Per la serie: “riceviamo e pubblichiamo”, riporto qui sotto un estratto da una email che ricevetti qualche tempo fa (e a cui non risposi), immaginando che l’autore non abbia niente in contrario
Il punto è il seguente: supponi di individuare una fortissima pendenza della struttura a termine della IV. In particolare, metti che la struttura sia inclinata così negativamente che tu ritieni con buona probabilità debba “rientrare”. Quindi ritieni che la IV ATM delle opzioni a 30 giorni debba scendere con più velocità della parte a 90 giorni, per esempio.
In questo contesto la scelta naturale è uno spread di calendario in cui vendi ATM a 30 giorni e compri ATM a 90 giorni.
E qui sta il punto: questa figura, se si somma in modo becero il Vega, è Vega-positiva. Tuttavia noi sappiamo che il Vega non si somma in modo lineare nel tempo. In particolare, io uso la convenzione di usare dei pesi ponderati sul tempo “alla Taleb” (i c.d. «theoretical weights»), dove il fattore di ponderazione è √(90/T) essendo T i giorni a scadenza dell’opzione esaminata.
Secondo questa convenzione, ci si mette poco a trasformare lo stesso spread di calendario in Vega-negativo, perché le opzioni vendute a 30 giorni acquistano un peso maggiore.
Adesso l’osservazione della realtà: ho diverse posizioni come quella che ti ho descritto su alcuni titoli dell’azionario americano. In questi giorni sto osservando che, mentre la struttura a termine della IV segue le mie previsioni e “rientra”, le posizioni perdono. Poiché, con l’eccezione di un titolo che mi ha fatto un -36% in apertura, tutte le altre sono praticamente Delta-neutrali, è chiaro che i fattori in gioco possono essere solo due: lo spread denaro-lettera esagerato dei MM e la sensibilità alla IV.
L’autore della email dimostra una conoscenza della materia superiore alla media, perché è tra i non moltissimi (almeno a livello degli utenti da forum, categoria rispettabilissima a cui appartengo anch’io…) ad aver capito che un CALENDAR SPREAD non è solo una scommessa sulla futura direzionalità (o mancanza di) del mercato …. nè una cosiddetta
income strategy (cosiddetta sopratutto dai venditori di corsi a 5000 dollari l’uno….. fosse per me vorrei una legge che proibisca di usare la parola “income” quando si parla di opzioni…), ma anche – e talvolta soprattutto –una scommessa sul rapporto tra volatilità a breve e volatilità a lungo.
Tuttavia -
premesso che i dati esposti sono insufficienti per formulare una risposta (e per tale motivo mi astenni) - la cosa che appare subito evidente è la fideistica applicazione del modello della “ponderazione teorica dei Vega” (Taleb, Dinamic Hedging, p.151"), senza chiedersi se tale modello - per definizione generale ed astratto - sia aderente o meno alla specifica realtà a cui viene applicato.
Lo dice Taleb, un esperto del settore, …. e dunque deve essere giusto, no?
Per Yours Truly, invece, siamo in presenza di un tipico OVERFITTING DA MODELLO, per almeno due considerazioni, una di carattere generale, ed una più particolare e relativa al momento di osservazione scelto:
1) L'aderenza del modello "Taleb" alla realtà che il nostro simpatico interlocutore da per scontata, è tutt’altro che definita; altri (
Mark Sebastian, Sfomag magazine, Feb 2010) parlando dello stesso problema hanno per esempio affermato “
Many proprietary option trading firms spend more time and money attempting to calculate true vega exposure than anything else.”
2) In secondo luogo, per quanto acuto, razionale ed aderente, un modello si pone il problema di rappresentare la realtà "medio-normale"
Domanda:le azioni che presentano la struttura di volatilità descritta dal mio anonimo interlocutore sono in genere nel un periodo medio-normale? o in atri termini, sono nel periodo in cui possiamo perlomeno supporre vi sia la maggiore aderenza possibile tra teoria e realtà?
Risposta: No, in genere sono alla vigilia di avvenimento chiave; penso ad esempio a aziende del settore bio-tecnologico che sono in attesa di una approvazione /bocciatura di un nuovo farmaco da parte della FDA (il che spiegherebbe anche perchè un titolo tra quelli seguiti ha aperto -36%
).
Ok, fine del predicozzo. Sarei davvero molto lieto di raccogliere il parere degli altri frequentatori in proposito.
Rimane poi la domanda… che per adesso lasciamo in sospeso… si poteva fare qualcosa di altro e di diverso ??
PS L'immagine che segue, tratta sempre dal libro di Taleb mette a confronto i "pesi teorici"con i pesi calcolati empiricamente, mediante l'osservazione dei cambi DM e YJ nel periodo 1988-1994.
Si nota che il modello teorico "ci prende" nel senso di relazione logica: più si alluga il periodo temporale, più la ponderazione da assegnare al Vega dellarelativa opzione scende.... " ma che non ricostruisce,
nè ci si deve aspettare che lo faccia, i valore puntuali: ad esempio, sul DM ad un anno, la differenza è superiore ad 1/3.