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Ma allora è amore! :lovin:

:pollicione: :lol:

Assolutamente! :D

Il Conte ha la limpidezza e la fluidità nella deduzione logica tipiche di un VERO programmatore, di quelli che il codice lo vedono girare chiaramente nella loro testa prima ancora che in macchina (stile Mr. Anderson, per intenderci).

Non sto certo parlando dei soliti pigiatasti da "hello world" e magici sistemi astrologici in linguaggi tecnici/econometrici. Parlo di maneggiare disinvoltamente il C (attaccateci voi a piacere il simbolo che più vi piace e non rompetemi le scatole con le solite fesserie); di merce rara.

Sul forum, in 14 anni, ho incrociato solo un altro nick della stessa razza, tale birillo, ma purtroppo non si legge più da un bel po'.

Il Conte con ben poca esperienza in opzioni ed un unico semplice post ha dimostrato di capire perfettamente e perfettamente esprimere una logica che per quanto banale voi "maledetti geni" non siete riusciti a comprendere per anni (perché neanche nella discussione del 2012 avevate capito niente).

Quello che invece mi fa veramente innervosire, dopo cammello con paolino, Imar&cammello con GiveMeLeverage, e Il Conte Pedro con Cren&Imar, è che io abbia bisogno sempre di un appoggio per essere presa sul serio!!! :-x:-x:-x

:prr:


:clap:

Sto preparando il presepe:

Presepe_Vader.jpg
 
I margini misurano (1) e in questo senso mi pare logico che lo short strangle per la clearing house sia meno rischioso: non puoi andare gambe all'aria da due lati CONTEMPORANEAMENTE, e il fatto di aver venduto sia call che put vuol dire che hai un po' più di liquidità sul conto che se hai venduto solo un lato e vai gambe all'aria proprio da quel lato.

E dunque il rischio da due lati, non si presenta contemporaneamente nenache per te , ok, allora ci siamo....su due lati, ma da un solo lato alla volta ....:lol::lol:

Quindi usare i margini come misura del proprio rischio, invece che, correttamente, come rischio della clearing house, non mi pare appropriato, soprattutto in questo caso specifico.

Guarda, Conte, tu sei stato molto utile, perchè in tre righe qui sotto sei riuscito a spiegarmi quello che GiuliaP intendeva, ma - tra dadi malformi e integrali, non riusciva a dire, perciò sono buono anch'io e ti svelo un segreto inconfessabile, ma tu non dirlo a nessuno

Nonostante nei comitati ( e nei forum ;)) si riempiano tutti le orecchie di metodi sofisticati, ....VAR ed Exptected Shortfall, e chi più ne ha più ne metta sai NELLA PRATICA come ho sempre visto definire il position sizing di una posizione complessa in opzioni???

Con un K, normalmente compreso tra 5 e 10.
Tu che sei intelligente, prova a dire cosa moltiplicava quel K.... :lol::lol::lol: (che io qui quella parola non la posso più pronunciare...:-o:-o:lol::lol:)

Ovviamente, nel risultato finale, la scelta del "K" è molto più importante dell'addendo che moltiplica.

Cosa sto dicendo?
Che il position sizing nelle opzioni SHORT è del tutto soggettivo dato che il vero rischio è indeterminabile, ma se mi smentite e mi dimostrate il contrario, mi fate solo un piacere, io sono qui per imparare.... ... :bow::bow::bow:


Quello che invece mi fa veramente innervosire, dopo cammello con paolino, Imar&cammello con GiveMeLeverage, e Il Conte Pedro con Cren&Imar, è che io abbia bisogno sempre di un appoggio per essere presa sul serio!!!

Non è colpa nostra :-o:-o:-o:-o se in XXXX messaggi non hai raggiunto la chiarezza di questa riga e mezza... :lol::lol::lol:

(2) mi pare che sia maggiore nel caso dello short strangle perché a parità di massima perdita (che è l'unica cosa che interessa alla clearing house per il SUO rischio), raddoppi la probabilità che l'evento sfortunato avvenga


Però, sei stata brava, con questa faccenda hai oscurato completamente il problema principale (il rischio si somma, ma non sempre.... insomma sono incinta, ma solo un poco... :lol::lol:) nonchè alcune amenità che hai detto domenica, ad esempio, il non capire che anche il valore del put- come tutti gli strumenti finanziari - è "solo" il valore attuale dei flussi finanziari futuri (infatti la formula di B&S, rispetto a Boness, ha più che altro risolto questo problema in un modo di agevole computazione, dato che nelle opzioni non è facile come in una obbligazione).


