello che c'è è stato scelto da un governo che sta per andarsene".