Bellissima risposta, grazie!
Provo a sdebitarmi raccontando di Dostoevskij e della sua ossessione per la roulette.
Pare che il buon Fëdor, oberato di debiti di gioco, fu costretto dal proprio editore a consegnare un manoscritto in brevissimo tempo; fu così che accettò il consiglio di amici ed assunse una segretaria: meno di un mese dopo diede alle stampe "Il Giocatore".
La cosa davvero interessante, secondo me, è che Dostoevskij era convinto di riuscire ad influenzare il moto della pallina della roulette concentrandosi su di essa, e questo mi ricorda un po' l'ossessione che hanno i trader per linee, canali, serie storiche di prezzi e/o volumi e le misurazioni statistiche su di esse.
Mark Twain, in più di una occasione ha dimostrato di essere almeno consapevole della assurdità del trading, Dostoevskij invece, proprio come i trader, riteneva plausibili assurdità evidentissime.
Niente di più normale, ora, che qualche trader, leggendo di Twain e Dostoevskij li appelli come due sprovveduti, che: "non avevano studiato abbastanza" o "non avevano tagliato le perdite e lasciato correre i profitti", o "non applicavano il giusto money management" o "non sapevano sfruttare la correlazioni tra due mercati diversi", e altre scemenze simili.
Ciao.