@luka46... se è acciaio lassa perdè (a parte che te voglio vedè a fare il magazzino di rottami..), che magari "loro" sembrano un pò primitivi, ma secondo me te fanno nero...
 
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...anche il valore del put- come tutti gli strumenti finanziari - è "solo" il cvalore attuale dei flussi finanzari futuri (infatti la formula di B&S, rispetto a Boness, ha più che altro risolto questo problema in un modo di agevole computazione, dato che nelle opzioni non è facile come in una obbligazione).
Quanto mi piaci quando scrivi queste cose :bow:
 
Cosa sto dicendo?
Che il position sizing nelle opzioni SHORT è del tutto soggettivo dato che il vero rischio è indeterminabile, ma se mi smentite e mi dimostrate il contrario, mi fate solo un piacere, io sono qui per imparare.... ... :bow::bow::bow:
Come ho detto, la mia idea è che se uno vuole usare metodi quantitativi finisce nello stesso framework che poi serve per assegnare un FV al contratto stesso.

Si finisce quindi per quantificare questo rischio basandosi sul prezzo del contratto e sulle sue variazioni (Greche), riconducendoci alla metrica tradizionale che conosciamo (o a sue elaborazioni più dinamiche, tipo "shadow Greeks").
 
Come ho detto, la mia idea è che se uno vuole usare metodi quantitativi finisce nello stesso framework che poi serve per assegnare un FV al contratto stesso.

Si finisce quindi per quantificare questo rischio basandosi sul prezzo del contratto e sulle sue variazioni (Greche), riconducendoci alla metrica tradizionale che conosciamo (o a sue elaborazioni più dinamiche, tipo "shadow Greeks").

Se ti piace, puoi anche dire che l'esposizione in Gamma ed in Vega non devono superare l'X% e l'Y% del capitale allocato al book, ma .... siamo sempre lì, sono determinazioni soggettive... (un pò come quando ti spunta un "2" in una formula di hedging, che nel 99% dei casi era sempre stato "1" :lol::lol::lol:) che senza sforzo si riconducono alla formuletta di cui sopra.

Ovviamente, se avete sistemi e metodi più rigorosi, please explain.
 
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Se ti piace, puoi anche dire che l'esposizione in Gamma ed in Vega non devono superare l'X% e l'Y% del capitale allocato al book, ma .... siamo sempre lì, sono determinazioni soggettive... (un pò come quando ti spunta un "2" in una formula di hedging, che nel 99% dei casi era sempre stato "1" :lol::lol::lol:) che senza sforzo si riconducono alla formuletta di cui sopra.

Ovviamente, se avete sistemi e metodi più rigorosi, please explain.
Non ne conosco di più rigorosi, semplicemente facenti un uso più massiccio di potenza computazionale.

Mentre le Greche sono derivate, quindi il "denominatore" è appositamente una variazione che deve essere piccola per dare il senso alla differenziabilità, se hai un modello di pricing crei scenari plausibili torchiando sottostante e IVTS insieme facendo anche scorrere il tempo in avanti... quindi riprezzi tutto il portafoglio sotto il nuovo scenario.

Il rischio lo misuri come la variazione di valore del portafoglio da oggi al nuovo scenario, e via così per altri scenari plausibili (che si spera la tua abilità di trader ti permetta di delineare in modo più intelligente che non fare 10,000 percorsi completamente casuali sperando di azzeccare anche un 11 settembre).

Non c'è nulla di intelligente e/o innovativo in questo approccio, infatti l'accademia cerca di trovare soluzioni formalmente eleganti per rendere tutto questo efficiente e quanto più possibile in forma chiusa... ma penso concordi sul fatto che qualunque Greca in forma chiusa che puoi guardare combinata in tutte le espansioni in serie di Taylor che preferisci ("Delta-Gamma method"..?) non è altro che il tentativo di formalizzare l'approccio brutale che c'è all'origine di tutto:
1. stressa;
2. riprezza;
3. valuta quando rischi di perdere.

Più di così a me non viene in mente altro.

Ah, vedo che GiuliaP mi ha messo il "cicciobello" che si mette la mano in faccia... :D Se Ella vuole spiegarci come un approccio quantitativo di valutazione del rischio può svicolare dai limiti dei modelli di pricing conosciuti sono tutto occhi :)
 
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